I videogiochi negli anni sono diventati una delle realtà di intrattenimento principali per gente di tutte le età. Con il progresso tecnologico l’immersività e il realismo dei videogiochi sono cresciuti esponenzialmente, fino a trasformare ciò che prima era considerata una semplice sessione di gaming, in una vera e propria esperienza videoludica a 360°: scopriamo quali sono i videogame con il miglior comparto audio degli ultimi anni
L’evoluzione dei videogiochi è avvenuta gradualmente negli anni e, mentre le modalità di storytelling e di gameplay sono rimaste sostanzialmente immutate, il comparto video e quello audio hanno subito numerose trasformazioni. Mentre il comparto video è cambiato radicalmente sia nella fase di produzione che in quella di sviluppo, il comparto audio è cambiato poco nelle fasi di realizzazione, ma molto nella forma e nello sviluppo, grazie anche all’integrazione negli engine dell’utilizzo del multicanale e dell’audio binaurale, come vedremo più avanti. In questo articolo stileremo una classifica dei 10 videogiochi col miglior comparto audio, prendendo in analisi e tenendo in considerazione sia la colonna sonora che il sound design di ognuno.
10) Mass Effect 3 (2012) | Miglior comparto audio
Al decimo posto della nostra classifica per il miglior comparto audio troviamo Mass Effect 3. L’intera saga di Bioware, narrante le avventure del comandante Shepard, è entrata nel cuore dei videogiocatori per diversi motivi: dalla scelta delle ambientazioni alla versatilità del gameplay, passando per un audio particolarmente curato nel sound design. Mentre la colonna sonora in sé non spicca artisticamente se messa a paragone con altre saghe dello stesso genere (vogliamo paragonarla con quella di Halo?), il comparto sound design è veramente ben fatto.
Nel terzo capitolo della saga le esplosioni, gli spari e l’ambiente riescono a regalare un’ottima immersività e, rispetto ai due capitoli precedenti, anche i dialoghi sono stati decisamente migliorati. Ma il vero game changer viene giocato dall’intero comparto audio dedicato ai nemici; ogni razza aliena ha la sua caratteristica e il suo sound che li rendono decisamente riconoscibili all’orecchio del giocatore, e allo stesso tempo riescono a dare un determinato mood alla situazione che si sta giocando. E poi parliamoci chiaro: chi non se l’è fatta sotto sentendo il richiamo dei Razziatori?
9) Portal 2 (2011) | Miglior comparto audio
Al nono posto troviamo Portal 2, seguito del super acclamato (quanto innovativo) Portal, rilasciato nel 2007 da Valve. Entrambi i giochi sono caratterizzati da un mood inquietante, dettato sia dall’ambientazione futuristica post-apocalittica che dall’humor nero delle “macchine” che incontriamo nel gioco. Sono proprio quest’ultime a sposarsi alla perfezione con il suond del gioco; qui, al contrario di quanto detto con Mass Effect, il sound design (seppur curato e decisamente azzeccato) è abbastanza semplice, mentre il discorso della musica è leggermente più articolato.
Infatti, restando nel dominio del “robotico” dell’intero gioco, la musica è completamente elettronica e sembra quasi essere stata prodotta dalle macchine all’interno del gioco. La voce è pesantemente elaborata per andare incontro al mood del gioco, i suoni sono prevalentemente di sintesi e i testi delle canzoni sono tanto post-futuristici quanto inquietanti. Il tutto riesce a fondersi perfettamente in un’eccellente esperienza audiovisiva, che fa provare al giocatore/ascoltatore una varietà di sentimenti, dal divertimento alla malinconia, difficile da dimenticare. Qualcuno ha dimenticato quel simpaticone di Wheatley? Io, sicuramente no.
8) The Last of US (2013) | Miglior comparto audio
Uno dei giochi più belli, coinvolgenti ed emozionanti della storia videoludica (e sfido chiunque a dire il contrario!). In questo capolavoro targato Naughty Dog, viene raccontata la storia di Joel ed Allie, impegnati a sopravvivere in uno scenario post-apocalittico a seguito di un contagio che ha decimato e trasformato la popolazione. La colonna sonora, scritta e prodotta da Gustavo Santaolalla, è stata composta e registrata interamente con strumenti acustici.
