L’intrigante mondo urbano e paranormale di Atlus incontra le orde Koei Tecmo: scopriamo nella recensione di Persona 5 Strikers il risultato
Non sapremmo nemmeno come esordire: Persona 5 Strikers, o “Persona 5 Scramble: The Phantom Strikers” in madrepatria, è tanto facile da amare quanto difficile da analizzare in una recensione. Le cose di cui parlare sono molte, ma la precisazione di rito va fatta. Se vi aspettate un semplice spinoff dei vari Musou/Dynasty Warriors con una mano di vernice a tema Atlus, siete decisamente fuori strada. In realtà potremmo definire quanto abbiamo tra le mani un gioco di ruolo d’azione capace di mantenere intatti il cameratismo, i personaggi e le conversazioni dell’eterna esclusiva Sony di terze parti.
Ad onor del vero, l’appetito per un port del gioco originale – di cui questo funge da vero e proprio seguito canonico – serpeggia tra i fan Nintendo dall’arrivo di Joker in Super Smash Bros. Ultimate, ma sia i puristi della Grande N che i meno avvezzi alle peripezie di Atlus potrebbero necessitare di un piccolo promemoria. In soldoni, l’idea di base dietro allo spinoff di Shin Megami Tensei è quella di una sorta di ibrido tra Pokémon (per meccaniche di base) e Kingdom Hearts (per le tematiche), solo con un pubblico più adulto a dargli pepe. Stavolta, però, anche i combattimenti vantano il ritmo di Kingdom Hearts.
Sotto la maschera
Parliamo un secondo di Persona 5 Strikers a livello di trama, prima di addentrarci nel cuore della recensione. Abbiamo a che fare con un seguito, e questo l’abbiamo già detto, ma dovremmo fare una precisazione. Alcuni sequel amano alludere al gioco precedente, che nei casi più sfortunati vanta una trama pregna di svolte e palle curve. Abbiamo buone notizie per voi: sebbene il titolo originale rientri nella categoria che abbiamo citato, il gioco di cui parliamo oggi – almeno alle battute iniziali, a cui le nostre schermate si atterranno per sicurezza – preferisce restare sul vago.
Vi basti sapere che l’allegra brigata di studenti vista nell’originale (ovvero il protagonista più Ryuji, Ann, Yusuke, Haru, Futaba, Makoto e il gatto Morgana come mascotte) si è ritrovata durante le vacanze estive al termine dell’anno scolastico, ma l’isteria di massa per una modella li ha costretti a riprendere le loro scorribande. I Ladri Fantasma, con l’aggiunta dell’intelligenza artificiale Sophia, dovranno ancora una volta accedere al Metaverso – un piano esistenziale differente, basato sulla coscienza collettiva – per convertire gli impuri di cuore. In realtà, la critica sociale continua a permeare il comparto narrativo come sempre, ma preferiremmo fermarci qui.
Svegliati, alzati, e va’ là fuori – Recensione Persona 5 Strikers
I fan di Persona 5, con Strikers, si troveranno a casa più di quanto si sarebbero aspettati, come avrete modo di capire leggendo la recensione. Con il coinvolgimento del team di sviluppo di punta di Koei Tecmo, Omega Force, naturalmente il gameplay mette i tradizionali turni da parte in favore di un gameplay hack ‘n’ slash. Verrebbe naturale fare paragoni coi vari Warriors, ma in realtà le orde di nemici si presentano in numeri più discreti (per gli standard di Koei Tecmo, almeno), rendendo almeno un po’ più digeribile la transizione per gli appassionati della serie di Atlus.
Il frenetico ritmo degli scontri consente sì di ridurre molti nemici a brandelli, ma il tocco strategico del titolo originale – tra movimenti furtivi e i vari Personae – ha sempre la precedenza. Quando, esplorando i molteplici dungeon, sono i nemici ad attaccare per primi è possibile ricevere molti danni, a meno che non sia il nostro gruppo a dare inizio alle danze con un attacco furtivo ben assestato (partendo da pontili, lampioni, angoli o altro). Non ci troviamo certo di fronte a un button masher, o almeno non stavolta.
Fiumi nel deserto – Recensione Persona 5 Strikers
In Persona 5 Strikers le combo sono quelle che potreste benissimo immaginare leggendo la recensione, se conoscete l’output di Koei Tecmo quel poco che basta. Non si campa solo di pressioni continue del tasto Y, però; a dare varietà al combattimento provvedono gli attacchi che fanno uso dei vostri Personae, colpi a distanza puntando la pistola con L e attacchi speciali con X. Con R, invece, si può scegliere da quale abilità dei propri Personae attingere per sferrare devastanti mosse dall’ampio raggio d’azione (o curarsi, a seconda dei casi).
