Le regole di internet stanno iniziando a cambiare, in una maniera che piano piano diventerà sempr più politicizzata, nel senso di non liberalizzata. YouTube, dopo il recente Adpocalipse, sta pensando di modificare le condizioni di monetizzazione dei video dei creators. Ma andiamo con ordine, parlando sinteticamente di come funzioni la piattaforma, e di cosa sia stato a rompere il precario equilibrio venutosi a stabilire dopo un fine trimestre
La libertà è da sempre stato lo slogan di YouTube (Express Yourself), ed il vantaggio di questa scelta la conosciamo tutti: nel 2006 c’erano solo video di gatti carini, e nel 2018 possiamo scegliere di vedere ogni genere di contenuto. Questo anche perché da quando le grandi aziende hanno proposto a YouTube di monetizzare i video dei propri utenti tramite degli spazi pubblicitari, il numero di creator è aumentato esponenzialmente, con milioni di utenti che hanno iniziato a vedere in YouTube uno sbocco lavorativo.
La pubblicità cattiva non è pur sempre pubblicità
Le aziende che investono in pubblicità su YouTube, tuttavia non sono entusiaste di vedere il loro nome associati a contenuti scomodi o politicamente scorretti, siano essi seri o ironici. E se il caso dello svedese PewDiePie, penalizzato da un commento ironicamente a sfondo razziale ha dato inizio al cosiddetto Adpocalipse (la fuga degli inserzionisti dalla piattaforma), ora un successivo spiacevole evento ha innescato una nuova catena di eventi che andranno a danneggiare soprattutto i creators minori (e nel caso ve lo stesse chiedendo, gli YouTubers italiani verranno penalizzati in buona parte).
Avrete sicuramente visto dei meme su internet riguardanti Logan Paul, lo YouTuber divenuto famoso per aver condiviso sulla piattaforma un video nel quale girovagando per i boschi ha trovato il corpo senza vita di un suicida, e ci ha anche scherzato un po’ su. YouTube è una piattaforma libera(lizzata) e non vincolata di per sé ad una determinata condotta morale da parte dei suoi utenti (a cui non è vietata la pubblicazione di contenuti tranne ad esempio azioni criminali). Però eventi simili danneggiano la reputazione della piattaforma, e di certo questa non ha perso tempo ammonendo il creator, demonetizzando il video incriminato, eliminandolo e presentando al ragazzo 22enne un “cartellino giallo”.
Logan Paul ha atteso una settimana che si calmassero le acque prima di pubblicare un video “ammenda” nel quale sostanzialmente dava modo di capire che avesse compreso i suoi errori, e quindi via di nuovo verso le stelle. Ma ora è tornato ancora temporaneamente alle stalle: in un recente Vlog si è fatto riprendere mentre pungolava dei cadaveri di ratti con un taser, in genere in dotazione nell’arsenale della polizia statunitense. Dopo questa performance comica che oserei mettere un gradino al di sopra dei classici della stand-up comedy made in USA, YouTube ha voluto fischiare e alzare al cielo il cartellino rosso per Logan Paul.
Chi avrà in futuro il “privilegio” della monetizzazione
Al birbante è stato conferito un ban temporaneo per la monetizzazione dei video, e una lieve persecuzione da parte della PETA (l’agenzia americana che si occupa dei diritti degli animali). Ma per tutti gli altri, questo evento che ha avuto una sua risonanza mediatica, come da facile previsione, comporta due gravi conseguenze. La prima, come potete immaginare, è che gli investitori torneranno ancora a dubitare se convenga o meno investire sulla piattaforma, a danno dei creator di contenuti minori. La seconda, più sottile, è che forse all’orizzonte si prospetta un controllo dei contenuti degli utenti più serrato, e una selezione naturale sempre più dura che potrebbe costringere molti utenti a non vedere più un soldo, solo perché affronta argomenti scomodi. Non possiamo di certo far vedere uno spot di Coca Cola su di un video che parla di omosessualità, o di ISIS.
E chi lo sa che in un futuro sulla rete non potremo parlare più di cose come scomode come la politica, la religione, o la tavoletta del gabinetto che noi uomini non abbassiamo mai.
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