Sulla scia dei recenti remake e del fenomeno retrogaming, andiamo a (ri)scoprire Wonder Boy Asha in Monster World in questa nostra recensione
C’era un tempo in cui le dimensione spaziali nei videogiochi erano solo due. Un tempo in cui con solo due o tre meccaniche ci si immergeva completamente in un’avventura senza il bisogno di particolari effetti speciali o una scrittura complessa. Questa era l’epoca dei platform 2d, genere he avuto il suo picco di popolarità negli anni ’80 e in parte, nei primi anni ’90. Questo sino all’arrivo della prima PlayStation e dei mondi in 3D. Oggi, per riscoprire quell’epoca senza tuttavia perdere la freschezza di un comparto grafico moderno, ecco che arriva Asha in Monster World. Vediamo dunque in questa recensione di Wonder Boy Asha in Monster World, in che modo si è riusciti a coniugare passato e presente.
Breve cronistoria
Wonder Boy Asha in Monster World è il remake uscito di recente per console PS4 e Nintendo Switch del classico platform a scorrimento 2D. Il titolo originale, Monster World IV, venne rilasciato per console Sega Mega Drive nel 1994 e non uscì dai confini giapponesi se non nel 2012, quando venne distribuito anche per PlayStation e Xbox. Asha in Monster World, in questo caso, è considerabile come uno di quei remake che puntano a restituire l’esperienza originale senza troppi stravolgimenti nel gameplay.
Non a caso il titolo è prodotto dal team originale. Il team della Westone Bit Entertainment è guidato e diretto dal creatore della serie Wonder Boy, Ryuichi Nishizawa e supportato da Shinichi Sakamoto per il sound design, da Maki ÅŒzora per il character design e da Takanori Kurihara per il management creativo. Insomma lo spirito di Monster World IV c’è sin dalle premesse. Andiamo quindi a vedere nel dettaglio Wonder Boy Asha in Monster World nel proseguo della recensione.
Salviamo il mondo – Recensione Wonder Boy Asha in Monster World
La trama del gioco è molto basica e serve più che altro a dare un contesto e un senso alle azioni del giocatore. In questo capitolo abbiamo Asha, una intrepida guerriera proveniente dal villaggio di Estafan, che è decisa a diventare una guerriera. Arrivata alla città di Rapadagna, Asha scopre che deve liberare quattro diversi spiriti situati in quattro diversi dungeon per salvare il mondo. Nel corso dell’avventura verrà accompagnata da un Pepelogoo blu, una creatura che le sarà utile in molte occasioni.
Inoltre, sarà equipaggiata lungo il suo viaggio da una semplice spada e un semplice scudo. Le influenze stilistiche, al netto dell’ammodernamento grafico, seguono quelle del titolo originale. Asha e il mondo che la circonda sono stilisticamente ispirate alla cultura araba. In particolare, oltre che nei character design, è possibile notare queste influenze anche osservando le architetture della città di Rapadagna. Per liberare i quattro spiriti rinchiusi (della terra, della luna, del sole e del vento) Asha dovrà sconfiggere i boss situati alla fine di ogni livello.Â
Un compagno dalle mille funzioni – Recensione Wonder Boy Asha in Monster World
Il titolo è sostanzialmente un platform a scorrimento con una leggera componente rpg. Lungo il corso dell’avventura dovremo, come detto, liberare quattro spiriti confinati al termine di quattro dungeon differenti. I livelli varieranno dall’interno di un vulcano a zone glaciali. Il gameplay rimane piuttosto basico e semplice. Consiste infatti nell’attraversare i livelli facendo piazza pulita di tutti i nemici per arrivare al boss. Parlando di livelli, esclusa la città di Rapadagna che funge da “Hub” per il giocatore con negozi e mercanti, questi ultimi non sembrano particolarmente caratterizzati. Gli sfondi pressoché tutti identici danno al giocatore una costante sensazione di déjà vu se non proprio di noia, soprattutto nel lungo periodo.
