La perdita di dati nel 2018 è costata in media 1,5 milioni di dollari a un’azienda italiana su cinque. Scopriamo i dettagli
È quanto emerge dal Global Data Protection Index – sviluppato da Vanson Bourne per Dell EMC – che ha studiato la maturità delle aziende in tema di protezione dei dati nel 2018.
Perdita di dati nel 2018: costata in media 1,5 milioni di dollari
La crescita dei dati gestiti dalle aziende italiane ha subito un incremento del 622% rispetto al 2016, con un valore medio di dati gestiti pari a 18,48 Petabyte. Quantità superiore alla media di paesi come la Germania (10,59 Petabyte), la Francia (11,22 Petabyte) e l’Inghilterra (10,8 Petabyte), ma anche rispetto alla media globale (9,7 Petabyte). Nel solo 2018, il 20% delle aziende italiane ha visto evaporare in media circa 1,5 milioni di dollari a causa della perdita irreparabile di dati sensibili.
C’è stato un boom di dati gestiti per le aziende italiane nel 2018: in crescita del 622% rispetto al 2016, con una quantità media di 18,48 Petabyte di dati gestiti. Negli ultimi 12 mesi, il 20% delle aziende italiane ha dovuto affrontare la perdita irreparabile dei propri dati, con un danno economico medio pari a circa 1,5 milioni di dollari.Infine, il 68% delle nostre aziende si è dovuto misurare con una serie di criticità di diversa complessità legate alla perdita dei dati, che hanno generato un’interruzione media dell’operatività di 18 ore e un costo ponderato di oltre 530 mila dollari.
Perdita di dati nel 2018: scendiamo nei dettagli
Dell EMC ha annunciato i risultati del terzo Global Data Protection Index, una ricerca che ogni anno analizza a livello globale lo stato dell’arte e la maturità delle aziende in tema di protezione dei dati. Dall’analisi della ricerca emergono i seguenti elementi salienti. Nel 2018, in Italia si è registrata una vera e propria esplosione dei dati gestiti dalle aziende, con un incremento del 622% rispetto al 2016, con un valore medio di dati gestiti pari a 18,48 Petabyte (vs i 9,7 Petabyte a livello globale). Si tratta di una quantità che è superiore rispetto ad altri paesi europei come la Germania (10,59 Petabyte), la Francia (11,22 Petabyte) e l’Inghilterra (10,8 Petabyte).
In questo contesto di crescita, con l’allargamento del perimetro dei dati disponibili, sono aumentati parallelamente i rischi per le aziende. Infatti, nel 2018, il 20% delle aziende italiane ha dovuto affrontare la perdita irreparabile dei propri dati, con un danno economico medio di circa 1,5 milioni di dollari. Il 68% delle aziende, invece, ha affrontato criticità più o meno risolvibili legate alla perdita dei dati. Alcune hanno causato l’interruzione dei servizi con una media dell’operatività di 18 ore e un costo ponderato di oltre 530 mila dollari.
Dal report, inoltre, emerge come il cloud computing stia cambiando lo scenario relativo alla localizzazione del dato e alla sua protezione sia in Italia sia nel resto del mondo. Nel Belpaese, l’utilizzo del cloud pubblico corrisponde ormai al 30% del totale degli ambienti IT delle aziende (vs 40% a livello globale). Nel mondo, infine, il 98% delle aziende intervistate che ha adottato il public cloud, lo considera come parte integrante della propria infrastruttura di data protection.
Il VP & GM Enterprise Sales di Dell EMC Italia, Marco Fanizzi, ha commentato:
Tecnologie emergenti quali l’Intelligenza Artificiale e l’Internet of Things sono elementi su cui un numero sempre maggiore di aziende sta puntando all’interno dei propri progetti di trasformazione digitale. Questo fattore sta generando un incremento significativo della quantità di dati da gestire e da trasformare in informazioni, previsioni precise per permettere ai manager e agli imprenditori di prendere, in tempo reale, decisioni strategiche sul business, attraverso l’impiego degli analytics. Tuttavia, il risvolto della medaglia è che si allarga il perimetro da proteggere e che strategie solide di data protection sono sempre più irrinunciabili per aziende di tutte le dimensioni.
Il VP & General Manager Commercial Sales di Dell EMC Italia, Filippo Ligresti, ha commentato:
Il potenziale di informazioni che le aziende oggi hanno a disposizione ha un valore significativo”,. “Questi dati – se correttamente gestiti ed analizzati – permettono di ottenere importanti vantaggi competitivi in termini strategici, ma anche di poter diventare molto più agili e veloci nel prendere decisioni di business basate su fatti e non sensazioni, riuscendo a influenzare o anticipare alcune tendenze del mercato. Non sorprende, quindi, che il 92% delle imprese a livello globale – secondo la ricerca – è già pienamente consapevole dell’importanza dei dati e che il 36% abbia già introdotto delle azioni concrete per valorizzarli a livello di business.
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