Recensione The Survivalists: un’esplorazione molto confusa

Molte persone si sentono in gabbia, paradossalmente circondate dalla modernità e dai comfort, e ricercano ossessivamente una via di fuga. Ognuno ha il suo modo di trovarla, c’è chi ama fare sport, chi si immerge nell’arte, chi organizza meticolosamente brevi viaggi e poi ci siamo noi, i videogiocatori, che ci rifugiamo in straordinari mondi virtuali. Con l’arrivo della stagione fredda poi, il nostro modo di evadere è ancora più godibile, guardando la pioggia che cade fuori dalla finestra. Entrando in The Survivalists la fuga sarà doppia, prima dentro lo schermo e poi verso un’isola tropicale, siete pronti per una grande avventura?

L’idea che sta alla base del nuovo titolo prodotto da Team 17 è piuttosto semplice e a nostro avviso la decisamente interessante: siete dispersi su un’isola, che offre un gran numero di opportunità di ogni genere. Volete fuggire dall’isola per tornare a “casa”? potete farlo. Volete fare dell’isola il vostro impero costruendo oggetti sempre più complessi e addestrando un esercito di scimmie? Potete farlo. Volete scoprire altre isole e diventare degli esploratori a tutto tondo? Nessuno vi impedirà di rincorrere i vostri sogni. The Survivalists debutterà per PC, PS4, Xbox One e Nintendo Switch il 9 di Ottobre, e questa è la nostra recensione.

Prigionieri della libertà

Tutto inizia con un uomo a bordo di una zattera, a dir poco malconcia, che si infrange sulla riva di quella che sembra essere un’isola tropicale. Dopodiché noci di cocco, bacche, legna, sassi, scimmie, totem, tesori, tanti pipistrelli, nemici, mappe, foglie, chiavi, labirinti, grotte e la lista potrebbe andare avanti all’infinito. Se nel leggere le ultime due righe avete provato curiosità, abbiamo una grande notizia per voi! Se invece vi siete sentiti confusi e, con aria smarrita, vi siete guardati intorno per capire dove siete finiti, The Survivalists potrebbe non essere il gioco più adatto a voi.

L’elevatissimo numero di opzioni tra le quali poter scegliere per proseguire nella nostra avventura è la grande forza del gioco, che vede la personalizzazione come concetto centrale: dalla selezione dell’aspetto del proprio avatar fino alla scelta del colore delle scimmie. Gli esseri umani amano la libertà, l’abbiamo sempre rincorsa e, nel corso dei secoli, molti hanno dovuto lottare duramente per ottenerla. Possiamo notare questa aspirazione anche nella nostra vita: quale adolescente non sogna il momento in cui potrà andare a vivere da solo, finalmente libero dalle regole imposte dai genitori?

Quasi tutti, salvo poi accorgersi che per vivere da soli è necessario trovare un lavoro, pagare l’affitto e le bollette, prepararsi da mangiare, lavare i piatti, fare il bucato, stirare e così via. Questo è un semplice esempio di come si possa diventare schiavi di una libertà troppo ampia, sentendosi, almeno in un primo momento disorientati. Teniamolo a mente perché tornerà molto utile nel corso di questa recensione di The Survivalists.

Come abbiamo appena spiegato, i nuovi livelli di libertà vanno introdotti gradualmente nella vita di una persona, per evitare che questa si perda per strada. Questo punto di vista, purtroppo, pare non essere molto condiviso dagli sviluppatori di questo titolo. A nostro avviso i creatori del gioco non sono riusciti a guidare a dovere i naufraghi, che, proprio come nella realtà, devono esplorare il territorio e scoprire le cose volta per volta. Fino a qui tutto normale quindi, anzi, questo effetto di disorientamento è reso talmente bene che si potrebbe pensare sia voluto, proprio per farci calare ancor più nei panni del protagonista.

Ipotesi che però viene meno quando si prova a navigare nel menù principale, che è costruito in maniera altrettanto confusionaria. Basti pensare alla sezione “come giocare”, che non è altro che una lista piena di ordine di micro-azioni possibili all’interno del gioco. Il risultato è che ogni volta si è costretti a consultare tutto il lungo elenco, non esistendo un raggruppamento in macrocategorie.

L’evoluzione e la confusione la fanno da padrone – Recensione The Survivalists

Il gioco, almeno all’inizio, procede relativamente veloce: è facile imbattersi in una novità del paesaggio o delle azioni possibili. Chiaramente, con l’aumento delle nostre conoscenze e della complessità delle azioni da portare a termine, i tempi si allungano. I primi obbiettivi completati trasmettono una gratificante sensazione di successo: stiamo riuscendo, con nient’altro che le nostre mani e poche semplici materie prime, a costruire un arsenale di utensili sempre più complessi. Il percorso del naufrago è un po’ quello dell’umanità stessa: si parte dal modellare un sasso per ottenerne un’arma e si arriva, passando per il fuoco, ad addestrare animali e raggiungere traguardi sempre più articolati. Questa sensazione di crescita è una costante del titolo, che non manca di fornire ai giocatori continue novità e piccole challenge da portare a termine.

