Seguiteci in questo oscuro viaggio, nella recensione di un grande classico dei JRPG, ovvero Persona 3 Portable
Quella di Atlus, è una delle serie JRPG più apprezzate della storia videoludica. Sull’onda del successo del quinto capitolo, recentemente approdato su tutte le piattaforme nella sua versione definitiva, chiamata “Royal” (trovate a questo link la nostra analisi in merito), la software house nipponica ha deciso di rendere nuovamente disponibili (per ora solo in digitale) anche due dei titoli precedenti, in maniera tale da permettere anche ai neofiti di provare con mano le origini di questa fortunata serie. Ecco quindi la nostra recensione del ritorno di Persona 3 Portable.
Bentornati a Tatsumi Port Island
Il gioco si apre con la scelta del sesso del personaggio. Contrariamente a quanto accade nella maggior parte dei GDR, qui tale decisione avrà effetti sulla trama, con il gioco stesso che ci consiglia di cominciare con il protagonista maschile se siamo neofiti. Una volta fatta la vostra scelta e dato un nome (ed un cognome) al vostro personaggio, vi ritroverete al dormitorio della Gekkoukan High School, la scuola di Tatsumi Port Island che frequenterete per un intero anno scolastico.
Già perché sebbene P3P non sia a tutti gli effetti il capostipite della serie, è invece il primo titolo ad introdurre quegli elementi Life Simulator che ritroveremo poi anche negli episodi successivi. La progressione sarà infatti scandita dai giorni della settimana che pian piano si susseguiranno, e nei quali si avranno luogo i vari eventi che compongono la trama. Trattasi appunto di un racconto dai toni oscuri, che si riconferma l’elemento cardine del titolo.
I dialoghi e la narrativa infatti la fanno da padrone, occupando gran parte delle partite, ma fortunatamente (i fan di vecchia data lo sanno bene) parliamo di una storia ottimamente scritta ed in grado di rapire ancora oggi. Nonostante ciò si tratta di un aspetto che potrebbe comunque non incontrare i gusti di tutti e, se vi state avvicinando alla serie per la prima volta, tenetelo bene a mente.
Vita da studente – Recensione Persona 3 Portable: Ombre dal passato
Come abbiamo detto, Persona 3 Portable fu il primo capitolo della serie ad introdurre le famose meccaniche Life Sim. La storia che andremo a vivere sarà infatti scandita dai vari giorni della settimana, ed essi a loro volta saranno suddivisi nelle varie fasce orarie come mattino, doposcuola, sera, ecc. Assolti i nostri impegni scolastici avremo infatti la possibilità di impiegare il nostro tempo in varie attività. Spesso, e soprattutto nella prima parte dell’avventura, queste saranno piuttosto guidate, con i vari personaggi che ci consiglieranno cosa fare, ma avremo comunque spesso un margine di esplorazione della città. Seguire le lezioni con attenzione, stringere rapporti d’amicizia o altro ancora, ci permetterà di sviluppare le nostre statistiche personali, le quali si rifletteranno poi in battaglia e sulla crescita delle nostre Personae.
Tastumi Port Island sarà divisa in vari distretti cittadini che potremo visitare selezionandoli da una mappa. Trattandosi però della riedizione della versione per PSP, l’esplorazione non avverrà assumendo il controllo diretto del nostro personaggio. Le zone ci appariranno con una visuale a volo d’uccello e, utilizzando un cursore, potremo navigare tali aree e selezionare se imboccare una porta o parlare con un determinato PNG. Il tutto a volte ricorda quasi la navigazione delle avventure grafiche punta e clicca, con Sprite 2D che sostituiscono i modelli poligonali dei personaggi. Si tratta di un sistema un pò statico, che la software house ha deciso di riproporre così com’è, ma al quale ci si può facilmente adattare, anche perché le attività da svolgere saranno comunque molteplici.
All’ombra della torre – Recensione Persona 3 Portable: Ombre dal passato
Poco dopo l’inizio dell’avventura verremo a conoscenza della fatidica Ora Buia, ovvero un’ora nascosta che ha luogo tra mezzanotte e l’una di notte. In tale lasso di tempo, mentre la gente comune non è cosciente, si aggirano dei mostruosi esseri chiamati Ombre, che possono divorare la mente dei comuni mortali. Pochi individui, tra cui il nostro protagonista, sono in grado di rimanere coscienti durante quest’ora nascosta, e pertanto decidono di fare squadra per opporsi a questi esseri, assaltando direttamente il loro covo: una spettale torre chiamata Tartaro, che compare in città solo durante l’Ora Buia.