La componente ruolistica all’interno del titolo è quasi ininfluente. Per tutta la durata dell’avventura infatti, saremo equipaggiati da una semplice spada e da uno scudo. Questi oggetti saranno da upgradare andando dai rispettivi negozianti e acquistando le rispettive varianti con statistiche aumentate. Oltre a questo equipaggiamento basico, dopo pochi minuti dall’inizio del gioco entreremo in contatto con il nostro animaletto da compagnia chiamato Pepelogoo. Questa piccola palla di pelo blu sarà fondamentale e ci permetterà di utilizzare diverse meccaniche. Che sia per effettuare un doppio salto standogli appesi, oppure per lanciarlo per premere bottoni a distanza, saremo sempre in contatto con il nostro aiutante.
Punti critici – Recensione Wonder Boy Asha in Monster World
A questo punto sono necessarie un paio di critiche. La prima riguarda il fatto che il gioco spesso lascia il giocatore a sé stesso, senza dare una minima indicazione a schermo su che zona raggiungere o su cosa si debba fare. Questo si può notare in particolare modo (almeno per l’esperienza di chi scrive) nel momento in cui si arriva, ad un certo punto del gioco, a scoprire in modo totalmente casuale come usare per la prima volta alcune meccaniche legate al Pepelogoo, senza un tutorial o un feedback da parte del gioco. A proposito, data l’importanza di questo animaletto in molteplici circostanze, il giocatore è chiamato quasi ossessivamente a richiamarlo con l’apposito comando, andando così a rendere complesse azioni che, in titoli dello stesso genere, sono praticamente immediate come ad esempio il doppio salto.Â
La seconda invece, riguarda il level design. In alcuni punti infatti sarà possibile accedere ad un secondo piano nelle mappe passando dietro a case e abitazioni, tuttavia, questi spostamenti risultano spesso inutili e complicano la percezione del movimento del personaggio all’interno degli scenari. A parte questo, l’esperienza rimane comunque piacevole. A differenza dell’originale, in questo Asha in Monster World è presente un salvataggio manuale che rende il tutto ancora più agevole. Se questo non bastasse, si può affrontare l’avventura anche in modalità storia.
Mostri in 3D e musiche originali – Recensione Wonder Boy Asha in Monster World
Passando ai combattimenti invece, c’è uno sbilanciamento tra i nemici normali, troppo semplici da sconfiggere e i boss. Questi ultimi, oltre ad essere esteticamente molto più caratterizzati degli altri, hanno dei pattern di attacco unici che mettono in difficoltà il giocatore, anche se si posseggono molte vite. Passando invece al lato tecnico, questo remake ammoderna il vecchio capitolo in 16 bit del ’94 con una grafica dei personaggi in 3D in simil cell shading e con degli sfondi in 2.5D. Per quanto riguarda invece le musiche, esse sono molto più ispirate, con brani originali e rivisitati unici che rendono il viaggio artisticamente appagante. Solido infine il frame rate, che rende molto precisi gli input. Â
Un amico di nome Pepelogoo
Per riassumere, questo remake rimane filologicamente fedele nelle intenzioni all’originale, senza tanti stravolgimenti. Il titolo è accessibile per tutti e, salvo per alcune boss fight complicate, non occorrerà un grande quantitativo di ore per completarlo. Sarà infatti possibile terminarlo in circa 4/5 ore. Questo capitolo di Wonder Boy rimane comunque un titolo minore; vuoi per la durata esigua, vuoi soprattutto per uno scarso impatto estetico e una struttura fantasy che definire classica sarebbe un eufemismo.
Un ultimo elemento da considerare sta nel fatto che acquistando il titolo in edizione fisica, avrete il gioco originale incluso gratuitamente. Siamo arrivati dunque alla conclusione. Speriamo abbiate apprezzato questa nostra recensione di Wonder Boy Asha in Monster World. In ogni caso, fateci sapere la vostra nei commenti.Â
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Punti a favore
- Fedeltà all'originale
- Boss fight interessanti
- Artisticamente piacevole
Punti a sfavore
- Le meccaniche del Pepelogoo complicano inutilmente il gameplay
- Nemici base poco stimolanti
- Level design e sfondi dei livelli anonimi
- Componente rpg quasi inesistente
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