In questa recensione andremo a sviscerare Starfield, il nuovo titolo di Bethesda da poco approdato sul mercato. Vediamo come gira su PC
Il nuovo titolo della software house statunitense ha finalmente visto la luce dopo una serie di rinvii che ne hanno ritardato il lancio di quasi un anno. Finalmente tutti i videogiocatori in possesso di PC e Xbox potranno volare fra le stelle e scoprire i vari mondi che caratterizzano questo nuovo universo creato dagli sviluppatori. Saprà mantenere le promesse fatte da Bethesda nel corso di questi anni o si rivelerà un flop colossale? Non ci resta che iniziare questa recensione di Starfield e scoprirlo insieme.
Un universo di caricamenti
Una delle parti più importanti di questo nuovo titolo è sicuramente l’ambientazione del tutto innovativa per quelli che sono gli standard di Bethesda, almeno rispetto alle due principali saghe sviluppate direttamente dall’azienda: The Elder Scrolls e Fallout. Sebbene quindi vi sia dunque qualche novità sotto questo punto di vista, l’impronta data all’universo rimane fedele a quella che è la mappa di un più vissuto Skyrim o di un tanto criticato Fallout 76.
Ma com’è possibile una cosa simile? La risposta la si ottiene se si dà uno sguardo a quella che è la forma dell’universo e in questo senso viene impossibile non fare un paragone con un più datato No Man’s Sky, uscito ormai ben sette anni fa. Se questo infatti aveva una struttura che possiamo definire composta da tante “piccole scatole” interamente esplorabili che rappresentano i vari sistemi solari, Starfield invece ha una struttura più complessa, caratterizzata da immense mappe suddivise su vari livelli. La mappa dell’universo ingloberà quindi varie mappe dei sistemi solari, che a loro volta conterranno varie mappe per ogni pianeta, che inglobano all’interno altre piccole mappe relative alle città o a singole strutture esplorabili…che al mercato mio padre comprò.
Tornando seri, questa struttura permette di avere delle aree più vaste da visitare, ma crea anche uno dei più grandi problemi che a nostro avviso affligge il gioco: i caricamenti! Certamente non ci saremmo aspettati un universo senza caricamenti, ma non è per nulla tollerabile viverne 4-5 consecutivi solo per approcciare al luogo dove dovremo svolgere la missione.
Come rendere tediosa l’esplorazione | Recensione Starfield
Uno degli aspetti fondamentali che hanno reso godibili i vari titoli Bethesda è sicuramente l’esplorazione. In Starfield si è cercato di dare un’impronta simile, soprattutto tramite l’evoluzione della storia principale che ci vede fin dai primi istanti entrare a far parte di Constellation, un gruppo di esploratori alla ricerca di nuove scoperte che potrebbero cambiare l’universo.
Tuttavia, la struttura multistrato della mappa con i vari caricamenti, rende il tutto alquanto tedioso e poco continuativo. Come se non bastasse, per raggiungere i sistemi più lontani bisognerà visitare quelli presenti lungo la rotta uno per uno, almeno la prima volta che ci dirigiamo lì. Per esempio, se ci vogliamo spostare verso un sistema e in mezzo ne abbiamo altri sette da visitare, dovremo raggiungerli tutti uno per volta sorbendoci ben 7 caricamenti solo per arrivare nel sistema solare da noi designato.
A tutto questo si aggiunge poi un impianto di livelli per i vari sistemi, che vanno via via aumentando man mano che ci si sposta verso i confini dell’universo. In poche parole, se siamo al primi livelli potremo sì esplorare i punti più remoti dell’universo, ma se malauguratamente incontreremo un avversario saremo spolpati in pochi secondi. Questo ci frenerà tantissimo e non capiamo come mai gli sviluppatori non abbiano adottato, almeno per lo spawn dei nemici, un sistema simile a quello di Fallout 76. Ciò avrebbe garantito un’esperienza più equilibrata sia a inizio gioco che verso la fine.
