A breve distanza dall’uscita del colosso Final Fantasy VII Remake, Square Enix ha rilasciato un altro remake di un titolo sicuramente meno conosciuto, scopriamo insieme in questa recensione se vale la pena acquistare Trials of Mana
Il mese scorso abbiamo potuto mettere mano a quel tanto agognato e sognato Final Fantasy VII Remake. Un titolo che è riuscito a spaccare così tanto la fanbase da segnare un vero e proprio spartiacque per Square Enix. Un finale che ha determinato non tanto le vendite di questo o il successivo capitolo, quanto la visione e le aspettative di tutti i videogiocatori. Square Enix però non è mai stata “solo” Final Fantasy.
L’azienda è stata a capo, sia per quel che riguarda lo sviluppo sia per l’ambito della pubblicazione, di moltissimi altri progetti che sono spesso passati sott’occhio. Titoli di nicchia, o non pubblicizzati adeguatamente perché considerati tali, o usciti in concomitanza di colossi mediatici. Vero, Trials of Mana?
Trials of Mana è il remake di Seiken Densetsu 3, un titolo originariamente uscito solo in Giappone nel lontano 1996 su SNES e arrivato in occidente solo con la Collection of Mana su Nintendo Switch nel 2019. Il Trials of Mana di cui vi stiamo parlando però è il Remake in 3D uscito su PlayStation 4 e Nintendo Switch il 25 aprile scorso.
Un tentativo, stando a quanto detto più volte da Square Enix, di provare a svecchiare un titolo non solo a livello grafico, lasciando da parte l’ormai vetusto (seppur sempre terribilmente affascinante) 16 bit, ma anche per meccaniche e gameplay. Ci saranno riusciti? Scopriamolo insieme, nella nostra recensione di Trials of Mana.
Sei protagonisti, sei storie
Ve ne abbiamo già parlato in un’anteprima basata sulla demo rilasciata qualche mese fa sugli store digitali, ma Trials of Mana vi porterà a vivere la storia di sei protagonisti diversi. Il vostro compito sarà quello di scegliere un personaggio principale e due comprimari. Questa scelta andrà ad influenzare esclusivamente la parte iniziale e quella finale, mentre il corpo centrale dell’avventura rimarrà lo stesso qualsiasi scelta potrete compiere.
Il cast dei personaggi è piuttosto variegato sia per background sia per abilità fisiche e magiche. A partire da Duran, il classico guerriero munito di spada devoto al suo Re, che parte per diventare più forte.
Conosceremo poi Angela, principessa del regno di Altena e maga, seppur non propriamente fortissima. Kevin è il furry del gruppo, mezzo uomo e mezza bestia, tanto forte con i pugni quanto debole con la parola. Dal furry passiamo alla Loli. Charlotte è la nipote del Priest of Light della città di Wendel, la città sacra, una figura chiave e che incontrerete spesso durante la vostra avventura. Hawkeye è un ladro nobile che parte alla ricerca di ciò che gli è stato tolto e, infine, Riesz è la giovane principessa del regno di Laurent e capitano della guardia reale.
Running in the ’90s – Recensione Trials of Mana, Square Enix non è solo Final Fantasy
Il cast dei personaggi è piuttosto variegato e alcuni dei loro destini saranno indissolubilmente incrociati. Qualsiasi scelta facciate, il corpo principale della vostra avventura sarà la ricerca degli otto spiriti elementali dispersi per il mondo di gioco. Una ricerca che porterà poi i nostri eroi ad impossessarsi della leggendaria Spada del Mana. Il tutto facendosi strada fra i vari antagonisti del gioco, tutti con un obiettivo comune: liberare i terribili Benovodon, sigillati nelle otto diverse Mana Stone, in grado di distruggere completamente l’Albero del Mana.
Una sceneggiatura piuttosto classica e sicuramente poco innovativa, ma stiamo pur parlando di un titolo concepito nella metà degli anni ’90. Sebbene questo non sia necessariamente un difetto, un rimaneggiamento generale del tessuto narrativo sarebbe stato se non altro gradito. Non tanto per la banalità alla base, quanto per la sua ripetitività. La narrazione è un costante miscuglio di eroi, antieroi, vendette e tradimenti. Una continua banalità che vi porterà spesso a saltare a piè pari dialoghi e scene, senza nemmeno avere il sentore di esservi persi qualcosa.
Prepare to hack ‘n slash! – Recensione Trials of Mana, Square Enix non è solo Final Fantasy
Unica gradita aggiunta sono i capitoli flashback, delle fasi che inizieranno a vostro piacere appena incontrato un nuovo comprimario e che vi permetteranno di rivivere la loro avventura fino ad allora. Un modo sicuramente facile, ma comunque utile, per dare un minimo di fondamento ai vostri compagni di squadra e ai rispettivi regni nativi. Stringete i denti e tirate avanti per la campagna un po’ troppo lineare per le 25/30 ore che vi serviranno a portarla a termine. L’end-game, concepito esclusivamente per il Remake, saprà darvi parecchie soddisfazioni.
Se dal punto di vista sceneggiativo proprio non ci siamo, quel che ci ha appassionati e divertiti è il sistema di combattimento. Tecnicamente, Trials of Mana è un hack ‘n slash vero e proprio, un action JRPG basato sul Job System più che sugli equipaggiamenti. I combattimenti verranno avviati nei pressi di un gruppo di nemici, visibili sulla mappa, e potremo controllare un singolo personaggio alla volta in combattimenti in tempo reale.
