Ratchet & Clank: Rift Apart è finalmente arrivato, l’abbiamo provato, l’abbiamo giocato e ora siamo pronti a tirarne le somme in questa nostra recensione di questa importante esclusiva PS5
La presenza di due principi fondamentali, in relazione reciproca di complementarità o di opposizione
È con la definizione di dualismo che vogliamo aprire questa nostra recensione di Ratchet & Clank: Rift Apart. Un titolo che vive e si alimenta proprio seguendo quelli che sono i canoni che il termine appena citato mette in campo. Due principi, due elementi e due processi che si intrecciano ma, allo stesso, hanno vita propria e coltivano quella stessa vita in modo autonomo, con un occhio, però, a ciò che li circonda. Avremo a che fare con un continuo dualismo, giocando a questo nuovo capitolo di questa famosa saga, costituito da due protagonisti, due nemici, due dimensioni e tanti elementi che rendono questa esclusiva PS5 uno dei titoli più interessanti di questo 2021.
Se il buongiorno si vede dal mattino…
Prima di procedere ed entrare nel vivo della nostra recensione di Ratchet & Clank: Rift Apart, crediamo sia doveroso chiarire fin da subito alcuni aspetti relativi a questo gioco. Ratchet & Clank: Rift Apart è, a conti fatti, la terza vera esclusiva PlayStation 5 che, al lancio ha presentato come titolo di punta il remake di un classico di qualche anno fa: Demon’s Souls, ad aprile ha lanciato sul mercato un rogue-like decisamente innovativo come Returnal per poi arrivare a giugno proprio con Ratchet & Clank: Rift Apart. Tutte e tre queste esclusive non sono cross-gen, cioè giocabili anche su console di quella che possiamo ormai definire “vecchia generazione”.
La qualità, soprattutto tecnica, e quindi rimanendo volutamente sull’aspetto tecnico, di questi titoli, è sempre stata eccelsa. Sony, con questi tre giochi ha voluto dimostrare fin da subito, qualora ce ne fosse bisogno, qual è il cavallo di battaglia della sua politica in termini videoludici: creare esclusive di livello assoluto e che possano sfruttare al meglio l’hardware che l’azienda nipponica mette a disposizione. Autocitandoci, dunque, se il buongiorno si vede dal mattino, il resto della giornata, dando anche uno sguardo a quelle che saranno le prossime esclusive Sony, non può che essere entusiasmante.
Due dimensioni, due protagonisti, due nemici… – Recensione Ratchet & Clank: Rift Apart
Leviamoci subito il dente, e facciamolo con forza e decisione: quando si gioca ad un Ratchet & Clank, l’aspetto narrativo va considerato come un aspetto secondario e che fa da contorno al vero fulcro del gioco: il gameplay. In Rift Apart questa considerazione rimane certamente valida ma, allo stesso tempo, riteniamo che la semplicità e la cura con cui Insomniac Games abbia confezionato quello che è il comparto narrativo del gioco, siano assolutamente da celebrare. La trama scorre in maniera molto piacevole, con dialoghi, monologhi e cut-scenes realizzate veramente ad arte.
I nostri due classici eroi, il Lombax Ratchet ed il robottino Clank, avranno a che fare con una questione davvero intrigante e spinosa. Il Dr Nefarious è riuscito ad impossessarsi di un oggetto molto potente, il Dimensionatore, con il quale è possibile creare degli squarci fra le varie dimensioni dell’universo. Il nostro obiettivo sarà molto semplice, togliere dalle mani del malvagio Nefarious proprio questo strumento per evitare disastri. Disastri che, puntualmente, saremo costretti a ricucire tramite le nostre eroiche azioni.
Faremo la conoscenza, però, ed è qui che a nostro avviso entrano in gioco gli elementi più interessanti del comparto narrativo (e non solo) del titolo, di alcuni personaggi che rappresenteranno dei veri e propri doppi di quei personaggi che abbiamo imparato a conoscere. Rivet, una Lombax che risulterà essere il doppio di Ratchet nella sua dimensione, Kit, una robottina che chiaramente sarà il doppio di Clank, e che avrà una carica drammatica assolutamente da non sottovalutare e che abbiamo apprezzato tantissimo in fase di recensione di Rift Apart. Avremo un altro Nefarious che, in un’altra dimensione veste i panni di un temutissimo imperatore e così via.
Contestualizzare – Recensione Ratchet & Clank: Rift Apart
Un aspetto a cui vogliamo dedicare un paragrafo di questa recensione di Ratchet & Clank: Rift Apart riguarda proprio il rapporto che c’è fra la narrazione, il contesto narrativo del gioco e il gioco stesso. Giocando avremo la possibilità di utilizzare, a fasi alterne, sia Ratchet che Rivet, così come Clank e Kit ma, questa riflessione, sarà concentrata principalmente sui due Lombax. Ciò che fin da subito ci è saltato all’occhio è che, i due personaggi, abbiano un move-set e delle animazioni praticamente identiche.
