Scoprite nella nostra recensione se abbiamo fatto bene a recuperare Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente dai sotterranei di Sinnoh
Per chi vi sta scrivendo, parlare del franchise vuol dire sempre parlare un po’ di sé e questa recensione di Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente non fa eccezione. Una nota personale, del resto, ben si sposa a chi con il brand è cresciuto. Inoltre, un’occasione vale l’altra per svelare un piccolo segreto. L’anno di nascita e quello di diploma, segnati nella biografia del sottoscritto, non combaciano con un percorso formativo privo di intoppi. Ed è proprio durante uno di questi che gli originali Diamante e Perla, alleggerendo sia il cuore che il portafoglio di questo umile recensore, sono giunti “al momento giusto”.
Dopo un altisonante en plein sul numero 68 di Nintendo la Rivista Ufficiale, datato agosto 2007, per gli originali, non si tratta di una coppia di remake che ha mai avuto “vita facile” come RossoFuoco e VerdeFoglia o Rubino Omega e Zaffiro Alpha. Qui il team di sviluppo si è trovato di fronte ad una sfida ancora più impegnativa: ricreare due autentici “mostri sacri” del franchise. E a rendere ancora più notevole l’impresa di cui parleremo è proprio il fatto che, stavolta, ad occuparsene è ILCA, il team di sviluppo di Pokémon HOME. Un compito che porterebbe chiunque a deglutire con nervosismo, come probabilmente fece la stessa Game Freak ai tempi di Oro HeartGold e Argento SoulSilver.
Quando d’oro e d’argento parlava anche il TG
I cenni a Johto si sprecavano negli originali, e anche nei primi (vaghi, come tradizione vuole) accenni di trama di Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente abbiamo avuto modo di apprezzare, in fase di recensione, il “reportage” sul mitico Gyarados rosso. Già nelle prime ore di gioco possiamo fare conoscenza dei vari (e variopinti) comprimari che riempiono la saga di colore. Per fare due esempi abbiamo il rivale Barry e la campionessa Camilla, entrambi ospiti d’onore delle rispettive top five a loro dedicate. Tuttavia, a contribuire al poco di trama che c’è in un gioco della serie non sono (quasi) mai i buoni.
Stavolta, la cellula Poké-terroristica a cui dovremo far fronte è il Team Galassia, guidato dal sempre stoico (sebbene reso un po’ goffo dalle proporzioni da Nendoroid di cui parleremo in seguito) Cyrus nel suo tentativo di riscrivere l’universo. Per farlo, il gruppo di criminali farà leva sul leggendario di copertina del vostro gioco. Nel nostro caso è il Pokémon temporale Dialga, mentre per voi potrebbe trattarsi del Pokémon spaziale Palkia. Per il resto, la formula della serie resta invariata: nella trama rimane una metafora per l’emancipazione in un viaggio di crescita personale, e nel gameplay, come per GTA, un lungo tutorial per il gioco libero. Che viaggio attende la nostra Lucinda?
Formula unica – Recensione Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente
Non c’è molto su cui dilungarci in fatto di gameplay in questa recensione: del resto, Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente sono i remake degli ultimi capitoli della saga definibili come strettamente “tradizionali”. Che lo si faccia nella controparte fittizia di Hokkaido o meno, il viaggio classico dell’allenatore prevede sempre gli stessi passaggi. Ottenere la prima creatura, il Pokédex, le medaglie, e impedire l’ennesimo complotto della cellula criminale locale. Cos’aveva di nuovo la regione di Sinnoh a suo tempo, dunque, rispetto alle tre coppie di avventure che l’avevano preceduta?
Per quanto concerne la struttura di base, non c’era nulla di nuovo, e nella sua incrollabile fedeltà al materiale originale (arma a doppio taglio) questo duplice remake non intende reinventare la ruota. Come dice il proverbio inglese: “se non è rotto, non aggiustarlo”. Ecco dunque che la graduale apertura della mappa, in termini di zone esplorabili e di barriere gradualmente abbattute, ci permette anche di incontrare nuove creature e, perpetrando un’idea rivoluzionaria alla nascita del franchise, fare dei vari mostriciattoli (in una fauna in costante crescita) i membri intercambiabili della nostra squadra.
