Projection: First Light è un titolo speciale, nonostante le meccaniche siano molto semplici, ecco la nostra recensione
Projection: First Light è un titolo molto particolare. È stato sviluppato da Shadowplay Studios e pubblicato Blowfish Games. L’art design è, probabilmente, ciò che colpisce di più. Perché? Beh, è molto semplice, eppure riesce a esprimere qualcosa. A livello di gameplay, bisognerà “proiettare” una luce così da poter andare avanti attraverso le ombre che vengono create. Ma vediamo insieme i dettagli con questa recensione.
Volevo solo catturare una farfalla
Questo titolo, come già detto, porta con sé uno stile artistico semplice ma d’impatto che riesce a colpire il giocatore in tutte le sue forme. Infatti, è possibile notare, per esempio, l’assenza totale di dialoghi. Eppure, un incipit è presente, anzi, è molto importante. Ed è curioso come tutto nasca dell’infantile curiosità che hanno in bambini del mondo animale, specialmente quando possono catturarli. Ma quindi c’è una vera e propria trama da seguire? Beh, si e no. Dipende da come si prende il titolo. Ecco cosa intendiamo.
Curiosità e infantilità – Recensione Projection: First Light
Projection: First Light inizia con un semplice incipt, come abbiamo detto all’inizio della recensione. Infatti, possiamo vedere una piccola bambina, che è la protagonista del titolo, causare un enorme danno all’intera città in cui vive per un motivo “futile” per gli adulti. Quale? Voleva semplicemente catturare una farfalla.
Dopo essere tornata a casa, seguita da tutte le persone danneggiate dal suo passaggio, i genitori (che all’inizio si dimostrano essere amorevoli) la mettono in punizione. Ma è qui che lei ritrova la sua farfalla, tanto inseguita. E decide di scappare di casa per seguirla. Da questo punto in poi inizierà la sua avventura tra luci e ombre.
Luci e ombre del gameplay – Recensione Projection: First Light
Come facilmente intuibile anche solo dall’inizio di Projection: First Light e di questa recensione, il titolo non è altro che un platform molto classico, che presenta alcuni puzzle per poter avanzare da un’area all’altra. La maggior parte di questi necessiterà di una fonte di luce (e quindi di un’ombra) per poter proseguire. Una cosa molto carina è che la fonte di luce e la protagonista sono separate, un po’ come in Child of Light, dove con la leva sinistra si può muovere la bambina e con la destra la luce. In questo caso sarà la stessa cosa. Ovviamente, non sarà l’unico modo per andare avanti, ma il gioco presenta anche elementi più classici del genere platform, come leve e ponti.
Purtroppo, se l’idea di utilizzare la luce per poter avanzare nei puzzle è potenzialmente geniale, è possibile affermare che pad alla mano non è così semplice. Non per via della difficoltà dei puzzle stessi, ma per la difficoltà di controllo della luce, molto spesso a causa dello spostamento della telecamera, e quindi della luce, viene distrutto il sistema di “ponti” creato per poter avanzare. Il che rende l’esperienza a tratti frustrante.
Scelte tecniche troppo piatte – Recensione Projection: First Light
All’inizio di questa recensione abbiamo fatto riferimento a un comparto artistico molto particolare e che colpisce. Beh, la cosa non è assolutamente falsa. Ma purtroppo tutto ciò che la circonda è talmente mediocre che non riesce a mantenere alto il valore del titolo. Infatti, a causa della scelta fatta in sede di design di non aggiungere alcun tipo di dialogo, avrebbero dovuto puntare molto di più anche sull’aspetto musicale del titolo.
Per prendere di nuovo in esempio il gioco di Ubisoft citato poc’anzi, Child of Light, chi ha giocato il titolo sicuramente ricorderà la colonna sonora. Mentre nel caso dell’esperienza indie creata da Shadowplay Studios non è possibile affermare lo stesso, è quasi assente. Lo stesso vale, purtroppo, anche per i vari effetti sonori, difficilmente rimangono, nonostante l’ottima fattura. Ma, ovviamente, è impossibile non fare un plauso agli artisti che hanno dato vita alla grafica del gioco, rendendo vivo il contrasto tra luci e ombre, dandogli importanza non solo per mero “lato artistico”, ma anche per fare un paragone con quella che è la storia di Projection: First Light.
Durante la nostra partita, non abbiamo trovato alcun tipo di bug o glitch, se non fosse per la telecamera che rendeva impossibile eseguire alcuni tipi di “ponteggi”, se non eseguiti al millimetro.
Ne vale la pena?
Dunque, siamo arrivati alla parte di recensione che interessa molto di più il nostro portafogli; vale la pena acquistare Projection: First Light? La risposta è si, ma non al cento percento. Perché? Beh, se si sta cercando un titolo che sia diverso da quelli proposti dal mercato recente, allora siete nel posto giusto. Ma se così non fosse, stareste “sprecando” le vostre finanze. È anche vero che progetti del genere vanno sempre valorizzati e potenziati, anche solo per dare un segnale al mercato dei “colossi” che noi giocatori vogliamo questo tipo di giochi, così come successe con Limbo o Inside. Ma è anche vero che, purtroppo, non è un titolo che rimane molto nel cuore dei giocatori. Dunque, è sarebbe solo per “provare qualcosa di diverso”.
Punti a favore
- Comparto artistico ottimo
- Meccanica di gameplay intelligente
Punti a sfavore
- Musica quasi assente
- Troppo piatto
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