Sound design e musica sposano perfettamente il mood del gioco, non senza un paio di trucchetti decisamente intelligenti. Uno è quello della chitarra; la colonna sonora, infatti, è stata prevalentemente composta e suonata con una chitarra acustica, e nel gioco Joel suona uno strumento (che prometterà di insegnare ad Ellie). Indovinate di che strumento si tratta?
Un altro trucchetto (già utilizzato in precedenza, numerose volte) è quello dell’ interattività del sound desing all’interno del gameplay: determinate “classi” di nemici reagiranno in base ai suoni prodotti da Joel o Ellie, come i loro passi, bottiglie scagliate come diversivo ed esplosivi. Nonostante questa scelta sia stata utilizzata abbondantemente nella storia dei videogames, qui contribuisce a rendere l’esperienza “stealth” di The Last of Us decisamente valida e coinvolgente, aggiungendo legna ad un fuoco decisamente ricco, caldo e avvolgente. E poi quei clicker…
7) Metal Gear Solid 3: Snake Eater (2004) | Miglior comparto audio
Restiamo nella categoria “capolavori” e, al 7° posto, troviamo la saga di MGS col terzo capitolo, probabilmente il più bello di tutti e capolavoro indiscusso: Snake Eater. Ambientato nella guerra fredda (gioco prequel), il nostro amato Snake si trova ad affrontare l’Unità Cobra, un’unità speciale che è stata usata durante la seconda guerra mondiale dagli USA, al comando di una misteriosa donna chiamata The Boss.
Anche in questo caso, come in The Last of Us, viene utilizzato il metodo dell’interattività dell’audio nel gameplay, per arricchire il già perfetto lato stealth del gioco. La colonna sonora, composta da ben 43 brani, è stata prodotta e composta da Harry Gregson-Williams e Norihiko Habino. L’intera produzione ha visto l’impiego di una numerosa orchestra (e quindi tanti tanti soldi), infatti gran parte della soundtrack è strumentale (sul mood delle soundtrack dei film di 007), ad eccezione del tema principale del gioco, ricorrente in tutti i capitoli della saga.
Kojima stesso ha dichiarato di voler inserire alcuni brani di David Bowie all’interno del gioco ma poi, a causa del cambiamento radicale del concept e l’elevato costo dei diritti di concessione, ha dovuto rinunciare. Inoltre, il brano di chiusura del gioco è stato scelto quasi per errore; infatti, un collega aveva suggerito di ascoltare un artista chiamato Stellastarr a Kojima, che invece ascoltò (erroneamente) un artista chiamato Starsailor. Il brano “Way to Fall” gli piacque così tanto che decise, per l’appunto, di utilizzarlo come ending theme. Ah, il caro vecchio Hideo…
6) Shadow of the Colossus (2005) | Miglior comparto audio
Shadow of the Colossus (potete trovare la recensione del remake a questo indirizzo) è probabilmente uno dei giochi più controversi e pieni di sorprese delle scorse generazioni di console. Sviluppato in esclusiva per PS2 nel 2005 dal Team Ico (creatori anche del gioco Ico, per l’appunto), ci permette di vivere le avventure di Wander, intento a riportare indietro dal regno dei morti l’amata.
Per far ciò, il nostro “eroe” deve sconfiggere le anime di 16 colossi, pagando le loro anime come tributo. I colpi di scena all’interno del gioco non mancano (e con essi i sensi di colpa) e l’intera storia verrà più volte messa in discussione. Anche qui la colonna sonora è interamente strumentale (prevalentemente orchestrale), con la presenza di un coro ad arricchire e rendere l’intera atmosfera del gioco particolarmente onirica.
A questo pro il compositore Kow Otani, già famoso per aver lavorato a diversi anime e nel cinema degli anni ’90, è stato scelto proprio per la sua caratteristica di conciliare tra di loro strumenti a fiato, cori e orchestra, in maniera tale da costruire un mood magico sospeso tra angoscia ed allegria, che sposa perfettamente le scelte stilistiche del gioco.
