Ecco la nostra recensione de La fiera delle illusioni – Nightmare Alley, l’ultimo film di Guillermo del Toro con Bradley Cooper e Cate Blanchett
TITOLO ORIGINALE: Nightmare Alley. GENERE: noir, thriller, drammatico. NAZIONE: USA, Messico. REGIA: Guillermo del Toro. CAST: Bradley Cooper, Cate Blachett, Willem Dafoe, Toni Collette, Rooney Mara, Richard Jenkins, Ron Perlman, David Strathaim. DURATA: 150 minuti. PRODUZIONE: Double Dare You, Searchlight Pictures. DISTRIBUZIONE ITALIANA: Searchlight Pictures. USCITA: 27 gennaio 2022.
Lo stile e il gusto unico di Guillermo del Toro trova una nuova forma all’interno del suo ultimo lungometraggio. La fiera delle illusioni – Nightmare Alley può essere visto come un ritorno alle origini del regista messicano, mentre per i meno attenti sarà l’ennesimo tentativo di esplorare nuove frontiere da parte del pluripremiato regista de La forma dell’acqua. In entrambi i casi, questo film rappresenta il principale motivo per andare al cinema a partire dalla fine di gennaio, insieme alle prime visioni di Ennio. Immergiamoci nella recensione de La fiera delle illusioni – Nightmare Alley!
La trama | Recensione La fiera delle illusioni – Nightmare Alley
Midwest, 1939. Il protagonista è l’enigmatico Stanton “Stan” Carlisle (Bradley Cooper) che, dopo aver dato fuoco a una casa di campagna fa la conoscenza di Clem (Willem Dafoe) e del suo circo. Qui aiuta il gestore a ritrovare l’uomo-bestia, una delle attrazioni principali, scappato nella notte. Una volta ritrovato, Clem assume Stan nella crew del circo. Il protagonista è al servizio della chiaroveggente Zeena (Toni Collette) e del suo marito ubriacone Pete (David Strathaim). I due sono molto abili nel comunicare tramite un linguaggio codificato per far credere al pubblico che lei possieda straordinari poteri mentali. Stan, impressionato dalle loro capacità, chiede a Pete di insegnarli le tecniche di questo linguaggio, in modo tale da usarle per i propri scopi. La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è la seconda trasposizione dell’omonimo romanzo, dopo il film del 1947 di Edmund Goulding.
Una storia lineare | Recensione La fiera delle illusioni – Nightmare Alley
Ciò che stupisce forse meno di questo film è forse la storia in sé. Da un certo punto in avanti i colpi di scena, nonostante siano potenzialmente sempre dietro l’angolo, non riescono più a fare breccia. La trama segue il corso che deve avere ed è difficile rimanere sorpresi. Ciò non vuol dire però che ci troviamo di fronte a un film banale. Le svolte che vediamo compiere alla storia di Stan nel corso della vicenda sono ben congeniate, plasmando il suo personaggio in maniera impeccabile. Il protagonista compie allo stesso momento un viaggio infinito, rimanendo in parte sempre immobile. Il personaggio interpretato in maniera eccellente da Bradley Cooper passa dall’essere un uomo tormentato, costretto a lottare e sporcarsi le mani, all’essere circondato di successi e apparente felicità, per poi ricadere vittima dei suoi stessi demoni. L’arco narrativo è chiaro sin dal principio e del Toro ha svolto un ottimo lavoro facendoci intuire dalle prime scene in che modo il film sarebbe potuto finire.
Due mondi che si sfiorano | Recensione La fiera delle illusioni – Nightmare Alley
Guardando i trailer e il materiale promozionale, avremmo potuto scommettere che la location principale de La fiera delle illusioni – Nightmare Alley sarebbe stato il circo di Clem. In parte è così, nel senso che buona parte del film è ambientata lì. Dalla metà in avanti però, esso scompare quasi totalmente dalla scena, lasciando lo spazio al fasto e all’eleganza dei club e della città. Allo stesso modo, la festosità del circo lascia posto al freddo ambiente dei palazzi. Anche i personaggi mutano con il cambiare delle location: il sottotono di orrore e thriller che rimane appunto dietro le quinte nella prima metà della pellicola emerge infatti tutta d’un tratto. Il rapporto fino a quel momento idilliaco tra Stan e Molly inizia a sgretolarsi, mentre la parte più corruttibile del protagonista trova un approdo sicuro nella figura della psicologa Lilith Ritter. La trama inizia a infittirsi di mistero e di pericoli, mentre ci addentriamo nella mente dei suoi protagonisti. Il luminoso ambiente circense è solo un ricordo lontano e questa nostalgia si manifesta specialmente in Molly, che così come il lato ‘buono’ di Stan, viene quasi del tutto accantonata nella seconda metà del film. Al suo posto emerge la tentatrice Lilith, che attira verso di sé Stan, diviso tra questi due mondi che si sfiorano. Noi, attraverso i suoi occhi, viviamo in prima persona tutti i suoi dubbi e le sue contraddizioni, grazie a una sceneggiatura solidissima e a delle prestazioni superbe da parte dei protagonisti.
Conclusioni
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è un film solidissimo. Lo è la sua sceneggiatura che, nonostante tenti spesso di sorprendere e riuscendoci molto poco, ci regala una seconda metà di film incredibile. Da sottolineare è la prestazione di Bradley Cooper nei panni di Stan, letteralmente baciato da un arco narrativo fenomenale, e di Cate Blanchett nei panni di Lilith Ritter, glaciale nei dialoghi e nella presenza scenica. La scenografia del circo resta uno dei punti forte del film, confermando il lato più ‘deltoriano’ dell’opera, ovvero quel gusto per il bizzarro e per il fiabesco, riletto con la solita lente noir che lo contraddistingue. Forse l’unico difetto evidente è il minutaggio, decisamente elevato per la trama che viene raccontata. Anche questo aspetto, che può risultare un punto debole, è funzionale alla diramazione di tutte le sottotrame e di tutti i riferimenti che solo a film compiuto ci faranno esclamare ‘Ah, ecco perché!’. La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è uno dei film più convincenti degli ultimi mesi e uno dei principali candidati ai maggiori premi dei prossimi mesi, quindi meglio dargli un’occhiata per dire a tutti gli scettici: “Ve l’avevo detto!”.
Voi cosa ne pensate di questo film? Dovete ancora vederlo in sala? Siete d’accordo con la nostra recensione de La fiera delle illusioni – Nightmare Alley? Fatecelo sapere nei commenti!
Punti a favore
- La solidità della trama
- La prestazione del cast
- Le scenografie
Punti a sfavore
- Colpi di scena prevedibili
- Minutaggio elevato
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