IIn questa recensione andremo a visionare Tandem: A Tale of Shadows, un gioco tanto pacifico e surreale quanto innovativo e creativo in numerosi aspetti
Nel pensare a dei giochi dal carattere puzzle e platform, torneremmo sino agli albori dei videogiochi. E di opere di questa categoria, improntati verso uno stile che mira al far provare ai giocatori un’atmosfera tetra ed inquietante, con meccaniche uniche e distintive per risolvere i vari enigmi, vi è una minore quantità, ma comunque piuttosto elevata. Tra i più celebri c’è LIMBO, degli sviluppatori Playdead, gioco a scorrimento orizzontale rinomato soprattutto per la creazione della meccanica “prova e muori”, che porta ad osservare la morte del ragazzo protagonista, in modo da ottenere le informazioni necessarie per progredire nel gioco.
Negli scorsi anni sono usciti numerosi giochi incentrati su questi temi cupi e drammatici, come Little Nightmares ed INSIDE. Tuttavia, per quanto le storie possano risultare struggenti, spesso alcuni titoli recenti mancano di quell’accento innovativo che gli doni una personalità o un tratto di diversità dagli altri. Trovare un modo per rinnovare un gameplay ormai saldamente stabilito non semplice, dopotutto. Gli sviluppatori Monochrome, con la pubblicazione da parte del publisher Hatinh Interactive, hanno però egregiamente creato una nuova formula allo stile di gioco presente nei puzzle game, con il loro titolo Tandem: A Tale of Shadows, di cui parleremo in questa nostra recensione.
L’indagine ha inizio
Le meccaniche utilizzate in Tandem: A Tale of Shadows sono la parte che si rende realmente protagonista di questo gioco, ma prima di parlarne in modo più specifico, introdurremo la nostra recensione con la trama che accompagna le vicende lungo il cammino dei personaggi. La storia, ambientata in una Londra vittoriana dall’aria calignosa e gotica, si incentra su Emma e un orsacchiotto di pezza che poi la aiuterà ad avanzare nella sua missione, chiamato Fenton. La bambina di dieci anni si troverà alle prese con un caso ancora irrisolto da Scotland Yard, riguardante la scomparsa del bambino Thomas Kane, figlio di un rinomato illusionista.
Mentre si incammina verso la tenuta dei Kane, un carro sfreccia a tutta velocità nella stessa direzione in cui procede Emma, e da esso cade un orsacchiotto, che improvvisamente si mette ad inseguire il mezzo; a sua volta, anche Emma si unisce alla rincorsa. Arrivano ad attraversare l’ampio cortile della tenuta, giungendo all’entrata dell’enorme e lugubre dimora. Mettendo piede all’interno, uno strano vortice magico risucchia Fenton, alterando la sua gravità e rendendolo capace di camminare sui muri. Da qui in avanti, questo connubio di prospettive sarà la chiave per riuscire a farsi strada tra i cinque mondi stabiliti nella struttura, affrontando temibili nemici e situazioni pericolose.
Tra la fantasia e l’assurdo – Recensione Tandem: A Tale of Shadows
La Tenuta contiene cinque aree, e in ciascuna viene posto un diverso universo fantastico o altamente surreale. Ogni universo è formato da un certo numero di stage rigiocabili collegati tra loro, che una volta completati condurranno poi al rispettivo boss. Questi mondi sono chiaramente ispirati ai racconti degli autori dell’epoca vittoriana più rinomati nella letteratura inglese, tra cui Jules Verne, con un mondo che richiama esplicitamente al Nautilus di Ventimila leghe sotto i mari, e Conan Doyle per quanto riguarda il tema investigativo che intercorre nei dialoghi che la protagonista propina.
In questa recensione è d’obbligo evidenziare anche come, in Tandem: A Tale of Shadows, risalti particolarmente all’occhio lo stile di design tipico delle opere di Tim Burton. L’intera opera segue una linea artistica, sia visiva che musicale, inizialmente dai tratti fiabeschi, ma che lasciano subito spazio a tonalità decisamente paurose e raccapriccianti. Lo stesso scenario finirà con il catturare lo sguardo, e ciò avviene mentre tutto attorno ai protagonisti ci sarà un mondo buio e al contempo colorato, che dona vita in contesti nel quale non dovrebbe esistere.
Un nuovo tipo di platformer – Recensione Tandem: A Tale of Shadows
Ad ogni livello si incontreranno difficoltà sempre più crescenti, con trappole e nuovi nemici che necessiteranno di strategie per aggirarli. Diciamo aggirarli poiché né Emma, né Fenton, utilizzano alcun tipo di combattimento, lasciandoci dunque solo con strumenti che possono essere sfruttati con la logica per superare i vari ostacoli. Poiché la prospettiva di Fenton è stata alterata, si ha un gameplay basato sulla doppia visuale: una è quella di platformer 2D classico, dove si utilizzerà l’orsacchiotto che camminerà tra i pericoli insiti nelle ombre, l’altra invece sarà dall’alto, e si controllerà Emma alle prese con le stramberie del posto. I personaggi saranno scambiabili in ogni momento, ad eccezione di una limitazione.
