È nelle sale dal 24 gennaio Creed 2, l’ultimo sequel della lunga lista di film dedicati alla storia di Rocky. Questa volta il figlio di Apollo Creed se la dovrà vedere con i fantasmi del passato. Riuscirà ad assestare il colpo vincente?
TITOLO ORIGINALE: Creed 2. GENERE: Drammatico/Sportivo. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Steven Caple Jr.. CAST: Michael B. Jordan, Sylvester Stallone, Tessa Thompson, Dolph Lundgren, Florian Muntenau. DURATA: 129 min. DISTRIBUTORE: Warner Bros. USCITA CINEMA: 24/01/2019.
Adonis Creed ha tutto. Tutto quello che un atleta e un uomo possono desiderare: il titolo di campione del mondo dei pesi massimi, l’amore di Bianca e una bambina in arrivo. Finché un giorno il passato torna e lo sfida: ha il volto e i muscoli di Viktor, figlio di Ivan Drago, che trentaquattro anni prima uccise suo padre nel ring. Sconfitto da Rocky Balboa, abbandonato dalla consorte e dimenticato dal suo paese, Ivan cresce il figlio con un solo obiettivo: la vendetta. Adonis Creed accetta di combattere contro Viktor ma Rocky non ci sta. Almeno fino a quando il suo pupillo non imparerà, nel più duro dei modi, che la preparazione atletica senza le giuste motivazioni non porta da nessuna parte.
Partiamo da un punto: la saga di Rocky è un vero e proprio marchio di fabbrica. Da un suo film abbiamo determinate aspettative. Vogliamo vedere emozioni, masochismo, allenamenti fantasiosi e avversari postumani, eccessi e snodi narrativi che sfidano l’improbabile. Il tutto tenuto insieme da un certo equilibrio, senza il quale il film si sgretolerebbe.
Il primo capitolo di Creed, film di Ryan Coogler dedicato al figlio di Apollo, Adonis (Michael B. Jordan) riuscì egregiamente nell’intento, superando anche le aspettative: la storia umana di Rocky (l’inossidabile Sylvester Stallone) e del suo pupillo, i rimpianti del primo e la voglia di riscatto del secondo erano perfettamente inserite in sequenze di boxe senza filtri girate d’un solo fiato, realistiche e melodrammatiche allo stesso tempo. Ma la domanda è: Creed 2 riesce a sostenere le aspettative?
La minaccia che viene dall’est
Le premesse di questo film sono ottime. Si tratta di una tragedia classica, ma mai fuori moda: una sfida dal passato che torna a bussare con forza alla porta. Proprio qui c’è uno dei punti di forza della pellicola, ossia gli antagonisti assolutamente all’altezza e che, di riflesso, permettono allo spettatore di empatizzare ancora di più con i “buoni”. Gli enormi Ivan (Dolph Lundgren) e Viktor (Florian Muntenau) Drago rappresentano una minaccia seria, palpabile, per Adonis Creed e ce lo fanno credere con la loro sola presenza sullo schermo. Nonostante restino praticamente muti durante tutto il film, riescono sempre a trasmettere un senso di pericolo imminente dovuto ai loro sguardi, allo stesso tempo violenti e disperati. Durante il film conosciamo anche la loro storia e le motivazioni che li spingono a combattere.
La caratterizzazione degli antagonisti è semplice, ma arriva dritta al punto. Ogni aspetto della loro filosofia di vita è contrapposta a quella di Rocky e del suo pupillo. Dall’allenamento alla gestione dell’incontro, le due coppie incarnano didascalicamente le due facce della medaglia: da una parte il bastone, dall’altra la carota. Quale dei due metodi funzioni meglio è difficile dirlo. In fin dei conti, dal punto di vista sportivo si potrebbe dire che lo score si chiuda in pareggio, e forse lo stesso è possibile affermare dal punto di vista umano.
A completare un ottimo cast c’è la presenza femminile del film, la mogli di Adonis Bianca (Tessa Thompson). Una presenza forte, assolutamente in grado di tenere testa alla notevole concentrazione di testosterone del film. Una star che si conferma tale, e spesso riesce a rubare la scena a colleghi più blasonati. Dando nel frattempo anche un audace contributo alla colonna sonora.
Creed 2: un film sportivo o un film drammatico?
Ridurre Creed 2 a un film sulla boxe sarebbe, insomma, riduttivo. La pellicola ha ambizioni più alte, probabilmente più alte di tutti i suoi predecessori: quello di rappresentare una storia umana, che nella fattispecie ha come cornice una carriera pugilistica, ma che ben avrebbe potuto essere diversa. L’ambizione più grande è quella di mostrare (non dire, il che è senz’altro una nota di merito) quanto possano essere importanti le motivazioni, non semplicemente nello sport, ma anche nella vita. Sicché l’avere una motivazione valida può fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta.
Questa propensione della trama, però, copre la storia sportiva, che è senz’altro lecito aspettarsi da un film del genere. Le scene di boxe sono meno curate e meno realistiche della precedente pellicola. Il cambio di regia porta con sé l’abbandono degli ingaggi senza tagli, delle telecamere che vorticosamente seguivano i movimenti dei duellanti. Si perde una certa dimensione intima e realistica dell’incontro, che assume semplicemente i tratti di una sfida tra Davide e Golia in cui non sempre si resta rapiti.
Sostanzialmente il giudizio sul film dipende dalle aspettative: ottimo per chi cerca non solo un film di sport, ma anche una storia drammatica, lascia l’amaro in bocca a chi vorrebbe vedere un’azione più cruda. A quale categoria appartenete? Fatecelo sapere nei commenti!
Punti a favore
- Grandi personaggi, in tutti i sensi
- Buon ritmo, mai noioso
- Colonna sonora originale
Punti a sfavore
- Il dramma annichilisce lo sport
- Spesso troppo scontato
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