In questa recensione andremo a parlare di Book of Travels, TMORPG basato solo sulla nostra personalità e dedizione al viaggio.
Il mondo attuale è dominato dalla socialità: oramai le maggiori piattaforme social si sono fuse e rimescolate, inglobando con sé l’intera società, che orbita attorno ad esse per curare la maggior parte degli aspetti della vita delle persone. Anche i videogiochi si sono espansi sempre più verso un utilizzo fortemente improntato alla socializzazione e alla condivisione delle esperienze videoludiche con amici e sconosciuti. Ciò viene effettuato attraverso modalità cooperative e multigiocatore, con titoli che possiedono sempre più ampi server di gioco, raggiungendo cifre inimmaginabili solo qualche anno fa.
Quest’imperante presenza di titoli MMO, spesso dai tratti estremamente comuni tra loro, che differiscono giusto per quanto riguarda il genere videoludico d’appartenenza, fa sentire la mancanza di qualcosa di nuovo, che possa in qualche modo far uscire da questo loop di soffocante frenesia, volta spesso al min-max di livelli, farming di equipaggiamento, ossessione per le statistiche. Non stiamo parlando di desiderare un’avventura da vivere in singleplayer, poiché il mercato è saturo anche di esse.
Parliamo di un’esperienza che lasci trasparire in sé una sensazione di condivisione del mondo, senza intaccarlo troppo con un’eccessiva, se non nociva, presenza altrui. Da qui, l’idea di Might and Delight nello sviluppare Book of Travels, opera che loro definiscono come TMORPG – Tiny Multiplayer Online RPG -, ha conquistato il nostro interesse, portandoci a giocare la Early Access presente su Steam, in modo da crearne una prima recensione.
Uomini di mondo
Sin dall’inizio del gioco, viene subito messo in chiaro come non si tratti di un convenzionale RPG o MMORPG. Inoltre, non è neanche riferibile come un ibrido: Book of Travels è un’opera che punta all’esplorazione del mondo di gioco, al lasciare in mano al giocatore le proprie scelte e possibilità narrative, sotto ogni aspetto possibile, rendendo l’esperienza di gioco totalmente personale, e quindi più complessa da definire con oggettività in una recensione. Questo poiché starà a noi decidere la nostra origine, la nostra indole, le direzioni ed obiettivi da prendere.
Le quest non verranno registrate automaticamente in qualche diario, dunque avremo modo di determinare noi stessi se provare interesse o meno nel perseguire le varie dicerie e voci, che vagano trasportate dai venti per le vaste zone di Braided Shore, la prima regione giocabile delle cinque previste. Il roleplay è la chiave di ogni cosa: anche chi non ha mai svolto questo tipo di attività all’interno di un videogioco, si ritroverà involontariamente coinvolto all’interno del mondo, ragionando in modo affine al proprio personaggio, risuonando con esso e vivendo le situazioni più disparate quasi come se fosse entrato in simbiosi.
La lore, e di conseguenza anche quella che dovrebbe essere la “storia” di Book of Travels, viene esposta mediante numerosi frammenti di dialogo ed informazioni sparse per il mondo di gioco, donando così la sensazione di star veramente viaggiando all’interno di un mondo ancora da esplorare pian piano, imparandone così i costumi, le usanze, la società e l’economia.
Una nuova vita – Recensione Book of Travels
La nostra recensione di Book of Travels partirà dal principio, da quando si inizierà la partita costruendo la nascita del proprio personaggio, indicato come viaggiatore. La nascita deriva totalmente dal concetto che vorremo formulare per cominciare: non avremo nulla a che fare con numeri statistici e matematiche complesse. Le opzioni saranno esclusivamente incentrate sulla vena del roleplay, dunque sulla nostra capacità di immaginazione verso ciò che, mediante le nostre origini, potrebbe condizionare il gameplay.
Vengono introdotte dodici “Forme”, ad esempio “il Burlone” o “il Velato”, nelle quali viene descritta a grandi linee la predisposizione del personaggio ed il fisico che esso assumerà. In questo ultimo aspetto, non ci sarà possibile modificarlo nel modo tradizionale degli RPG, almeno per adesso nella versione Early Acess. O meglio, l’unica opzione selezionabile riguarderà il colore degli occhi, che determinerà lo stile di vita a cui ci dedicheremo.
Seguirà poi la scelta del proprio retroscena, che plasmerà noi ed il nostro stesso futuro. Potremo osservare tredici origini diverse, come Isolano, Schiavo, Nobile, Povero, Religioso e così via, di cui una sarà quella che andremo ad ottenere. Nel gioco è stata inoltre aggiunta la possibilità per il giocatore di sviluppare ulteriormente il proprio passato, consentendogli di scrivere di suo pugno la descrizione del personaggio all’interno del gioco.
