Ripercorriamo insieme Sifu in questa nostra recensione, titolo sviluppato da Sloclap che ricorda molto vecchi film action anni ’70
A volte le idee migliori nascono da piccole software house indipendenti, come in questo caso, dove Sifu rappresenta (e ripercorre) una strada difficile e tortuosa affrontata con coraggio in un mondo in cui gli sparatutto in prima persona la fanno da padroni. Sloclap, come abbiamo già accennato, si è cimentata nello sviluppo di un gioco che forse, in tempi attuali, non ci saremmo mai aspettati.
Ma chi c’è dietro Sloclap? Sloclap è, come abbiamo già detto, uno studio indipendente che viene fondato a Parigi nel 2015. Il loro primo progetto porta il titolo di Absolver, un videogioco online con meccaniche di gameplay uniche rilasciato nell’agosto del 2017 per PC e PlayStation 4, approdato anche su Xbox One qualche mese dopo.
Ammettiamo che nel giocare Sifu, e anche in fase di recensione, ci sono tornati alla mente dei ricordi da bambino, ricordi che girano soprattutto intorno ai vecchi film dell’indimenticabile Bruce Lee. Non so quanto ci sia stata la reale volontà di Sloclap di riportare alla mente dei videogiocatori quel genere di film, eppure è ciò che abbiamo provato nel giocare questo titolo.
Quella trama da vecchio film action – Recensione Sifu
Erano gli anni ’70 e in Occidente iniziava a farsi strada un nome, il nome di colui che attualmente è ricordato al pari di una leggenda vivente, Bruce Lee. Il suo primo film come attore protagonista portava il titolo di L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente, e so che ci stiamo rivolgendo ad un pubblico più “noir” di lettori, ma è doveroso fare i dovuti accostamenti.
Sifu ricorda quegli anni, gli anni in cui in televisione si faceva strada il genere di film action basati sulle arti marziali, dove il più delle volte la trama era tanto semplice quanto d’impatto. C’era un vecchio maestro di arti marziali, c’era una scuola rivale o semplicemente un qualcuno che voleva fargli la pelle, e c’era un giovane allievo desideroso di vendetta. Anche questo è Sifu, perché è esattamente così che si svolgono gli eventi narrati nel videogioco.
In Sifu impersoneremo un giovane allievo (o giovane allieva, visto che ci sarà concesso di sceglierne il sesso) desideroso di vendetta, dopo che alcuni assassini hanno ucciso la sua famiglia. Un trama semplice, senza tanti fronzoli, e che butta subito in faccia al videogiocatore quello che sarà il suo “leitmotiv”, e cioè vendicare le persone che ama, nient’altro. Una trama che ci getta subito nel cuore dell’azione senza farci perdere tempo in chiacchiere, un pregio di questi tempi.
Sifu gode di una narrativa semplice, anche le stesse cutscene ricordano pienamente vecchi film d’annata in salsa d’arti marziali e ammetiamo di aver avuto la pelle d’ora in più riprese. Ben pochi giochi, sino ad oggi, hanno avuto quel pizzico in più tanto da farci ricordare i bei tempi andati dei bambini che eravamo.
Visivamente indie… nel bene e nel male – Recensione Sifu
Come di consueto bisogna ricordare una cosa prima di proseguire nella recensione di Sifu, il titolo di Sloclap è un titolo indie, e seppur ben fatto resta comunque un titolo indie. È bene ricordarselo, soprattutto quando si andrà a parlare del comparto tecnico di questo videogioco, che non è d’alto livello qualitativo, ma è pur sempre pregevole nel suo comparto artistico.
Inutile scendere in dettagli tecnici poco interessanti, Sifu porta nel cuore l’Unreal Engine 4 in una componente molto artistica che però rinuncia, e non poco, a una qualsivoglia componente marcata di effettistica speciale. Se agli occhi di qualcuno la grafica di Sifu potrebbe sembrare “vecchia”, in realtà la componente artistica è un altra di quelle sfaccettature che hanno reso Sifu una piccola perla di videogioco basato sul combattimento in terza persona.
