Blizzard è in un periodo di transizione, reduce da grandissimi insuccessi in alcuni campi e videogiochi, scopriamo la storia e i piani per il futuro di questa casa iconica
La Blizzard Entertainment è uno dei nomi più iconici del mondo dei videogiochi. I titoli sviluppati e pubblicati dall’azienda statunitense sono diventati delle vere e proprie pietre miliari, giocate tuttora ed apprezzate a tal punto dall’essere studiate per la loro altissima qualità. Quasi ogni videogioco Blizzard è riuscito negli anni a catturare tantissima attenzione, generando una comunità di fedeli attorno ad essi tra le più forti di sempre.
Tutto ciò era possibile perché il prodotto dimostrava di possedere il più delle volte: o una grande originalità nella sua progettazione oppure un’ottima implementazione di meccaniche già note, ma riviste e migliorate allo stato dell’arte. Va detto di contro che Blizzard ha sempre impiegato molto tempo nello sviluppo dei propri titoli, facendosi a volte attendere per veramente tantissimo tempo. Un esempio lampante è il caso di Starcraft II Wings of Liberty (2010), prima parte di una trilogia a fare da secondo episodio al primo Starcraft, uscito nel lontanissimo 1998.
Nell’ultimo periodo tuttavia la famosa azienda di videogiochi sembra aver virato drasticamente il proprio lavoro, riscontrando poco apprezzamento con gli ultimi prodotti. Poco dopo l’uscita di Overwatch, altro successone che ha dato il via a numerosi cloni, Blizzard ha tentato di proporre nuovi titoli non proprio di successo, ma che hanno al contrario fatto arrabbiare la comunità di fedeli. Com’è quindi la situazione attuale dell’azienda? Si sta riprendendo e tornerà ai fasti di un tempo o ha deciso di dedicarsi a tutt’altro?
Il caso Starcraft II
Il primo Starcraft divenne uno strategico in tempo reale modello. Civiltà molto differenti ed originali che imponevano di reagire con velocità ed attenzione. Una campagna lunga, per gli standard attuali, che possedeva una trama intrigante per il genere. Ad esso seguì un’espansione altrettanto di qualità. Era il lontano 1998 e assieme a lui esistenvano altri strategici in tempo reale di altissimo livello in quegli anni, ed ancora molti sarebbero arrivati di lì a poco.
Nonostante ciò Starcraft si impose al punto da diventare un vero e proprio sport elettronico, enormemente apprezzato in Corea del Sud. Il secondo capitolo, Starcraft II, venne annunciato nel 2007 e l’uscita del primo di tre episodi, avvenne nel 2010. Come disse Tychus, uno dei personaggi nel primo trailer: “Diavolo, era ora!”. La prima parte, Wings of Liberty, fu enormemente apprezzata dal pubblico, sebbene l’esistenza di alcune lamentele minori.
Con qualche anno arrivarono anche gli altri due episodi del secondo capitolo (Heart of the Swarm e Legacy of the Void), che non riuscirono mai a bissare il successo del primo. La stessa campagna era meno ispirata rispetto alla prima parte e le modifiche al gioco, tese a bilanciarlo di continuo, rendevano complesso il ritorno su di esso dopo momenti di pausa. Nonostante tutto un piccolo zoccolo duro di giocatori rimase sul titolo e Blizzard continuò ad aggiornarlo con missioni cooperative dedicate e nuove operazioni per la campagna per tenerlo quanto più fresco possibile.
Nuove politiche di mercato – Blizzard: storia e futuro
Di pari passo a queste ultime novità, posteriori alla conclusione della “trilogia”, sono state adottate da Blizzard politiche nuove per attirare nuove gente su un gioco in via di declino. I giocatori infatti, escluso il sempre verde World of Warcraft, si sono mossi su altri generi abbandonato lo strategico futuristico.
Per questa ragione quelle che erano espansioni (Heart of the Swarm e Legacy of the Void) diventarono stand-alone per poi arrivare alla resa disponibile gratuita di quasi tutto il comparto multigiocatore e della prima campagna (quella dei Terran).
Per mantenere un’entrata monetaria stabile sono state presentate skin, emblemi e quant’altro potesse garantire delle microtransizioni utili all’azienda. Il risultato di tutto ciò non fu altro che provocare rabbia in chi aveva speso molto nei giochi alla loro uscita, comprando magari le non economiche edizioni da collezione.
L’avvento poi della Remastered di Starcraft, disponibile unicamente a pagamento anche a chi aveva ricomprato Wings of Liberty in edizione da collezione (conteneva il primo Starcraft), ha decretato un certo malcontento tra i più fedeli.