A fare da perfetta cornice a tutto ciò c’è la scelta dei colori dell’intero gioco che fanno da collante ad un’esperienza mistica e decisamente coinvolgente. La colonna sonora, composta da 42 brani, piacque così tanto da venir successivamente rilasciata (ahimè, soltanto in Giappone) in una raccolta chiamata “Roar of the Earth”, nello stesso anno. Per chi non l’avesse giocato, recuperatelo. Non ve ne pentirete.
5) Ico (2001) | Miglior comparto audio
Ok, se avete giocato Shadow of the Colossus, è arrivato il momento di giocare anche Ico. Se non avete giocato nessuno dei due, giocateli subito. Se l’avete fatto, che dio vi benedica. Scherzi a parte, Ico è il sequel spirituale (e non solo) di Shadow of the Colossus, sebbene uscito ben 4 anni prima. Il gioco è stato sviluppato, come detto in precedenza, dal Team Ico. La storia parla appunto di Ico, un ragazzino allontanato dal proprio villaggio e confinato in un castello in una foresta a causa delle proprie corna, viste dagli abitanti del villaggio come presagio di sventura. Il mood del gioco è molto simile a quello di Shadow of the Colossus; i colori sono fondamentalmente quelli, l’atmosfera che si respira è ancora una volta misteriosa e decisamente onirica, e anche il gameplay è molto simile.
Per quanto riguarda l’audio, invece, il discorso è leggermente diverso; il sound design prende più spazio rispetto al lavoro svolto in Shadow of the Colossus, e la colonna sonora è molto più ricca di elementi elettronici. L’elaborazione del suono è molto più profonda e ricercata, dovendo compensare anche ad un organico strumentale abbastanza ridotto. Quest’ultimo è decisamente meno ricco rispetto al suo “prequel”, ma grazie all’uso di enormi riverberi, sequenze ricorrenti e granulatori, l’audio tiene incollati allo schermo e rende l’esperienza decisamente immersiva (ed anche abbastanza inquietante).
Anche in questo caso, la colonna sonora (composta e prodotta da Michiru Oshima) ha riscosso un enorme successo in Giappone e venne rilasciato, nello stesso anno, un CD con le 12 tracce dal titolo “Melody in the Mist”. Il CD è stato successivamente commercializzato anche nel resto del mondo, e se non l’avete ancora comprato, vi consiglio di farci un pensierino.
4) Silent Hill 2 (2011) | Miglior comparto audio
Ok, probabilmente con questa scelta andrò un po’ contro corrente, ma lasciate che vi spieghi. Silent Hill 2 (a parer mio, il miglior gioco horror mai realizzato) riesce a tenere il gamer incollato allo schermo per ore, nonostante sia così angosciante e terrificante da strapparsi via la faccia e andare a letto con le luci accese. Questo, oltre alla superba gestione dei tempi di gioco, degli enigmi, delle ambientazioni e dei personaggi, è dato indubbiamente dalle scelte stilistiche del compositore e sound designer Akira Yamaoka.
L’equilibrio creato tra il sound design e le musiche di gioco è quasi perfetto, e l’utilizzo del silenzio in determinate sezioni del gioco è studiato appositamente per mantenere alta la suspense nel giocatore (con ottimi risultati). Il fatto che il compositore sia stato anche il sound designer del gioco (sebbene non per intero) è riscontrabile in molte delle scelte adoperate per la composizione della soundtrack. Nonostante siano presenti diversi strumenti acustici tra cui chitarre e pianoforti, la maggior parte dei suoni è sintetizzata ed estremamente elaborata (utilizzando prevalentemente lunghi tempi di riverbero, delay e granulatori), per creare nell’ascoltatore un senso di inquietudine e disagio persistenti, alternati ai già citati momenti di silenzio.
Inutile dire che il gioco sound design-musica/silenzio ha funzionato alla perfezione, e per avere un risultato altrettanto funzionante quanto terrificante, bisognerà (ahimè) aspettare diversi anni, fino all’uscita di un altro titolo presente sul podio della nostra classifica. Curiosi, eh?
