Scopriamo insieme, in questa recensione dedicata, i punti di forza e di debolezza del Live Action di One Piece targato Netflix, arrivato recentemente sulla piattaforma: forza ciurma, all’arrembaggio!
TITOLO ORIGINALE: One Piece. GENERE: avventura, azione, commedia, fantastico. NAZIONE: Stati Uniti, Giappone. REGIA: Marc Jobst, Emma Sullivan, Tim Southam, Josef Wladyka. CAST: Iñaki Godoy, Emily Rudd, Mackenyu, Jacob Romero Gibson, Taz Skylar, Vincent Regan, Jeff Ward, Morgan Davies. DURATA: circa 60 minuti ad episodio, 8 episodi. DISTRIBUTORE: Netflix. USCITA: 31/08/2023.
Ci sono cose che non si possono fermare: la volontà ereditata, i sogni della gente, lo scorrere del tempo. Finché le persone avranno sete di libertà, queste cose dureranno per sempre.
Quando si parla di Live Action, gli appassionati di qualsiasi medium a cui questi ultimi fanno riferimento rabbrividiscono. Spesso, infatti, si tratta di prodotti su licenza che difficilmente scavalcano la soglia della mediocrità e tantomeno riescono a riportare su schermo, stavolta con attori “reali”, quel che si cela dietro l’opera originale. Capirete bene, quindi, da grandi appassionati di One Piece, che quando Netflix ne annunciò il Live Action (seppur curato e seguito anche dal maestro Eiichiro Oda), anche noi abbiamo avuto i brividini lungo la schiena. Ci siamo presi il nostro tempo per assaporarlo appieno, digerirlo e assimilarlo. E finalmente ci siamo: il Live Action di One Piece ci è piaciuto e il perché ve lo spieghiamo in questa recensione.
My Sails are Set | Recensione One Piece: il Live Action che non ci aspettavamo
Vi abbiamo già anticipato l’esito di questa recensione, ma sappiamo già che chi non è interessato alle nostre opinioni sul Live Action di One Piece targato Netflix è già saltato al paragrafo del voto, quindi poco male. Ve lo abbiamo anticipato perché non vogliamo (mai, ma in questo caso in particolare) che il voto finale possa traviare il senso del nostro discorso. One Piece non è esente da difetti, anzi: ne ha, e anche di grossi, specialmente dal punto di vista del ritmo narrativo e in alcune scelte di regia. Però fa una cosa che difficilmente abbiamo visto in altri esponenti di questa fetta di cinematografia: rispetta e rispecchia l’opera originale, incentivandone anche i valori in alcuni frangenti.
La storia segue il giovane pirata Monkey D. Luffy che, insieme al suo Cappello di Paglia, parte alla ricerca dello One Piece, il tesoro che lasciò in eredità il mitico pirata Gold D. Roger, giustiziato anni prima dalla Marina. Il Live Action adatta i primi 48 episodi dell’anime (o i primi 11 volumi del manga, come preferite voi) e, in parole spicciole, riassume e raccoglie come e quando Luffy “arruola” i primi quattro membri della sua ciurma: Zoro, Nami, Usopp e Sanji. Due episodi circa a testa, per un totale di otto puntate da un’ora che, ve lo diciamo sin da subito, sono davvero troppo poche.
Wealth, Fame, Power | Recensione One Piece: il Live Action che non ci aspettavamo
Il Live Action si prende infatti delle libertà narrative atte a condensare tutti gli avvenimenti di questi primi archi di One Piece, elimina personaggi secondari e comparse che avrebbero addotto solo maggiore caratterizzazione ai comprimari e snellisce situazioni, combattimenti ed eventi. Il tutto, agli occhi di un appassionato che One Piece lo conosce bene, rende la serie troppo veloce e sbrigativa sotto tantissimi punti di vista e fa decisamente pensare che sarebbero servite quelle 4 puntate in più per rendere il tutto meno frettoloso.
In particolar modo, a nostro parere ad aver sofferto maggiormente di questa fretta è l’arco di Sanji: il suo rapporto con Zeff e le motivazioni alla base dei loro screzi vengono condensati in poche e semplici (seppur efficaci, lo ammettiamo) battute, dando uno spazio irrisorio a quello che è indiscutibilmente uno dei momenti più toccanti delle prime puntate di One Piece. No, non vi diciamo qual è perché non vogliamo fare spoiler, ovviamente.
