Mentre tutto il mondo discute di Nintendo Switch, la stampa non specializzata, da sempre alla ricerca del click facile, rispolvera il fantasma del “videogiocatore assassino”. Lanciando un chiaro attacco a chi usa il videogioco come mezzo di intrattenimento. Ancora una volta, il videogiocatore è una persona asociale e violenta
Durante le ore in cui Nintendo Switch ruba la scena internazionale, bisogna correre ai ripari per fare notizia in fretta. Giornali nazionali come Il Mattino e Il Corriere Della Sera tentano di sbarcare il lunario, con articoli beceri e alla stregua di giornaletti alle prime armi.
La cosa importante è fare notizia! Non importa né come né perché: i videogiocatori come gli assassini
In Italia il metodo più diffuso e più semplice di fare notizia è quello di sfruttare le paure delle persone. Dall’alba dei tempi l’uomo ha paura di quello che non conosce, come temevamo il fuoco in origine e come temiamo alcune tecnologie ora.
Parlare male dei videogiochi è come sparare sulla croce rossa. Il media è ancora in fasce e, anche se la sua distribuzione corre veloce al passo della sua maturità, ci vorranno ancora molti anni prima che venga capito per quello che è realmente.
I videogiochi possono realmente trasformare e plasmare il comportamento delle persone?
Quello che viene raccontato è che chi gioca a videogiochi violenti, presto o tardi si trasformerà in una persona violenta. La cosa che mi fa rabbia è che persone, che sono al di fuori del media, riescano a sparare sentenze a zero prive di alcun senso logico. Seguendo il ragionamento, ogni giocatore viene plasmato dal videogioco che utilizza. Mi chiedo, a questo punto, perché il mondo non sia pieno di giocatori di calcio.
Se giocando a GTA o a COD c’è una forte possibilità di sviluppare un istinto violento, come mai i giocatori di Fifa non sono tutti calciatori provetti? Perché chi gioca ad Assetto corsa, oppure a F1 non è in grado di scendere in pista e dimostrare il suo talento in auto? La risposta è molto semplice. Chi gioca a videogiochi calcistici in genere è amante di quello sport, come chi gioca a titoli di corsa è un appassionato di motori. Questo è un viaggio unilaterale. Non diventi pilota di caccia giocando ad Ace Combact, e non diventi un assassino giocando a Hitman.
Anche se non molto utilizzato, nel bel paese esiste un sistema di protezione per i più giovani
Ovviamente menzionare i metodi di controllo sarebbe impensabile in articoli contro i videogiochi. Il pegi, ad esempio, può aiutare un genitore a scegliere i titoli più adatti all’età del proprio figlio. Oltre al discorso fatto in precedenza, è importante dire che i videogiochi vengono utilizzati a tutte le età. I videogiochi si usano anche in età adolescenziale, ma questo non implica la trasformazione di bravi ragazzi in assassini. Sarebbe una cosa importante, far sì che vengano rispettati i sistemi di sicurezza per l’innocenza dei bambini e dei ragazzi. Ma come detto in precedenza gli strumenti esistono già, solo che non vengono sfruttati.
Sul retro di ogni videogioco c’è la dicitura “violento” o “contenente linguaggio scurrile” (ovviamente se ve ne è la necessità). Di conseguenza questi “input”, uniti alla conoscenza del proprio figlio, potrebbero essere utili. Io personalmente ho giocato a molti titoli non adatti alla mia età in passato. Resident Evil 2 lo giocai con mio fratello minore a soli undici anni. Come MGS lo giocai a soli dodici anni, ma questo non fece di noi degli assassini.
I videogiochi possono dare tanto e insegnare molto. Ma, soprattutto, non trasformano le brave persone in assassini
I videogiochi sono in grado di raccontare milioni storie e di farci visitare migliaia di mondi, ma non possono cambiare quello che siamo. Persone lontane dal mondo dei videogiochi, attaccano questo media senza ritegno. Per fare qualche click o semplicemente per avere qualche secondo di attenzione. Purtroppo è capitato in passato prima di ora e capiterà ancora. L’unica cosa che possiamo fare, è difendere il nostro media e andare avanti. Non è facile stare in silenzio davanti a letture del genere, ma l’unico modo per combattere l’ignoranza è non fare il suo gioco.
Se volete aggiungere qualcosa o dire la vostra, spero vivamente sfruttiate il box dei commenti. Diamo voce ad ognuno di voi!
Max
15 Gennaio 2017 alle 18:29Senza parole! Ho letto ancje il comunicato AEVSi! Hanno fatto bene!! MI chiedo come mai non si fa lo sesso discorso per la tv…….
Cristhian Greco
15 Gennaio 2017 alle 19:03Secondo me il problema si trova nella “giovane” età del media. Anche se rimane una cosa inaccettabile!