Ecco a voi la recensione di The Recycling Man, cortometraggio distopico in concorso al Trieste Science+Fiction Festival 2020, di produzione italiana
TITOLO ORIGINALE: The Recycling Man. GENERE: drammatico. NAZIONE: Italia. REGIA: Carlo Ballauri. CAST: Benjamin Evan Ainsworth, Virginia Newcomb, Ines Milans. DURATA: 13 min. DISTRIBUTORE: Ritualen. DATA DI PRESENTAZIONE: 31/10/2020.
In questa recensione parleremo di The Recycling Man, cortometraggio in concorso al Trieste Science+Fiction Festival, edizione 2020. In particolare l’opera concorre per la sezione Méliès 2, appositamente dedicata ai filmati brevi.
The Recycling Man è firmato dal genovese Carlo Ballauri, ma è recitato e girato in inglese.
Trama | Recensione The Recycling Man
Il film ci presenta Jacob, un ragazzino disabile, costretto in casa insieme alla madre. Per passare il tempo spia i vicini di quartiere dalla finestra con un binocolo. Un giorno scova una ragazza della sua età, Sarah, con la quale intratterà diverse conversazioni epistolari. Finché un uomo minaccioso attaccherà la ragazza con una specie di grosso cacciavite. Nel frattempo nella casa di Jacob arriva una ragazza di etnia ispanica incinta. L’incontro infastidisce la madre, che evidentemente si aspettava che la ragazza abortisse prima di rivederla. A poco a poco si svelano le carte e si capisce la storia che c’è dietro le due bizzarre premesse.
Futuro cyberpunk | Recensione The Recycling Man
Il corto si ambienta quasi nella sua interezza in un appartamento fatiscente. Poche sono le inquadrature del mondo esterno, e sul finale si comprende il perché. Ci troviamo infatti in un mondo post apocalittico, in cui la terra è sovrappopolata. In questo mondo ci sono contrasti fortissimi tra la città, sviluppata e fiorente, e la periferia, in cui la tecnologia sembra essere un mezzo di schiavitù.
In questo mondo, soprattutto, è un cirmine procreare. In The Recycling Man assistiamo in qualche modo a un Children of Men al contrario, in cui una donna incinta è perseguitata, e giustiziata, perché il mondo sta morendo di fame. Un plauso va fatto alla scrittura, che sviluppa questa premessa con un inizio in medias res e spiegando solo nel finale il tutto, in modo che si possa comprendere l’inizio.
I figli degli uomini | Recensione The Recycling Man
Ciò che colpisce di questo corto, oltre alla bella ambientazione e alla storia, tanto bizzarra quanto interessante, è la cura dei dettagli. Gli effetti speciali e la CGI sono degni di una produzione maggiore. Curatissima è l’ambientazione principale di tutto il corto, ovvero l’abitazione di Jacob, in perfetto stile cyberpunk ma molto realistica. Molto curata anche la fotografia, mentre una nota relativamente dolente è la recitazione. Si nota la caratura quasi dilettantistica del cast, benché il giovanissimo protagonista sappia farsi notare positivamente.
Conclusione
In conclusione, l’esito della recensione di The Recycling Man, presentato al Trieste Science+Fiction Festival, è positivo, ma date le premesse ci si poteva aspettare di più. Vero è che la breve durata impedisce di sviluppare l’idea in maniera compiuta, ma altrettanto vero è che sembra che in questo film tutto sia appena abbozzato. Resta così un prodotto discreto, di cui comunque si apprezza la verosimiglianza.
Punti a favore
- Ambientazione
- Trama
- CGI e effetti speciali
Punti a sfavore
- Recitazione
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