In tutto questo evolversi nasce però un grande problema, ovvero l’altra grande costante del gioco: la confusione. Se all’inizio le opzioni sono limitate (con un sasso e un pezzo di legno non si può certo costruire un aereo e fare rotta per New York), col passare del tempo le strade da percorrere diventano infinite. Se, in un primo momento, ci sembra di percorrere una scala composta da tanti gradini, dopo un po’ si ha la sgradevole sensazione di dover scavare una galleria infinita utilizzando esclusivamente uno stuzzicadenti.

Insomma, le sfide non mancano, ma sono talmente tante e varie che danno la sensazione di non finire mai. Lo stesso vale per l’esplorazione del territorio e per le decisioni che possiamo prendere con il nostro avatar. Un altro grande problema di The Survivalists è la monotonia. Si, la monotonia, perché le azioni, seppur diverse, sono sempre molto simili tra loro, e spesso vanno ripetute tantissime volte per ottenere il risultato ricercato.

Dettagli che fanno piacere – Recensione The Survivalists

I dettagli, a volte, fanno la differenza. The Survivalists presenta alcune idee molto carine da questo punto di vista, andiamo a vederle proseguendo la nostra recensione. Ad esempio, per salvare la partita, è necessario costruirsi un letto e dormire. Si sprecheranno le scene comiche nelle case di tutto il mondo, dove le mamme chiameranno i ragazzi perché la cena è pronta, e loro risponderanno “non posso mangiare finché non ho costruito il letto”: va bene guadagnarsi la cena, ma così ci sembra troppo.

Apprezzabile anche l’idea di imporre una capienza limitata al bagaglio del nostro naufrago, spesso ci si ritrova a dover pianificare le proprie azioni per non trovarsi sprovvisti dell’oggetto necessario. Una situazione che riflette molto bene quella vissuta dal protagonista, un naufrago, infatti, deve fare attenzione anche solo per non morire di fame. Certo, pianificare le cose in un contesto così caotico non è affatto semplice, ma dopo un po’ ci si fa l’abitudine e alcune meccaniche (leggermente macchinose ad essere sinceri) risultano più automatiche.

Modalità multiplayer, una possibile salvezza – Recensione The Survivalists

Quanti pomeriggi avete passato con i vostri amici vagando per la città senza una vera meta, ma divertendovi come matti? Noi moltissimi. Ecco perché la modalità multiplayer potrebbe essere la salvezza di questo titolo. Vagare da soli su un’isola deserta, senza un’idea precisa di cosa dobbiamo fare e di cosa ci riserverà il futuro, non è il massimo. Le cose, però, potrebbero cambiare dotandoci di una buona compagnia connessa in chat vocale. Si dice mal comune mezzo gaudio, e anche la peggiore delle odissee può diventare una fantastica avventura se affrontata con le persone giuste.

Pixel e nostalgia – Recensione The Survivalists

Parlando di grafica, la scelta è ricaduta su uno stile “pixelloso”, che ci ha riportato indietro nel tempo, a quando impugnavamo il nostro GameBoy Advance blu metallizzato ed inserivamo la scheda di Pokémon Rosso Fuoco. Una decisione azzeccata a nostro avviso, non puntare su una grafica mozzafiato, ma scegliere la semplicità, in modo da portare il focus dei giocatori sulle caratteristiche di progressione realmente importanti. Sarebbe stato estremamente piacevole se questa scelta fosse stata riproposta anche nel Gameplay.

Le mappe non bastano, serve anche una bussola

Tante, ma proprio tante idee, molte anche buone, sono state inserite in questo nuovo titolo per i patiti dell’esplorazione. Il risultato è molto confusionario e, dopo poche ore di gioco, non sarebbe strano lasciarsi scoraggiare e abbandonarlo. Tuttavia, se, come chi vi scrive, non lasciate mai un libro a metà, potreste scoprire che The Survivalists, malgrado una prima recensione non eccellente, invecchia bene. Il grande ventaglio di alternative disponibili promette un numero di ore di gioco potenzialmente infinito, durante le quali potreste affezionarvi allo sventurato protagonista e, perché no, anche alle simpatiche scimmiette!

Se anche voi avete intenzione di giocare questo titolo, non esitate a lasciare un commento per farci sapere cosa ne pensate. Rimanete sintonizzati su tuttoteK per tutte le novità sul mondo videoludico!