Joker (il cui nome si può inserire durante i primi tutorial, ma noi abbiamo optato per il canonico Ren Amamiya) è il solo ad avere con sé più Personae. Usandolo in tandem con gli altri protagonisti (intercambiabili durante gli scontri) si apre tuttavia il potenziale per strategie sempre nuove. Nello specifico, i nemici individuali più forti e i boss di ogni Prigione (dungeon) vantano debolezze elementali ben specifiche, che rendono attacchi a sorpresa e costruzione della squadra ancor più vitali. Talvolta, in uno dei tanti parallelismi tra questa serie e The World Ends With You, è possibile pure scagliare veicoli sugli avversari.
I capricci del destino – Recensione Persona 5 Strikers
Ovviamente, in Persona 5 Strikers gli attacchi che sfruttano i Personae vanno centellinati, come abbiamo avuto modo di apprendere in fase di recensione. Queste mosse, per quanto potenti, sono infatti legate ad una barra dallo svuotamento facile. Come risultato, alcuni dei boss iniziali – anche alla difficoltà normale, sebbene si possa modificare a piacimento in quasi ogni momento – possono dimostrarsi frustranti vista la facilità con cui ci si ritrova a corto di punti magia (o SP, usando la terminologia del gioco). Naturalmente, si tratta di un “problema” che riguarda solo le prime sessioni.
Dopo qualche Prigione, infatti, si impara come cucinare e creare strumenti con cui recuperare salute e punti SP, evitando al giocatore il bisogno di fare scorta sia di yen che dei già citati strumenti con cui spendere i propri risparmi. In questo modo, si possono affrontare i nemici in condizioni di sicurezza, sapendo di avere con sé una buona scorta di strumenti nell’inventario. Come in ogni buon gioco di ruolo – d’azione e non – che si rispetti, dunque, ben presto le incertezze delle prime partite lasciano ben presto spazio alla conoscenza delle varie astuzie con cui semplificarsi la vita, controller alla mano.
Stanza dell’interrogatorio – Recensione Persona 5 Strikers
Parlando della personalizzazione e degli upgrade ai vostri vari Personae, potrete fare una capatina alla Stanza di Velluto dal menù tra una battaglia e l’altra (o attraverso i portali visti nei dungeon). Qui potrete spendere i vostri Punti Persona (PP) per salire di livello e sbloccare nuovi tipi di creature combinando i tipi già in vostro possesso. Si tratta di una versione molto più diretta e semplice di quanto visto negli episodi principali del franchise. Questo, purtroppo, porta con sé anche un effetto collaterale che Koei Tecmo – nella loro fedeltà al gioco originale – potrebbero non aver considerato.
La semplificazione infatti alza anche il grinding, indispensabile per evitare di ritrovarsi a corto delle risorse necessarie a permettersi armi, equipaggiamento e quant’altro. Ad onor del vero, in Persona 5 Strikers il fenomeno si verifica anche abbastanza presto. In tal senso, dobbiamo a malincuore riconoscere che il team di sviluppo avrebbe potuto trovare un equilibrio migliore per evitare ai giocatori di tornare così spesso nelle prime aree. Non si tratta di un difetto eccessivo, vista l’enorme varietà di dungeon a disposizione. Forse proprio a fronte di una campagna così imponente, però, mettere in soggezione il giocatore sarebbe sconsigliabile.
Giuro sulle mie ossa – Recensione Persona 5 Strikers
L’altro problemino di Persona 5 Strikers, se vogliamo, è la telecamera, che in fase di recensione ha saputo darci qualche grattacapo. Non si tratta di qualcosa capace di farci storcere davvero il naso, beninteso, ma durante gli scontri più concitati è possibile faticare a seguire l’azione. Naturalmente, in puro stile Kingdom Hearts, esiste la possibilità di agganciarsi ad un bersaglio specifico, ma con tutti i (magistrali) giochi di luce intorno a noi non è difficile perdersi. Come in una partita di Super Smash Bros. Ultimate, ironia vuole. Naturalmente, questo contribuisce al ritmo lento (ma perlopiù in modo assai ragionato, inquadratura permettendo) delle prime sessioni di gioco.
Volendo fornire un paragone a voi lettori, potremmo definire questo titolo un successore spirituale di Kingdom Hearts 358/2 Days. Il progresso “giornaliero” della trama, i combattimenti frenetici, le occasionali sidequest di ricognizione e/o furtive e la capacità del gioco di catturare l’attenzione del suo pubblico (tra neofiti e non) riescono nell’intento di sfuggire dalle convenzioni “caciarone” della serie Warriors per dare alla luce qualcosa di interamente nuovo. Sta a voi, poi, decidere quanto di questo renda il gioco più o meno appetibile per il vostro fine palato videoludico.
