Scopriamo insieme, in questa piccante recensione di Seven Pirates H, se vale la pena vivere l’esperienza proposta da Compile Heart, grazie alla localizzazione di eastasiasoft, anche in occidente: Booby Trainers, accorrete!
La stragrande maggioranza di chi si appresta a leggere questa recensione non conoscerà, neanche di nome, la serie di Genkai Tokki, uno dei franchise “ecchi” più apprezzato e prolifico in Giappone. Vi ricorderete, forse, di quando vi abbiamo parlato di Moero Crystal H, arrivato in occidente dopo anni di stasi nel sol levante grazie ad una eastasiasoft che ha svolto un lavoro eccelso con la localizzazione inglese, aprendo le porte ad altri futuri ingressi piuttosto… piccanti. E cosa c’è di meglio del fondere belle fanciulle con il tema piratesco? Sea of Thieves levati proprio.
Così come accadde per Moero Crystal H, anche in questo caso la conversione dall’originale su PlayStation Vita è stata effettuata in esclusiva per Nintendo Switch. Seven Pirates H è arrivato nel mese di maggio sull’ibrida di Nintendo, alzando violentemente l’asticella dei bollori di un’estate che ancora non era ufficialmente iniziata. In colpevole ritardo, abbiamo recuperato il titolo e, nel giro delle poche ore che ne caratterizzano l’esperienza, lo abbiamo completato. La questione spinosa sarà, ora, scrivere una recensione di Seven Pirates H senza farsi licenziare dal proprio caporedattore. Ci proviamo.
Eroina autoproclamata
La protagonista di questa nuova frizzante esperienza targata Compile Heart è Parute Kairi, una giovane donzella che, una volta colpita per caso da una bussola caduta dal cielo, si convince di essere la prescelta per il ritrovamento di un tesoro inestimabile. La bussola è effettivamente parecchio strana, in quanto punta in direzioni non proprio consone… tipo verso l’alto? L’oggetto è composto da sette diversi scompartimenti in cui andranno incastonati i sette tesori indicati via via dalla bussola magica che, una volta completata, condurrà la nostra eroina al tesoro finale.
Fatti i primi passi nella sua emozionante avventura, Kairi incontra Otton, una creatura dalle fattezze piuttosto strambe e che si rivelerà molesto… molto molesto. Otton infatti introdurrà Kairi al Booby Training, una tecnica che permette di risvegliare il potere nascosto di ciascuna ragazza, un potere che risiede in una specifica parte del corpo: il seno. Avete già capito dove stiamo andando a parare vero?
Monster Girls radunatevi | Recensione Seven Pirates H
Nel corso dell’avventura di Kairi ed Otton, ovviamente, i due incontreranno nuove ragazze e compagne di squadra, che si uniranno più o meno volontariamente alla squadra di ricerca, andando a comporre un cast non molto variegato per caratterizzazione, ma sicuramente non spiacevole. Le varie Monster Girl saranno infatti tutte riconoscibili sotto ogni punto di vista, risultando comunque un’accozzaglia di cliché e luoghi comuni che solo le menti giapponesi più perverse possono concepire. Non che la cosa ci dispiaccia particolarmente, in realtà.
Lo abbiamo accennato, è giunto il momento di entrare nel momento più piccante di questa recensione di Seven Pirates H: il Booby Training. Sorrisini e ammiccamenti a parte, in realtà è una meccanica particolarmente utile ed interessante, oltre ovviamente a comporre la gran parte della parte “ecchi” di questo gioco. Tramite l’utilizzo di specifici Elisir, che incrementeranno di numero e tipologia nel corso dell’avventura, potremo “allenare” i seni delle nostre ragazze ed aumentare le loro caratteristiche o far imparare nuove abilità, via via sempre più potenti.
Boobas | Recensione Seven Pirates H
L’allenamento consiste nel muovere il seno della Monster Girl selezionata in diverse direzioni, sia tramite l’utilizzo del Touchscreen di Nintendo Switch, sia degli analogici e dei dorsali di Joycon e ProController, per aumentare o diminuire grandezza, altezza, scollatura, robustezza e… molto altro. E la cosa meravigliosa è che effettivamente il seno delle ragazze cambierà forma anche nel mondo di gioco. A lungo andare, ovviamente, ci siamo ritrovati con organi particolarmente strani in forma o… direzione, ma il Booby Training ha dalla sua un aspetto terribilmente interessante per ogni appassionato di RPG.
Essendo il party composto da quattro ragazze, molte di loro potrebbero ovviamente rimanere indietro se non adeguatamente intercambiate. La possibilità, invece, di sfruttare gli Elisir non legati al personaggio per potenziarle anche quando sono fuori dai combattimenti da parecchio tempo, permette di evitare ore ed ore di grinding e farming per riallineare un party altrimenti disomogeneo. Certo, sarebbe stato un bel modo per allungare di un po’ l’esperienza di gioco, altrimenti piuttosto breve e completabile nel giro di poco tempo, ma a questo gli sviluppatori avevano già pensato in altro modo.
