The Last Guardian è un videogioco che può mettere a dura prova i giocatori. Un comparto tecnico non eccelso e una telecamera non ben pensata possono rovinare un’esperienza unica nel suo genere. Se riuscirete però a sorvolare sui suoi numerosi difetti, avrete la possibilità di vivere una storia indimenticabile
The Last Guardian tocca nel profondo e restituisce sensazioni incredibili, capaci di far impallidire tutto quello visto negli ultimi anni.
The Last Guardian è un titolo travagliato. Che ha viaggiato attraverso un lungo sviluppo ed è passato su più di una generazione. Tutto questo si mostra all’interno di un titolo con grosse mancanze tecniche. Per molti giocatori il ricordo di questo videogioco non sarà felice, ma per chi avrà creduto in lui sino alla fine The Last Guardian non sarà solo un videogioco, ma un’esperienza di vita indimenticabile.
The Last Guardian ha una storia semplice ma efficace, in grado di far sciogliere anche il più duro dei cuori
La storia di The Last Guardian per quasi tutto il gioco va letta fra le righe. Nei panni di un bambino ci risvegliamo dinnanzi ad una bestia colossale, smagrita e legata con una catena. Ben presto il nostro istinto ci suggerirà di fare amicizia, con l’animale che fin da subito si mostrerà diffidente e schivo. Grazie a un po’ di cibo riusciremo ad avvicinarci alla bestia che giace dolorante, a causa di alcune lance che gli lacerano le carni. Con non poca fatica riusciremo a liberare l’animale che, se pur ancora diffidente, ci seguirà.
Raccontare molto sulla trama di questo gioco sarebbe come privarvi del gusto di scoprire anzitempo l’assassino di un film giallo. Mi limiterò a dirvi che la storia è in grado di suscitare emozioni che in quasi nessun’altro videogioco potete trovare. The Last Guardian non ha una trama articolata e piena di colpi di scena, semplicemente perché non ne ha bisogno. Racconta la storia di un bambino che necessita dell’aiuto di un’animale per poter proseguire nel suo cammino. Ben presto il bisogno di proseguire lascerà spazio alla voglia di amicizia. Un sentimento indissolubile che si respira ad ogni passo in avanti.
The Last Guardian è un gioco meraviglioso. O meglio lo sarebbe senza le lacune tecniche, in grado di rovinare l’esperienza di gioco
The Last Guardian non ha un comparto tecnico di cui andare fieri. La telecamera fa le “bizze” e a volte risulta ingestibile. Se si cerca di passare da sotto un’arcata in sella a Tryco (questo è il nome dell’animale) la telecamera inquadrerà il muro per la maggior parte delle volte. Durante le fasi platform del gioco bisognerà fare i conti con la visuale di gioco, che non sarà sempre ottimale.
Per quanto riguarda il comparto grafico, è facile notare come molte texture siano renderizzate in bassa definizione. Ma il gioco rimane comunque molto piacevole alla vista. Ogni scenario avrà le sembianze di un quadro disegnato con colori all’acquarello. I fondali, nonostante la “qualità grafica” generale, rimangono capaci di disarmare e far spalancare la bocca al suono della parola “wow”.
Anche il riciclo degli asset è presente e più di una volta è facilmente intuibile. Ma non da una sensazione di ridondanza in grado di infastidire. In compenso le musiche sono una delizia per le orecchie. In grado di enfatizzare al meglio ogni istante di gioco.
Il gameplay di The Last Guardian è vario, complesso e complicato. Ma semplice nello stesso momento. Il che fa sembrare quasi magico questo videogioco
Se mi dovessi limitare a descrivere il gameplay di questo The Last Guardian, potrei scrivere che è un titolo platform con forti elementi puzzle. Ma non farei altro che sminuire quello che è realmente.
The Last Guardian costruisce il suo gameplay sul rapporto che si viene a creare fra il bambino e Tryco. Per guadagnarvi la fiducia dell’animale, dovrete dargli da mangiare e compiere altri gesti comuni che si vedono nell’interazione fra umano e animale. Qualche carezza di tanto in tanto no guasterà. Noi avremo bisogno del nostro amico piumato per proseguire ma, viceversa, lui avrà bisogno di noi. Se una sporgenza è troppo alta per essere raggiunta dovremo utilizzare il corpo di Tryco per raggiungerla. Al contrario se un cancello sbarra la via al nostro amico sarà compito nostro trovare un modo per aprirlo.
Durante i combattimenti Tryco ci proteggerà e farà di tutto per starci vicino. Proseguendo con l’avventura sarà nostra premura aiutarlo durante le battaglie, in quanto determinati nemici non possono essere distrutti da Tryco senza il nostro aiuto.
The Last Guardian non è un gioco per tutti. Se cercate un videogioco senza limitazioni tecniche lasciate perdere. Se invece cercate una storia infinita e indimenticabile non potete evitare l’acquisto!
Il gioco creato da Fumito Ueda fa arrabbiare per la legnosità dei comandi e per la sua telecamera. Ma rimane in grado di segnare ogni videogiocatore che raggiungerà la fine del videogioco.
Il rapporto di amicizia che si viene a creare fra il bambino e Tryco è qualcosa di indissolubile e, più di una volta, starete male per il vostro amico piumato. Ad ogni salto spererete di arrivare dall’altra parte, ad ogni ferita riportata dal vostro amico virtuale soffrirete nel mondo reale. Ogni emozione generata all’interno del videogioco supererà la quarta parete e vi colpirà dritta in faccia.
The Last Guardian non è un gioco per tutti, ma solo per pochi eletti in grado di vedere oltre la cortina di ferro creata dai suoi problemi tecnici. Se riuscirete a superare le diffidenze avrete la possibilità di vivere una storia, un viaggio, che non dimenticherete mai!
Punti a favore
- Una storia indimenticabile
- Una pietra miliare dei videogiochi
- Un finale epico
Punti a sfavore
- Pessima gestione della telecamera
- Comandi legnosi
- Comparto tecnico mediocre
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