World of Warcraft e Warcraft III – Blizzard: storia e futuro
Altra serie famosissima di strategici di casa Blizzard, ambientata in un mondo fantasy piuttosto che fantascientifico. Le caratteristiche di base sono più o meno le stesse, ma le civiltà sono molte di più rispetto al cugino futuristico. Storia sempre interessante, grande necessità di comprendere le capacità di ogni fazione e numerosi capitoli. Nel 2002 uscì l’ultimo dei capitoli di questa serie, Warcraft III: Reign of Chaos, apprezzato unilateralmente da pubblico e critica, seguito da un’espansione altrettanto gradita: The Frozen Throne.
Due anni dopo Warcraft III arrivò World of Warcraft, uno dei MMORPG più longevi e remunerativi di sempre, che segnerà una nuova era per Blizzard. Da allora gli aggiornamenti ed espansioni per l’edizione GDR online di Warcraft diventeranno tali che mai più si vedranno nuovi capitoli della saga “originaria”.
La serie strategica verrà di fatto abbandonata e, come dichiarato recentemente dall’azienda, non vi è intenzione di pubblicare un quarto capitolo della serie. Al contrario è stata invece proposta una Remastared di Warcraft III, intitolata Reforged, così come era stato fatto per Starcraft.
Forse per via dell'”insuccesso” sul lunghissimo periodo di Starcraft II, Blizzard ha deciso di virare e tentare qualche altra carta, come la ben visibile operazione nostalgia iniziata con Starcraft Remastered ed ora proseguita con Warcraft.
Diablo Immortal invece di Diablo IV? – Blizzard: storia e futuro
Uno degli ultimi gravi insuccessi di Blizzard è da imputarsi alla serie di Diablo. Dopo due primi capitoli favolosi, che ebbero un successo enorme, il terzo venne accolto più tiepidamente, soprattutto dallo zoccolo duro dell’utenza. Ad anni ormai dall’uscita di quel terzo episodio si diffuse la voce che una nuova iterazione si sarebbe presto presentata al pubblico, ma la rabbia e lo sconforto generati da essa furono inaspettati, come inatteso fu che fosse un gioco per cellulari, Diablo Immortal.
Per quanto ancora non sia ufficialmente uscito, gran parte del pubblico non ha apprezzato per nulla la deriva del prodotto, specialmente dopo tutta la pubblicità e l’aspettativa che era stata creata attorno ad esso dalla stessa azienda. Le ripercussioni furono tragiche, con tanto di articoli scritti da fan (e non solo) per mostrare il disprezzo del pubblico verso una politica di cambiamento che non rispecchiava gli interessi dei più affezionati.
Il colpaccio di Overwatch ed Heartstone, ed il fallimento di Heroes of the Storm
Overwatch fu una bomba, un titolo nuovo e colorato unicamente dedicato al multigiocatore. In pochissimo tempo diventò un fenomeno vero e proprio. Solo l’arrivo dei battle-royale, guidati dall’onnipresente Fortnite di Epic Games, riuscirono a far perdere un po’ del successo al prodotto, che ancora oggi è comunque tra i più giocati al mondo.
Prima di tale successo vi era stato Heroes of the Storm, un MOBA che cercava di catturare una fetta del pubblico video ludico, all’epoca in gran parte su League of Legends e DOTA II. Il risultato fu mediocre, per quanto il videogioco fosse comunque apprezzabile. In pochi vi si trasferirono e sul lungo andare la maggior parte preferirono ritornare sui propri passi, abbandonando il titolo al suo destino.
Differente discorso invece va fatto per Hearthstone, gioco di carte che si è rivelato essere l’ultimo dei grandi successi Blizzard finora. Dopo la sua uscita, una valanga di concorrenti ha tentato in tutti i modi di emularne le caratteristiche, arrivando a volte a fare delle copie al limite del plagio, ma senza riuscire mai a ripetere tale successo. Si tratta forse di uno dei titoli con il supporto maggiore in questo periodo, che continua a ricevere senza fine numerosi aggiornamenti ed espansioni.
Che intenzioni hai? – Blizzard: storia e futuro
Parlando anche personalmente, sembra che Blizzard sia ormai stufa dei grandi titoli prodotti nel suo passato. Overwatch è stato un toccasana per l’azienda, a cui credo renda più che sufficientemente già il solo World of Warcraft. Saghe storiche come Starcraft, Warcraft (lo strategico) e Diablo, sembrano essere un difficile compagno con cui vivere. Sviluppare dei seguiti per dei titoli così celebri è sempre difficile.