From 2D to 3D | Recensione Seven Pirates H
Abbandonato il genere del dungeon crawler visto in Moero Crystal H, infatti, Seven Pirates è stato il primo capitolo della serie a diventare un vero e proprio JRPG in 3D. Abbandonata dunque la prima persona, ci si è spostati all’esplorazione in terza di mappe tridimensionali, con i combattimenti che non sono più rappresentati da sprite molto curati e dettagliati ed animazioni provocanti, ma da battaglie tipiche degli RPG a turni in tre dimensioni, con le ragazze che eseguono i colpi e le abilità da noi selezionate.
Il gameplay di Seven Pirates H si divide in due fasi esplorative distinte tra loro: quella della mappa del mondo e dei dungeon che la compongono. Questi ultimi sono tutti abbastanza dettagliati, nonostante le difficoltà tecniche di cui parleremo più avanti, e pieni di nemici da affrontare, conoscere e grindare per ottenere oggetti e completare i vari compiti secondari che il gioco ci proporrà. Ed è proprio qui che casca l’asino: per avanzare nella mappa di gioco, bisognerà obbligatoriamente portare a termine alcuni di questi compiti secondari.
Ci siamo a volte ritrovati incapaci di proseguire perché… non capivamo cosa fare, effettivamente. La lista di richieste è sempre piuttosto piena e ben fornita, e capire quale sia quella che permette di avanzare non è sempre così intuitivo. Certo, se il premio di una secondaria è una chiave è normale portare a termine prima quella, ma vi assicuriamo che non è sempre così ovvio. L’utilizzo e la lettura delle informazioni donateci dai Booby Kin, simpatici esserini che fungono da committenti, mercanti ed aiutanti e che incontreremo nel corso delle traversate, potranno semplificare, in alcuni frangenti, il tedio del “e mò, dove vado?”.
Un lato B dolente | Recensione Seven Pirates H
Lato dolente della produzione è, palesemente, quello tecnico. Sebbene gli sprite e le illustrazioni delle Monster Girl siano rimaste dettagliate, ammiccanti e piene di mordente, il passaggio al mondo 3D ha comportato ovviamente una serie di difficoltà evidenti per il team di sviluppo. Stiamo inoltre parlando di un titolo del 2016 pensato per PlayStation Vita, un hardware decisamente indietro sia nel tempo sia nelle performance. Gli ambienti di gioco, specialmente i dungeon, sono dunque piuttosto spogli e ripetitivi, a sottolineare quanto il software sia effettivamente datato. In Moero Crystal questo non accadeva proprio grazie alla grafica in prima persona e all’utilizzo non di modelli 3D, ma di sprite bidimensionali curatissimi.
A spalleggiare l’arretratezza tecnica c’è anche una soundtrack che ha perso svariati punti, proponendo, ad esempio, la stessa traccia per ogni boss bottle contro Monster Girls diverse. Il doppiaggio ci è invece sembrato di buona fattura, anche se Otton è quantomai inquietante, piuttosto che molesto. Ovviamente, il gioco non è localizzato in italiano, ma la lingua inglese parlata (e localizzata in maniera superba anche stavolta) non è così difficile da comprendere.
Trainers, rise up!
In definitiva, chiudendo questa recensione di Seven Pirates H, continuiamo ad essere contenti della decisione di eastasiasoft di localizzare i capitoli di Genkai Tokki anche in lingua inglese. Questo perché, al netto dell’arretratezza tecnica e di uno stile decisamente datato, anche Seven Pirates, così come Moero Crystal, riesce a donare ore di divertimento per gli appassionati di RPG in salsa più piccante. Lo consigliamo dunque a chi vuole vivere un’esperienza leggera, breve e divertente in più frangenti. E sì: avete visto bene. In 1300 parole di recensione non lo abbiamo mai detto, ma in chiusura ci sta più che bene. E tanto il Caporedattore non sarà mai arrivato a leggere fin qui… spero. Dunque: TETTE!
Seven Pirates H è ora disponibile su Nintendo Switch. Fateci sapere se lo avete giocato e che cosa ne pensate qua sotto nei commenti, noi continueremo a tenervi aggiornati con tutte le news, le guide e le recensioni a tema videoludico e tech! E se siete interessati a chiavi di gioco a prezzi vantaggiosi, vi consigliamo di dare un’occhiata al catalogo di InstantGaming!
Punti a favore
- Pad alla mano divertente
- Sistema di crescita delle tet-... ragazze ben bilanciato
- Illustrazioni 2D sempre ammiccanti e ben realizzate
Punti a sfavore
- Arretratezza tecnica ed estetica
- Longevità scarsa, nonostante i magheggi degli sviluppatori
Lascia un commento