Un nuovo inizio – Recensione Persona 5 Strikers
Naturalmente, le piccole lacune di Persona 5 Strikers che abbiamo elencato finora sembrano di colpo quasi insignificanti se messe a confronto con ciò di buono che il gioco riesce ad ottenere. Si tratta di un equilibrio molto difficile, in un certo senso. Soddisfare i fan della serie di giochi di ruolo vera e propria, dando al contempo un tocco hack ‘n’ slash a chi si avvicina a questo seguito proprio per questo motivo, non è semplice. Tuttavia, per la maggior parte, questo titolo ci riesce. C’è una storia tanto ricca “di ciccia” al di fuori dei boss da affrontare, tra cui molte conversazioni davvero ben scritte.
Anche i personaggi nuovi sono degni di nota, specialmente l’intelligenza artificiale Sophie e l’ispettore Zenkichi Hasegawa, da conoscere man mano che si dipana il filone narrativo. L’azione, per quanto talvolta ripetitiva, resta comunque molto curata. Tra mosse speciali esclusive, movimenti furtivi in giro per il campo di battaglia e alcuni boss che è davvero una gioia abbattere, raramente questo titolo ci lascia l’amaro in bocca. Anche i diversivi più ragionati e i momenti di azione maggiormente frenetici sono bilanciati, grazie anche agli elementi strategici più marcati.
Verso un altro mondo – Recensione Persona 5 Strikers
Ci avviamo alla conclusione della recensione di Persona 5 Strikers, e quindi è il momento di giudicarne la grafica. Tutta l’azione e tutte le svolte narrative si presentano su Switch in un port che se la cava spettacolarmente bene. Si tratta di un gioco davvero bello da guardare, e al di là di una mancanza di anti-aliasing parecchio palese non siamo ancora incappati in un calo di framerate che fosse uno. Davvero un gioiellino, sotto questo punto di vista; sia in modalità fissa (da cui proviene ogni singola schermata che vedete qui) che, soprattutto, in modalità portatile. Bacio da chef!
Idem con patate dal punto di vista del sonoro. Ci sarà pure un motivo, d’altronde, se uno degli aspetti che più hanno mandato in visibilio i giocatori di Super Smash Bros. Ultimate all’idea che Joker si unisse al roster era l’arrivo del repertorio musicale di Atlus. Non solo l’occasionale remix da parte di Koei Tecmo (come impone la tradizione di Warriors) riesce a non rivelarsi intrusivo (la versione rock di Last Surprise in particolar modo ci ha colpiti positivamente), ma anche il doppiaggio è stellare come sempre. Salvo eccezioni, quasi ogni finestra di dialogo vanta una sublime opera di doppiaggio.
L’ultima sorpresa
Parleremmo della longevità di Persona 5 Strikers nelle nostre considerazioni conclusive della recensione, ma in realtà abbiamo già sviscerato abbastanza il ritmo del gioco. C’è del grinding da fare tra yen e PP, ma in generale si tratta di un seguito (o, se preferite, uno spinoff) davvero ambizioso. La trama è vincente, convincente, e avvincente. L’azione è pregna di fascino. I personaggi inediti sono fantastici. E, in generale, si tratta di un titolo consigliatissimo ai fan della serie. La sua sola colpa – presumibilmente – è quella di mettere maggiore acquolina in bocca a chi attende solo l’arrivo del gioco originale su Switch.
Si tratta dunque di un titolo capace di combinare – con successo – un comparto narrativo di primissimo ordine all’azione hack ‘n’ slash in modo sorprendentemente soddisfacente. Ci sono anche i problemini di turno qua e là, con una difficoltà non sempre consistente e una telecamera talvolta poco propensa a collaborare, ma guardando oltre, il risultato finale è quello di un gioco di ruolo d’azione divertente ed altamente consigliabile. Potreste attendere l’occasionale sconto se siete indecisi per un motivo o per un altro, ma non dubitate. Si tratta di un’esperienza che saprà rubarvi il cuore.
Questo era ciò che pensavamo noi. Voi però di che opinione siete? Ditecelo qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttoteK per leggere altre recensioni ed avere tutte le notizie più importanti sulla sfera videoludica e non solo. Per i vostri bisogni da gamer, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Instant Gaming.
Punti a favore
- Un vero e proprio sequel di Persona 5, dalla trama intrigante
- Eccellenti i nuovi personaggi, come sempre
- Azione divertente e pregna di stile
- Fantastico nell’aspetto
- Colonna sonora grandiosa
Punti a sfavore
- Grinding talvolta necessario
- Il tasso di sfida è inconsistente
- La telecamera lascia un po’ a desiderare
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