Preparatevi ad un’avventura che vi porterà ad esplorare cinque misteriose isole disabitate per sopravvivere ad un naufragio. Ma ne varrà la pena? Scoprilo con la nostra recensione di Stranded Sails
Stranded Sails è un nuovo titolo da poco sbarcato su tutte le console e su PC, sviluppato dai ragazzi di Lemonbomb Entertainment. Il genere di riferimento è lo stesso dei vari Stardew Valley e Harvest Moon, titoli dai quali trae molta ispirazione. Sarà disponibile da oggi giovedì 17 ottobre per tutte le piattaforme. Nel gioco infatti il nostro personaggio dovrà gestire la vita del proprio accampamento, migliorarlo, costruire orti con cui sfamare sé stesso e i propri compagni, andare a pesca e procurarsi tutte le risorse che l’ambiente circostante offre per poter sopravvivere.
Com’è dolce naufragar
Stranded Sails ci vedrà impersonare un giovane ragazzo (o ragazza, a seconda del sesso che sceglieremo) alla sua prima avventura in mare. Il titolo si apre infatti con l’inizio di una spedizione capitanata da nostro padre, il capitano Charles. Il veliero su cui ci imbarcheremo insieme ad altri otto compagni ha il compito di raggiungere una lontana terra a nord. Ma qualcosa durante il viaggio va storto. Una terribile tempesta coglie la nave di sorpresa. Il vento e le onde impetuose la travolgono. Il nostro protagonista si risveglia così su una spiaggia, da solo. Intorno a lui solo i resti del veliero su cui si era imbarcato insieme a suo padre e a tutto l’equipaggio.
Inizia così la nostra avventura. Il nostro compito sarà, almeno inizialmente, quello di ritrovare tutti i membri dispersi della nostra ciurma ed organizzarci per sopravvivere. Dovremo trovare il giusto luogo in cui insediarci per cercare di costruire un villaggio. Sarà necessario piegare le isole, selvagge e disabitate, ai nostri bisogni, trovando le provviste e gli strumenti necessari alle nostre esigenze. Ben presto apparirà chiaro che l’arcipelago su cui siamo naufragati cela molti misteri. Saremo in grado di sopravvivere e scoprire tutti i segreti delle isole?
Un gioco che ti prende per mano – Recensione Stranded Sails
Non appena il gioco inizia, ci si rende subito conto di quanto abbia attinto a piene mani da altri titoli simili. Già dalle prime battute è evidente il debito che i ragazzi di Lemonbomb Studio hanno contratto nei confronti di giochi come Stardew Valley, Harvest Moon o Farm Togheter. Il gioco fin da subito ti prende per mano, guidandoti durante i tuoi primi passi. Le varie fasi che porteranno il giocatore a preparare l’accampamento per l’equipaggio e a procurarsi le prime fondamentali risorse, sono tutte ampiamente spiegate.
Ci saranno missioni per costruire l’orto ed iniziare a coltivare, altre invece ci insegneranno a cercare la legna e a costruire le capanne per i nostri compagni di sventura. Non mancheranno inoltre consigli che il gioco ci fornirà per portare a termine al meglio le nostre mansioni. L’incedere dell’avventura è estremamente guidato, scandito da missioni da fare in un preciso ordine. Se questo può essere utile per un giocatore novizio, la poca libertà concessa potrebbe rendere il titolo parecchio noioso.
Un naufragio in tutto relax – Recensione Stranded Sails
Fin da subito capiamo che il titolo ci immerge in un’ambiente rilassante. Non ci sono vere e proprie minacce alla nostra incolumità, l’unica cosa che ci può “ferire” è la stanchezza. Una barra dell’energia, posta in alto al centro della schermata, diminuirà ad ogni nostra azione. Sarà possibile riempirla nuovamente mangiando. Tuttavia, anche se dovesse esaurirsi non c’è da disperare. Il nostro personaggio sverrà e si risveglierà vicino al suo letto all’accampamento. Non ci sono malus, non perderete gli oggetti raccolti o simili. Anzi, è possibile sfruttare lo svenimento del protagonista per raccogliere quanti più materiali possibili nelle nostre fasi esplorative.
Anche l’alternarsi del giorno e della notte non avranno effetti sulla nostra salute. Esplorare durante una soleggiata giornata non fornirà nessun vantaggio rispetto a farlo in piena notte. Nella seconda metà di gioco ci verrà consegnata un’arma e verrà introdotto un basilare combat system. Anche in questo caso non ci sarà nulla di particolarmente complicato e vincere le battaglie sarà molto semplice, ma si tratta comunque di una variazione delle meccaniche di gioco estremamente apprezzabile e gradevole.
Cucinare e pescare, i fondamenti della sopravvivenza – Recensione Stranded Sails
Uno dei compiti che vi terrà impegnati maggiormente è la cucina. Ci sono due metodi per cucinare in questo gioco. Il primo prevede che vi prepariate delle razioni che consumerete voi stessi e che potrete portarvi in giro durante le vostre peregrinazioni. Ci sono diverse ricette possibili a seconda degli ingredienti che avrete a disposizione. Ogni volta che raccoglierete un nuovo elemento da utilizzare in cucina, potrete cimentarvi in un minigioco che vi consentirà di scoprire i piatti che è possibile preparare con i nuovi ingredienti.