Questo elemento, inizialmente, ci ha fatto un po’ storcere il naso. Ci sarebbe piaciuto che la caratterizzazione, in fase d’azione (e ci limitiamo a non considerare l’ottimo lavoro eseguito, invece, dal punto di vista della scrittura), dei due personaggi fosse maggiormente approfondita, andando, in questo caso, a modificare alcuni aspetti dell’azione di Rivet, considerando lei come personaggio nuovo chiaramente.
Tutto ciò, però, a livello narrativo potrebbe essere contestualizzato dal fatto che Rivet sia effettivamente il doppio di Ratchet. Ci teniamo ad utilizzare il condizionale perché sì, questa considerazione potrebbe convincerci ma, allo stesso tempo, ci rimane un po’ una sensazione di leggerissima incompiutezza che ci fa dire: “Con questa qualità, se avesse avuto anche lei delle animazioni proprie e maggiore caratterizzazione?”
Altro elemento che si colloca su questa scia riflessiva del rapporto tra narrazione e gameplay riguarda la presenza degli squarci dimensionali. Sarà possibile utilizzare proprio dei piccoli squarci per muoverci da una parte all’altra delle zone che staremo attraversando. Il tutto si svolge all’interno di diversi pianeti, tutti caratterizzati in maniera davvero magistrale e costruiti secondo delle logiche di level design brillanti (nonostante qualche muro invisibile di troppo). Le fenditure dimensionali saranno parte integrante di essi e ci daranno l’opportunità di “teletrasportarci” in determinati punti della mappa a velocità supersonica. Ciò offre, ovviamente, tante possibilità di approccio all’azione e alle fasi più concitate.
Dall’azione alla riflessione – Recensione Ratchet & Clank: Rift Apart
Il gameplay di Ratchet & Clank: Rift Apart, rimanendo sulla strada che abbiamo spianato all’inizio di questa nostra recensione, vive, anch’esso, diverse fasi che si vanno ad incastrare perfettamente tra loro creando un ritmo di gioco mai banale e mai tedioso. Le fasi action non sono caotiche, di più! Questo, però, merito dell’ottimo level design che abbiamo citato precedentemente, non risulta essere affatto un problema, anzi, la capacità di costruire delle zone in cui combattere, perfettamente strutturate e articolate in maniera complessa, rende il caos a cui andremo incontro un caos ragionato e all’interno del quale sarà possibile trovare un proprio ordine.
Ad alternarsi alle fasi più action avremo, ovviamente, le classiche fasi di platforming, anch’esse realizzate perfettamente con delle sequenze davvero sbalorditive in cui ci troveremo ad incastrare diversi elementi: salti, appigli, fenditure, camminate sui muri e chi più ne ha più ne metta. Avremo, anche, le classiche situazioni di skating, tipiche della saga e le situazioni più ragionate in cui, manovrando Clank (o anche Kit) dovremo risolvere quelle che saranno chiamate: anomalie dimensionali.
Ci troveremo ad entrare all’interno dei cosiddetti Metaterminali, all’interno dei quali troveremo delle particolari sfere, di diversa tipologia, che dovremo sfruttare per risolvere degli enigmi ambientali, dando così l’opportunità a Clank (e alle sue Possibilità) di raggiungere l’uscita del terminale e risolvere l’anomalia. Un altro personaggio di cui faremo la conoscenza sarà Glitch, questo piccolo robot, dalle sembianze di un ragno, che utilizzeremo per risolvere altri fastidiosi problemi che intralceranno la nostra avventura.
Con Glitch entreremo all’interno di alcuni dispositivi corrotti dalla presenza di virus che ci toccherà debellare e distruggere, in modo tale da poter utilizzare poi quel determinato dispositivo. In ogni caso, a prescindere dal personaggio che stiamo controllando, la responsività dei comandi sarà assolutamente assicurata e la qualità delle animazioni, in ogni situazione, sarà eccellente con una particolare menzione a quei frangenti in cui andremo ad effettuare (con Ratchet o Rivet) uno Scatto Phantom. Davvero un piacere per gli occhi.
Per concludere questa nostra analisi sul gameplay del titolo tocca parlare dello shooting che presenta sia aspetti positivi e sia aspetti negativi. Innanzitutto la quantità e la diversificazione delle armi sono, come sempre, di altissimo livello e la capacità di creare delle situazioni che ci portino a combinare tutte le armi presenti nella nostra (capiente) ruota, senza prediligerne solo ed esclusivamente una, è assolutamente un punto a favore. Così come lo è la progressione, rapida e fluida, delle armi stesse che potremo potenziare tramite l’utilizzo di Raritarium.
