Dopo aver trattato l’approfondimento sul perché molte serie TV sono state cancellate, non ho potuto che fermarmi a pensare ad una delle principali cause della questione: lo streaming illegale. Tra ragionevolezza e complottismo mi è venuto un dubbio: “e se dietro ci fosse lo zampino dei grandi produttori internazionali?”. Andiamo a vedere perché questa “stupida” idea si è fatta strada nella mia mente
Si è parlato molto delle tante serie TV che sono state cancellate in quest’ultimo periodo, abbiamo scritto e letto tanto al riguardo. Abbiamo assimilato il concetto per il quale se le serie tv vengono seguite da solo poco più di 3 milioni di spettatori, allora non sono in grado di reggersi in piedi. Eppure la colpa viene data, tra le altre cose, soprattutto allo streaming illegale. Ma come è possibile che non si riesca in nessun modo a combattere questo fenomeno oramai divenuto di livello mondiale?
La risposta non sembra facile. Perché negli anni abbiamo visto molti siti streaming essere chiusi dalla nostra polizia postale (o da quelle di altri paesi europei) ma, allo stesso tempo, ci viene spontaneo pensare che non sia così difficile trovare un sito streaming e chiuderlo. Chiunque cerchi su Google la parola “streaming” trova migliaia di siti disponibili ad offrirci un servizio di streaming gratuito. Ad esempio nella nostra rubrica dei migliori siti streaming ne troverete diversi. Ma allora, quello che mi chiedo è: “possibile che alcuni siti streaming e piattaforme illegali abbiano una certa “spinta” alla sopravvivenza?”.
Guadagno dei siti streaming illegali vs Perdite delle piattaforme legali
Come possiamo immaginare, i siti streaming illegali guadagnano sulle miliardi di pubblicità che ci appaiono prima di poter finalmente vedere un film o la nostra serie preferita. Quindi, ogni persona che entra su un sito streaming, è una possibilità di guadagno per chi quel sito lo gestisce. Al contrario, la stessa persona è una possibilità persa per le piattaforme come Netflix. Quello che non capisco è come aziende cosi grandi non trovino un compromesso per non perdere clienti a dispetto dello streaming online illegale.
Il concetto che teoricamente sembra banale, economicamente forse non lo è. Facendo due calcoli “in tasca”, delle due parti prese in causa, mi sono venuti mille dubbi. Il primo è stato che coloro che hanno un sito di streaming tendono a collaborare con le grandi case produttrici; l’altro, è che siano direttamente le case produttrici a far girare siti streaming del genere. I dubbi mi sono nati quando mi sono ritrovato a dover decidere se continuare solo con l’abbonamento Prime Video oppure dover acquistare anche l’abbonamento Netflix spendendo quei soldi in più. Nella rabbia mi sono chiesto: “perché cavolo le società non si vendono tra di loro le Serie TV?”. Prima mi rispondiate in malo modo, vi riamando al post in cui spiego come comunque sia venuta fuori questa domanda, proprio QUI!
Ecco, considerando questa domanda mi sono chiesto: conviene più vendere ad un concorrente la propria licenza di una serie TV, guadagnare di nascosto dallo streaming illegale oppure perdere clienti che non possono permettersi di pagare più abbonamenti? Facciamo due calcoli. Molte serie cancellate ultimamente avevano circa 3 milioni di spettatori di media (considerati pochi per chi ha deciso di cancellare Lucifer). Ora, consideriamo che il 25% del totale, quindi 1 milione di spettatori, guarda la serie in streaming su siti illegali… i fans ammonterebbero a 4 milioni, ma gli introiti arriverebbero legalmente solo dai primi 3 milioni.
Cosa ci guadagna chi gestisce un sito di streaming illegale? Considerando uno dei più conosciuti, che però non citerò, possiamo notare che prima di poter vedere una puntata si aprono almeno 5 pubblicità . Facendo un breve calcolo possiamo notare che se contiamo un guadagno di 1 centesimo a click (e sto andando al ribasso), per 5 pubblicità , per 1 milioni di utenti che guardano una serie TV da 10 puntate, il totale sarà di ben 500 mila euro.
Il gioco vale la candela?
Se il proprietario di un sito streaming illegale fosse un privato che va contro la legge per poter racimolare soldi, allora si! O meglio, non so quanto vale se poi vieni “acciuffato” con le mani nel sacco. Di sicuro non è la stessa cosa per le aziende internazionali. Quale società rischierebbe un simile scandalo per 500 mila euro? Soprattutto perchè vendendo la licenza per trasmettere la serie TV ad un proprio concorrente, anche se in ritardo di settimane, guadagnerebbe molto di più. Eppure questo non succede. Io capisco la concorrenza, ma vendere la licenza alla propria concorrente con un mese di ritardo dalla diretta della stagione sulla piattaforma originale, fa proprio male?
Insomma, a quanto pare Netflix e compagnia preferiscono perdere clienti e abbandonare serie TV invece di “collaborare” tra loro. A meno che…
Lascia un commento