Stucco stucchevole – Recensione Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente
Una delle attività su cui il materiale promozionale ha cercato di porre l’accento è stata la reinterpretazione delle “Gare Pokémon” della regione di Hoenn, ora divenute “Super gare show”. Indubbiamente più un frullato di Treccani che una nomenclatura vera e propria, ma quanto abbiamo di fronte non rappresenta solo un upgrade rispetto al minigioco originale (e parecchio casuale) visto su Game Boy Advance. Al suo posto abbiamo invece un autentico rhythm game, che trasforma una gara di bellezza in qualcosa di effettivamente interattivo e godibile, rappresentando una piacevole distrazione dal viaggio.
Ad accompagnare questa modalità abbiamo un cibo a parte, i Poffin. La loro preparazione, come del resto ogni elemento associato a interfacce e quant’altro, è stato riadattato allo schema di input (i comandi classici) e di output (il singolo schermo) tradizionale. Le statistiche associate ai valori meno utili al progresso nel gioco, come Acume, Bellezza e Grazia, si possono incrementare così, relegando alle mosse il ruolo di attacchi speciali per dare un po’ di pepe alla competizione. Il risultato finale, sorprendentemente, non è nemmeno la distrazione migliore. Ce n’è una che metterà a dura prova la vostra capacità di restare concentrati sull’avventura. Anzi, a durissima prova!
Il Boulder Dash di noi giovanotti – Recensione Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente
Mentre nei giochi originali l’esplorazione sotterranea rappresentava una piacevole aggiunta ma nulla di più, i Grandi Sotterranei sono perlopiù farina del fenomenale sacco di ILCA. L’ironia di vedere nel sottosuolo un’autentica boccata d’aria fresca rispetto all’avventura non è l’unico motivo dietro l’assuefazione che i cunicoli sono in grado di fornire, ma di certo non guasta. Nei giochi originali, era “qui sotto” che si scendeva per picchiettare i muri e trovare pietre evolutive qua e là, insieme a una quasi totale castrazione del concetto di “Base segreta” che ha salvato Hoenn in calcio d’angolo (su GBA; non che su 3DS servisse).
Nei remake, d’altro canto, abbiamo tutte le migliorie dell’era moderna a portata di piccozza. Per iniziare, è qui che cogliamo l’occasione di dire che i modelli 3D per i Pokémon selvatici nell’overworld (rivoluzione di Spada, Scudo e dei due Let’s Go!) sono spariti dal mondo di superficie. Sottoterra, invece, li possiamo trovare negli antri, dove trovano posto anche creature non trovabili altrove. Questo va a rimediare ad alcuni difetti dell’originale, in primis la disastrosa penuria di Pokémon di tipo fuoco. Inoltre, le statue reperibili negli scavi possono essere messe nella nostra Base segreta per influenzare la fauna degli antri. Due migliorie in una… o tre, se contiamo che il tutto si può affrontare in multiplayer. Beh, quasi tutto.
Insieme, sì, ma col tempo – Recensione Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente
Lo abbiamo visto già con franchise “secondari” (virgolette d’obbligo) della Grande N come Animal Crossing: New Horizons. Non è certo a cuor leggero che dobbiamo constatare che Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente, la cui recensione riguarda strettamente il loro contesto da day one, segna ufficialmente l’ingresso del colosso di Kyoto nella politica dell’implementazione tardiva di feature tramite aggiornamenti. Sull’appena citato fronte del multiplayer, va detto che la co-op dei sotterranei rappresenta alla stesura dell’articolo l’unica possibilità di giocare insieme. A quasi una settimana dall’uscita del gioco, il “futuro aggiornamento” ancora latita.
Non parliamo neanche per forza di feature di secondo piano, bensì di alcune delle fondamenta stessa dell’elemento di socializzazione che ha fatto la fortuna del franchise. Vero, la Sala Contatto (con un limite massimo di due giocatori al day one) è disponibile; per qualche motivo, però, lo storico Colosseo rientra tra le funzioni sacrificabili. In quanto alla Global Trade Station di Giubilopoli, fiore all’occhiello del debutto online della serie, ditele addio. La struttura ha ceduto il posto alla Stazione Prodigiosa Globale, ma su questo torneremo in una discussione sullo stato del franchise più avanti. Abbiamo prima delle cose buone da dire!
