Negli ultimi anni è sempre più forte la voce che parla di Bitcoin e criptovalute in generale. Quello che sembrava fantascienza fino a qualche tempo fa, è ora una realtà sempre più vivida e importante. Piccoli e grandi investitori, economi, “addetti ai lavori” ma anche persone meno interessate all’evolversi dell’economia mondiale, si sono interessati a questo mondo
Per fare chiarezza sulla diffusione dei Bitcoin e delle criptovalute abbiamo chiesto supporto ad una serie di esperti del settore, autori dell’esaustivo testo in merito: Bitcoin e Criptovalute: funzionalità e rischi delle monete virtuali. Dopo una interessante e attenta lettura del menzionato ebook, abbiamo intervistato dunque i quattro autori dello stesso: l’avv. Damiano Di Maio, Andrea Danielli, Michelangelo Gendusa e l’avv. Gioacchino Rinaldi. Da precisare inoltre che la postfazione del libro è stata curata dall’avv. Fabrizio Vedana, vicedirettore generale di Unione Fiduciaria S.p.A.
Ecco le domande che abbiamo posto agli esperti sopraelencati per mettere a tacere qualche dubbio su Bitcoin e criptovalute.
Per iniziare, raccontanteci qualcosa sull’origine delle criptovalute e di come sono arrivate a creare tanto scompiglio nel mondo finanziario in breve tempo.
Le criptovalute, ed in particolare il Bitcoin, nascono dall’idea nel 2009 da un misterioso inventore, Satoshi Nakamoto, del quale ancora oggi non si conosce la reale identità. La loro forza ed attrattività per il mercato, in estrema sintesi, è data dalla loro convertibilità, economicità e decentralizzazione.
Riguardo a tale ultimo profilo, la criptovaluta è infatti slegata da qualsiasi forma di controllo accentrato su un solo individuo o su una sola istituzione (ad. esempio una banca centrale). L’assenza di intermediari e di regolatori fa si che i costi per le transazioni in criptovalute siano contenuti e suddivisi tra gli utenti facenti parte del network.
In che maniera le criptovalute influenzano l’andamento dei mercati in questo momento e come, secondo voi, lo faranno fra 10 anni?
Anche se la FED di Saint Louis ha integrato nel proprio paniere di indici economici quattro criptovalute, al momento non si può pensare che vi sia un’influenza delle criptovalute sui mercati finanziari: secondo alcune stime gli scambi di cripto sono lo 0,1% degli scambi sul Forex. Non è detto che la moneta sia la migliore applicazione delle tecnologie dietro a Bitcoin, come valuta mancano almeno due caratteristiche centrali: stabilità di valore e liquidità (facilità di disporre di quantità a piacere).
L’adozione delle criptovalute per effettuare pagamenti non cresce. Conviene tenerle invece di spenderle, se si pensa che il loro valore possa aumentare, la funzione di investimento ha cannibalizzato quella di mezzo di transazione. Perché possano esistere ancora tra 10 anni, le criptovalute devono cambiare, trovando una via per la stabilizzazione, per esempio agganciandosi ad asset reali, diventando strumenti sintetici. Infine, non dobbiamo dimenticare una minaccia ancora poco discussa, l’avvento di computer quantistici abbastanza potenti da far saltare la sicurezza criptografica oggi in uso.
Come scrivete nel vostro libro le criptovalute non possono essere definite un “bene rifugio”. Di conseguenza, non si può considerare come “sicuro” un investimento in tal senso. Detto questo, consigliereste ad una persona di ceto medio di investire i propri risparmi in questo settore?
L’investimento in criptovalute, come del resto evidenziato più volte dalle varie autorità di vigilanza nazionali ed europee, comporta rilevanti rischi. Chi desidera investire in critpovalute deve pertanto farlo nella piena consapevolezza delle possibili perdite, verificando la sua capacità di sopportazione di tali perdite ed essere consapevole che ad oggi non è ancora definito una quadro normativo di sistemi di tutela per tali perdite.
È opportuno quindi, soprattutto per soggetti che hanno una conoscenza del mondo finanziario limitata, approfondire la propria conoscenza in tema e rivolgersi ad operatori del settore per valutare la sostenibilità di eventuali investimenti in criptovalute.