Statistiche non preventivate – Recensione Book of Travels
La personalità che si andrà ad utilizzare viene definita cruciale per la propria esperienza role-play, ed i tratti influenzeranno una grande varietà di situazioni. Quelli positivi daranno benefici in alcuni aspetti dei propri viaggi e spesso, se usati in modo intelligente, possono portare un vantaggio. I tratti negativi, al contrario, daranno a volte degli svantaggi, portando anche a degli impedimenti lungo la propria strada. Nella versione correntemente giocata, la maggior parte degli effetti dati dai tratti non sono ancora stati implementati. Tra i tratti disponibili vi sono Paura della Morte, Solitudine, Scontroso, Schizzinoso, Pignolo, Insensibile.
Si passa poi alle Skills, che si possono trovare, acquistare o imparare dai personaggi incontrati nei viaggi. Tra le cinque categorie di Skills che avremo, due saranno quelle che salteranno all’occhio: la prima, è quella dei Nodi. Nel mondo di Braided Shore, è comune la pratica del legare Nodi magici: il gesto e la forma finale del Nodo, insieme ai “reagenti” legati in esso, danno potere al Nodo. Questo rilascia degli effetti una volta slegato, e viene usato anche come metodo di scrittura dalla popolazione del luogo. Vi è anche una Skill inerente al Té: la sua preparazione è uno degli aspetti più importanti per la sopravvivenza, ed è connessa alle arti mistiche.
Queste Skill conterranno poi altre mini-abilità a seconda del tipo di Nodo o Té che si creerà, ma non andremo ad elencarle di preciso nella recensione, poiché sono troppe e comunque visionabili già in Book of Travels. Infine, si avrà un solo punto da inserire tra i quattro Talenti disponibili, che impiegheremo per superare delle difficoltose imprese. Questa funzione sarà ciò che ci spingerà ad interpellare dei viaggiatori vicini, dato che spesso ci si troverà con la necessità di avere un compagno che ci aiuti a portare a termine alcune azioni, nel caso non avessimo avuto modo di accrescere i nostri Talenti.
Sopravvivendo con il fagotto – Recensione Book of Travels
Il viaggio inizierà con poche cose nella propria sacca, con indumenti ed equipaggiamento. Nel mondo non esiste una specifica valuta o moneta, dunque sarà necessario padroneggiare l’abilità del baratto. Non si potrà trasportare una quantità illimitata di oggetti, e sarà necessario affittare dello spazio di deposito presso le stazioni dei treni. oltre ai Talenti e alle Skills, il viaggiatore avrà anche quattro “statistiche” cardinali, e con un dado potrà decidere cosa possedere all’inizio della partita. Dopo i numerosi lanci casuali, si procederà infine a decidere dove inizieremo, con delle frasi che indicheranno il luogo in cui avrà inizio la nostra storia.
Durante il cammino consumeremo della stamina, rifornibile mangiando, bevendo té, riposando. Esaurita tutta l’energia (accade molto rapidamente quando si corre), il nostro viaggiatore perderà i sensi, ed uno dei tre Petali Vita che avremo in possesso. Questi Petali sono necessari per “rinascere” nel caso morissimo nel corso dell’avventura. Esauriti i Petali, moriremo definitivamente, diventando dei fantasmi capaci di vagare all’interno del gioco, senza poter fare molto altro. Probabilmente dopo la nostra recensione anche questo aspetto spettrale sarà espanso, ma fino ad allora sarà necessario creare un nuovo personaggio per tornare a giocare a Book of Travels.
Il pacifismo del viandante – Recensione Book of Travels
Entrando nella fase di recensione dedicata al gameplay, il combattimento non è una parte fondamentale di Book of Travels, e potremo passare partite intere ad evitare il conflitto, se questo è ciò che desideriamo. Tuttavia, è stata comunque implementata una meccanica a riguardo: le battaglie possono avvenire in molte zone della mappa, quelle meno frequentate, e durante la notte. Potremo essere rapinati, e costretti a dare dei nostri oggetti entro un limite di tempo prima di venire attaccati. Ma non bisogna disperare: manterremo comunque la nostra aura pacifica fuggendo dal combattimento con l’apposita Skill.
Le Skill che otterremo saranno quasi sempre richieste per svolgere un qualche compito che scoveremo durante il nostro cammino, e ci permetteranno di interagire con il mondo di gioco in vari modi, oltre che a donare un qualche vantaggio al viaggiatore. Esse saranno ottenibili dalle numerose tipologie di NPC trovabili all’interno della mappa, disposti ad insegnarle o scambiarle per un certo prezzo. Tuttavia, questi personaggi non saranno sempre disponibili, ma verranno relegati ad un certo giorno e orario (basato sul tempo del server) e luogo, spingendo così ad un’esplorazione costante.
