In questa recensione analizzeremo Lost Depths, il DLC di The Elder Scrolls Online che segna l’inizio della fine dell’attuale arco narrativo
Legacy of the Bretons, l’attuale ciclo di The Elder Scrolls Online iniziato con Ascending Tide e che ha visto il suo punto di culmine, almeno per il momento, con High Isle, si avvia verso la fine. Un ciclo che sicuramente ha lasciato un po’ di amaro in bocca, soprattutto sapendo che gli scenari presentati andavano a presentare uno scorcio del mondo TES mai visto prima. Iniziamo questa recensione e scopriamo se Lost Depth sarà riuscito a ritagliarsi una fetta importante all’interno di The Elder Scrolls Online o se semplicemente sarà il solito DLC con due nuovi dungeon.
Tattica vincente non si cambia
Come c’era da aspettarsi, dopo un DLC abbastanza corposo come quello di High Isle, gli sviluppatori “cercano di rifiatare” facendo uscire un aggiornamento più leggero. Lost Depth infatti, proprio per come è avvenuto negli altri cicli narrativi, introduce alcune missioni secondarie nell’attesa della conclusione della storia principale che avverrà con Firesong. Queste si svolgeranno interamente nei due nuovi dungeon che sono stati introdotti con l’espansione: Graven Deep e Earthen Root Enclave.Â
I due dungeon, come ormai siamo abituati, saranno accessibili dal livello 45. L’azienda statunitense con sede a Rockville non vuole quindi abbandonare quelle che sono le linee guida che hanno seguito fino ad oggi con The Elder Scrolls Online. Questo nonostante alcune lamentele pervenute da parte di alcuni giocatori che giudicano questi dungeon troppo facili se affrontati a livelli alti. Ovviamente la scelta di Bethesda è da ricollegarsi al fatto di voler incentivare i nuovi giocatori, che quindi non dispongono di personaggi con livelli altissimi, ad acquistare le nuove espansioni.
Idea più che giusta per alcuni versi, se non fosse per il fatto che questi DLC, che prevedono l’aggiunta di soli due dungeon, costano 1500 crown, ovvero 12,99 €. Nessuno ci spinge ad acquistare questo pacchetto, anche perché, lo ripetiamo, si tratta solo di missioni secondarie. Rimane il fatto che il costo risulta ancora un po’ eccessivo sebbene, almeno in questo caso, si sia visto un leggero miglioramento dal punto di vista del design in entrambi i dungeon.
Piccoli passi negli abissi – Recensione The Elder Scrolls Online: Lost Depths
Come anticipato poco fa, un buon punto a favore è segnato dalle ambientazioni dei due dungeon che risultano ben distinti rispetto ai precedenti. In questo senso gli sviluppatori si erano mossi già con Ascending Tide. In quel caso però solo Coral Aerie aveva attratto la nostra attenzione e aveva saputo suscitare in noi grande attesa per il nuovo ciclo. In questo caso però entrambi i dungeon sono ben realizzati e ognuno ha delle caratteristiche che li rendono piacevoli da ricordare.
Piccoli dettagli come il fatto di poter camminare sott’acqua, per quanto scenografici e poco utili al fine del gameplay in generale, possono risultare leggermente superflui. Tuttavia proprio questo aspetto fa notare una nuova strategia che magari gli sviluppatori potranno adottare nelle prossime espansioni. Inoltre questa nuova feature permette al dungeon di avere delle caratteristiche tutte sue, discostandolo dal solito “corridoietto” percorribile che ci porta a scontrarci con i vari boss e nemici che lo popolano.
Insomma, quello che dovrebbe mantenere in piedi questo immenso gioco online dovrebbe essere proprio la voglia di scoprire legata soprattutto all’atmosfera che il gioco riesce a suscitare. Proprio quest’ultimo fattore ci ha spinti nuovamente a giocare l’ennesimo The Elder Scrolls V: Skyrim Anniversary Edition. Sembra tuttavia che gli sviluppatori abbiano capito il senso e, pian piano, stiano ricreando quella caratteristica atmosfera che solo TES è in grado di regalare.
Tanta diversità verso un unico obiettivo – Recensione The Elder Scrolls Online: Lost Depths
Abbiamo già anticipato qualcosa relativo ai due dungeon e qualche piccola chicca introdotta dagli sviluppatori, come il camminare sott’acqua. Saremo sinceri con voi, quando abbiamo letto che Graven Deep era una rovina nanica, abbiamo subito pensato agli immensi corridoi dorati e metallici scavati nella pietra che caratterizzavano le precedenti rovine Dwemer. Potrete quindi capire il nostro stupore quando ci siamo ritrovati a vagare in immense gallerie marine.
Proprio come le precedenti rovine, anche questa cela dei misteri. Secondo una leggenda, Graven Deep è il luogo in cui il leggendario Druid King ha lasciato i suoi tesori. Non si abbandona quindi il tema piratesco che ha in parte caratterizzato questo arco narrativo e la centralità del mare stessa. A rimarcare ancora il tutto ci hanno pensato gli sviluppatori, permettendoci addirittura di compiere una piccola escursione subacquea nell’oceano.Â
Contrariamente a Graven Deep, in Earthen Root Enclave ci ritroveremo a passare dal mare alle pianure e alle colline dell’entroterra, dove dei druidi sono stati attaccati improvvisamente. Se il precedente dungeon è abbastanza lineare, qui potremo esplorare ampi spazi aperti con nemici piuttosto temibili ad attendervi. Fra i due, questo è sicuramente il dungeon più impegnativo sotto questo punto di vista che garantirà un’ottima sfida soprattutto per chi è alle prime armi.
Qualche miglioria, ma c’è ancora da lavorare
Siamo ormai giunti alla fine di questa recensione di The Elder Scrolls Online: Lost Depths ed è arrivato quindi il momento di tirare un po’ le somme. La politica di Bethesda per spingere gli utenti verso l’ESO Plus è ormai chiara, ma mantenere certi prezzi per un’espansione che prevede solamente due dungeon è assai troppo. Tuttavia, almeno dal punto di vista progettuale di questi ultimi abbiamo intravisto importanti passi avanti.
I dungeon non sono più visti come dei “semplici corridoi” da percorrere mentre affrontiamo una marea di nemici, ma come delle zone esplorabili ricche di piccoli particolari che li rendono unici. Una rovina Dwemer che non sembra tale e una passeggiatina in fondo all’oceano sanno regalare delle emozioni che ormai non si vivevano più nella pianeggiante sceneggiatura degli altri dungeon. Insomma, gli sviluppatori hanno preso quello che c’era di buono nel dungeon di Coral Aerie e ne hanno seguito le orme, migliorando ancor di più il tutto.
Dei bei passi avanti che fanno presagire forse in un piccolo cambiamento tanto atteso, ma che ancora fatica a decollare. Riuscirà l’espansione Firesong a regalarci ulteriori passi avanti? Non ci resta che aspettare per scoprirlo. Per questa recensione di The Elder Scrolls Online: Lost Depths è ormai tutto. Se non volete perdervi ulteriori news riguardanti l’universo videoludico, continuate a seguire le pagine di tuttoteK! Per chi invece fosse alla ricerca di qualche piccolo sconto sui videogiochi, vi consigliamo di dare uno sguardo a quelli proposti da Instant Gaming.
Punti a favore
- Dungeon ben strutturati
- Atmosfera più accattivante
- Piccole novitÃ
Punti a sfavore
- Rapporto contenuti/prezzo
- Ancora troppo ancorato al passato
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