Appassionati di dadi, matite e schede personaggio, preparatevi a partire per un’avventura nel regno di Solasta: Crown of the Magister con la nostra recensione
Erano i lontani e mitici anni Settanta quando, per la prima volta, fa la sua comparsa il celeberrimo gioco di ruolo Dungeon & Dragons creato da Gary Gygax e Dave Arneson. Un gioco che, da allora, ha avuto numerosi seguiti, espansioni, migliorie, copie, trasposizioni cinematografiche (non delle migliori) ed anche videogiochi.
Oggi siamo infatti qui a parlare di uno di questi ultimi con la recensione di Solasta: Crown of the Magister realizzato dallo studio francese, con base a Parigi, Tactial Adventures. Uno studio nato nel 2018 per volere di Mathieu Girard con l’intento di portare tutte le avventure di “carta e fantasia” sullo schermo.
Il nostro obiettivo è ricreare sullo schermo l’atmosfera di un gioco di ruolo da tavolo attraverso l’adattamento fedele di regole e universi. Mentre i giochi di ruolo per computer esistono da quasi 40 anni, la tecnologia è progredita, sono state inventate nuove forme di interazione e Tactical Adventures ha creato alcune evoluzioni critiche nella meccanica degli RPG per computer, che avvicineranno l’esperienza interattiva a quella di un gioco di ruolo da tavolo il più possibile
Una volta detto questo non ci resta che preparare la nostra scheda, fare una bella scorta di dadi da lanciare ed avventurarci nei reami creati per questo loro primo gioco!
Prima del Cataclisma, storia di un mondo che fu
Al pari di moltissimi romanzi fantasy, sicuramente in molti stanno già pensando al mondo delle cronache di Dragonlance di Laura e Tracy Hickman, anche qui siamo di fronte ad un mondo che è sopravvissuto ad un Cataclisma. Per fare un esempio, pensate all’incubo nucleare della serie di Fallout ed inseritelo in un contesto più fantasy. Un mondo che è “andato avanti”, per citare La Torre Nera di Stephen King, dove sembra che si sia perduta la memoria degli antichi dei e delle altre creature che camminavano sulla terra.
Prima del Cataclisma, non c’erano dei su Solasta. Neanche umani. Poi la spaccatura si è aperta. Alcuni dicono che sia stato un incidente magico o l’opera di un dio malvagio. Nessuno lo sa per certo. Il Cataclisma distrusse il vecchio impero degli Alti Elfi – veniva chiamato Mancalon – e distorse la terra rendendola irriconoscibile
Oggi vi è un Consiglio di saggi, maghi e guerrieri a sedere nella città di Caer Cyflen dove, al sicuro tra le alte e possenti mura, cerca di risolvere l’annoso problema delle Badlands dove pare che vaghino strani mostri. Incuranti di questo molti avventurieri cercano tra le sue rovine antichi manufatti da rivendere, ma spesso e volentieri non fanno più ritorno. Che cosa sta succedendo laggiù?
Sarà dunque questo il compito affidato ad un party di eroi, guidati dal giocatore, fare delle missioni per il Consiglio, adattarsi alle varie quest secondarie, scegliere quali sotto fazioni favorire con la consegna degli artefatti e cercare di non farsi ammazzare nella maniera più brutale di sempre. La prima minaccia da affrontare sarà quella dei Sorak, dei draconici abili sia con la spada che con la magia, i quali riescono anche a prendere il posto degli umani e la cui stessa esistenza è oggetto di dibattito per le sale di Caer Cyflen.
Dalla creazione all’azione – Recensione Solasta: Crown of the Magister
Come avrete ben capito, per giocare sia su computer che attorno ad un tavolo, la prima cosa da fare è sempre quella di creare il proprio personaggio. Una cosa che, per chi ha già un po’ di esperienza con titoli come Baldur’s Gate e simili, è fondamentale dato che quello sarà fino alla fine della pericolosa avventura. Ma siccome da soli è difficile adempiere ad un compito così gravoso, a meno che non vi troviate nell’universo di Doom, di Wolfenstein oppure di The Witcher, bisognerà creare un party di avventurieri per affrontare tutti i tipi di minaccia che si pareranno davanti a noi.
I giocatori potranno dunque scegliere 4 personaggi predefiniti oppure crearli da zero, a voi la scelta. Le razze a disposizione sono le classiche, come umani, elfi, nani, halfling e mezzelfi, e la stessa cosa si può dire per le classi come ranger, mago, chierico, paladino e ladro. Insomma, sono le basi stesse del gioco di ruolo! Il titolo in questione risulta essere un perfetto mix tra la “geometria” del gioco da tavolo e l’interfaccia 3D del computer. Ciò che guiderà le nostre azioni, a parte il mouse e la telecamera da muovere con i tasti, sarà infatti un classicissimo dado a 20 facce mentre il campo di battaglia verrà segmentato in quadrati per i movimenti e le proiezioni.
