Abbiamo avuto il piacere di provare in anteprima l’ultimo titolo di BlueTwelve Studio distribuito da Annapurna. Scopriamo insieme Stray nella nostra recensione della versione PS5
Un gatto, un mondo in rovina popolato da droidi e un compagno di viaggio speciale. Queste sono le premesse di Stray, ultimo capolavoro dei ragazzi BlueTwelve Studio o come si definiscono loro “un piccolo team composto principalmente da gatti con un gruppetto di umani al seguito”. La storia dei videogiochi ha visto creature di ogni tipo cimentarsi in avventure e imprese titaniche. Oggi, invece, vi racconteremo quella di un semplice micio alla scoperta dell’inesplorato. In attesa che Stray sia disponibile sul mercato, noi vogliamo raccontarvelo in anteprima nella nostra recensione per PS5.
L’insolita storia di un povero randagio
Stray ci catapulta nei panni di un piccolo gatto randagio ai tempi di un batterio letale chiamato Zurg. Dopo aver sterminato l’umanità, gli Zurg minacciano anche il mondo post-apocalittico popolato dai robot in cui prende piede la nostra avventura. Per una serie di sfortunati eventi il nostro piccolo eroe a quattro zampe si ritroverà perso, ferito e solo, alle prese con un antico mistero. Leggende narrano infatti di un mondo esterno alle mura dei robot chiamato Oltre, con distese d’acqua infinite e radure incontaminate. Insomma, nulla che gli amanti degli Shōnen non abbiano già sentito…
In parallelo a questa troviamo la storia del piccolo B-12, un fedele drone che ci accompagnerà nella nostra avventura alla ricerca dei suoi ricordi perduti. Oltre a farci compagnia e servire da inventario, B-12 si rivelerà un ottimo braccio destro anche nel rapportarsi coi numerosi (e preziosi) NPC che popolano il mondo di gioco.
Oh, Annapurna… – Recensione Stray per PS5, un viaggio mai visto prima
Partiamo dalle basi: Stray è il classico titolo di Annapurna, come tanti altri che abbiamo amato. Chi ha giocato What Remains of Edith Finch, The Outer Wilds o Journey sa esattamente a cosa mi riferisco. Parliamo di un puzzle game con una componente narrativa estremamente marcata e dettagliata, dove tutti gli elementi della storia e della lore vengono svelati man mano che si fruga nel mondo di gioco e si approfondisce il rapporto tra i personaggi. In questo caso la storia del nostro eroe non ha molto da raccontare, ma tutto ciò che ci circonda (incluso B-12) ha incredibili rivelazioni e segreti nascosti che sta a noi svelare.
Di conseguenza, le macro-aree che ci ritroveremo ad esplorare sono estremamente dettagliate, ricche di collezionabili e disseminate di oggeti chiave. Ogni oggetto ha la sua utilità, da quelli barattabili col mercante ad altri utili per progredire nella storia o approfondire il passato dei droidi. Lo sviluppo verticale delle mappe è sorprendente e tiene il nostro micio costantemente impegnato in piccole sessioni di parkour per scalare i palazzi e intrufolarsi in ogni anfratto per scoprire aree nascoste e appartamenti ricchi di preziosi. I vicoli della città, inoltre, pullulano di elementi della vecchia civiltà dei Malleabili (gli umani), che aiuteranno B-12 a ricostruire i suoi ricordi.
Meow – Recensione Stray per PS5, un viaggio mai visto prima
La prima cosa che salta all’occhio già dai primi minuti di gioco (ovviamente) è l’incredibile lavoro svolto nella “costruzione” del gatto. In Stray è possibile fare tutto ciò che fa un gattino, dal miagolare al farsi le unghie sul divano passando per le pennichelle sui cuscini. Questi elementi però non sono soltanto goliardici, ma comprendono vere e proprie meccaniche di gameplay. Grattando su una porta ad esempio potrebbe sbloccare una nuova area, così come spingere un secchio giù da uno scaffale con la zampetta. Le sessioni stealth, a loro volta, comprendono il distrarre i voraci Zurg a suon di miagolii o il nascondersi negli scatoloni fino a scampare il pericolo. Insomma, tutti i comportamenti tipici dei gatti in Stray hanno un’utilità ai fini di gameplay e la cosa ci fa impazzire.
Tecnicamente, qualche problemino di compenetrazione a parte (parliamo pur sempre di un’anteprima), il gatto è praticamente perfetto. Le animazioni sono estremamente ben fatte così come le interazioni con il mondo di gioco e con B-12. Comprendiamo inoltre le problematiche di avere costantemente una palla di pelo in schermo e apprezziamo il lavoro svolto nella realizzazione della pelliccia, giustificando il conseguente downscaling rispetto ai dettagli estremi mostrati nei trailer. Davvero un gran bel lavoro.
