Una vera e propria stanza del tesoro: il meglio del gaming a 8 bit è l’oggetto della micro-recensione di oggi, Shovel Knight Treasure Trove
Con la conclusione della recensione di ieri, solo chi non ha giocato a Shovel Knight non avrebbe potuto aspettarsi che ne parlassimo oggi, non con Treasure Trove in giro. Per farla breve, il gioco d’origine ha riproposto (e, guardiamoci in faccia, edulcorato) l’era dei videogiochi a 8 bit proprio come la ricordano i più nostalgici. Il che è un bene: l’avventura di base, ormai retrospettivamente sottotitolata Shovel of Hope, si traduce in un viaggio nel meglio del meglio nel level design di Mega Man, con l’ausilio di oggetti equipaggiabili come nei migliori Castlevania, una meccanica di rimbalzo presa da DuckTales per NES e le dinamiche di combattimento di Zelda II. Aggiungiamoci poi una morte come mero rito di passaggio, con la possibilità di recupero identica a Dark Souls. Ed è solo l’inizio!
Shovel Knight Treasure Trove, ventesima recensione del Calendario di Nintendo Switch
Non contenti del già ottimo risultato di base, forti del successo (col senno di poi, meritato) su Kickstarter, i ragazzi di Yacht Club Games hanno incluso altre quattro esperienze di gioco. Da questo, dunque, il quadro generale ha elevato il “semplice” Shovel Knight al letterale Treasure Trove che è diventato oggi. Se però l’equivalente medievale di Mega Man ha ricevuto tanto successo, difficilmente è da imputare a Plague of Shadows, la prima campagna extra. In essa, il boss Plague Knight ha i suoi piani: da lì, un’avventura in cui movimento e attacchi dipendono dalla sua combinazione di pozioni. Né più, né meno. Decisamente l’anello debole dei cinque.
All’estremo opposto abbiamo Specter of Torment, un prequel delle prime due campagne dedicato a Specter Knight. Al di là della trama struggente, il level design cambia in favore di un metroidvania vero e proprio. Se però avete nostalgia di Wario Land (noi di sicuro), non temete: ci pensa King of Cards, mescolando livelli più compatti, una storia scanzonata e un minigioco di carte collezionabili capace di distrarre per ore. Infine abbiamo Showdown, che rende giocabile quasi l’intero cast del gioco (o dei giochi?) in un delirante platform fighter (che, in qualche modo, ha una trama anche lui). Arricchito da Jake “com’è possibile non avergli ancora dedicato una puntata di Musica & Videogiochi” Kaufman agli spartiti, il gioco vale ogni centesimo: se lo trovate scontato, non avete scuse.
Ora sta a voi dirci la vostra: avete giocato a questo capolavoro? Fatecelo sapere qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttoteK per tutte le notizie più importanti per i gamer e non solo. Per i vostri bisogni puramente videoludici, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Instant Gaming.
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