Combattimenti divertenti in solitaria… | Recensione Starfield
Passiamo a vedere adesso, in questa recensione di Starfield, uno degli aspetti che più ci ha colpito in positivo. I vari combattimenti che saremo costretti a vivere, ci riferiamo a quelli “a piedi”, sono ben strutturati e divertenti. L’IA avversaria infatti è ben sviluppata e, sebbene non sia proprio eccezionale, più di qualche volta ci è capitato che mentre combattevamo contro qualcuno a distanza, alcuni nemici si sono avvicinati alle nostre spalle per prenderci su due fronti.
Attaccare a testa bassa non sarà quindi l’idea migliore, specialmente se ci avviciniamo ad un accampamento difeso da torrette e robot. Scegliere un approccio più cauto, almeno fino a quando non si troveranno i comandi di questi ultimi, sarà fondamentale e calcolare ogni dettaglio sarà importante per non sprecare munizioni e medikit che sono difficili da reperire. Spesso, infatti, ci è capitato di ritrovarci senza munizioni, complicandoci irrimediabilmente l’assalto.
…meno in compagnia… | Recensione Starfield
Sebbene quella degli avversari sia ben implementata, l’IA dei nostri compagni risulta del tutto inefficace e mal strutturata. Partiamo innanzitutto col dire che alcuni compagni sono veramente ingombranti e inutili ai fini del gioco, soprattutto quelli non dotati di armi a distanza e che combattono solo corpo a corpo.
Ci siamo ritrovati spesso con questi ultimi che ci arrivavano letteralmente addosso, limitandoci la visuale, impedendoci di proseguire negli spazi più angusti e addirittura bloccando la nostra traiettoria mentre sparavamo. Il tutto si trasforma in proiettili buttati al vento, con i nemici che invece continueranno a colpirci togliendoci vita importante.
Anche le parti stealth sono una vera e propria tortura, con i compagni che invece di seguirci prenderanno strade diverse, spesso attirando l’attenzione dei nemici nonostante l’IA avversaria, almeno in questa tipologia di approccio, non sia impeccabile. Avranno anche qualche difficoltà a seguirci quando non rispetteremo i percorsi consigliati, come ad esempio quando andiamo ad esplorare alcune zone cercando percorsi alternativi per raggiungere più velocemente la meta. In questi casi rimarremo da soli e solo dopo un po’ ci raggiungeranno, facendoci avere dei jumpscare degni dei migliori horror.
…monotoni nello spazio | Recensione Starfield
Parliamo adesso di un altro degli elementi principali di questo videogioco. I combattimenti nello spazio ci verranno impegnati nel distruggere o abbordare le varie navi avversarie a seconda che noi vogliamo semplicemente disintegrare chi si frappone fra noi e la nostra meta o rapinarli di tutti i loro averi, inclusa la nave.
Sebbene inizialmente possa sembrare alquanto divertente, la meccanica che caratterizza questi momenti è alquanto semplice e a lungo andare può risultare monotona. Il combattimento infatti non vedrà premiare le capacità del giocatore, ma consisterà principalmente nel mantenere il nemico al centro del nostro schermo e nel premere tre tasti per fargli quanto più male possibile.
Il puntamento sarà automatico, rendendo del tutto inutile mirare verso la navicella avversaria e i colpi, se il bersaglio è acquisito, andranno tutti a segno. Inoltre, una volta che saremo riusciti a metterci in coda a un nemico, questo non farà nulla per cercare di liberarsi dalla nostra morsa, esponendo la sua nave alla continua raffica di colpi che la distruggeranno in poco tempo. Il fatto di utilizzare più navi da parte dei nemici può aumentare la possibilità che questi distruggano il nostro scafo, ma una volta sviluppate le abilità tecnologiche necessarie, diventerete quasi immortali.