Una gioia per gli occhi e per le orecchie – Recensione Stray per PS5, un viaggio mai visto prima
È chiaro, da quanto scritto fin’ora, che siamo rimasti estremamente colpiti in positivo da Stray. La cosa che porta il gioco ad un livello superiore, però, è sicuramente il suo comparto artistico e le scelte esetiche adottate dai ragazzi di BlueTwelve. Stray è bellissimo da vedere e da ascoltare, dall’inizio alla fine. Gli ambienti di gioco, oltre a presentare un ottimo sviluppo verticale, sono estremamente curati e dettagliati. I modelli dei droidi e le loro varianti sono davvero riusciti e perfettamente contestualizzati con la lore. Le interazioni col micio più di una volta strappano un sorriso e non mancano easter-eggs e citazioni (un robot si è addirittura buscato un cacciavite nel ginocchio). A ciò si aggiunge una gestione perfetta di illuminazione volumetrica, effetti particellari e ray-tracing che, in combo con la palette del gioco, valorizzanno l’intero pacchetto grafico.
Ciliegina sulla torta un comparto audio particolarmente azzeccato. Abbiamo adorato le scelte compiute, sia nel sound design che nella composizione delle musiche. Il sound design, per quanto essenziale, calza a pennello con il mood del gioco e non manca di emozionare nei momenti decisivi. Le musiche invece, composte dall’olandese Yann Van Der Cruyssen, seguono alla perfezione la linea estetica del gioco. Il contesto cyberpunk delle città viene valorizzato da sintetizzatori e suoni spudoratamente di sintesi, mentre nei contesti più selvaggi veniamo accompagnati da tessiture lunghe e levigate. Sul tema del gioco neanche ci dilunghiamo in complimenti. Una particolare menzione, inoltre, va al robot chitarrista per il quale Van Der Cruyssen ha composto le varie melodie. Il nostro amico ci chiederà di recuperare degli spartiti disseminati in tutta la città in cambio di una ricompensa, e ad ogni spartito consegnato si esibirà nell’esecuzione di quella composizione in particolare. Chapeau.
Un micio da 10? No, ma quasi – Recensione Stray per PS5, un viaggio mai visto prima
Non è per nulla facile trovare dei difetti a Stray constestualizzando il gioco, ma volendo trovare il pelo nell’uovo qualcosina da dire ci sarebbe. Innanzitutto, in alcune sessioni particolarmente concitate il frame rate non è proprio statuario. Durante gli inseguimenti con gli Zurg, ad esempio, la nostra PS5 ha avuto un paio di momenti di mancamento (strano per una console di nuova gen alle prese con un indie). Nei salti su alcune superfici abbiamo riscontrato qualche bug minore, come l’impossibilità di scendere o un’ accentuata compenetrazione in alcuni asset di gioco. La telecamera, inoltre, in alcuni frangenti fa un po’ i capricci, rendendo leggermente problematico il raggiungimento di alcuni punti in alto.
Alcuni puristi della longevità potrebbero giudicare Stray eccessivamente breve (circa 8 ore per completare la storia principale), ma per noi in questo caso la durata non rappresenta un problema. Il gioco si basa su una sola dinamica: portare un oggetto A ad un personaggio A, per sbloccare un oggetto B da portare ad un personaggio B, e così via. Questa dinamica a lungo andare renderebbe il gioco noioso e monotono, cosa che non succede nel pacchetto Stray. La durata non lascia tempo alla noia e la bellezza del mondo di gioco compensa alla ripetitività delle quest. E poi, in tutta onestà, trotterellare per la città facendo le fusa ai robot è davvero divertente.
Tiriamo le somme
Al netto di quanto analizzato nel corso di questa recensione, siamo pronti a tirare le somme sulla versione per PS5 di Stray. In sintesi, Stray è un gioco assolutamente da provare, sia per la freschezza che per la validità del titlo. La novità dell’impersonare un micio lascia, dopo pochi minuti, il posto ad una storia emozionante e coinvolgente, ad un mondo di gioco bellissimo e ad un comparto artistico di tutto rispetto. Come già detto, il lavoro compiuto dai ragazzi di BlueTwelve nella realizzazione del gatto è pressochè impeccabile in tutti i suoi aspetti, ad eccezione di qualche piccolissimo problema tecnico. Se siete amanti dei gatti, del cyberpunk o di entrambi, Stray è una must nella vostra collezione. In caso contrario, lo è ugualmente. Davvero complimenti.
Stray sarà disponibile da domani 19 Luglio 2022 per Microsoft Windows, PlayStation 4 e PlayStation 5. Oltre alle possibilità d’acquisto fisico e digitale, il gioco sarà presente anche nell’abbonamento PlayStation Plus Extra. Come sempre vi salutiamo e vi invitiamo a seguire tuttoteK per ulteriori recensioni, news, guide e tanto altro ancora dal mondo dei videogiochi. Inoltre, non dimenticate di consultare il catalogo di Instant Gaming per giochi sempre scontati. Ciao e buon gaming!
Punti a favore
- Micio estremamente fedele
- Storia emozionante e coinvolgente
- Tantissimi segreti e collezionabili
- Comparto artistico impeccabile
- Tecnicamente molto solido...
Punti a sfavore
- ...ma con qualche bug minore
- Rari e piccolissimi drop nel frame-rate
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