Quando ci si muove nell’ambiente, sia durante l’esplorazione che il combattimento, occorrerà dunque pensare in 3 dimensioni e sfruttare tutte le caratteristiche ed i possibili vantaggi tattici. Magari si può trovare riparo più in alto oppure si riesce ad essere più stealth sorprendendo il nemico. Tutto questo, inclusi i lunghi viaggi da una località all’altra della mappa e relativi incontri casuali, verrà deciso dal lancio di un D20 che determinerà il successo di un qualsivoglia tipo di azione.
Volete colpire un nemico? Volete convincere qualcuno a cedervi un artefatto? Volete fare un accordo vantaggioso per entrambe le parti? Volete disattivare una trappola? La risposta è sempre la stessa! L’intelligenza artificiale tirerà per voi il D20, includendo i bonus ed i malus del personaggio giocante e dell’ambiente, e starà poi a voi affrontare le “conseguenze” sia in caso di successo che di fallimento.
Vagando per terre desolate – Recensione Solasta: Crown of the Magister
Per imparare tutta questa serie di comandi, azioni, utilizzo dell’inventario, combattimento e così via quello che viene proposto all’inizio è un tutorial che poi “ricomparirà” con delle brevi finestre di dialogo in alcuni momenti specifici della partita. Il problema non c’è se viene fatto all’inizio, ma si ripresenta quando bisognerà affrontarlo in maniera “spezzettata”. In sostanza il gruppo di avventurieri si ritrova in una taverna, un inizio più classico di così proprio non si poteva, ad aspettare tale Lord Carran e decide di scambiarsi alcuni racconti su incontri con tutta una serie di creature di vario tipo.
Comunque sia, a parte le scene di cinematica dove si potrà intervenire con le nostre scelte, per la maggior parte del tempo si avrà una visuale dall’alto. Ovviamente sarà presente la possibilità di zoomare l’azione che diventerà più “stilizzata” quando si sceglierà di far fare un lungo viaggio al party. Lì compariranno infatti delle scritte che indicheranno se si è trovato cibo, oggetti utili o più semplicemente se si è compiuta qualche azione di routine. Si ritornerà alla visuale normale in caso di combattimento con delle creature incontrate lungo la via oppure quando si sarà giunti alla meta.
Per quanto riguarda l’equipaggiamento degli oggetti e delle armi nell’inventario invece, al pari dei punti esperienza acquisiti quando si sale di livello, la visuale ed il meccanismo sarà lo stesso di una tonnellata di altri titoli simili. Un punto particolarmente piacevole è poi il riposo, qui sia breve che lungo, dove dovremmo tirare dei dadi per vedere se i nostri cari avventurieri hanno recuperato dei punti ferita o ricaricato alcuni slot degli incantesimi.
In conclusione
A questo punto sembra tutto oro quello che luccica sulla superficie di Solasta: Crown of the Magister, ma quasi nessuna recensione è esente da qualche piccolo difetto. Va comunque detto che, per essere il primo gioco dello studio, è stato fatto un buon lavoro. L’atmosfera c’è tutta ed è coinvolgente, anche se in certi punti si scade un po’ nel “già visto”, ma adesso veniamo ai dolori. Gli eroi predefiniti sono piuttosto stereotipati e, sia le razze che le classi, potevano comunque essere espanse inserendo elementi come il mezzorco, il bardo, il druido oppure il barbaro.
Durante i movimenti ed i combattimenti a terra, talvolta, si potrà avvertire un fastidioso senso di andamento a scatti che si noterà anche nelle animazioni. Va bene andare al risparmio dove si può, ma alcune sembrano davvero datate. Ma cari i miei avventurieri, alla fine ciò che conta è l’emozione ed il piacere stesso dell’avventura da vivere come riteniamo più giusto. Affidandosi alla propria agilità, alla lama della spada ed alla benevolenza del D20 e/o del master di turno.
Possiamo dunque chiudere anche questo polveroso libro di Cronache e gesta di antichi eroi e lasciare che siate voi stessi a creare la vostra personalissima avventura. Se volete recarvi nei reami fantasy più belli al miglior prezzo, cliccate qui, mentre, per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei videogiochi di ieri e di oggi, noi vi aspettiamo qui su tuttotek cari avventurieri!
Punti a favore
- Un'atmosfera particolarmente immersiva e ricca di citazioni
- Superato lo scoglio del tutorial la difficoltà ed il gioco saranno più godibili
- Un posto dove è meraviglioso vagare e perdersi
- Per essere il primo gioco, tanto di cappello!
Punti a sfavore
- Purtroppo alcune animazioni e dialoghi risultano quasi fuori luogo
- Si potevano aumentare le classi ed i personaggi
- Non è raro provare una sensazione di "già visto"
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