Un tasto frontale è dedicato all’attacco leggero, uno all’attacco pesante, uno alla schivata e uno al salto, mentre tramite la pressione contemporanea di dorsali e frontali saranno attivabili le diverse abilità specifiche del personaggio, attivabili tramite le barre azzurre che trovate sotto gli HP, o potrete utilizzare gli oggetti.
“Come ogni buon AJRPG” – Recensione Trials of Mana, Square Enix non è solo Final Fantasy
Sul fronte personalizzazione, Trials of Mana da buon action JRPG offre diversi strumenti per far prendere la strada che desideriamo ai nostri personaggi. Potrete, innanzitutto, modificarne arma, armatura ed accessorio, tutto trovabile esplorando le varie mappe di gioco o acquistandole nei vari negozi che avrete a disposizione.
Spendendo i punti Training che otterrete salendo di livello, inoltre, potrete sviluppare le varie caratteristiche dei personaggi a vostro piacimento, facendo loro imparare nuove abilità. Qui si inserisce la meccanica più interessante di Trials of Mana, il Job System.
Una volta arrivati a un certo punto della campagna (non vi sveliamo nulla per evitare spoiler) potrete scegliere come sviluppare la classe dei vostri personaggi. Ogni personaggio ha a disposizione 9 classi specifiche, da cui poter scegliere in 3 scelte diverse. A partire dalla prima classe, quella con cui vi troverete ad iniziare il gioco, potrete compiere la scelta di avanzamento di Job al livello 18 e al livello 36, mentre la quarta classe finale sarà sbloccabile solo nell’end-game.
Far progredire la classe del vostro personaggio gli permetterà di sbloccare abilità via via sempre più potenti. La scelta non è definitiva, ma comunque prestate molta attenzione perché ogni classe ha abilità, statistiche e caratteristiche molto diverse rispetto a quella dell’altro ramo.
Un mondo vivo, pulsante e… Strano? – Recensione Trials of Mana, Square Enix non è solo Final Fantasy
Tornano anche tutte le stramberie tipiche del mondo di Trials of Mana, a partire, nelle prime ore di gioco, dallo spostamento fra le varie mappe tramite dei veri e propri cannoni. Sebbene sbloccherete la vostra “nave” a circa metà avventura, nelle prime sezioni non ne sarete provvisti e, piuttosto che farvi ripercorrere kilometri e kilometri di strada, Square Enix ha deciso di farvi viaggiare… Sparati da dei cannoni.
Tornano anche i vasi nelle locande, un sistema tramite cui, donando dei semi che troverete in giro o sconfiggendo mostri, potrete ottenere oggetti ed equipaggiamento via via di rarità maggiore in base al livello del vaso.
Tornano anche NPC iconici, parentele improbabili e dialoghi fuori di testa. Un’altra aggiunta del Remake è Lil’ Cactus, un vero e proprio piccolo cactus che potrete trovare in quasi tutte le mappe di Trials of Mana e che, in base a quanti ne avrete trovati, vi garantirà vari bonus. Da una possibilità di ottenere esperienza doppia alla fine di un combattimento, a sconti vari nei negozi e la possibilità di vedere quanti scrigni sono rimasti nella mappa e molto, molto altro. Preparatevi quindi a sbirciare in ogni angolo e dietro ogni albero, alla ricerca di vasi, scrigni e piccoli teneri cactus.
Il mondo di Trials of Mana è molto colorato e gradevole da vedere e vivere. Square Enix ha sicuramente compiuto un ottimo lavoro sul fronte dello svecchiamento grafico, creando modelli di personaggi molto dettagliati sia nelle sembianze sia negli equipaggiamenti e un mondo di gioco vivo e pulsante. Peccato per qualche sbavatura nelle texture e nei caricamenti delle stesse.
Specialmente nelle mappe aperte, il pop-up sarà di casa. La nostra prova è avvenuta su PlayStation 4 Pro, dove non abbiamo assistito a clamorosi cali di Frame Rate, piuttosto stabile sui 60 fps. Non abbiamo provato la versione Nintendo Switch, che però dovrebbe assestarsi sui 30 fps stabili. Presente, come sempre, la doppia traccia inglese e giapponese per l’audio, mentre non è presente alcuna localizzazione italiana.
In conclusione
Per concludere questa recensione di Trials of Mana, non possiamo che ammettere che in questo caso Square Enix poteva fare qualcosina di più. Specialmente a livello sceneggiativo, il lato in cui Trials of Mana arranca davvero troppo ormai in un 2020 in cui il consumatore si aspetta molto di più. Permangono il divertimento e la sfida dati da un combat system semplice, intuitivo, ma altrettanto convincente.
Qualche aggiunta di pregio qua e là, un comparto tecnico più che buono e la stramberia del mondo di gioco chiudono un pacchetto che sicuramente poteva essere confezionato meglio, ma che divertirà ogni appassionato di JRPG. Provatelo!
Punti a favore
- Sistema di combattimento semplice, ma divertente
- Job System approfondito
- Tecnicamente gradevole
- Frame Rate stabile
Punti a sfavore
- Sceneggiatura troppo anni '90
- Campagna lineare e poco avvincente
- Qualche problema nel caricamento delle texture
Lascia un commento