Recensione ORICO M.2 SSD Enclosure: il case che trasforma un SSD M.2 in una memoria esterna. Buono in generale, ma con qualche dubbio
Un caro benvenuto ai lettori di tuttoteK, oggi in questa recensione vi parleremo di ORICO M.2 SSD Enclosure che, proprio come suggerisce il nome, si tratta di un vero e proprio case per SSD di tipo M.2.
L’oggetto della recensione odierna si occupa di svolgere un compito abbastanza semplice, trasformare appunto un disco SSD M.2, in un supporto esterno da portare sempre con sé. Andiamo quindi nel vivo della recensione per scoprire tutto su questo prodotto.
Cos’è un case adattatore esterno per SSD M.2? | Recensione ORICO SSD Enclosure
Negli ultimi anni, per via della diffusione sempre maggiore di smartphone, tablet e laptop dallo spessore sempre più contenuto e, dalle porte disponibili sempre più ridotte all’osso, abbiamo assistito ad una crescita esponenziale sul mercato in termini di adattatori di vario genere ed SSD. Adattatori in grado di convogliare nel minor spazio possibile, differenti soluzioni per ampliare le possibilità di connessione dei dispositivi stessi, complice anche l’introduzione dello standard USB Type-C.
Assieme a questa introduzione, sono andati via via crescendo gli SSD di tipo M.2, drive adottati sia in soluzioni interne, come anche in soluzioni esterne. E con il crescente interesse verso memorie sempre più veloci, l’interesse verso supporti esterni ha fatto segnare un’impennata nel mercato. Difatti esistono svariati modelli simili – di adattatori per SSD – sulla piazza.
Resta però il problema che ad oggi, soluzioni “integrali” che montano SSD di tipo M.2 specie NVMe, anche se vantano prestazioni eccellenti, non vantano un costo accessibile. A tale situazione, questi determinati prodotti (case esterni inclusi di adattatore) possono davvero cambiare le carte in tavola.
Un case esterno per SSD, può trasformare un vecchio o inutilizzato SSD M.2, in un supporto esterno. Inoltre, questo prodotto può anche essere utilizzato per realizzare un supporto esterno più economico rispetto a soluzioni all-in-one, da accoppiare ad esempio con determinati SSD M.2 sul mercato, magari dal costo più contenuto.
Orico ha prodotto differenti SSD Enclosure, noi in particolare abbiamo testato il modello M2P JM-C3.
Umboxing e uno sguardo al design | Recensione ORICO SSD Enclosure
Orico ha realizzato un prodotto semplice quanto ben costruito. Iniziando dal design, che vanta un case realizzato interamente in alluminio, e con scanalature che donano un look particolare al prodotto. Un prodotto che si sposa bene il design dei moderni device.
Peso piuma con soli 43 g senza disco M.2. Un peso dato soprattutto dalle dimensioni di soli 34 mm in larghezza, 108 mm di profondità e 11.5 mm di altezza. Il case ha un carrello scorrevole (la parte sottostante), così da favorire l’accesso al drive velocemente ma, per smontarlo Orico ha inserito delle viti Torx. Niente paura Orico ha pensato anche a questo.
Nella confezione, piccola ma abbondante, Orico ha inserito un cavo USB-C a USB-C da 10 GB/s, ed uno USB-C a USB-A da 5 GB/s compatibile con l’interfaccia USB 3.2 Gen 1. Proseguendo troviamo inoltre un cacciavite apposito per le viti Torx (della medesima dimensione), un dado standoff maschio/ femmina per l’installazione, che serve per distanziare la logic board dal disco M.2, e la sua relativa vite Torx. Infine troviamo anche un pad termico, a primo impatto, di qualità non eccellente e che, al tatto è fin troppo gommoso.
La qualità generale della costruzione è comunque apprezzabile considerando il suo prezzo, lui è infatti robusto e soprattutto la porta di connessione USB-C non “balla” al momento dell’inserimento del cavo. Il drive è fissato molto bene al resto del case, e tutti i componenti sono in contatto tra loro alla perfezione, senza movimenti interni.
Il PCB presenta poi dei fori circolari posti al centro, così da favorire ulteriormente il trasferimento del calore, che è poi uno dei principali problemi di questi determinati prodotti. Dissipazione che, se mal gestita potrebbe seriamente gravare alla salute del drive e conseguentemente impattare sulle prestazioni finali, che subirebbero un drastico bottleneck.