Ciò che a nostro avviso, sempre nell’ottica della contestualizzazione narrativa e del rapporto tra narrazione e gameplay, poteva essere gestito diversamente è la doppia progressione di Ratchet e Rivet. Nonostante i due vivano delle situazioni diverse e arriveranno ad incontrarsi solo in una determinata fase della campagna, la loro progressione sarà praticamente identica e basterà effettuare un determinato upgrade, o acquisto con uno/a per ritrovarselo a disposizione anche nell’arsenale dell’altro/a. Creare magari un doppio sistema di progressione avrebbe potuto offrire ancora maggiore profondità ai singoli personaggi e al gameplay stesso.
Eccellenza – Recensione Ratchet & Clank: Rift Apart
Ciò che rende Ratchet & Clank: Rift Apart un titolo davvero eccellente è il comparto tecnico che analizzeremo in questa fase della nostra recensione. Il gioco ci mette a disposizione ben tre modalità visive e prestazionali. Una modalità con cui potremo giocare in 4K, 30 FPS e Ray Tracing attivo, una in cui avremo a disposizione sempre il 4K, 60 FPS ma senza Ray Tracing e infine una modalità, denominata Prestazioni RT, in cui sarà possibile giocare con una risoluzione dinamica, 60 FPS e Ray Tracing attivo. Quella che maggiormente abbiamo preferito è proprio quest’ultima ma possiamo assicurare che, in qualsiasi modo in cui vogliate giocare, il titolo sarà una vera e propria goduria e vi lascerà a bocca aperta.
Con Ratchet & Clank: Rift Apart si entra ufficialmente nella next gen, probabilmente più che con altri titoli precedenti e per autocitarci (nuovamente) se il buongiorno di questa next gen si vede dal mattino, dai primi titoli e da questo titolo, non possiamo che aspettarci un’evoluzione sempre più interessante e coinvolgente. La quantità di elementi a schermo e la velocità delle azioni non andranno minimamente ad intaccare quello scoglio che è il frame rate.
I modelli dei personaggi e dei nemici saranno sempre caratterizzati in maniera eccellente e, nel caso di Ratchet e Rivet, sarà possibile notare anche delle animazioni facciali niente male. Comparto sonoro, anch’esso, di ottima fattura, doppiaggio, musiche e suoni delle armi, così come di tutti i contesti circostanti, davvero perfetti.
È tutto oro quel che luccica? Ci verrebbe da dire sì, almeno visivamente. Un punto critico che abbiamo notato risiede in una gestione della telecamera non troppo ispirata, soprattutto nei momenti in cui ci troveremo a mirare con le nostre armi (ecco uno dei punti critici che precedentemente abbiamo citato per quanto riguarda lo shooting).
La telecamera si abbasserà drasticamente, togliendoci la possibilità di avere contezza dell’enorme quantità di elementi che ci saranno a schermo. Riscontrato anche qualche bug, si tratta, ovviamente, di un titolo appena uscito ma, detto con totale sincerità, ci saremmo aspettati qualche bug in meno. Nulla di tutto ciò intaccherà la vostra esperienza di gioco, questo va sottolineato e ribadito.
Esperienza che verrà maggiormente amplificata e resa interessante dai caricamenti fulminei (raramente vi troverete di fronte ad una schermata nera), sia in game sia in fase d’avviamento del titolo e dalle implementazioni con il controller della vostra PlayStation 5: il DualSense. In questo titolo avrete a disposizione il controller di Sony (quasi) ai livelli di quanto è possibile provare in Astro’s Playroom. Feedback aptico e grilletti adattivi sono sfruttati davvero al meglio. Nell’ottica della definizione di next gen non può, per nessun motivo, non rientrare anche questa considerazione in merito all’utilizzo di un device dalle potenzialità infinite.
Finalmente ci siamo!
La nostra recensione di Ratchet & Clank: Rift Apart è arrivata ormai alla fine e ci teniamo a riprendere due concetti primordiali che stanno alle origini della nostra esperienza con questo gioco. Esperienza che si traduce in due fasi, riprendendo dunque il tema del doppio: la prima riguarda la fase di gioco e test del titolo, la seconda riguarda tutto ciò che ci sentiamo di tirare fuori e di razionalizzare nel momento in cui ci troviamo a scriverne una recensione.
“Finalmente ci siamo”, finalmente entriamo in un titolo pienamente next gen, sotto ogni punto di vista di quello che è l’ecosistema di un videogioco. Questa è la sensazione avuta una volta avviato il gioco e questa è la sensazione di piacere e soddisfazione che abbiamo in fase di scrittura di questa recensione. Ratchet & Clank: Rift Apart è decisamente promosso a pieni voti, qualche sbavatura c’è, è ovvio, ma siamo comunque di fronte ad un titolo che rappresenta una vera e propria eccellenza del panorama videoludico degli ultimi anni.
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Punti a favore
- Ritmo di gioco mai banale
- Action allo stato pure
- Platforming e puzzle perfettamente congegnati
- Tecnicamente eccezionale
- Sonoro eccellente
- Narrazione coinvolgente e che si sposa con il gameplay...
Punti a sfavore
- ...forse non in tutte le situazioni
- Gestione della camera poco ispirata
- Qualche bug e muro invisibile di troppo
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