Non vedo l’ora (e neanche gli orrori) – Recensione Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente
Il dispositivo principale del gioco, il PokéKron, nacque negli originali come implementazione quasi forzata del touch screen dell’allora giovane Nintendo DS. In questo colossale slancio di ironia, viene da chiedersi che ne è della funzione. Non solo l’orologio da polso è vivo e vegeto, ma il tasto R permette di accedervi in ogni momento, mantenendo le sue funzioni perlopiù intatte (ma non per forza sempre comode, come ad esempio la ricerca strumenti). Tenere d’occhio l’ora, in un gioco Pokémon, comunque può sempre servire. Fare le ore piccole è incredibilmente facile!
Ci sono anche funzioni inedite, una su tutte l’utilizzo delle MN. Abbiamo buone e cattive notizie sui dispositivi per insegnare le mosse. Quella cattiva è che il dietrofront di Spada e Scudo sui dischi tecnica monouso (con un geniale dualismo tra le MT multiuso, a forma di CD, e i DT monouso, a guisa di dischi in vinile) ha raggiunto il suo apice. Con buona pace dei più nostalgici, l’austerità è stata estesa a tutte le macchine tecnica esistenti. La buona notizia è che le mosse MN, utili al di fuori della lotta per l’esplorazione, possono ora essere ordinate tramite il PokéKron alle creature selvatiche nei paraggi. Niente più obblighi sul nostro campionario di mosse!
Modernità, dolce come una tavoletta di cioccolato ILCA – Recensione Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente
Non possiamo che lodare l’operato di ILCA nel tirare a lucido due tra i titoli più amati (sebbene forse in sordina rispetto al chiasso degli amanti di Unima) di tutta la serie. Dopo il fulmine a ciel sereno dei box sempre accessibili dei due Let’s Go!, in Spada e Scudo ci siamo abituati a questa comodità e il team di sviluppo ha pensato bene di concederci di tenercela stretta. Questo, però, senza rinunciare al fascino del PC nel Centro Pokémon (una reliquia, qui sopra, insieme al ritorno del Pokémon Market separato). Chiaramente, questo non è l’unico (e inatteso) soffio di modernità nell’arco dei due giochi. L’attenzione per i dettagli si spreca, dal senso di scala nelle animazioni durante la lotta (finalmente) alla controparte DS del mitico Lettore GB di Oro HeartGold e Argento SoulSilver nel post-game.
Anche il casinò, dopo la doccia fredda di Ciclamipoli in Rubino Omega e Zaffiro Alpha, ha trovato un degno sostituto nel negozio di vestiti, che pur vantando meno opzioni (uniformi intere anziché singoli capi di vestiario) resta comunque un’ottima aggiunta (peccato tocchi aspettare Rupepoli). Il Parco Rosa Rugosa è un’altra degna sostituzione del Parco Amici del post-game visto su DS. In modo analogo ai remake di Rubino e Zaffiro (e similarmente anche alle avventure Dynamax), la struttura permette di catturare la maggior parte dei Pokémon leggendari altrimenti assenti nel gioco. Buono anche il ritorno dei Pokémon compagni dopo una visita al Parco Concordia, nonché la consegna di Mew e Jirachi a chi possiede dati di salvataggio della serie su Switch. Tutto bene, quindi?
Un gioco di ruolo scritto da avvocati – Recensione Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente
Non tutte le mancanze del gioco, però, sono da imputare al solo team di sviluppo. Per quanto non si tratti di un discorso simpatico da trattare, la tematica va comunque affrontata. L’aspetto economico del brand è al tempo stesso la sua più grande forza e anche la peggior palla al piede possibile. Il fatto che i giochi Pokémon tendano ad uscire spesso e volentieri in questo periodo, in concomitanza di periodi festivi e spedizioni di merchandise, contribuisce all’enorme potenziale lucrativo dell’IP, ma costringe i team di sviluppo coinvolti a ritmi sempre meno sostenibili, portando anche al taglio di contenuti.
