Ho sempre avuto un rapporto difficile con la visuale in prima persona nei videogiochi, ma grazie alle acrobazie di Faith Connors sono riuscita ad accettarla come compagna di giochi. Vi racconto la mia esperienza!
Come videogiocatrice non sono particolarmente amante della visuale in prima persona. All’inizio della mia carriera videoludica ho sempre rifiutato i videogiochi con questa particolarità, preferendo di gran lunga quelli con visuale in terza persona. Diciamo che ho sempre amato vedere il mio bel personaggio per intero, osservandone ogni aspetto possibile ed immaginabile, primo fra tutti il vestiario e la capigliatura (che ci volete fare, sono donna!). Con il passare degli anni però mi sono un po’ “evoluta” ed ho iniziato a sbirciare qualche titolo con visuale in prima persona.
Di certo ricorderete la mia fissa per Alien Isolation, che di certo non mi avrebbe fatto un particolare effetto se fosse stato in terza persona! In questo articolo però non parlerò di Alien (vi ho già stressato abbastanza!), ma mi occuperò del videogioco grazie al quale mi sono avvicinata alla visuale in prima persona, ovvero Mirror’s Edge.
Pronti? Si parte!
Mirror’s Edge, sviluppato da DICE e pubblicato da EA nel lontano 2008, è stato il mio trampolino di lancio verso i videogiochi con visuale in prima persona. All’inizio, dopo aver visto le prime immagini trapelate in rete, ero convinta che fosse un videogioco in terza persona. Non ricordo perché mi ero fissata su quest’idea, ma ero proprio convinta!
Le immagini mi avevano incuriosita particolarmente: le locations con quei colori particolari, Faith la protagonista con l’assurdo tatuaggio sotto l’occhio, il suo abbigliamento semplice e sobrio ma al tempo stesso così caratteristico. Insomma, mi ero infatuata ben bene! Quindi potete immaginare l’entusiasmo iniziale (il famoso hype!), sommato alla convinzione che fosse in terza persona… ero praticamente già partita in quarta per questo videogioco.
Poi, un giorno, la terribile rivelazione.
Mirror’s Edge è in prima persona.
Cosa?
Non potevo crederci, come era possibile? Io ero sicura, più che sicura che fosse in terza persona! Ma no, ma no, è in terza persona, ho guardato male.
E invece no. No Elisa, no! Prima persona. Confermato. Che dire, ero disperata!
In principio decisi che non lo avrei comprato. Ero troppo infastidita dalla visuale ed ero convinta che niente e nessuno sarebbe riuscito a farmi cambiare idea. E infatti lo giocai parecchio tempo dopo la sua uscita! In seguito alla terribile scoperta accantonai quindi Mirror’s Edge, ma nei più profondi meandri della mia wishlist era ancora lì, un po’ nascosto ma scritto in grassetto. Non ricordo con esattezza quanto tempo passò, ma dopo alcuni mesi Faith decise che era arrivato il momento di tornare a tormentarmi. Iniziai a guardarmi qualche gameplay su YouTube, mantenendo però un atteggiamento scettico e più che decisa a non lasciarmi condizionare. Però si sa, quando un videogioco ci colpisce fin dai primi attimi è difficile poi fare finta di niente, nonostante abbia qualcosina che non ci garba.
Nel mio caso non era proprio qualcosina, piuttosto qualcosona visto che tutta la meccanica e l’enfasi di Mirror’s Edge si basa sulla visuale in prima persona! Ma nonostante questo ostacolo apparentemente insormontabile, Faith è riuscita ad avere la meglio su di me. Quindi, da atteggiamento ostile e scettico, sono pian piano passata ad un atteggiamento incredibilmente interessato e incuriosito, portandomi ad essere sempre più intenzionata a mettere le mani su questo fantomatico titolo. Finché BUM! Sette miseri euro da GameStop. Era arrivato decisamente il momento di acquistarlo.
“Ma non ti viene il mal di mare con quella visuale e tutti quei salti nel vuoto?”
Commento di mio fratello, quando mi vide giocare a Mirror’s Edge per la prima volta. Certo, mal di mare direi proprio di no però un certo effetto me lo fece, considerando anche il fatto che non ero proprio abituata a quel tipo di visuale! Un gioco completamente nuovo e praticamente quasi mai visto prima d’ora, amalgamato con la mia scoperta della visuale in prima persona… in poche parole Mirror’s Edge mi ha aperto un mondo nuovo all’interno del panorama videoludico.
“Mi fai provare il gioco della tizia che corre sui tetti?”
Sempre mio fratello, anche lui incuriosito dalle incredibili prodezze di Faith. Personalmente credo che Mirror’s Edge sia proprio un titolo che incuriosisce, poiché porta con sé delle novità parecchio rilevanti, sgomitando tra un panorama videoludico che purtroppo propone spesso e volentieri cose già viste e riviste. Da videogiocatrice credo che questo sia un titolo da provare almeno una volta nella vita, come si suol dire! Impersonare Faith è una bella esperienza, ti fa sentire libero e in un certo senso ti fa sentire anche invincibile.
Insomma, non sono molti i giochi che permettono una libertà di movimento simile, intendendo ovviamente le sfrenate corse sui tetti della citta, i percorsi di parkour e i salti a rotta di collo tra un tetto e l’altro della città. Questo ovviamente all’epoca, ovvero nel lontano 2008! Ora sono passati parecchi anni e di giochi simili se n’è visto qualcuno di più, come per esempio Dying Light, videogioco survival horror in prima persona. Non l’ho provato personalmente (dovrò rimediare!), e di certo come trama non ha nulla di simile a Mirror’s Edge, ma la libertà di movimento che abbiamo citato prima è più o meno simile, solo applicata in un contesto diverso. In Dying Light l’elemento “parkour” è costantemente presente, quasi come in Mirror’s Edge, solo che è stato inserito in uno scenario post-apocalittico, quindi molto differente da quello del titolo sviluppato da DICE.
In conclusione mi sembra doveroso ringraziare Faith per avermi convertita, almeno in parte, alla prima persona. Continuerò ad apprezzare maggiormente i titoli in terza persona, questo è certo, ma già il fatto che in Fallout 4 (dove si può scegliere la visuale) preferisco di gran lunga la prima persona alla terza… beh, è già un bel traguardo!
(in offerta su amazon.it)Da non perdere!
Lascia un commento