Infatti, se Fenton non sarà illuminato dai raggi di luce della lanterna di Emma, o da quelli di una lampada posta in giro, non avrà possibilità di muoversi, e rimarrà incastrato nell’ombra o impossibilitato ad attraversarla. Egli potrà usare l’oscurità dell’ombra proiettata a mo’ di ponte, camminandoci sopra per attraversare delle piattaforme distanti tra loro. Questa meccanica di regolazione delle ombre richiederà poi movimenti sempre più complessi e congegnati, come il dover scambiare i ruoli di continuo per attivare degli interruttori, far camminare Fenton sull’ombra di un liquido che scorre dentro dei tubi, completare prima dello scadere del tempo un’azione.
Enigmi di coppia – Recensione Tandem: A Tale of Shadows
Come già accennato nelle righe precedenti della nostra recensione, gli enigmi sono totalmente fondati sulla doppia visuale offerta da Tandem: A Tale of Shadows. Sarà perciò necessario seguire delle strategie per completare certi livelli, e questi non saranno sempre così facili da superare al primo colpo. Fortunatamente, (o sfortunatamente, per coloro che puntavano ad un livello di sfida maggiore) nel gioco è presente un salvataggio automatico che crea dei checkpoint frequentissimi, per questo sarà raro dover ricominciare il livello in un punto che in quel momento pare risultare troppo ostico.
Mentre l’orsacchiotto Fenton dovrà provvedere a premere pulsanti, saltare sulle piattaforme e liberare la strada di Emma, quest’ultima avrà il compito di spostare dei mobili in modo da alterare la direzione della luce e la proiezione dell’oscurità, oltre che ad acchiappare degli esserini per sfondare dei muri, e far spostare alcuni nemici. Tuttavia, per completare il livello sarà sempre necessario Fenton, che avrà il compito di raccogliere un magico cristallo da dare poi ad Emma, per poi procedere allo stage successivo.
Vista, tatto, udito – Tandem: A Tale of Shadows
Avremo la possibilità di modificare il contrasto e l’oscurità in generale dei livelli, ed il design dei personaggi è originale e ben costruito, nonostante non siano state impiegate delle animazioni troppo rifinite, rendendo i movimenti di Emma all’interno delle cutscene leggermente “goffi” e robotici. Quando si avanza tra i livelli ci sarà quasi sempre un video-intermezzo con un dialogo o accompagnato dalla voce narrante; in essi vengono rivelate varie informazioni riguardo la storia del gioco. Queste scene, seppur interessanti, potrebbero apparire superflue per via della breve durata di qualche decina di secondi, ed un doppiaggio piuttosto mediocre.
Per questo, è difficoltoso esprimere un’opinione del tutto positiva sulla qualità narrativa nella nostra recensione di Tandem: A Tale of Shadows, poiché risulta purtroppo molto sbrigativa. Il comparto sonoro è costituito da musichette incalzanti, dal tratto magico e quasi soprannaturale, che creano il giusto umore e ritmo che potremmo provare nel leggere una “favola”, strutturata con le stesse caratteristiche ritrovabili in Tandem. Tra i problemi più presenti nel gioco, è capitato di rimanere parzialmente incastrati nell’ombra e di non riuscire a far smuovere il personaggio, ed i comandi non sono molto responsivi, specie durante l’interazione con certi oggetti, o nel movimento in luoghi stretti.
La… Fine?
Arriviamo alle fasi finali di questa recensione di Tandem: A Tale of Shadows. Il gioco possiede un titolo piuttosto esplicito, anche se il motivo scatenante di tutte queste vicende fantastiche e surreali rimarrà poi un mistero. Dopotutto, quando un pupazzo esanime inizia a compiere azioni inimmaginabili per un giocattolo, si ha sempre voglia di scoprire cosa glielo consenta. Nel corso della storia si troveranno varie stanzette segrete, che permetteranno solo di approfondire il mistero sulla scomparsa di Thomas Kane, nonostante non si avrà ancora un così grande attaccamento al bambino.
Il modo in cui viene posto il finale pare mettere in chiaro quantomeno l’intenzione di creare un sequel o secondo episodio del gioco, chiudendo la narrazione mediante una nota decisamente anti-climatica. La curiosità di vedere come procederà da qui in avanti la trama, per sapere il destino che toccherà Emma, Fenton e Thomas, ci porta ad attendere con interesse un eventuale proseguimento del titolo. Tuttavia, con esso ci aspettiamo molte informazioni in più dalla storia, anche miglioramenti nell’utilizzo delle cutscene, magari con video più lunghi ed elaborati, che mostrino tutte le sfaccettature della realtà alterata nel quale è situato Tandem: A Tale of Shadows.
Tandem: A Tale of Shadows sarà disponibile dal 21 ottobre su PS4, PC, Xbox One, Xbox Series S, Xbox Series X e Nintendo Switch. Potrete trovare ulteriori recensioni, aggiornamenti ed approfondimenti videoludici all’interno del nostro sito tuttoteK. Se invece siete interessati ad acquistare giochi ad un modico prezzo, vi suggeriamo di controllare lo store Instant Gaming.
Punti a favore
- Meccaniche di gioco originali ed innovative
- Enigmi interessanti ed a tratti davvero ingegnosi
- Ambientazioni varie e dall'atmosfera calzante
Punti a sfavore
- Bassa responsività dei comandi in alcuni tratti
- Poca diversificazione nelle modalità di soluzione dei puzzle
- Storia narrata in modo troppo superficiale
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