In questa recensione vi parleremo nel dettaglio di Atomic Heart, l’eccentrico immersive sim russo sviluppato da Mundfish e pubblicato da Focus Interactive
Mundfish è una piccola software house che nell’ormai lontano 2017 ha annunciato Atomic Heart, un immersive sim davvero eccentrico. Il titolo è riuscito sin da subito ad attirare l’attenzione dei videogiocatori di tutto il mondo, mettendo così sotto i riflettori una compagnia che prima di allora era perlopiù sconosciuta al grande pubblico.
Spesso progetti di questo tipo finiscono col trasformarsi in vaporware, ma fortunatamente non è stato il caso di Atomic Heart. Dopo un’attesa durata più di cinque anni infatti il primo grande titolo di Mundfish è finalmente completo e disponibile per tutti. Negli ultimi giorni noi abbiamo avuto modo di provare Atomic Heart in maniera molto approfondita e in questa recensione ve ne parleremo nel dettaglio.
Ucronia russa – Recensione Atomic Heart
Atomic Heart è ambientato in un mondo ucronico in cui, subito dopo la seconda guerra mondiale, la Russia ha raggiunto un potere senza precedenti grazie ad una serie di incredibili scoperte scientifiche. In questo passato alternativo sono state compiute innumerevoli innovazioni tecnologiche e la maggior parte di esse sono legate alla robotica. In Russia infatti vengono costruiti tantissimi robot diversi pensati sia per svolgere lavori pesanti che per aiutare i cittadini nelle faccende di tutti i giorni.
Il progresso però non si ferma mai e, nonostante tutte queste innovazioni, gli scienziati russi hanno intenzione di spingersi ancora oltre. Il dottor Sechenov, una delle menti più brillanti di tutta la Russia, è infatti in procinto di attivare il Kollektiv 2.0, una sorta di rete neurale che punta ad unire le menti di tutte le persone del mondo. Questo progetto punta ad aiutare tutta l’umanità a raggiungere nuovi orizzonti, ma a quanto pare c’è qualcuno che non sembra apprezzare molto la cosa.
Pochi giorni prima del lancio del Kollektiv uno scienziato traditore di nome Petrov ha manomesso tutti i robot del complesso 3826, il luogo in cui avvengono tutte le principali ricerche scientifiche dell’unione sovietica, seminando morte e distruzione. Una situazione così spinosa rischia di compromettere seriamente il lancio del Kollektiv 2.0 ed è qui che entrate in gioco voi. In questo titolo infatti vestirete i panni di P-3, un soldato al servizio di Sechenov che assieme al suo guanto senziente Charles dovrà cercare di catturare Petrov e rimettere le cose a posto.
Nel complesso la trama di Atomic Heart ci è sembrata abbastanza banale. Dopo questo incipit infatti l’avventura del vostro protagonista proseguirà in maniera abbastanza classica, andando a far leva su dei trope narrativi già visti molte volte. Il gioco però è riuscito comunque a tenerci incollati allo schermo anche grazie al suo eccezionale worldbuilding. La storia del mondo di gioco infatti è curata in modo davvero impressionante e nel corso della vostra avventura avrete numerose occasioni per approfondirla.
Uomo contro macchina – Recensione Atomic Heart
Durante il corso della vostra avventura vi imbatterete in un gran numero di nemici molto pericolosi, ma per fortuna avrete molti modi per affrontarli. Essendo un soldato, P-3 ovviamente è specializzato nell’uso di armi melee e fucili tradizionali, ma non solo. Nel complesso 3826 infatti potrete trovare anche delle speciali armi ad energia che hanno la particolarità di ricaricarsi da sole nel tempo. In più durante le battaglie potrete contare anche sull’aiuto del vostro guanto Charles, che vi permetterà di utilizzare dei poteri devastanti.
Avere tante opzioni diverse per affrontare un combattimento è sempre piacevole, ma spesso in questi casi si finisce col concentrarsi sempre sugli strumenti più efficaci. Atomic Heart però riesce ad evitare questa problematica in maniera egregia, spingendo il giocatore a sfruttare appieno tutte le sue opzioni in ogni momento. Ciò accade sia per evitare di rimanere a corto di munizioni ma anche e soprattutto a causa delle particolarità degli avversari.
Nel gioco infatti sono presenti tante tipologie di nemici, ognuno con le sue debolezze specifiche da sfruttare. Ad esempio alcuni robot subiscono danni maggiori dalle armi energetiche e dalle scosse elettriche, mentre altri invece sono resistenti a tutto tranne che alle armi melee. Inoltre per sfruttare al meglio le debolezze dei nemici potete anche utilizzare i materiali raccolti in giro per potenziare tutte le vostre armi. In questo modo non solo migliorerete le loro statistiche base, ma potrete anche arricchirle con particolari mosse speciali e renderle più adatte ad affrontare specifici tipi di nemici.
La necessità di alternare spesso gli strumenti utilizzati per affrontare i nemici crea quindi un loop di gameplay davvero naturale che, unito ad un buon gunplay e alla rapidità dei combattimenti, contribuisce a rendere tutti gli scontri sempre molto divertenti.