Inoltre, il case possiede un indicatore LED, di colore blu, che si occupa di mostrarvi il funzionamento attuale del dispositivo. In particolare se la luce sarà fissa indicherà lo stato di connessione, mentre, durante la fase di scrittura sul disco la luce lampeggerà.
I dati tecnici e le performance | Recensione ORICO SSD Enclosure
Tutti gli adattatori sono uguali? La risposta è no. Dipende molto dalla qualità dei componenti utilizzati nella realizzazione della logic board, principalmente dal cuore pulsate, ovvero il controller.
Per questo specifico prodotto, Orico ha optato per un controller prodotto da Realtek. Non si tratta del top gamma del produttore taiwanese, ma vedremo che svolge bene il suo lavoro – se correttamente dissipato – nonostante generi delle temperature abbastanza elevate, da tenere correttamente a bada.
In particolare troviamo un controller Realtek RTL9210B, che assicura al prodotto una connessione con interfaccia host USB 3.1 Gen2 Type-C, quindi di tipo NVMe, che almeno teoricamente dovrebbe supportare fino a velocità massime di trasferimento pari a 5Gbps.
I principali avversari di questo controller sono il più economico JMS583 prodotto da jmicron e il più diffuso (e leggermente più costoso) ASM2362 di asmedia. Il controller di Realtek possiamo dire che si posiziona al centro tra questi due, in termini di qualità e gestione energetica.
Come sistemi operativi supportati dal driver troviamo ovviamente Windows, macOS e Linux, ma anche smartphone Android che posseggono una porta Type C. La logic board poi, supporta drive per un massimo di 2TB.
Inoltre, sono supportati drive M.2 come detto, in particolare nel formato 22×30, 22×42, 22×60 e 22×80, sia M Key che B+M.
Ma ora, è giunto il momento dei test, per verificare effettivamente se il drive rimane stabile o meno, durante la fase di utilizzo, ma soprattutto se le performance saranno all’altezza del drive utilizzato.
Per il test utilizzeremo un drive M.2 NVMe 2280 di Crucial, ovvero il modello P1. Un drive molto performante dotato di memorie QLC NAND Flash (Quad bit level) con dynamic SLC cache, e controller Silicon Motion SM2263.
Quello che faremo esattamente per testare questo adattatore, è eseguire i regolari test che faremo con un normale SSD, per valutarne le sue prestazioni. In questo caso però, non ci serviranno per valutare (solo) le performance del drive, bensì per osservare principalmente la stabilità di quest’ultimo, sia in fase di scrittura e lettura, che la logic board riesce a garantire. Valuteremo inoltre la stabilità in lunghe fasi di scrittura. In ultima battuta, valuteremo soprattutto il calore prodotto/ dissipato, importante e fondamentale aspetto da valutare.
Come “standard di benchmark”, possiamo poi dirvi che un buon prodotto, di norma non soffre di problemi quali: scollegamento (improvviso) del drive durante le fasi di Lettura/ Scrittura (abbastanza comune con alcuni adattatori/ controller presenti sul mercato), forti rallentamenti o “blocchi” durante il trasferimento di file dal peso importante. Infine precisiamo che i test sono stati effettuati sfruttando la connessione Type C.
Test sulle prestazioni e qualche dubbio | Recensione ORICO SSD Enclosure
Prima di immergerci nei test sintetici ovvero i benchmarks, andiamo ad effettuare i soliti test reali, simulando una situazione di uso quotidiano. Questi test hanno senso in quanto attualmente alcuni controller beneficiano di file compressi, mentre altri no. Alcune unità di archiviazione difronte a file di piccole dimensioni hanno performance minori, altre funzionano bene con esse.
Ho preparato una cartella compressa contenente file per 30GB, tra documenti vari (PDF, file Word ecc), foto, video e film, per circa 6.000 file ognuno con un peso diverso, da pochi MB a tanti GB. La fase di scrittura è termina in 06:26 minuti cronometrati. Non è una velocità sicuramente elevatissima visto il drive in questione, ma “possiamo accettarla”. Valuterei piuttosto la stabilità durante il processo di copia, che è stata abbastanza lineare per tutto il processo, almeno in questo primo test.
La velocità in fase di scrittura oscillava da circa 78,9 MB/s a 65,3 MB/s, fino ad un massimo di 123,4MB/s / 160,6MB/ s. In ogni caso, non si è mai scollegato durante questa fase, come invece molti altri adattatori soffrono del problema. Ho ripetuto poi la fase di copia per 3 volte così da valutare il surriscaldamento ed ancora una volta la stabilità.
