Su Netflix è disponibile Tyler Rake, adrenalinico film nato dalla collaborazione tra i fratelli Russo e Chris Hemsworth di cui vi proponiamo la recensione
TITOLO ORIGINALE: Extraction. GENERE: Azione, Thriller. NAZIONE: USA. REGIA: Sam Hargrave. CAST: Chris Hemsworth, Rudhraksh Jaiswa, David Harbour, Golshifteh Farahani, Derek Luke, Marc Donato, Fay Masterson. DURATA: 116 minuti. DISTRIBUTORE: Netflix. USCITA: 24/04/2020.
A Mumbai il giovane figlio di un narcotrafficante viene rapito dalla cosca rivale, con l’intento di distruggere il suo impero. Non resta che tentare una difficile operazione di estrazione e per questo ci si rivolge a un mercenario che opera sul mercato nero: Tyler Rake. Le sue qualifiche sono eccezionali e la sua fama lo precede, ma da tempo sembra evidente che la sua intenzione sia quella di ritirarsi. Sull’orlo dell’alcolismo e di un crollo psicologico, solo la sua collaboratrice Nik Khan lo convince a rimettersi in sesto per accettare l’incarico. Le cose però si mettono presto male e Tyler, con il ragazzino al seguito, si troverà braccato e intrappolato nel popoloso labirinto metropolitano di Dhaka, la capitale del Bangladesh, in una missione che più che difficile sembra impossibile.
Il protagonista di questo film e Chris Hmsworth, globalmente noto per il suo ruolo di Thor nei cinecomic MCU, mentre la sceneggiatura è di Joe Russo, alrettanto noto per il suo contributo registico nello stesso universo cinematografico, da ultimo in Avengers: Endgame. Curiosamente Tyler Rake esce esattamente un anno dopo quel film record di incassi e che ha definitivamente fatto salire sull’olimpo della settima arte i film ispirati a fumetti. Cosa che, per quanto poco nota, accade anche qui.
Una formula vincente | Recensione Tyler Rake
In effetti Tyler Rake nasce come fumetto. In particolare un fumetto che è stato pubblicato nel 2014 in Usa da Oni Press, ancora inedito in Italia, con soggetto degli fratelli Russo, che in questa pellicola sono insieme anche i produttori. Rispetto a quella miniserie – sceneggiata da Ande Parks, disegnata da Fernando León González e intitolata Ciudad – sono state introdotte alcune significative variazioni. In particolare, l’ambientazione, che passa dal sudamerica al Bangladesh e l’oggetto del salvataggio, non una damigella in pericolo bensì un bambino. Scelte che regalano in realtà più colore e profondità all’azione che, sia chiaro, rimane quella tipica di un cinecomic. Le abilità in battaglia del protagonista, un duro vecchio stampo e tutto d’un pezzo, sono al limite dell’inverosimile. Ma sono decisamente ben girate nella realtà.
Le varie scene d’azione sono infatti inanellate con sorprendente fedeltà. In pieno stile Russo, si mantengono alcuni tratti del comic che possono avere particolare presa o interesse, per esempio nel caso di Tyler Rake lo scontro con un gruppo di criminali bambini armati di coltelli, machete e armi automatiche. In definitiva si utilizza una formula collaudata e vincente. Compreso il dettaglio di una regia solida che, in questo caso, potrebbe sorprendere. Infatti a dirigere Tyler Rake c’è un esordiente, Sam Hargrave, che fino ad oggi è stato uno stuntman e poi stunt coordinator. Il suo tocco si vede perché non lesina scene mozzafiato, che di fatto tengono alta l’attenzione su questo film assolutamente godibile.
Azione al primo posto | Recensione Tyler Rake
Non è la prima volta, che uno stunt coordinator si presenta all’esordio alla regia di un film sorprendetemente originale proprio in quel settore. Lo stesso era accaduto con David Leitch, co-produttore di John Wick, film che si presenta allo stesso modo. Azione pura e mai banale, sostanzialmente unica in Occidente ad avvicinarsi a quella che Gareth Evans ha creato in The Raid. Film non citato a caso perché ricorda grandemente quello che Sam Hargrave ha voluto fare con Tyler Rake. Anche questo film trova luoghi, facce, trovate e colori completamente diversi da quelli a cui siamo abituati. La location indiana è una delle cose migliori del film, dà modo ad Hargrave di concretizzare una visività straordinaria.
La maestosità della sparatoria finale esprime bene il concetto di voler stupire tramite una azione pervasiva, e ci fa anche capire come il budget di questo film (fenomeno sempre più in aumento nelle produzioni Netflix) non sia esattamente bassissimo. Speso, però, in effetti scenici realizzati dal vivo, che evidentemente hanno un risultato immersivo. Il livello delle coreografie, la chiarezza dei movimenti negli scontri e nelle fughe è molto alto, così come la capacità di comporre inquadrature e trovare una dimensione visiva originale e personale.
Minimo sforzo, massima resa | Recensione Tyler Rake
Indubbiamente quanto di positivo c’è nel comparto tecnico è bilanciato da una narrazione necessariamente di semplicità elementare. La tensione, invero, è costante, grazie a una violenza molto concreta e stunt spericolati che non annacquati dai dialoghi. Quando però si cerca (raramente) di puntare a una introspezione, il tutto scade in un trito dipinto di un lupo solitario con un passato fatto di tragedie che continuano ad alimentare il suo apparente autolesionismo e che si trova di fronte a una scelta etica fin troppo scontata. Se non altro chi sono i cattivi e chi i buoni è ben chiaro, ma ci rendiamo conto che una assenza tanto palese di una trama possa far storcere il naso a qualcuno.
Però se si prende Tyler Rake per quello che è, ossia un film di intrattenimento, ci si accorge che il risultato è senz’altro ben riuscito. Regala una strana sensazione anche il fatto che i protagonisti famosi siano sostanzialmente due, Chris Hemsworth e David Harbour. Due che, però, dimostrano come recitare in un cinecomic non voglia assolutamente dire non saper recitare. Ce lo hanno dimostrato in più occasioni, a parte con progetti diversi (ad esempio 7 sconosciuti a El Royale), ma anche e soprattutto con i lavori nel MCU, in cui, pur adattandosi al personaggio fumettistico, riescono a dare una certa dimensione tridimensionale a chi è nato, per definizione, in 2D.
Azione esasperata, ma coinvolgente
In definitiva Tyler Rake, come abbiamo visto in questa recensione è un mercenario stoico, silenzioso e autodistruttivo che nel suo cammino distrugge in realtà tutto con una azione di livello tecnico altissimo e originale, per lo meno nel cinema americano. In definitiva è un film di intrattenimento, da cui non ci si può aspettare una trama solida, ma qantomeno di non annoiarsi. Promosso anche in questo caso Chris Hemsworth, che ci mette sempre una buona interpretazione e preparazione atletica, sicuramente non da tutti.
Punti a favore
- Azione coinvolgente
- Coreografie eccezionali
Punti a sfavore
- Trama carente
- Volontà di introspezione incompiuta
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