Good Marines Bad Marines | Recensione One Piece: il Live Action che non ci aspettavamo
Ammettiamo però, con un gran sorriso a seguito, che i momenti toccanti iconici ci sono tutti quanti (sì, compresa quella scena di Nami) e sono tutti riprodotti in maniera quasi impeccabile. Questo è dovuto principalmente all’ottima scelta fatta da Netflix per quel che riguarda il cast, specialmente i cinque protagonisti. In particolare Inaki Godoy, che sembra praticamente nato per essere Luffy, ma anche Mackenyu (Zoro), Taz Skylar (Sanji), Jacob Gibson (Usopp) ed Emily Rudd (Nami) incarnano alla perfezione i tratti distintivi (e non solo quelli fisici, intendiamoci) degli iconici personaggi di Oda. Un lavoro in sincrono, dato anche dal fatto che tutti e cinque sono notoriamente fan della serie, conoscono i propri ruoli e li traspongono con passione ed enfasi.
Passione ed enfasi: ecco ciò che si cela veramente dietro il lavoro fatto da Netflix per questo Live Action. La mano di Oda è presente, è vero, ma non poteva essere salvifica fino a questo punto se non ci fosse stata passione dietro. One Piece di Netflix riprende a piene mani i valori dell’opera originale e li enfatizza: la libertà, la ribellione alle oppressioni, il senso di abbandono, la paura della morte e il riscatto. Ogni frame fa respirare aria di casa a tutti gli appassionati del manga e dell’anime, e vi assicuriamo che non era poi così scontato viste le premesse.
Chop Chop Cannon | Recensione One Piece: il Live Action che non ci aspettavamo
Manca anche, seppur con qualche eccezione, la sensazione di starsi trovando di fronte ad una gara di cosplay lunga otto ore. Intendiamoci, alcune scelte sono piuttosto discutibili (nascondete gli Uomini Pesce per favore) ed altre anche incomprensibili (qualche blackwashing di troppo, a nostro parere), ma alla fine dei conti si tratta di elementi secondari e dovuti principalmente al cambio di medium di riferimento. Se il nasone a sega di Arlong poteva funzionare nel manga e nell’anime di One Piece, difficilmente era trasponibile in forma convincente in un Live Action. E infatti…
Registicamente parlando siamo su livelli piuttosto buoni, a parte qualche errore grossolano (in qualche scontro l’ora del giorno cambia numerose volte nell’arco di altrettanti frame) e che, alla fine dei conti, non rovina l’esperienza generale. Buona anche la CGI e gli effetti speciali degli scontri, marchio di fabbrica del budget senza fondo di Netflix ad onor del vero. Abbiamo seguito la serie con il doppiaggio inglese per retaggio mentale, ma per curiosità ne abbiamo ascoltato un paio di puntate anche in italiano ed il doppiaggio è davvero ben fatto.
Every Idiot Dreams of Finding The One Piece
Concludiamo questa recensione di One Piece di Netflix ammettendo che non ci aspettavamo così tanto da questo Live Action. Nonostante la fretta e la necessità di condensare tantissimi avvenimenti in un numero troppo ristretto di puntate ed alcune scelte stilistiche non proprio azzeccate, questa serie ha portato su schermo con attori reali tutto ciò che l’opera magna di Eiichiro Oda ha sempre avuto con sé: forti ideali, scontri memorabili e personaggi iconici. Un cast eccezionale e un cuore pulsante dietro possono rendere qualsiasi serie godibile ed apprezzabile. Anche un Live Action. Impara, Cowboy Bebop.
E questo è tutto! Potete vedere anche voi la serie Live Action di One Piece in esclusiva nel catalogo di Netflix. Fateci sapere che cosa ne pensate voi qua sotto nei commenti e restate sintonizzati con noi di tuttotek.it per tutte le news a tema cinema e serie TV!
Punti a favore
- Scelte di cast azzeccatissime
- Atmosfera, temi ed emotività che ricalcano l'opera originale
- Ottimo inizio per una grande avventura
Punti a sfavore
- 8 episodi sono troppi pochi
- Alcune leggerezze registiche
- Troppa fretta!
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