3) Dead Space (2008) | Miglior comparto audio
Ok, eccoci arrivati finalmente al podio! Al terzo posto di questa classifica troviamo un altro titolo che ho amato alla follia: Dead Space. Dead Space parla delle disavventure di Isaac Clarke, ingegnere spaziale intrappolato in una nave, circondato da creature aliene ostili chiamate necromorfi. Il gioco alla sua uscita è stato lodato come uno dei survival horror più innovativi e terrificanti mai prodotti, grazie anche all’atmosfera di perenne pericolo e tensione che gli sviluppatori sono riusciti a creare.
L’audio è considerato l’aspetto migliore del gioco: infatti, a fare da sfondo ad un perfetto equilibrio tra momenti di apparente tranquillità, puzzle da risolvere e jumpscare devastanti, c’è un impiego dell’audio intelligente e studiato, parecchio aiutato anche dalle nuove tecniche di spazializzazione e posizionamento dei suoni nella scena. Ed è proprio questo il punto forte di Dead Space, che mi ha portato a posizionarlo sul terzo posto del podio: questo gioco ha segnato una vera e propria rivoluzione nel mondo del Game Audio.
Gli sviluppatori, grazie a nuove tecniche ed implementazioni tra game ed audio engine, sono riusciti a dare tridimensionalità, corpo e un realismo senza precedenti all’intero panorama sonoro del gioco. Se prima i suoni sembravano solo provenire da una determinata direzione, ora sono fisicamente posizionati lì, e questo contribuisce a rendere l’esperienza videoludica di Dead Space immersiva quanto terrificante e sicuramente senza precedenti (almeno dal punto di vista tecnico).
Per quanto riguarda le scelte artistiche della colonna sonora, l’audio director di EA (Don Veca), e il compositore/sound designer Jason Graves, concordarono nell’adottare una strada ibrida tra musica e sound design, come visto precedentemente anche in Silent Hill, e in buona parte del catalogo cinematografico horror/thriller. Nell’intera colonna sonora, lo strumentale si mischia con l’elaborazione esasperata degli strumenti, per creare un’atmosfera tetra e angosciante, perfetta per fare da sfondo ad un’avventura nello spazio profondo.
A lunghissimi pad o sezioni di archi si alternano silenzi infiniti (simulando appunto il vuoto dello spazio), interrotti bruscamente da jumpscare da infarto e suoni agghiaccianti, anch’essi palesemente tratti dalla tradizione cinematografica horror. Se non l’avete giocato in precedenza, fatelo assolutamente, possibilmente con l’ausilio di un buon paio di cuffie. Buon infarto, e ricordate: nello spazio nessuno può sentirvi urlare.
2) The Legend of Zelda: Ocarina of Time (1998) | Miglior comparto audio
Siamo quasi arrivati al primo posto, e poteva mancare uno dei giochi più giocati, apprezzati e premiati della storia dei videogiochi? Si sa, la saga di Zelda è di altissima qualità (da molti punti di vista, anche quello audio), ma con Ocarina of Time, Nintendo ha veramente fatto tombola. La caratteristica fondamentale del gioco, e uno dei motivi principali per cui ho deciso di metterlo al secondo posto della nostra classifica, è la modalità d’integrazione della musica (e che musica) nelle meccaniche di gameplay e nello sviluppo della storia.
Innanzitutto, all’interno del gioco ogni personaggio ha il proprio tema musicale, ma non solo: nello sviluppo della mappa di gioco, è stata utilizzata una particolare tecnica chiamata “Leimotiv al contrario”. Invece di musiche che annunciano l’entrata di un personaggio, ora introducono un ambiente di gioco fisso man mano che il giocatore ci si approccia (nel nostro caso, una zona diversa di Hyrule). In alcuni luoghi, invece, la musica è una variante dei brani appresi da Link in quell’area di mappa, creando nel giocatore una fortissima sensazione di coerenza ed armonia.
