Alla scoperta di Without Escape, titolo a metà strada tra classico puzzle game e punta&clicca horror anni ’90. La recensione completa dell’opera prima di Bumpy Trail Games
Opera prima degli sviluppatori Bumpy Trail Games, Without Escape è una “rilassante” avventura grafica, con elementi da puzzle game e punta&clicca ridotti al minimo. Il punto forte del titolo è proprio questo voler rendere minimale l’esperienza, garantendo un’accessibilità a chiunque voglia cimentarsi per la prima volta in un gioco horror atmosferico, basato su enigmi tutto sommato non insormontabili. La nostra abilità sarà ridotta all’interazione con alcuni “hotspot”, o punti di interesse, semplicemente cliccandoci sopra e permettendoci di visitare i vari ambienti o interagire con gli oggetti che troviamo in giro.
Without Escape è un’avventura grafica minimale
Avremo al nostro servizio un semplice e ridotto inventario, nel quale collezioneremo strumenti raccolti un po’ ovunque, che ci permetteranno di sbloccare particolari situazioni durante il gioco. Un esempio su tutti: ci saranno alcune stanze totalmente al buio, nelle quali non potremmo fare sostanzialmente nulla. Una volta che raccoglieremo un oggetto che ci permetterà di fare luce nell’ambiente, ci sarà concesso di vedere tutti gli elementi all’interno della stanza e, finalmente, poter interagire con gli oggetti o raccoglierne degli altri. La sensazione che si ha è quella di dover “fare cose” per “far accadere altre cose”, come in una sorta di avventura a inneschi, come quelle a cui sono abituati i fruitori di questa categoria su dispositivi mobili. Una semplice schermata in basso ci permetterà di leggere i pensieri del nostro protagonista e le osservazioni sugli ambienti e gli oggetti che ci circondano.
La storia inizia così
La nostra avventura inizia con una descrizione della situazione nella quale ci troviamo: i nostri genitori sono andati a far visita ai nonni, lontani dalla villetta isolata nella quale viviamo. Staranno via probabilmente per tutto il weekend e noi, a dispetto di dare una mega festa e invitare tutto il vicinato, ci riscaldiamo una lasagna al microonde e, dopo aver guardato un po’ di programmi random in televisione, ce ne andiamo a letto da bravi figlioli. Però, a causa di uno strano rumore provenire dall’esterno della nostra stanzetta, veniamo vegliati nel cuore della notte e decidiamo di iniziare a indagare su cosa stia succedendo. Inizia così la nostra avventura, che si svolgerà inizialmente nella nostra villetta e che ci costringerà a osservare alcune stranezze che avverranno durante la nostra indagine. Avremo sempre ben presente lo stato d’animo del nostro protagonista – del quale leggeremo i pensieri attraverso un box in basso, stile jrpg – e potremo intraprendere le azioni che ci vengono suggerite da un simbolo vicino al cursore del mouse, ogni qualvolta passeremo con esso su di un punto caldo. I controlli del nostro personaggio sono ridotti esattamente a questo, senza nessun movimento nello spazio tridimensionale, né avremo la possibilità di ruotare e avere controlli di sorta sulla telecamera.
Elementi 3d in grafica 2d
Ci muoveremo, quindi, in ambienti bidimensionali, molto simili a immagini di rendering tridimensionali. Ovvero, avremo la sensazione di avere di fronte fondali realizzati in 3D, ma con i quali non potremo interagire come in un normale spazio a tre dimensioni. Si tratta evidentemente di una scelta ben cosciente degli sviluppatori, in quanto sarebbe stato estremamente facile, grazie agli strumenti semplificati e a basso costo, offerti dai motori grafici di ultima generazione. Le ambientazioni e lo stile ricorda molto quello delle avventure grafiche anni ’90, che talvolta riprendevano fondali fotografici. Non si può non richiamare alla mente le glorie del genere, come Zork e Myst, che hanno rappresentato una pietra miliare e fonte di ispirazione di tanti altri titoli punto&clicca.
I fondali sono ben curati e, seppur pieni di dettagli, non confusionari.
Di volta in volta, come abbiamo già detto, avremo la possibilità di visitare gli ambienti e raccogliere oggetti. Gli enigmi che ci vengono presentati non sono particolarmente ostici, ma possono essere affrontati in due modi, differenti tra di loro per tempo e risorse mentali. Potremo infatti dedicarci a ragionare sulle azioni da fare, triggerando sequenzialmente gli eventi e proseguendo nel gioco, oppure darci al più becero degli “Trial and error“, cliccando praticamente su tutto il cliccabile, sperando di azionare un qualcosa che ci permetta di andare avanti. La semplicità e l’accessibilità di Without Escape vogliono permettere a chiunque, anche l’utente che praticamente non ha mai videogiocato, di poter partecipare all’avventura e, chissà, innamorarsi di un genere pacato come quello delle avventure grafiche. Altra nota importante è che il titolo può essere giocato in un’unica sessione. Without Escape infatti potrà tranquillamente essere completato in un’ora e mezza, senza particolare impegno.
Questa forse potrebbe essere un punto a favore per una categoria di utenti, ma di demerito per altri. La longevità è, chiaramente, nulla e una volta giocato il titolo, difficilmente ci verrà la voglia di rigiocarlo (sebbene siano presenti finali multipli), ma lo destineremo all’oblio dal nostro disco rigido. Se i fondali e l’ambientazione sono piacevoli e, tutto sommato, ispirati, la musica risulta essere un poco ripetitiva, anche se svolge il suo compito in maniera egregia. I cambi di tensione sono per l’appunto sottolineati da un incremento del climax musicale, così da aumentare l’ansia nel giocatore e permettere una maggiore empatia con il protagonista dell’avventura. Ma la sensazione che si ha, dopo aver giocato Without Escape fino in fondo, è di aver tra le mani una offerta risicata, almeno per un videogiocatore verace e vorace. Per chi vuole godersi senza troppe pretese un titolo horror, pacato e con alcune scene di gore forti, i 5,69€ del prezzo del biglietto potrebbero risultare ben spesi. Altrimenti, per chi è abituato a giocare titoli simili e vuole avere una longevità maggiore, magari con una trama più robusta e colpi di scena, a quella cifra (se non meno, durante gli sconti e per titoli datati), si può aspirare a titoli migliori.
Una chicca: il gioco è pieno di omaggi e sta a noi scovarli tutti!
Ci è piaciuto Without Escape? Il verdetto della recensione
Tiriamo quindi le somme: consigliamo Without Escape? L’arte è un concetto soggettivo e oggettivo al contempo. Di Without Escape se ne riconosce il valore artistico, la cura dei dettagli grafici e l’abile realizzazione di fondali con elementi ridotti al minimo, ma credibili. La trama, anche se non scritta nella maniera migliore, fornisce comunque spunti interessanti, che magari potrebbe portare a prodotti più profondi gli sviluppatori, dopo questo primo titolo. Se queste caratteristiche sono per voi importanti e avete quel genere di filantropia che vi permette di avere fiducia nel team di sviluppo, magari spronandoli a sviluppare quanto c’è di buono in Without Escape, allora sì: fa al caso vostro. Altrimenti, se siete veterani e amanti del genere horror, che cercano avventure di spessore e profonde, magari che vogliono andare a colpo sicuro: no, lasciate perdere, Without Escape non fa per voi.
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