Qualche posticipo di tanto in tanto non guasterebbe, ma fissando sempre il mese di novembre sui calendari era inevitabile che prima o poi certe funzioni (come la Stazione Prodigiosa Globale) finissero per mancare il day one. Tra l’altro, il passaggio all’anagrafe dell’edificio irraggiungibile di Giubilopoli sembra puntare all’eliminazione totale degli scambi in GTS come siamo abituati a concepirli, relegandoli solo alla versione mobile di Pokémon HOME. Cose come questa, nonché la seconda scrematura faunistica di fila dopo quanto avvenuto in Spada e Scudo, dimostrano quanto il franchise si sia messo da solo nelle catene della sua stessa burocrazia. Non a caso, il backup su cloud (servizio a pagamento) per i salvataggi dei giochi Pokémon resta ancora fuori discussione.
In fatto di statuette, io sono team Nendoroid – Recensione Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente
Ora però è il momento di smettere con gli aspetti negativi. Nel comparto tecnico abbiamo infatti più complimenti con cui chiudere la recensione di Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente di quanti pensereste. In fatto di grafica, risulta dolorosamente evidente quanto un cambio nel team di sviluppo ogni tanto possa fare del bene alla serie. Interni più curati, sfondi diversificati in qualunque combattimento, repliche in scala 1:1 delle pose degli sprite dei giochi originali a inizio scontro. C’è davvero di tutto. In quanto alle proporzioni nell’overworld, mirate a mimare gli sprite originali, non impoveriscono il prodotto. L’ottimo utilizzo delle diverse messe a fuoco dona al tutto l’impatto visivo delle produzioni Square-Enix come Octopath Traveler o World of Final Fantasy Maxima.
Da applausi anche il sonoro. I remake ci hanno abituati, RossoFuoco e VerdeFoglia permettendo, ad eccellenti riarrangiamenti e ILCA ha saputo come trarre il meglio dall’estro dei compositori di Game Freak. Ogni strumento musicale punta a ricreare il suono della propria controparte reale. Il risultato va a comporre una vera orchestra, quella che gli sviluppatori originali avrebbero utilizzato senza i limiti tecnici dell’epoca. La fedeltà alla coppia su DS talvolta sfocia nel retrogusto di remaster, ma il sapore di un remake coi fiocchi è sempre presente. Gli unici accenni di libertà creativa, in mezzo a tanta fedeltà, sono molto sporadici. Se ne avverte la presenza solo nella diversificazione di brani simili, altrimenti soggetti all’anonimato.
Considerazioni conclusive
Scrivere una recensione di Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente, dopo aver giocato agli originali da “semplice” fan a proprio tempo, è un turbinio di emozioni contrastanti. Da un lato abbiamo un remake in parte castrato dalle mille clausole che da anni stanno tenendo il franchise a freno. Dall’altro, tuttavia, vediamo una dimostrazione inequivocabile di come basti un cambio della guardia, sebbene temporaneo, per dare nuova linfa al marchio. Da parte nostra, però, la prima prova di ILCA è assolutamente da promuovere, e siamo quanto mai curiosi di vedere altri esperimenti ambiziosi da The Pokémon Company.
Gli errori di gioventù commessi da un team di sviluppo ancora (relativamente, sia chiaro) inesperto in fatto di mostri da taschino si possono benissimo ignorare. Purtroppo la fedeltà alla coppia di giochi originale, sebbene non propriamente un difetto vero e proprio, tende anche a cozzare non poco con i grandi progressi compiuti della serie ad ogni piccolo passo nel corso degli anni. Questa miscela di acqua e olio va goduta come tale. Nulla si amalgama, proprio nel tentativo di accontentare tutti. E provarci, secondo un aforisma di Bill Cosby, è “la chiave per il fallimento”. Ma se questo è un “fallimento”, a noi il franchise sembra in mani eccellenti!
Questo era ciò che pensavamo noi. Voi però di che opinione siete? Ditecelo qui sotto! Come sempre, inoltre, non dimenticate di restare su tuttoteK per leggere altre recensioni ed avere tutte le notizie più importanti sulla sfera videoludica… e non solo. Per i vostri bisogni da gamer, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Instant Gaming.
Punti a favore
- Tante comodità introdotte più di recente...
- Ottimi upgrade a Sotterranei e Gare
- Tecnicamente ottimo
- La dittatura delle MN è ufficialmente finita
Punti a sfavore
- ...ed altrettante scomodità rimaste dal passato
- La Poké-burocrazia è sempre di mezzo
- Preoccupante posticipo di alcune feature
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