In questa recensione andremo a scoprire tutti i dettagli e i segreti di Lies of P. Preparatevi ad immergervi in questa particolare versione del mondo di Collodi
Noi, Lies of P, già lo avevamo incontrato, ormai qualche mese fa, quando l’estate ancora era alle porte. Ora l’estate volge al termine e porta con sé un senso di malinconia e staticità che solo settembre è in grado di offrire. Non a caso, dunque, un videogioco così pregno di malinconia e cupidigia verrà rilasciato proprio in questo mese, con precisione il prossimo 19 settembre. Lies of P riesce a trascinarvi in un mondo tanto delizioso quanto tetro e lo fa con una struttura di gameplay molto semplice, forse a tratti fin troppo ed un’atmosfera ed un comparto artistico invidiabili.
Una versione del mondo raccontato da Carlo Collodi decisamente non convenzionale. Pinocchio e l’universo steampunk si uniscono in un volo all’unisono che riesce a rendere questo uno dei giochi più interessanti non solo del mese, ma probabilmente dell’intero anno. Un anno, chiaramente, ricco di grandi uscite; Lies of P, però, riesce a ritagliarsi un suo spazio ed un suo grado di attenzione e noi siamo pronti a parlarne in questa recensione.
C’era una volta… | Recensione Lies of P
Ed è così che iniziano la maggior parte delle favole, con un bel “c’era una volta“. Qui, nel caso di Lies of P, siamo di fronte ad una narrazione tutt’altro che favolistica o fiabesca. O, meglio, siamo di fronte ad una narrazione che fa riferimento ad una favola molto adulta. I temi trattati si conformano molto bene a quella che è l’atmosfera generale del gioco: in cui a farla da padrone è un’assoluta tetraggine. Morte, follia, umanità, sono questi i temi che costituiscono il fil rouge di tutta quella che è la narrazione e soprattutto la lore di Lies of P.
Il tutto si declina, però, con dei dialoghi a tratti complessi e criptici e a tratti, invece, abbastanza lineari in cui si riesce a percepire comunque una certa guida in quelle che saranno poi le nostre azioni. Una gestione, dunque, positiva a nostro avviso. Adatta a chi, amante dei souls-like più puri, ricerca una certa complessità ed un certo mistero nel comparto narrativo e, allo stesso tempo, riesce a rappresentare un’esperienza, almeno dal punto di vista della narrazione, abbastanza “entry level” se così possiamo definirla per chi, da non amante dei souls, vuole comunque immergersi in un mondo ben raccontato e ben realizzato.
Un souls forse fin troppo souls | Recensione Lies of P
Un punto focale di tutta questa nostra recensione di Lies of P riguarda una riflessione che, giocando, non abbiamo potuto far altro che assecondare ed esplorare. Si tratta di una riflessione relativa alla struttura di gioco di questo Lies of P che, in parte, avevamo già analizzato e discusso all’interno della nostra anteprima e che si conferma valida anche in sede di recensione. Lies of P è un titolo derivativo, i riferimenti a BloodBorne si sprecano ma, nonostante ciò, riesce comunque a mantenere una sua anima forte e identitaria. Con il termine derivativo non vogliamo assolutamente indicare alcunché di negativo, anche perché BloodBorne è stato uno dei titoli From maggiormente amati e tra i maggiormente ispirati. Ciò che però rende Lies of P un titolo non eccellente è, probabilmente, una scelta effettuata in fase di game design.
La struttura del gioco è in un certo senso anacronistica. Se Elden Ring ha fatto scuola e ha dimostrato che è possibile realizzare un souls-like in cui alcune componenti – come il senso di frustrazione o l’anima trial and error – vengono meno, Lies of P rimane ancorato ad una struttura che non riesce ad offrire quel guizzo in più. In sede d’anteprima abbiamo sottolineato come il gioco fosse leggermente sbilanciato soprattutto se strutturato in una maniera fin troppo classica. Se parte dello sbilanciamento è stato risolto, rimane incompiuto quel passo in più.