Grande varietà di navi dalla bellezza indiscutibile | Recensione Starfield
Continuando a parlare di navi, non si può discutere di certo sulla bellezza che le caratterizza. Nel gioco vi saranno vari modelli, ognuno ideato per svolgere compiti completamente diversi fra loro, da quelli incentrati per il combattimento a quelli per il trasporto di risorse e il commercio. Sebbene la differenza non sia poi così abissale, non potrete di certo intraprendere battaglie navali con un cargo dotato di una pessima manovrabilità e di sistemi d’attacco ridotti all’osso.
Per ottenere navi potremo rubarle ai loro proprietari o semplicemente acquistarle presso i tecnici presenti in ogni spazioporto di città o basi aerospaziali. Sarà possibile poi potenziarle implementando i vari sistemi di cui sono dotate per avere delle prestazioni migliori. Potremo inoltre sostituire alcuni pezzi per creare una stiva schermata, installare delle componenti aggiuntive o spostare in altre posizioni quelle già presenti. Il tutto unito alla possibilità di cambiare i colori della navicella ci permetterà di creare delle imbarcazioni senza eguali. Il nostro unico limite in questo caso, oltre a quello monetario, sarà dato dalla nostra fantasia.
La costruzione è importante, ma le abilità ancor di più | Recensione Starfield
Così come si modellano le navi, saremo anche in grado di costruire i nostri accampamenti dove meglio riteniamo opportuno. Potremo scegliere dei pianeti o dei satelliti deserti ma ricchi di materiali utili, oppure costruirci un angolo di paradiso in qualche luogo sperduto con una visuale senza pari. Anche sotto questo punto di vista il gioco ci permette di creare delle vere e proprie roccaforti, un po’ come avviene in Fallout 76 per intenderci.
Sarà infatti possibile attrezzare il nostro campo con tutte le strutture necessarie per produrre materie prime, installare i vari banchi da lavoro per migliorare armi, armature e creare generi alimentari e non solo. In più potremo anche difendere i nostri averi con l’installazione di torrette o di robot che facciano la ronda e lo proteggano da qualsivoglia invasore. Sarà anche possibile assegnare i nostri compagni ad un determinato campo, così da poter mandare avanti nel migliore dei modi il tutto.
Ovviamente per sbloccare molte costruzioni dovremo accedere ai nodi finali del ramo tecnologico dell’albero delle abilità. Non sarà dunque possibile edificare un accampamento in pieno stile nelle battute iniziali del gioco, sebbene si possano comunque costruire strutture basilari. Ogni nodo delle abilità è di vitale importanza, sia per la ricerca di nuovi componenti sia per sopravvivere ai vari ambienti ostili che incontreremo durante la nostra avventura.
Un comparto tecnico nella media | Recensione Starfield
Diciamocelo, dopo Fallout 76 che sfrutta ancora il motore grafico di Skyrim ci saremmo aspettati importanti novità dal nuovissimo motore grafico Creation Engine 2. Effettivamente la differenza è lampante con gli altri titoli Bethesda. I personaggi, sebbene un pelino sotto la media rispetto a quelli presenti in altri videogiochi competitor, sono comunque molto realistici rispetto al passato, sia nei loro modelli che nelle espressioni facciali.
Il colpo d’occhio portato poi dai vari paesaggi, anche quelli spogli e del tutto “vuoti”, è veramente impressionante e riesce a regalare panorami spettacolari in qualsiasi circostanza. Sebbene non vi siano tecnologie importanti, come ad esempio il ray tracing, l’illuminazione è ben gestita e garantisce delle ottime atmosfere in qualsiasi contesto. Ripetiamo, non si tratta del gioco migliore sotto questo aspetto, ma sicuramente sa come difendersi dai rivali.
