Un concentrato di amore verso gli anni 90, semplice ed essenziale nella sua costruzione. Ecco la recensione di Project Warlock
Nell’industria dei videogiochi, in particolar modo in questo periodo, si tende a guardare al futuro e all’innovazione. Certamente si tratta di un’ottima cosa, ma è sempre importante avere bene in mente la storia che ha portato i videogiochi a ciò che sono in questo momento. Project Warlock è proprio uno sguardo al passato, agli anni d’oro dello sviluppo degli FPS, che va ad omaggiare tutti quei giochi che hanno fatto appassionare una generazione intera.
Buckshot Software però sarà riuscita a rendere fresco e fruibile, al giorno d’oggi, un titolo così ancorato agli stilemi del passato? Scopriamolo in questa recensione di Project Warlock.
Una storia singolare
Prima di parlare del gioco è interessante andare a raccontare chi vi è dietro la creazione di Project Warlock. Dietro alla software house Buckshot Software si nasconde una singola persona. Si tratta di un gioco ispirato agli FPS del passato, e ciò potrebbe far pensare che si tratta quindi di un nostalgico di un’epoca ormai passata. Non è questo il caso, lo sviluppatore in questione infatti è Jakub Cislo, giovane ragazzo che ha creato Project Warlock durante gli anni del liceo.
È con questo spirito che ci approcciamo a Project Warlock, con gli occhi di qualcuno che non ha vissuto in prima persona l’epoca di DOOM, Hexen e Wolfenstein 3D, ma che ama profondamente quelle che sono le fondamenta di uno dei generi più in voga oggi. Torniamo però a noi ed entriamo nel dettaglio di quello che offre il gioco di Jakub Cislo. Dopo 2 anni infatti dall’uscita su PC, finalmente Project Warlock è arrivato anche su console in questi giorni (la versione provata è quella su PS4 base).
La trama? Cos’è, si mangia? – Recensione Project Warlock
Abbiamo davanti a noi uno shooter in prima persona. L’ambiente è completamente 3D e ci si può muovere liberamente all’interno di esso, mentre i nemici, gli oggetti (sia quelli distruttibili che le munizioni) sono sprite 2D. L’obiettivo del giocatore è quello di arrivare vivi alla fine del livello mentre si riducono in poltiglia una quantità notevole di mostri e demoni di ogni sorta. Avremo a disposizione una quantità di vite limitata, una volta arrivati a zero sarà game over e sarà necessario ricominciare da capo.
Come nel più classico degli FPS la vita non si rigenera, ma sarà possibile recuperarla attraverso apposite risorse. La trama è davvero supeflua in un titolo come questo. Tutto quello che vi serve sapere è che il protagonista è un warlock ed ha una gran voglia di fare un massacro di demoni con il suo vasto arsenale di armi. Questo basta a darvi una motivazione a quello che state facendo.
Piccole variazioni sul tema – Recensione Project Warlock
In questo contesto piuttosto tradizionale si inseriscono tutta una piccola serie di novità rilevanti. Agganciandoci ad uno stile più attuale, le varie armi a disposizione hanno una rosa dei colpi che le rende più o meno precise a seconda di ciò che stiamo utilizzando. Questo non solo dona un feeling più realistico, ma contribuisce a determinare un carattere ben specifico ad ogni arma. Inoltre non mancano delle contaminazioni tipiche del gioco di ruolo.
Essendo un warlock, sarà possibile utilizzare delle magie sbloccabili nell’hub centrale. Ogni arma si può potenziare secondo due varianti e degli skill point permettono di acquisire della abilità passive. Senza contare la presenza di quattro differenti statistiche che saranno potenziate con l’aumentare dei livelli. In genere in una run normale non si arriva a sbloccare tutte le magie e le abilità. Il tutto, unito alla scelta delle varianti delle armi, dona la possibilità di creare la propria build che più si adatta allo stile del giocatore, incentivando anche la rigiocabilità complessiva.
Giro del mondo fino all’inferno – Recensione Project Warlock
In tutto sono presenti 5 aree, le quali sono composte da più livelli che a loro volta si dividono in diverse sezioni. Si passa dai classici dungeon fino ad una discesa negli inferi con una buona varietà di ambientazioni e di nemici. Ben curato anche il level design, sempre diverso e con una qualità che rimane sempre buona dall’inizio alla fine. I livelli sono intricati, addirittura a volte un po’ labirintici, ma non troppo estesi. È possibile finire infatti ogni sezione in pochi minuti favorendo anche delle sessioni di gioco brevi, ma intense.
L’esplorazione delle mappe è incentivata da un gran numero di segreti, che forniranno vite extra oppure delle scorciatoie per finire i livelli in pochissimo tempo. La difficoltà complessiva del gioco è tarata ovviamente verso l’alto. Jakub ha messo a disposizione 4 difficoltà, dalla prima in cui si hanno vite infinite fino all’ultima con una sola vita e nemici più potenti per una vera sfida al limite della follia.
Grafica rétro, ma completamente personalizzabile – Recensione Project Warlock
Lo stile grafico è ovviamente retrò e richiama i classici del genere. Sono presenti però una quantità incredibile di opzioni grafiche che vi permetteranno di personalizzare a piacimento ciò che vedrete a schermo. Dalla semplice nitidezza, fino ai filtri da applicare per simulare gli effetti di un tubo catodico. La cura riposta in questo aspetto è straordinaria, in pochi minuti vi sembrerà di giocare con il Commodore 64, per poi passare ad un Game Boy.
Il gioco gira in modo molto fluido visto anche il livello di dettaglio piuttosto basso. In questo modo si va ad aumentare la dinamicità del gioco senza compromessi. Unica nota dolente la colonna sonora, che alterna pezzi davvero azzeccati ad altri meno riusciti.
Le origini del genere
Gli scontri a fuoco veloci, responsivi e dinamici, uniti ad un alto livello di difficoltà vi sapranno dare grandi soddisfazioni. La varietà è assicurata da corridoi angusti e labirintici a combattimenti in campo aperto. I livelli brevi si adattano benissimo a partite molto veloci, ciononostante la presenza del game over all’esaurirsi delle vite farà in modo di tenere la concentrazione sempre alta. Il game over inoltre porta i giocatori ad un’esplorazione attenta alla ricerca di segreti, che vi premieranno con risorse a dir poco fondamentali per andare avanti.
Insomma se volete una sfida adrenalinica Project Warlock è quello che fa per voi. Non si tratta di un gioco che rispecchia le dinamiche moderne degli FPS, ma potrà magari far avvicinare qualcuno ai giochi storici che hanno costruito le fondamenta del genere. Finisce qui la nostra recensione di Project Warlock. Vi ricordiamo che il gioco è ora disponibile su PC,PS4, Xbox One e Nintendo Switch. Continuate a seguirci sulle pagine di tuttoteK per altre recensioni e molto altro dal mondo dei videogiochi e non solo!
Punti a favore
- Uno sguardo alle radici degli FPS
- Shooting frenetico
- Level design vario e sfaccettato
Punti a sfavore
- Non vi aspettate un gioco al passo con i tempi
- Colonna sonora debole
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