Che benefici e che deficit porterebbe, a vostro avviso, un inserimento sempre maggiore nel mondo di una criptovaluta come il Bitcoin, soprattutto nei paesi meno sviluppati economicamente?
L’alto livello di inflazione e il difficile accesso al sistema bancario sono alcuni dei problemi tipici dei paesi emergenti. L’utilizzo del Bitcoin permetterebbe di ovviare a tali problemi e di garantire un accesso ai servizi finanziari e al credito che si tradurrebbe nella possibilità di un forte sviluppo, soprattutto per gli strati più poveri della popolazione. Queste persone non hanno quasi nulla, ma spesso hanno un telefono cellulare: questo mezzo, già diffuso anche nelle zone più remote del globo, basterebbe a garantire accesso a servizi finanziari. Con tutti i benefici in termini di occupazione e sviluppo che ciò comporterebbe.
Nonostante si parli sempre maggiormente di Bitcoin e di criptovalute l’essere umano è diffidente e pavido verso quello che non conosce. In che maniera si potrebbe, a vostro avviso, sensibilizzare il mondo verso questo tema?
Il consiglio è come al solito imparare nella pratica. Destinare 10 euro alla scoperta di come si acquistano Bitcoin su un exchange e come si ci procura un hot wallet, per poi verificare come avviene lo scambio di criptovaluta, magari con amici o parenti, penso sia il modo più stimolante ed effettivo per iniziare a imparare. Molti guardano alle criptovalute come ad un investimento, ma in realtà ciò che si scopre è che sono principalmente una nuova tecnologia che è utile imparare ad usare, con piccoli passi, nella pratica. Ben vengano, pertanto, corsi di educazione all’uso del Bitcoin che siano scollegati dal profilo dell’investimento finanziario.
Quali benefici porterebbe avere più criptovalute in circolazione a discapito delle valute correnti? Non si rischierebbe di incorrere in una bolla speculativa?
Apparentemente la bolla speculativa c’è già stata. L’aumento del valore del Bitcoin non è connesso all’aumento di valore di alcun soggiacente, ma unicamente alla diffusione di notizie sui mirabolanti ritorni di chi ha investito fino al 2016; inoltre, aiuta la facilità con cui è possibile acquistarne anche piccoli quantitativi senza dover passare da banche, intermediari e contratti da venti pagine. Delle 1600 criptovalute in circolazione, il 99% sono cloni che non aggiungono alcuno sviluppo a livello tecnologico; certamente almeno una decina di cripto presentano però caratteristiche molto interessanti. In sintesi, non vediamo particolari benefici: alcune delle caratteristiche delle criptovalute sono riproducibili anche con le monete elettroniche, ci aspettiamo pertanto una reazione da parte del mondo bancario e l’introduzione di nuovi prodotti per gestire i pagamenti.
Personalmente abbiamo trovato il vostro ebook davvero interessante, anche se alcuni aspetti sono strettamente legati (per ovvie motivazioni) al gergo legale e finanziario. Secondo voi chi dovrebbe leggere il vostro libro?
Sebbene alcune – limitate – parti del libro hanno un’impostazione più “tecnica”, che ci auguriamo possa essere utile per operatori del settore, in generale è destinato ad una platea anche di non tecnici. Abbiamo cercato di utilizzare un linguaggio il più possibile chiaro, anche utilizzando interessanti episodi che riguardano applicazioni nel mondo finanziario delle criptovalute, per ampliare la platea di lettori.
La nostra intervista riguardante Bitcoin e criptovalute termina qui!
Ringraziamo l’avv. Damiano Di Maio, Andrea Danielli, Michelangelo Gendusa e l’avv. Gioacchino Rinaldi per la disponibilità.
Speriamo che questo articolo possa aiutarvi a comprendere qualcosa in più sul mondo dei Bitcoin e delle criptovalute e vi invitiamo, qualora interessati, ad approfondire l’argomento sul ricco testo realizzato dagli intervistati. Questo fenomeno, che non è più esclusivo del mercato finanziario ad alto rischio, potrebbe riguardare anche i piccoli consumatori nel breve tempo, meglio tenersi pronti!
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Vecchio
5 Gennaio 2020 alle 18:26La risorsa eo.trade è abbastanza ben protetta, è supportata da un team di sviluppo professionale