Durante la terza fase di scrittura, il drive si è comportato in modo altalenate, diverse sono state le volte in cui si abbassavano ed alzavano le prestazioni in scrittura, fino ad incontrare rallentamenti importanti. Per quanto riguarda la stabilità, credo che sia da imputare proprio il calore prodotto. A contatto, le temperature sono difatti decisamente troppo elevate, per intenderci il case quasi brucia letteralmente, ed il colpevole è il pad termico.
Con HD Tune Pro ho poi cercato di misurare le prestazioni in lettura e scrittura di file. Il test è stato effettuato nella sezione File Benchmark. Il test in questo caso, nonostante ancora una volta le temperature elevatissime, è terminato con successo, e anche con valori molto buoni relativi alle prestazioni.
Proprio come il test eseguito con Atto Disk Benchmark, che ha prodotto anch’esso ottimi risultati in termini di prestazioni, ma circa a metà test le prestazioni sono calate drasticamente per poi segnare un’impennata ristabilendosi. Ancora una volta bisogna puntare il dito sulla dissipazione, in quando il drive ha raggiunto durante la fase di scrittura nuovamente temperature molto elevate a contatto.
Ho utilizzato questo case per SSD per un paio di settimane, così da testarlo a fondo e, purtroppo l’impressione avuta con i test effettuati ha rispecchiato poi la realtà. Il suo problema è proprio il calore prodotto che, dopo circa 10/ 15 minuti di utilizzo raggiunge livelli preoccupanti, soprattutto per la salute del drive installato. Ho deciso così di fare una piccola prova, in modo da capire se effettivamente il problema risiedeva nel pad termico oppure nel case, e non mi sbagliavo.
Quando mi sono apprestato a smontare nuovamente il drive, ho difatti trovato un pad termico bollente. Ho provato poi ad effettuare nuovamente i singoli test, utilizzandolo ovviamente anche nel quotidiano, questa volta però sostituendo il pad termico fornito da Orico con un modello ARCTIC Thermal Pad.
E, proprio come credevo, le temperature sono scese sensibilmente, a contatto nettamente inferiori. Il dito non è da puntare quindi sul case e la sua struttura. Con il nuovo pad termico anche a seguito di utilizzi prolungati, oltre i 35 minuti, le temperature non sono mai salite a livelli preoccupanti. A contatto, era quasi sempre leggermente tiepido ma, assolutamente nella norma.
Chi deve acquistarlo?
In definiva, avrete tratto da voi stessi le conclusioni. ORICO M.2 SSD Enclosure resta comunque un’ottimo prodotto, è economico, il controller è comunque efficiente, mantiene stabile le prestazioni (solo se correttamente dissipato) e non si scollega mai inaspettatamente interrompendo la fase di utilizzo. È resistente, e le prestazioni come abbiamo visto sono comunque buone. È un prodotto che potrebbe interessante chi già ha un disco M.2 da utilizzare, per trasformarlo in un supporto esterno. Ciò non esclude però, che se avete intenzione di creare un supporto esterno partendo da zero, potrete optare per questo Orico. Come detto può anche essere utilizzato per realizzare un supporto esterno più economico rispetto a soluzioni all-in-one, da accoppiare ad esempio con determinati SSD M.2 sul mercato, dal costo più contenuto. Per quanto riguarda il prezzo invece, costa circa 35 euro al cambio, vi lasciamo la pagina dello store Orico.
Vi consiglio questo prodotto? Solamente se avete intenzione di acquistarlo assieme ad un pad termico separato e di alta qualità, aggiungendo alla spesa ulteriori 10/ 15 euro, potreste altrimenti, danneggiare il vostro drive. Valutate quindi se il costo totale potrà essere per voi conveniente o meno. Vi sconsigliamo assolutamente di utilizzare il case senza alcun dissipatore, ancora una volta potreste recare importanti danni al vostro drive. Se avete intenzione di acquistarlo optate quindi per un pad termico abbastanza spesso, noi abbiamo utilizzato un modello da 1.5 mm.
Se volete continuare a conoscere le ultime novità dal mondo hardware continuate a seguirci. Un saluto da tuttoteK.
Punti a favore
- Economico e performante
- Prestazioni stabili
- Non soffre di crash durante l'utilizzo
Punti a sfavore
- Pad termico eccessivamente scadente
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