Il commercio in Book of Travels sarà il modo più rapido per ottenere Skills ed oggetti utili alla sopravvivenza. Diventare maestri nell’arte della contrattazione sarà un altro aspetto chiave, ed avere dei tratti o talenti appositi aiuterà di sicuro lungo la strada. Il sistema di baratto si basa sullo scambio di oggetti in base al valore, che viene “pesato” sopra una bilancia. Per ottenere un buon affare, il peso segnato dovrà essere piuttosto equo tra le parti, e dunque per ricevere un certo oggetto dovremo offrirne uno o più che raggiungano lo stesso valore di ciò che desideriamo.
Il lato intangibile del viaggio – Recensione Book of Travels
Lo stile di Book of Travels potrebbe inizialmente far pensare ad un gioco a scorrimento laterale, ma una volta iniziata la partita si percepirà decisamente la profondità 3D della visuale, nella quale avremo modo di muoverci semplicemente cliccando su un punto con il tasto sinistro per camminare, o il destro per correre. Ad accompagnarci saranno suoni e musiche radiose, conniventi al rilassante ed accogliente paesaggio in stile acquerello, che ricalca abbastanza i tratti delle opere artistiche di J. Casson, e che finirà poi con l’essere coperto del tutto dall’oscurità delle tenebre notturne.
I suoni definiscono qualunque azione, distinguendosi ad ogni frangente a seconda di ciò che noi stiamo toccando con i nostri passi, fino al suono stesso che viene emesso dall’eterna vitalità della natura, come la pioggia che segnala la sua presenza alle fronde ed ai tetti. Anche se vi è l’assenza di segnali che indirizzino alle missioni, alcuni punti di interesse risaltano comunque sulla mappa, venendo riportati attraverso dei deliziosi disegni. Inoltre, i menu di gioco sono totalmente personalizzabili e rimpiccioliti allo stremo. Certo, sarebbe stato utile ingrandire leggermente le scritte nei dialoghi di Book of Travels, cosa non ancora possibile nella Early Access giocata per la recensione.
Parlando della funzionalità online, i server di Book of Travels contengono solo sette giocatori, incontrabili in modo casuale all’interno della mappa, e le interazioni possibili sono limitate all’utilizzo di pittogrammi (o Emote, che dir si voglia) appositi, ricordando vagamente il multiplayer di Journey. Tuttavia, ciò non significa che la presenza ridotta di giocatori non abbia una funzione: all’interno del gioco sono presenti delle sezioni che necessitano la collaborazione di un altro personaggio, e la difficoltà nell’incontrare altre persone contribuisce ad incentivare un approccio più lungo, profondo, memorabile e duraturo con gli altri durante le sessioni di gioco.
La maledizione della Early Acess
Book of Travels è in Early Access: è presto quindi per determinare con la recensione un giudizio definitivo, ma evidenziare i problemi di cui soffre il titolo è più che necessario per rimanere onesti verso coloro che intendono acquistare il gioco. Al momento, Book of Travels soffre di numerosi bug che possono delle volte essere aggirati, mentre altre volte no. Il team di M&D sta già sistemando alcuni dei problemi più gravi, ma è chiaro che avranno ancora molto su cui lavorare, poiché dovranno iniziare anche a fare i conti con il continuo supporto al gioco, e preparare le prossime novità da inserire per completarlo, considerando che quello corrente è chiamato “Capitolo zero”.
Ecco perché tutto dipende dal modo in cui ci si troverà ad affrontare il titolo, dalle aspettative e dalle conoscenze precedenti che si avranno a riguardo. Il gioco possiede una mescolanza di meccaniche coadiuvate da un’atmosfera rilassata, che regala indipendenza al giocatore, ponendo l’immersione come fattore primario e centrale, e l’utente come fautore di ogni azione. In sostanza, questa recensione di Book of Travels intende porre un punto di riferimento per gli utenti interessati a giocare l’opera, che potranno valutare se ritengono ne valga la pena o sia meglio aspettare.
Per ora il gioco non possiede troppe attività per garantire una buona longevità ai giocatori che desiderano trovare uno svago più vario rispetto alla sola esplorazione. Dunque, a meno che non si rimanga stregati dal mondo e dal gameplay, è possibile che l’interesse per il titolo possa vacillare piuttosto velocemente. Tuttavia, le potenzialità che si sono riversate fuori da questa versione del gioco sono enormi, e ci portano nello sperare il meglio per Might and Delight, ed il futuro di Book of Travels. Noi continueremo certamente a seguire gli aggiornamenti nel corso dei prossimi mesi, osservando i cambiamenti che verranno inseriti.
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Punti a favore
- Arte e sonoro sublime
- Mondo vasto e immersivo
- Profondità nella concettualizzazione del personaggio
Punti a sfavore
- Presenta movimenti piuttosto legnosi
- Numerosi bug che vanno spesso ad intaccare l'esperienza di gioco
- Volume esiguo di attività secondarie e contenuti
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