Come aprire una startup in Italia? Vediamo qualche consiglio utile per lanciarsi nel mondo dell’imprenditoria innovativa
Per fondare una startup una buona idea non basta. Bisogna avere spirito imprenditoriale, capacità d’organizzazione e soprattutto concentrarsi sul consumatore per capirne le esigenze. Prima di aprire una startup è necessario stilare una lista di obiettivi da raggiungere, descrivere nel dettaglio servizi e prodotti offerti, analizzare i propri concorrenti e le caratteristiche del mercato e pensare alle strategie da mettere in campo. Tutto ciò sarà inserito in un documento che si chiama business plan.
Come scrivere un buon business plan
Nel business plan bisogna indicare nella copertina i dati anagrafici e indirizzo, numero di telefono e sede legale dell’azienda. Bisogna poi spiegare le ragioni che hanno portato alla nascita dell’azienda e gli obiettivi che si desidera raggiungere. Non deve mancare naturalmente anche una descrizione dettagliata del prodotto o servizio. Non basta una spiegazione sommaria! È molto meglio utilizzare grafici, diagrammi o video per essere quanto più esaustivi possibili e differenziarsi dai competitor. I dati raccolti devono essere concreti e non basati su semplici supposizioni. Per quanto riguarda l’analisi dei competitor, deve essere curata nei minimi dettagli. La domanda che bisogna porsi è: che cosa posso garantire al consumatore? Come lo porto a scegliere il mio prodotto o servizio, rispetto a quello di un mio competitor? Con un’accurata riflessione si può arrivare alla stesura di un buon business plan. Naturalmente, se non si è particolarmente esperti ci si può affidare a persone con una più grande esperienza o a commercialisti.
Aprire la propria startup
Per aprire una startup ci si può rivolgere ad un notaio, che redige l’atto costitutivo e lo deposita presso Registro delle imprese. In alternativa si può usare la piattaforma realizzata dal Registro delle Imprese e seguire la procedura per ottenere lo Statuto e l’Atto Costitutivo. Così facendo, l’atto pubblico viene redatto e firmato digitalmente. Sarà poi la piattaforma ad inviarlo all’Agenzia delle Entrate.
Finanziamento della propria startup
Molte aziende italiane chiedono un finanziamento in banca tramite il Fondo Centrale di Garanzia. Tuttavia, ci sono anche altri metodi, per esempio l’autofinanziamento e il crowdfunding, i premi e i finanziamenti pubblici, i programmi di accelerazione e i venture capitalist, disposti a investire su startup nelle prime fasi della propria espansione ma che abbiano un business plan valido. Qualunque siano i metodi di finanziamento scelti ti ricordiamo di prestare particolarmente attenzione a questa fase perché è anche la fase dove si può incorrere nella maggior parte degli errori.
Fondare una startup: consigli utili
Per avere una startup di successo non bastano motivazione e grinta. Alcuni imprenditori preferiscono agire da soli, ma non sempre è un bene. Infatti, avere un buon team disposto a lavorare per te è una ricchezza e ti aiuterà a prendere decisioni confrontandoti con i tuoi lavoratori. Un altro errore nel quale spesso si incorre è quello di fossilizzarsi sul prodotto, invece di attuare un vero e proprio scambio con i consumatori. Non avere paura di chiedere un feedback ai tuoi clienti. Avere un rapporto stretto con il tuo pubblico contribuirà positivamente alla tua immagine. Un ultimo punto molto sottovalutato è quello relativo alla fatturazione, alla realizzazione della fattura. Spesso si perde tempo e pazienza con metodi ormai superati. Uno strumento che è di aiuto a piccole aziende e startup è senza dubbio il sistema di fatturazione elettronica sviluppato da Invoice Simple, che permette di creare fatture in cloud, facendoti risparmiare tempo, denaro ed energia. Invoice Simple è disponibile non solo su PC ma anche come app mobile. È lo strumento privilegiato dalle startup e dai liberi professionisti.
In conclusione, fondare una startup è un processo molto delicato. Non basta avere un’idea ben precisa. Ci vuole anche costanza e voglia di mettersi in gioco. L’aspetto senza dubbio più cruciale, però, è la conoscenza del proprio pubblico. Difatti, è il prodotto o servizio che deve essere realizzato in base alle esigenze del consumatore, e non viceversa.
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