Per quanto richiesta, è probabile che l’uscita di Warcraft IV lascerebbe una grande fetta di scontenti. Si tratterebbe del seguito del forse più apprezzato episodio della saga e modificarne le caratteristiche anche solo per rinnovarle sarebbe rischioso. Al contrario un’operazione nostalgia è del tutto esente da pericoli. Si propone lo stesso prodotto con solo un comparto tecnico più al passo con i tempi, sebbene si tratti di nulla di eclatante.
Un nuovo Diablo è anch’esso improbabile. Specialmente dopo lo scotto avuto ancora prima del lancio di Immortal. Starcraft invece si avvicina a dinamiche più free-to-play per mantenere un certo pubblico attivo non senza difficoltà. Gli unici a reggere bene sembrano essere il classico World of Warcraft ed i due “nuovi” arrivati: Overwatch e Hearthstone (anch’essi pieni di acquistabili).
D’altra parte Blizzard poggia le sue fondamenta più solide su generi (strategici) che non vanno più così tanto di moda. Richiedono grande esperienza per essere giocati e non fanno sconti nemmeno ai più esperti quando si va in partita. Difficilmente gli utenti che affollano i titoli più blasonati si muoveranno su concorrenti non così immediati.
E chi invece è sempre stato presente?
Nonostante questo è comunque triste per i più fedeli, notare che vengono spesso lasciati in disparte dalle manovre di mercato dell’azienda. Quanti avevano comprato l’edizione da collezione di Wings of Liberty? Si poteva dar loro gratis la remastered del primo, visto che era incluso nella chiavetta USB di Raynor, no?
D’altra parte la possibilità di acquistare nuove skin od altro materiale va bene, ma dare uno schiaffo a chi ha comprato il tuo gioco invece di un altro, non mi sembra proprio la mossa più giusta, anche se il genere è ormai morente. È giusto tentare la fortuna in campi che sono attualmente più remunerativi, si tratta pur sempre di questo lo scopo, ma a volte bisogna anche saper apprezzare la propria comunità.
Voi cosa ne pensate? Siete rimasti scontenti per qualche manovra di mercato da parte di un’azienda, che magari dopo un acquisto ha cambiato alcune carte in tavola? Fatecelo sapere nei commenti!
Valentino Francesco Mannara
23 Settembre 2019 alle 16:00Ritengo che sia utile che Blizzard si muovi sul fronte dei sistemi operativi Open Source (Linux).
Infatti non è possibile che titoli importanti su Steam sono disponiibli per il sistema del pinguino mentre Blizzard continua ad essere cieca su questo fronte.
Con le DirectX, oltretutto, è tutta una gran rottura di scatole, mentre con le librerie OpenGL è tutt’altra faccenda.
La miopia di Blizzard non fa bene ai suoi affari, avendo Starcraft 2 e non poterci giocare più perché diversi come me ne hanno piene le tasche di Windows sono praticamente tagliati fuori.
Tra Blizzard, Rockstar e diverse altre software house, ci sarebbe solo da tirargli un cazzotto sulla testa, così almeno si danno una sonora svegliata.
Silvestro Iavarone
23 Settembre 2019 alle 18:40Ti avrei dato ragione fino ad un po’ di tempo fa, ma, effettivamente, la quantità di persone che utilizza Linux come sistema operativo di casa sono veramente poche, giusto gli addetti ad alcuni lavori informatici. A differenza di Windows ci sono troppe differenti distro che non fanno avvicinare l’utente medio al sistema operativo. Stare a sviluppare un titolo per una fetta piccolina di utenza non credo valga la pena in termini monetari. Contando inoltre il fatto che chi ha Linux, spesso non gioca proprio, oppure fa una partizione e vi installa Windows (o ha una console).
MoNo.STORM
24 Settembre 2019 alle 21:40Ottimo articolo, comunque sono ormai forse 14 anni che gioco a Warcraft fino a Frozen Throne e ancora non mi stanca e scopro sempre nuove cose. Semplicemente unico nel suo genere!! La community ancora esiste
Silvestro Iavarone
25 Settembre 2019 alle 8:29Innanzitutto grazie! Warcraft è sicuramente uno degli strategici in tempo reale più importanti della storia video ludica, uno dei primi a definire certi canoni. Purtroppo è un genere ormai riservato a poca gente con l’aumentare del pubblico di videogiocatori, il che mi rattrista essendone un appassionato. La comunità esiste ovviamente, come per Starcraft, Company of Heroes, Age of Empires e molti altri RTS. Purtroppo è veramente poca roba, se confrontata ad altri titoloni attuali. Per questa ragione credo che Blizzard sia intenzionata ad abbandonare, o a trasformare notevolmente, i suoi prodotti di questa tipologia.