Lo Wang torna a far danni in Shadow Warrior 3, scoprite nella nostra recensione quanto sia folle il nuovo sparatutto pubblicato da Devolver Digital
Dopo il successo di Doom Eternal, uno dei migliori sparatutto acclamato dai fan e dalla critica degli ultimi anni, serviva qualcuno che seguisse la sua strada. Il capolavoro di id Software è riuscito infatti a portare una formula tipica dei primi sparatutto degli anni ’90 e di renderla più moderna e divertente. Soltanto un altro sparatutto di quell’epoca poteva raccogliere il testimone e provare a fare qualcosa di simile, stiamo parlando di Shadow Warrior 3, gioco oggetto di questa recensione.
Il titolo di Flying Wild Hog è il terzo dopo il primo capitolo del 2013 e il secondo del 2016, ma questa trilogia si basa sull’originale Shadow Warrior di 3D Realms uscito nel 1997. Gli sviluppatori polacchi, insieme al publisher Devolver Digital, ci presentano dunque questo terzo capitolo della saga, che promette di essere ancora più frenetico e divertente, scopriamo se è davvero così.
Draghi e altri problemi
La storia di Shadow Warrior 3, primo elemento analizzato in questa nostra recensione, riprende dagli avvenimenti del secondo capitolo. Lo sboccato protagonista Lo Wang ha liberato un mastodontico drago, e pur di fermarlo dovrà allearsi con uno dei suoi acerrimi nemici Orochi Zilla. In un tripudio di esplosioni, sbudellamenti e battutacce, gli otto livelli da cui è composto il titolo vanno avanti piuttosto bene. Certo non c’è da aspettarsi un intreccio narrativo particolarmente complesso, ma se preso come un action in cui bisogna spegnere il cervello, da guardare per le battaglie spettacolari, funziona più che bene.
Lo Wang è un protagonista ancora più presente che nei precedenti episodi, non sta fermo un attimo e soprattutto non la smette mai di parlare. Le battute superano spesso il limite del buongusto, ma una volta che si entra nell’ottica e nell’atmosfera del racconto ci si sorvola sopra, ed è facile farsi quattro risate. In definitiva, dal punto di vista della storia Shadow Warrior 3 funziona bene e diverte, anche se è al livello del classico film action tutto azione e poco cervello, che piacerà a chi cerca un titolo in cui l’importante è fare a pezzi tutto ciò che si muove.
Una struttura basilare – Recensione Shadow Warrior 3
Durante la nostra avventura con Lo Wang, ci siamo resi conto che Shadow Warrior 3 è cambiato molto rispetto al suo predecessore, tornando più in linea con il primo capitolo e con lo stile classico di molti sparatutto tra cui anche Doom Eternal. Se il secondo capitolo permetteva di avere una più ampia libertà, dato che si svolgeva in un semi open world, in questo caso avremo dei livelli molto lineari, in cui si alternano combattimenti contro una moltitudine di nemici e fasi platform.
Questo cambio di rotta non è necessariamente un male, il sistema funziona anche se non offre grande varietà, ma preferisce puntare sulle funzionalità del gameplay mettendo in scena combattimenti spettacolari e pieni di opzioni. L’unico disappunto è che la durata dell’avventura è piuttosto esigua.
Ci vorranno tra le sette e le nove ore per arrivare ai titoli di coda, e una volta giunti ai titoli di coda non ci sarà nessun altro motivo per rigiocare l’avventura. I contenuti infatti sono un po’ pochi, e nonostante la campagna sia riuscita manca lo stimolo per poter tornare a giocare. Nel secondo capitolo almeno era presente la possibilità di affrontare la campagna in cooperativa, mentre in Shadow Warrior 3 non c’è nessuna opzione per il multiplayer.
Katana e Parkour – Recensione Shadow Warrior 3
Il momento in cui Shadow Warrior 3 brilla è indubbiamente il suo gameplay. L’ispirazione a Doom Eternal è palese, ci ritroveremo infatti spesso a combattere contro una moltitudine di nemici in arene spaziose e piene di trappole su cui far morire in maniera brutale i mostri che oseranno attaccarci. Questa meccanica ricorda un po’ quanto visto in Bulletstorm. Potremo usare ben 8 armi in totale per fare a pezzi i nemici, meno che nel secondo capitolo, ma trattate meglio. Potremo infatti potenziarle per aumentare la varietà dei loro attacchi così da non avere armi che fanno sempre le stesse cose.