Ci sono, e ricordiamo essere Sifu un titolo indipendente, delle sbavature tecniche come fenomeni di stuttering o problemi alle texture dell’ambiente (alcuni oggetti o armi che restano sospese nel vuoto, o compenetrazioni), tuttavia non vanno ad intaccare significativamente la giocabilità del titolo. Titolo che resta fortemente giocabile su qualsiasi piattaforma, nonostante il nostro provato sia stato su PlayStation 5. Anche il comparto audio se la cava egregiamente, seppur ci sia poco di cui parlare a riguardo va segnalato che il tutto fluisce senza sbavature di alcun tipo.
Tra Kung Fu e Rogue-like | Recensione Sifu
È nel gameplay che Sifu regala il massimo del divertimento, ed è questo aspetto del videogioco che va focalizzato in fase di recensione. Sifu è infatti un titolo che prende spunto dallo stile di Kung-Fu noto in occidente come Pak Mei Kuen, stile di combattimento la cui creazione è attribuita ad un monaco taoista cinese. Ogni movenza (o quasi) che vedrete nel videogioco è ispirata a questo stile di combattimento.
La cura dei combattimenti è maniacale, tanto che ci saranno decine di mosse utilizzabili, e gli stessi boss di fine livello avranno ognuno il suo stile di combattimento e ognuno le sue mosse. Per proseguire nell’avventura limitando le morti e i danni subiti sarà necessario studiare bene le movenze, le mosse, e soprattutto i tempi morti di ogni nemico in cui sarà possibile attaccarlo e infliggergli danno.
Tuttavia il videogioco non è per tutti, in quanto presenta una difficoltà degna di nota anche se affronteremo l’avventura nella modalità più facile proposta. Il gioco ci presenterà cinque luoghi, dove sarà necessario farsi strada fino a giungere al cospetto del relativo boss da affrontare. Ogni morte aumenterà la nostra età di un tot di anni, fino a farci invecchiare e morire, mentre alcuni nemici, se battuti, ci aiuteranno a ringiovanire.
Tutto questo sarà grazie ad un amuleto che il nostro protagonista porterà con se, che ci permetterà di tornare in vita seppur invecchiati dal combattimento affrontato precedentemente. Gli stessi combattimenti non sono semplici, vanno ponderate e studiate sia le mosse dei vari nemici sia le nostre, prodigandoci in fantastiche schivate o parate, le ultime se effettuate con tempismo assoluto ci daranno la possibilità di infliggere al nemico dei danni non di poco conto.
Indissolubilmente il videogioco è più facile da comprendere che da spiegare, tuttavia nelle sue fasi di combattimento andrà studiata una tattica, e non sarà premiata affatto la pressione compulsiva di qualsivoglia tasto. Nel corso dell’avventura potremmo essere agevolati sbloccando alcune abilità o mosse aggiuntive utilizzando i punti esperienza ottenuti fino a quel momento. Resta ad ogni modo un titolo fortemente difficile.
Ma non disperate, Sloclap ha permesso a tutti di godere di quel piccolo capolavoro che è Sifu introducendo dei modificatori, i quali renderanno l’avventura più agevole per tutti quanti, seppur il livello di difficoltà del titolo resta con l’asticella un tantino al rialzo rispetto ad altri. Quindi non avete scuse per non provarlo, e credetemi vi perdereste un ottimo videogioco.
In conclusione
Sifu rappresenta, in ambito videoludico, quella ventata d’aria fresca che ogni tanto possono respirare i videogiocatori. Un titolo fortemente limitato, sia graficamente che tecnicamente, che a volte potrebbe sembrarvi ripetitivo, ma che per i vecchi videogiocatori è oro. La sfida che Sifu ripropone ai videogiocatori è degna di nota, e non saremo davanti ad ambienti esplorabili chissà quanto, tuttavia credo che Sifu uno dei migliori indipendenti dell’anno in corso. Siamo giunti al termine di questa recensione riguardo Sifu, un titolo che sbarcherà anche su Xbox One, Xbox Series X, ed Xbox Series S nel 2023 (come è possibile leggere in questo nostro articolo) e che consiglio fortemente non soltanto agli appassionati di arti marziali.
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Punti a favore
- Ottimo comparto artistico
- Cura dei combattimenti maniacale
- Gameplay divertente
Punti a sfavore
- Qualche sbavatura qui e lì
- Ambientazioni poco esplorabili
- Longevità ridotta all'osso
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