Charlie Says, il ritratto di un folle che con intelligenza e furbizia ha saputo creare un’intero esercito di adepti pronti a credere a tutto, purché detto da lui
TITOLO ORIGINALE: Charlie Says. GENERE: Biopic/Drama. NAZIONE: USA. REGIA: Mary Harron. CAST: Matt Smith, Suki Waterhouse, Carla Gugino, Merritt Wever. DURATA: 104 minuti. DISTRIBUTORE: IFC Films. USCITA: 10/05/2019 (USA).
Charlie Says, presentato in concorso per il premio Orizzonti durante il 75° Festival di Venezia arriverà nelle sale statunitensi il 10 maggio 2019, mentre per le sale italiane non sappiamo ancora se verrà o meno distribuito. Nei panni del protagonista Charles Manson vediamo un inglesissimo Matt Smith che non ha esitato a calarsi nella parte perfettamente e sporcare il suo look “regale”. Scopriamone di più.
Charlie Says: la trama | Recensione
Charlie Says altro non è che la frase ripetuta quasi allo sfinimento dalle reali protagoniste della pellicola: tre donne. Le tre donne arrestate dopo la famosa strage di Beverly Hills avvenuta il 29 luglio 1969 a casa e che vide fra le sue vittime Sharon Tate incinta di otto mesi. Le tre adepte di Charles Manson durante il periodo di incarcerazione vengono spesso messe a contatto con una psicologa che tenta di capire cosa le abbia spinte a compiere gesti tanto orribili solo perchè appunto “Charlie lo ha detto“, e ogni volta ciò che emerge è sempre più agghiacciante: dalla formazione di una vera e propria setta alla glorificazione dello stesso Manson al pari di una divinità. I tre racconti si intrecceranno e daranno vita al film su tre piani narrativi diversi ma complementari.
Charlie Says: il primo trailer rilasciato
Charlie Says: creare empatia con il mostro | Recensione
Charlie Says è un film più che riuscito. Molti storceranno il naso leggendo questa frase ma nel momento in cui vedranno la pellicola sono sicura che si ricrederanno. Il ruolo chiave delle donne di Charlie in questa narrazione permette di identificarsi nelle loro fragilità e paure, non si è mai realmente in contatto con Manson, se non attraverso le parole delle sue devote. Le tre hanno ovviamente personalità molto diverse e ognuna di loro ha una sfumatura di venerazione differente per lui. Questo “vedo non vedo” con le parole di Charlie crea un filo rosso fra lo spettatore e le ragazze e permette di empatizzare sia con loro che con Manson stesso. La narrazione segue un andamento assolutamente ascendente: un inizio calmo, quieto, quasi rassicurante che man mano che prosegue scala una sorta di piramide del presentimento che accadrà qualcosa di terrificante. Ovviamente i più conoscono la storia, ma per coloro che non la conoscono ne consiglio la visione senza leggere niente a riguardo. Il montaggio è assolutamente perfetto, gli stacchi sono netti ma ben collegati, la sceneggiatura estremamente accattivante e mai noiosa, forse il sonoro è un po’ prevedibile ma è un dettaglio trascurabile.
Charlie Says: un cast inglese per una storia americana | Recensione
Coloro che da sempre seguono il cinema, in particolare quello hollywoodiano, sapranno che è veramente raro che vengano scelti attori di nazionalità differenti per interpretare storie vere, in questo caso salta all’occhio la scelta di due dei protagonisti: Charles Manson e Leslie Van Houten, rispettivamente interpretati da Matt Smith e Hannah Murray. Non mi sento di criticare questa particolare scelta di casting perchè entrambi si sono calati molto bene nella parte a loro assegnata. Personalmente ho trovato un po’ stridere il bel faccino di Matt Smith, che seppur nascosto da una folta barba e lunghi capelli, con un personaggio tanto crudele e visivamente spaventoso. Hannah Murray invece, che tutti ricordiamo per prestare il volto alla dolce Gilly in Game of Thrones, l’ho trovata decisamente più in parte e calata nel personaggio di un’ingenua ma agguerrita giovane donna.
Charlie Says: perchè non perderselo? | Recensione
Personalmente perchè sono un’appassionata di storie macabre e intricate, la psicologia criminale mi ha sempre affascinata, come affascina molti altri del resto, ma questo è un film che non dovreste perdervi perchè racconta la brutalità senza mostrarla. Narra l’intricata debolezza della mente umana e la facilità con cui qualcuno può farsi manipolare in un momento di insicurezza o solitudine. Una pellicola meravigliosamente girata con attori molto promettenti a cui dovrebbe essere data una possibilità anche nel mercato cinematografico italiano. E poi quest’anno Charles Manson verrà chiamato in causa anche dal titano della cinematografia: Quentin Tarantino, che con il suo Once Upon a Time in Hollywood racconterà, a modo suo le vicende di quella tragica notte.
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Punti a favore
- Sceneggiatura
- Montaggio
- Narrazione frammentaria ma focalizzata
Punti a sfavore
- Casting non perfetto
- Sonoro banale
- Troppo lungo
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