Queste vanno da semplici pistole, fucili e mitragliatori, ad altre più fantasiose, come lo sparalame e molto altro di cui non vogliamo rovinarvi la sorpresa. L’unico problema del sistema delle armi è che i caricatori durano poco e si è costretti a cambiarle fin troppo spesso, in una meccanica simile a quella di Doom Eternal, ma in questo caso il cambio dell’arma non sarà legato alle debolezze dei nemici, ma semplicemente alla scarsità di munizioni in alcuni punti del gioco.
Lo Wang è più scatenato che mai, oltre alla sua fida katana potrà anche fare doppi salti, scatti incredibili e utilizzare il Chi per lanciare gli avversari contro le trappole. Sarà anche possibile caricare delle mosse finali che, oltre a ridarci salute ed eliminare il nemico di turno, ci permetteranno di utilizzare per un breve periodo delle armi speciali solitamente strappate dalle membra del malcapitato avversario. Presente anche un sistema di potenziamento del personaggio tramite alcune sfere trovate nei livelli o soddisfacendo alcune condizioni speciali (una sorta di missioni secondarie presenti in ogni livelli). Grazie a queste sfere sarà possibile migliorare gli attributi del nostro protagonista e potenziare anche le armi.
Mostri nipponici – Recensione Shadow Warrior 3
Molto vario anche il bestiario del titolo, che presenta diversi mostri tratti dalle leggende giapponesi rivisitate, a volte anche in maniera grottesca all’interno di Shadow Warrior 3. Avremo a che fare con grossi Oni furiosi, samurai dalle multiple braccia, automi con la testa a trivella e altre grottesche creature, alcune molto somiglianti ad altre viste in Doom. La varietà dei nostri avversari è buona e soprattutto i loro pattern d’attacco sono vari e in grado di darci del filo da torcere. Purtroppo le Boss Battle sono invece molto poche e nonostante quelle presenti siano ben fatte, si sente la mancanza di almeno un paio di battaglie extra.
Quando non si combatte in Shadow Warrior 3 si salta, dato che tra un’arena e l’altra ci si ritroverà in alcune fasi platform che però non sono particolarmente ispirate. Queste sono piuttosto basilari e servono soltanto ad allentare il ritmo tra una battaglia e l’altra, non riuscendo mai a colpire il giocatore con un level design ben strutturato o qualche particolarità originale. Di gran lunga Shadow Warrior 3 funziona meglio quando si tratta di combattere ad armi spianate.
Comparto tecnico – Recensione Shadow Warrior 3
Abbiamo testato per questa recensione la versione PS4 di Shadow Warrior 3, anche se giocata su una PS5. Tecnicamente il titolo funziona piuttosto bene, senza cali di frame rate, sempre a 60, e con delle animazioni piuttosto pregevoli. I movimenti di Lo Wang sono fluidi e ben realizzati, e anche i nemici hanno delle animazioni ben fatte. Le arene forse sono un po’ scarne in alcuni livelli, ma in generale anche qui ci si attesta su una buona qualità generale.
Il titolo presenta anche una buona colonna sonora dalle musiche orientaleggianti e un buon doppiaggio in inglese, con la voce di Lo Wang particolarmente azzeccata. Segnaliamo che purtroppo non è presente la lingua italiana tra i sottotitoli, il gioco infatti è interamente in inglese.
Considerazioni finali
Giunti alla conclusione di questa recensione di Shadow Warrior 3, possiamo dirvi che il gioco è uno sparatutto soddisfacente, ma molto lontano dall’apice che è e rimane Doom Eternal. La formula è stata azzeccata, ma servirebbe un maggior numero di livelli e di libertà d’azione, e magari il reinserimento della cooperativa presente nel secondo capitolo. Tutto sommato se avete amato Doom Eternal e siete alla ricerca di un gioco simile, questo titolo potrà divertirvi per qualche ora nell’attesa che id torni con un nuovo avvincente sparatutto. Se volete potete consultare la lista dei trofei di questo titolo se volete sapere cosa aspettarvi.
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Punti a favore
- Gameplay divertente e veloce
- Tante armi e tanti modi di fare a pezzi i nemici
- Comparto tecnico più che buono
- Dialoghi e protagonista sopra le righe e divertenti
Punti a sfavore
- Poca varietà nella struttura dei livelli
- Longevità molto bassa e senza nessuna rigiocabilità
- Qualche problema di bilanciamento delle armi
- Poche boss Battle
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