Il titolo si articola in diverse zone che ci toccherà ripulire dai nemici per poi proseguire al boss dell’area; nel momento in cui l’unica cosa da fare sarà sconfiggere il boss avremo esaurito le possibilità di azione all’interno di quella zona. Ciò significa che tra un tentativo e l’altro di battere il boss andremo a ripetere le stesse azioni più e più volte per recuperare erghi, acquistare le armi necessarie per il combattimento con il boss e procedere allo scontro. Alla lunga, questo tipo di pattern va a smorzare l’entusiasmo che la scoperta di una nuova zona, grazie anche alla sua eccellente realizzazione visiva, riesce ad offrire.
Picchia che ti passa | Recensione Lies of P
In Lies of P si combatte e lo si fa per la maggior parte del tempo. In questo rimane fedele a quelle che sono le caratteristiche di un souls-like così come, ad essere fedele, lo è anche in altre sfaccettature. Il combat system ricorda molto quello di… sì, ditelo direttamente voi, al quale va ad aggiungere, però, una serie di feature interessanti che approfondiscono di molto la meccanica di scontro. A partire dalla possibilità di combinare lame e impugnature delle armi, creando così l’arma che più vi si addice, passando per la possibilità di combinare e sbloccare abilità terze tramite l’Organo P (una struttura che Geppetto ci mette a disposizione), finendo per la gestione dei poteri della favola, diverse per ogni arma e che vi permetteranno di eseguire delle azioni ad hoc a seconda di ciò che state impugnando.
Il tutto, ovviamente, viene condito dalla presenza di oggetti da lancio, dalla legione – ovvero l’abilità che monterete sul vostro braccio sinistro, anch’essa soggetta a variazioni – e dalla possibilità di potenziare le vostre armi o potenziandole letteralmente o alterando le impugnature. Insomma, da questo punto di vista, Lies of P riesce ad offrire grande profondità, a tratti un po’ complessa e ostica da apprendere. Si tratta, però, di un di più che comunque riesce a fare la differenza.
Quanta ispirazione! | Recensione Lies of P
Sfidiamo chiunque ad avviare Lies of P e a non rimanere sorpreso da quello che è il comparto visivo di questo gioco. Da questo punto di vista il titolo rasenta davvero l’eccellenza. La scelta di sposare l’universo di pinocchio con un mondo steampunk, tetro e cupo è una delle più forti e interessanti degli ultimi anni in campo videoludico e in generale nel settore delle arti d’intrattenimento. Tutto in questo gioco ha una fortissima componente evocativa. L’ispirazione artistica è da applausi e non possiamo far altro che levarci il cappello davanti a quello che il team di sviluppo è riuscito a realizzare.
Qualche piccola magagna tecnica è stata riscontrata ma niente che non possa essere risolto con una piccola patch di correzione. I modelli dei personaggi sono anch’essi molto ben realizzati, così come li sono quelli dei nemici: sia dei boss che dei minions. Il doppiaggio in inglese si attesta su dei buoni livelli così come le musiche, nulla di indimenticabile ma comunque positive, mai invasive e ben contestualizzate. Il senso di abbandono e di menzogna – non a caso – di questa distopia realizzata dai ragazzi di Neowiz Games e Round 8 è davvero tangibile e da questo punto di vista il gioco è promosso a pieni voti.
Tiriamo le somme!
Eccoci, dunque, alle battute finali di questa recensione di Lies of P. Cercheremo di tirare le somme per mettere a fuoco quello che è un giudizio che, lo diciamo fin da subito, è sicuramente positivo (più che sufficiente) ma che comunque riserva qualche considerazione non felicissima. Lies of P è un titolo dall’ispirazione artistica davvero sopra la media, siamo di fronte ad una vera e propria perla sotto questo aspetto. Un connubio strano, rischioso ma riuscito. Un gameplay solido che si concede anche qualche slancio in più rispetto ad un souls-like di stampo classico. La nota dolente, però, è proprio questa classicità di cui, nonostante tutto, è impregnato. Una struttura fin troppo ancorata ai primi titoli del genere non riesce a fargli fare quel salto in più che, magari, ci aspettiamo di trovare in un secondo capitolo. Fateci sapere se lo acquisterete e se siete curiosi di provarlo, mi raccomando però… senza mentire!
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Punti a favore
- Comparto visivo eccellente
- Lore affascinante
- Interessanti meccaniche di ampliamento del combat system...
Punti a sfavore
- Struttura troppo classica
- Qualche bug
- ...a tratti ostiche da apprendere
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