Sarà bene dedicare il giusto tempo a scoprire tutte le ricette e i vari ingredienti, poiché maggiore sarà la rarità e il numero di ingredienti che inserirete in una ricetta, maggiore sarà la sua efficacia una volta mangiata. Il secondo, invece, consiste nel preparare uno stufato per la ciurma, assegnando ad ogni membro un ingrediente. Se indovinerete il suo ingrediente preferito riceverete un premio, solitamente un upgrade di un oggetto o un progetto per apportare migliorie al villaggio.
La pesca è estremamente utile per la cucina e per sbloccare piatti sempre più efficaci. Uno dei primi strumenti che ci verrà fornito è proprio una canna per poter catturare gli svariati tipi di pesce che abitano i mari in cui siamo naufragati. Sarà fondamentale per sbloccare e cucinare piatti utili cercare di pescare quanti più pesci possibili. Dovremo provare tutte le zone di pesca che troveremo, le riconosceremo poiché si formeranno dei cerchi concentrici sull’acqua, e trovare i più redditizi per le ricette che abbiamo in mente. Alcuni pesci particolarmente difficili da catturare ci permetteranno di creare piatti che, oltre a farci recuperare le energie, ci forniranno anche dei bonus per compiere determinate azioni consumando meno stamina, ad esempio coltivare o pescare.
L’esplorazione, il cuore dell’esperienza – Recensione Stranded Sails
L’esplorazione è il nodo centrale di tutta l’avventura. Per ritrovare i membri della ciurma dispersi e per reperire sempre più oggetti ed ingredienti, sarà necessario visitare tutte le isole che compongono l’arcipelago su cui siamo naufragati. Queste sono cinque, ma una sarà accessibile sono nelle ultime fasi di gioco. Ogni isola è diversa dall’altra, sia per fauna che per vegetazione e geografia. Passeremo da un’isola principalmente sabbiosa, ad un’altra che è coperta per la maggior parte da una fitta foresta.
Un’altra ancora sarà formata principalmente da fitte macchie di mangrovie che spuntano dal mare. Su un’isola invece ci imbatteremo in un villaggio e in una miniera abbandonati. Setacciando con cura le varie isole sarà possibile anche scoprire la storia di questo arcipelago. Tavolette riportanti estratti di antiche leggende ci narreranno gli eventi accaduti su quelle terre in epoche antiche e ci permetteranno di far luce sui misteri che le circondano. Le fasi esplorative, quelle in cui saliremo sulla nostra barca a remi e ci avventureremo alla scoperta dei segreti di queste isole, sono senza dubbio le più riuscite del gioco. Calano il giocatore perfettamente nell’atmosfera e nell’ambientazione del titolo e risultano sempre divertenti e soddisfacenti da portare a termine.
Un’estetica un po’ anonima – Recensione Stranded Sails
Il gioco utilizza il motore grafico Unity. Ciò si traduce in un impatto visivo quasi cartoonesco. Tuttavia il gioco non mostra particolare ispirazione dal punto di vista estetico. Le isole e le ambientazioni, per quanto carine da vedere, risultano comunque abbastanza piatte e non incisive. Leggermente meglio il design dei personaggi, ma comunque non aspettatevi nulla di memorabile. Buone invece le musiche, quasi sempre azzeccate per la situazione e che lasciano bene immergere nell’atmosfera di gioco. L’utilizzo di Unity e di uno stile semplice e stilizzato consente al titolo di avere un solido comparto tecnico. Durante le oltre 20 ore di prova del titolo, non si sono mai registrati cedimenti a livello di fps durante il gameplay.
Gli unici momenti che presentano dei difetti da questo punto di vista sono le sezioni di navigazione in mare aperto. Potrebbe succedere a volte che il gioco sembri bloccarsi per qualche istante, mentre sarete impegnati a remare particolarmente al largo. Tuttavia non sempre si verificano questi piccoli freeze e non è mai capitato accadessero mentre ci si trovava su un isola, qualsiasi fosse l’attività che ci vedesse impegnati.
In conclusione
Stranded Sails: Explorers of the Cursed Islands è un titolo che difficilmente lascerà un segno o rimarrà impresso nella memoria dei giocatori. La struttura di base è estremamente semplice e ricorda titoli e serie ben più famose e longeve. Tuttavia il titolo presenta un’ambientazione molto particolare e ci permette di immergerci in una storia, semplice ma intrigante, che fa da perfetto sfondo al gameplay. L’introduzione di meccaniche di combattimento nella seconda metà permette a Stranded Sails di variare un po’ la formula di base, proprio quando potrebbe iniziare a sopraggiungere la noia. Le circa 15 ore necessarie a completare la storia principale scorreranno via lisce, in completo relax.
Se invece si vorrà esplorare con cura ogni isola, raccogliendo quante più risorse possibili per espandere sempre di più l’accampamento della ciurma, il gioco potrebbe anche arrivare a durare 25-30 ore. Tuttavia la rigiocabilità è estremamente basso. L’incedere molto guidato e lineare del titolo difficilmente porterà i giocatori a rimetterci sopra le mani una volta terminato.
Speriamo che la nostra recensione vi sia stata utile, continuate a seguirci per altre recensioni e per rimanere aggiornati sul mondo dei videogiochi.
Punti a favore
- Ambientazione azzeccata
- Molto rilassante
- Fasi esplorative sempre divertenti ed appaganti
Punti a sfavore
- Estetica anonima
- Potrebbe risultare noioso almeno nelle prime fasi
- Scarsa rigiocabilità
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