Sebbene quindi vi siano molte cose buone in questo Starfield, non potevamo non citare in questa recensione i vari bug che lo affliggono. Sia chiaro, non si tratta di semplici errori che si possono trovare in un caricamento non riuscito o di semplici fusioni fra NPC e qualsiasi elemento del mondo che li circonda. A quelli ormai siamo abituati e, sebbene brutti da vedere, non ne teniamo troppa considerazione perché non rovinano l’esperienza complessiva.
In Starfield tuttavia ci siamo imbattuti in bug piuttosto importanti, come ad esempio la nostra nave che diventava completamente invisibile salvo alcuni elementi, impedendoci di interagire con la stessa o, ancora più grave, la scomparsa di alcuni elementi dello spazioporto di Nuova Atlantide, la prima città che incontreremo durante la nostra avventura. Quest’ultimo, oltre ad essere un problema visivo, crea un vero e proprio disagio quando dobbiamo dirigerci verso la parte centrale della città.
Altra nota poco gradita è l’incorporeetà del nostro personaggio e l’addirittura totale assenza di un’ombra, come si evince da una delle tre immaggini sottostanti. Con un motore grafico del tutto nuovo, ci saremo aspettati che almeno questi piccoli dettagli sarebbero stati curati maggiormente dagli sviluppatori.
Conclusioni
Siamo ormai giunti alla fine di questa recensione di Starfield ed è quindi arrivato il momento di tirare un po’ le somme. Il gioco, sebbene sia stato rimandato più volte dagli sviluppatori, non sembra essere esente da bug piuttosto gravi che possono compromettere l’esperienza utente. Alcuni di questi infatti si protraggono nel tempo, nonostante si ricarichi la partita e i file installati non risultino corrotti. Capite bene che se dovesse malauguratamente svanire qualcosa di importante si rischia di compromettere ore e ore di gioco.
Ad umentare le note negative si aggiunge poi il sistema adottato per lo sviluppo dell’universo che, oltre a rendere un continuo caricamento il gioco, tende a strozzare quello che è lo spirito esplorativo di ognuno di noi. Oltre ai caricamenti si aggiungono dei livelli alquanto alti per i sistemi più esterniche li rendono visitabili solo in end game e non prima. Il tutto è poi condito da un’IA dei compagni veramente scadente e che quasi fa rimpiangere quella dei nostri amici in Skyrim. Viaggiare in solitaria sarà dunque l’unico modo per vivere al meglio questa avventura.
Tralasciando questi dettagli piuttosto importanti e alcune piccole sottigliezze che però avrebbero reso Starfield un gioco con la g maiuscola, il titolo si presenta con la solidità che contraddistingue i titoli Bethesda. Il gioco è infatti ricco di missioni secondarie di varia specie che terranno impegnati tutti i giocatori per svariate ore, ma non solo. Presenta un’IA nemica migliorata che renderà gli scontri a fuoco molto divertenti.
Passando al punto di vista grafico, sebbene vi siano titoli meglio strutturati, il gioco non delude, regalando scorci mozzafiato che sanno esprimere la magia dell’universo così come dovrebbe essere se ognuno di noi potesse viaggiarci. Anche le navi sono ben disegnate e l’ampia possibilità di personalizzazione permette di realizzare modelli unici.
Insomma, un titolo che sicuramente ha del potenziale, ma che per vari motivi è rimasto inespresso o non può proprio essere rivelato. Per questa recensione di Starfield è ormai tutto. Per non perdervi uletirori novità riguardanti l’universo videoludico, continuate a seguire tuttotek.it! Se invece siete alla ricerca di qualche videogioco, magari da acquistare ad un prezzo scontato, potete consultare il catalogo di Instant Gaming.
Punti a favore
- Combattimenti a fuoco
- Solidità Bethesda nelle missioni
- IA avversari migliorata
- Scorci spettacolari
- Navi
Punti a sfavore
- Troppi caricamenti
- Esplorazione castrata
- Bug piuttosto gravi
- Cura di alcuni dettagli
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