Le incursioni nel Tartaro rappresentano l’altra faccia del gameplay di Persona 3 Portable, che completa quanto citato nel precedente paragrafo di questa recensione. Qui avremo finalmente il totale controllo del nostro personaggio, e potremo impartire ordini ai comprimari che ci seguiranno. I labirintici corridoi della torre nasconderanno tesori ma anche avversari da affrontare mediante classiche battaglie a turni.
Qui il cuore pulsante del titolo Atlus compare in tutta la sua forza, grazie ad un sistema di combattimento ancora oggi godibile ed appagante, basato sullo scoprire e sfruttare le debolezze nemiche. A questo punto che entrano in gioco le Personae, ovvero la proiezione dei frammenti dell’anima di ogni personaggio, che compaiono in battaglia sotto forma di demoni armati di tutto punto, conferendoci abilità offensive e difensive in grado di fare la differenza sul campo di battaglia.
Qualche ruga – Recensione Persona 3 Portable: Ombre dal passato
Per la nostra recensione abbiamo provato Persona 3 Portable su Xbox Series X senza riscontrare alcun problema di prestazioni. Non siamo chiaramente di fronte ad un remake, pertanto l’aspetto grafico del gioco è rimasto quella di una volta. Ciò si avverte soprattutto durante le battaglie, in cui la resa grafica si sposta su un 3D piuttosto spoglio e figlio di un’altra epoca. Anche in alcune fasi 2D, come durante le cutscene fatte di bellissimi artwork in stile anime, a volte la resa complessiva ci è parsa un tantino sgranata, specialmente su una TV più recente.
Se chiaramente non si può pretendere una resa grafica moderna dalla riproposizione di un titolo originariamente uscito nel 2009 su PSP, dall’altro lato è pur vero che dettagli non troppo secondari come la già citata esplorazione fatta di schermate semi-statiche, potrebbero avere un effetto un pò straniante. Indubbiamente si tratta di pareri soggettivi ed ai quali ci si può facilmente adattare, ciò nonostante forse coniugando (o rendendo disponibile a discrezione dell’utente) l’esplorazione 3D presente nell’originale per PS2 e nell’edizione FES, con le aggiunte della versione PSP, si sarebbe potuto creare il porting definitivo di questa pietra miliare dei JRPG. È vero che chi si approccia a questo gioco non lo fa principalmente per la resa grafica, ciò nonostante se dovessimo cercare un aspetto che ha subito maggiormente il peso degli anni forse sarebbe proprio questo, e ciò si avverte ancora di più su console di nuova generazione.
Che Personae sei?
P3P non è il quinto capitolo, questo è chiaro fin da subito. Eppure senza di esso non vi sarebbe alcun quinto capitolo. Si tratta di un gioco al quale va indubbiamente riconosciuto il pregio di aver gettato le fondamenta della serie come la conosciamo oggi, che finalmente è disponibile anche in lingua italiana. Perciò se siete interessati a scoprire com’è cominciato tutto (e siete disposti a scendere a patti con una grafica ed alcune meccaniche certamente un pò più grezze rispetto all’ultima avventura di Joker e soci), troverete in questo titolo un racconto capace di rapirvi oggi come allora.
Cosa ne pensate? Avete già giocato a questo titolo o pensate di farlo per la prima volta grazie a questo ritorno? Fatecelo sapere nei commenti e rimanete sintonizzati su tuttoteK per tutte le news dedicate al mondo dei videogiochi. Per acquistare videogame a prezzo scontato, vi consigliamo di dare un’occhiata al catalogo di Instant Gaming.
Punti a favore
- Un racconto ancora oggi capace di rapirvi
- Meccaniche di gameplay validissime oggi come allora
- Finalmente tradotto in lingua italiana
Punti a sfavore
- La preponderanza della narrativa potrebbe non incontrare i gusti di tutti
- Alcuni dettagli del gameplay (come le esplorazioni in 2D) possono risultare stranianti
- L'adattamento grafico poteva essere fatto un pò meglio, specialmente su console next gen
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