Parlando invece dell’integrazione vera e propria della musica nel gameplay, gli sviluppatori hanno strutturato l’ocarina utilizzata da Link all’interno del gioco, tenendo conto del joypad del Nintendo 64. Infatti, ad ogni tasto del controller corrisponde un foro dell’ocarina utilizzata da Link, ed i giocatori dovranno imparare numerose melodie da “suonare” col controller per poter avanzare all’interno del gioco. Il compositore delle musiche Koji Kondo (non nuovo nel reparto audio di Nintendo), ha dichiarato che comporre così tanti temi distinti con le combinazioni di soli 5 tasti, è stata un’ impresa titanica, sentendosi però profondamente soddisfatto dal risultato finale.
Nello stesso anno del rilascio del gioco originale, venne messo in vendita anche un CD contenente ben 82 brani (l’intera soundtrack del gioco), accolto molto positivamente dalla critica e dal pubblico Giapponese. Successivamente venne rilasciata anche una versione statunitense, ed una europea. Inutile dire che il gioco riscosse così tanto successo da vincere premi per la miglior colonna sonora di sempre, aver ben 5 versioni remastered negli anni ed incrementare esponenzialmente le vendite di ocarine in Giappone, nei mesi successivi al rilascio del gioco. Well done, Nintendo.
1) Hellblade: Senua’s Sacrifice (2017) | Miglior comparto audio
Sorpresi? Be’, se l’avete giocato, non dovreste esserlo affatto. Prodotto da Ninja Theory come titolo “AAA Indie”, sullo sfondo della mitologia norrena, la storia parla di Senua, una guerriera affetta da una grave forma di psicosi che l’ha portata a vivere isolata da tutti, impegnata nel suo viaggio per resuscitare il suo amato morto in battaglia.
L’aspetto più innovativo e rivoluzionario del gioco, e probabilmente anche il motivo per cui Hellblade sia balzato agli onori della critica mondiale così rapidamente, è sicuramente il comparto audio. Nessun gioco in precedenza aveva mai raggiunto un livello così alto nella storia del Game Audio, sia concettualmente che tecnicamente. Concettualmente, l’audio è studiato in maniera tale da simulare la psicosi del personaggio, grazie all’aiuto di psicologi ed esperti del settore che hanno aiutato il reparto audio di Ninja Theory ad approcciare l’argomento in maniera rispettosa e profondamente accurata. Infatti, all’interno del gioco, il personaggio sente delle voci (che chiama “Furie”), che alterano la sua percezione della realtà, e ci guidano (sia in maniera corretta che ingannevole) nel corso del gioco.
Tecnicamente, perchè Hellblade è il primo gioco a sfruttare l’audio binaurale. Questa particolare tecnica (un tempo chiamata “olofonia”) viene eseguita con l’aiuto di uno speciale microfono 3Dio, che simula le modalità di ascolto dell’orecchio umano, e riesce a mantenere i suoni registrati nelle loro posizioni originarie, all’interno dello spazio. Per questo motivo, giocando ad Hellblade, avremo una sensazione di immersività nell’ambiente di gioco profondamente accurata, e allo stesso tempo sentiremo le voci all’interno della testa di Senua (e la voce di Senua stessa) come se fossero sussurrate direttamente nelle nostre orecchie da persone reali, in tempo reale, e quindi nella nostra testa.
Come risultato, ci ritroveremo a impersonificarci in Senua, a provare il suo senso di smarrimento e la sua sofferenza, il tutto accentuato dalle decine di voci che bisbigliano frasi apparentemente sconnesse tra di loro, ormai penetrate nella nostra mente. Dal momento che così tanto spazio è stato dato al sound design, la colonna sonora non è artisticamente altrettanto innovativa, ma riesce a supportare il mood del gioco in maniera abbastanza coerente. Se non l’avete giocato, stesso discorso di Dead Space: munitevi di un buon paio di cuffie, sedete in poltrona e trascorrete una delle esperienze videoludiche più mistiche e coinvolgenti mai prodotte. E, ovviamente, buon ascolto!
Questi, a mio parere, erano i 10 giochi con il miglior comparto audio degli ultimi anni: voi cosa ne pensate? Se la musica è la vostra passione, perché non scoprire quali sono le 10 migliori tracce musicali di Kingdom Hearts!
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