Cura e varietà – Recensione Atomic Heart
Durante la vostra avventura su Atomic Heart avrete la possibilità di visitare tanti luoghi diversi che, incredibilmente, saranno anche davvero molto curati. Tutti i livelli del gioco difatti vantano una buona complessità e soprattutto varietà. Dall’inizio della partita in poi infatti vi troverete dinanzi ad un gran numero di situazioni sempre diverse che contribuiranno a mantenere alto il coinvolgimento.
Nei livelli inoltre sono presenti anche un gran numero di enigmi e puzzle che contribuiscono a renderli ancora più interessanti. Per esempio a volte per proseguire dovrete scassinare della particolari serrature elettroniche a combinazione oppure superare dei percorsi che cambiano in base al campo magnetico della stanza. A questi splendidi puzzle però sono spesso affiancate anche delle sezioni di parkour che, al contrario, lasciano davvero molto a desiderare. In questi frangenti infatti sarete costretti ad arrampicarvi in prima persona su tubi o sporgenze, una cosa che con gli imprecisi comandi di movimento di Atomic Heart risulta davvero scomoda e frustrante.
Se da una parte Atomic Heart vanta dei livelli molto curati, dall’altra soffre a causa di un open world deludente. Il gioco infatti presenta delle mappe aperte liberamente esplorabili che dovrete attraversare per raggiungere i “dungeon” principali e secondari del gioco, ma purtroppo queste sezioni offrono ben poco ai giocatori. Le strutture e i punti d’interesse presenti in giro contengono quasi esclusivamente dei normalissimi materiali e come se non bastasse per raggiungerli dovrete affrontare una miriade di nemici.
L’open world infatti non solo brulica di robot ma è anche infestato da tantissime telecamere che, se vi scopriranno, faranno convergere su di voi ancora più avversari. Come se non bastasse poi in queste zone sono presenti infiniti droni riparatori che in poco tempo correranno a rianimare i robot che avete distrutto, trasformando così ogni combattimento in un enorme spreco di risorse. Certo, volendo è possibile disattivare temporaneamente tutti nemici nell’area violando delle torri, ma l’effetto è davvero breve e a questo punto è molto più comodo e veloce tirare dritto fino al vostro obiettivo ignorando ogni pericolo.
Un mondo sublime – Recensione Atomic Heart
Il comparto artistico è certamente uno dei punti di forza maggiori di Atomic Heat. Sin dai primi secondi di gioco è infatti possibile notare subito una forte direzione artistica che si rispecchia in un’estetica davvero mozzafiato. Tutti i robot e le creature del gioco vantano dei design davvero splendidi, e anche le strutture e le varie opere d’arte disseminate per il mondo di gioco non sono da meno. Il tutto inoltre viene messo in risalto dal comparto grafico, anch’esso davvero ottimo. Il gioco infatti vanta una qualità davvero elevata per quanto riguarda i modelli, le texture, gli effetti e anche l’illuminazione.
Nel complesso Atomic Heart si comporta abbastanza bene anche dal lato tecnico, ma in questo caso non senza qualche problemino. Nel corso della nostra prova (avvenuta su PS5) abbiamo infatti riscontrato diversi cali di frame e dei caricamenti piuttosto lunghi in diverse sezioni. Come se non bastasse poi ci siamo anche imbattuti in un gran numero di bug molto fastidiosi che si sono presentati con una certa costanza durante tutta l’avventura. Fortunatamente tutti questi problemi non sono particolarmente gravi, ma la loro presenza ha contribuito a rendere la nostra esperienza molto meno piacevole di quanto sarebbe potuta essere altrimenti.
Conclusioni
Adesso è arrivato finalmente il punto della nostra recensione in cui tiriamo le somme su Atomic Heart. Il gioco presenta diversi pregi, come ad esempio il divertente sistema di combattimento e i livelli ben curati, ma purtroppo deve fare i conti anche con parecchi difetti. L’open world è gestito davvero in maniera pessima, le sezioni di parkour sono frustranti e purtroppo la storia ha ben poco da dire. Nonostante questi problemi però il gioco risulta comunque molto piacevole, specialmente grazie all’aiuto dell’eccellente lavoro di world building e all’ottima direzione artistica. Insomma, nonostante dei palesi difetti, Atomic Heart resta un buon gioco che di sicuro potrà essere apprezzato da tutti gli amanti degli immersive sim in cerca di qualcosa di nuovo.
Atomic Heart è disponibile ora per PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X | S. Se siete interessati a restare aggiornati riguardo tutte le novità sul mondo dei videogiochi e tanto altro ancora, allora continuate a seguirci qui su tuttoteK. Inoltre, in caso vogliate acquistare qualche gioco a un prezzo vantaggioso, vi suggeriamo di dare un’occhiata alle tante offerte presenti su Kinguin.
Punti a favore
- Worldbuilding molto curato
- Gameplay divertente
- Buon level design
- Artisticamente eccezionale
Punti a sfavore
- Storia banale
- Parkour frustrante
- Open world gestito male
- Qualche problema tecnico
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