Scopriamo insieme, in questa recensione dedicata, i punti di forza e di debolezza di One Piece Odyssey, l’ultimo titolo dedicato al franchise di Oda sviluppato da ILCA e pubblicato da Bandai Namco
Che il mercato dei tie-in non sia propriamente fautore di perle ne siamo consapevoli, ma noi ogni volta ci speriamo e, immancabilmente, rimaniamo delusi (o parzialmente). Negli anni recenti è capitato con Fairy Tail, Dragon Ball Z Kakarot e One Piece World Seeker, tre titoli non propriamente insufficienti, ma molto deludenti perché, alla fine dei conti, fin troppo derivativi e che non rendono onore e giustizia ai fan delle controparti animate. Forse, però, stavolta ci siamo davvero: qualche passo avanti è stato fatto. E no, non menzioniamo nemmeno l’obbrobrio dedicato a Made in Abyss.
Dopo il deludente e già menzionato World Seeker, Bandai Namco ha deciso di incaricare ILCA di sviluppare un nuovo titolo dedicato a One Piece. E così è nato Odyssey, recentemente arrivato su PC e console di attuale e scorsa generazione, che si propone in maniera totalmente diversa dal mezzo tonfo di Ganbarion e, ancor di più, dai musou della serie Warriors. One Piece Odyssey è un JRPG a turni e, dopo averci giocato per diverse decine di ore, ve ne parliamo approfonditamente in questa recensione.
Here we go… Waford!
Rufy e la ciurma si ritrovano, nei primi momenti di One Piece Odyssey, in un’isola sconosciuta e dal cui centro sale una gigantesca e misteriosa colonna di luce. La Sunny è parzialmente inabissata, quindi non possono ripartire, ma considerando la curiosità del capitano (e il fatto che, nel naufragio, abbia perso il cappello) e lo spirito d’avventura che caratterizza il gruppo, sarebbe stato comunque improbabile anche con la nave intatta. Iniziamo dunque a conoscere l’isola di Waford, in una narrativa completamente inedita rispetto alla serie originale, ma a cui ha dato il suo contributo anche l’autore stesso.
Eiichiro Oda ha, infatti, prestato la mano per il design dei due personaggi originali di One Piece Odyssey: Lim e Adio. I due incontrano Rufy e gli altri nelle primissime battute di gioco, quando la ciurma si scontra con uno dei protettori dell’isola. In quest’occasione, Lim “rimuove” letteralmente i poteri a tutti i componenti del gruppo e racchiudendoli in cubi speciali, che vengono poi sparsi in giro per il mondo. O sarebbe meglio dire… i mondi.
Reminescenza | Recensione One Piece Odyssey
L’espediente narrativo messo in campo con One Piece Odyssey è piuttosto semplice, ma funzionale ad accattivare i fan del franchise. Per recuperare i poteri persi, Rufy dovrà rivivere le gesta del passato di tutta la ciurma in una sorta di reminescenza lucida. Tramite il potere di Lim entreranno dunque nei “Mondi della Memoria”, in cui potranno recuperare cubi di potere più voluminosi e utili, rivivendo i ricordi del passato opportunamente rimaneggiati a favore della narrativa. D’altronde si sa, la memoria è fallace e i ricordi possono essere inesatti.
Ripercorreremo dunque le gesta della ciurma ad Alabasta contro Crocodile, o a Water Seven, ad esempio, in un’avventura che ci ha tenuti impegnati per circa quaranta ore. Non abbiamo però recuperato tutti i cubi, né portato a termine tutte le Taglie, compiti che ci avrebbero probabilmente richiesto ancora un cinque o sei ore massimo. Nei vari mondi sono anche sparse diverse missioni secondarie, che donano oggetti e ricompense particolarmente utili alla ciurma, nonché il mai banale denaro. Insomma, di cose da fare ce ne sono davvero molte, oltre alla trama principale, che risulta però sempre il fulcro di One Piece Odyssey.
Sebbene abbiamo apprezzato anche noi l’idea di rivivere momenti iconici e rincontrare visi familiari (Ace in primis), alla lunga l’espediente diventa piuttosto noioso e privo di mordente. Il tutto ha un sapore di già visto (perché, alla base, nonostante i cambiamenti, è davvero tutto “già visto”) e avremmo preferito, per un gioco così, una narrativa completamente originale e svincolata dal franchise. D’altronde One Piece si presta molto bene ad operazioni del genere, forse ancor più dell’over-sfruttato Dragon Ball.
Scontri a turni: siamo a casa | Ace (lacrimuccia) | Recensione One Piece Odyssey
Cuore pulsante della produzione di ILCA è decisamente il gameplay di One Piece Odyssey, che ci aveva convinti sin dai primi trailer. Abbandonando il musou visto nei Warriors e l’action-RPG di (bassa lega, ndr) World Seeker, gli sviluppatori hanno sposato l’idea di creare un gioco di ruolo a turni con una buona componente di strategia e leggermente atipico. Piuttosto che far scorrere i turni in senso lineare, dunque, magari basandosi sulla statistica della Velocità di ciascuna pedina, Odyssey divide il suo campo di battaglia in zone e piazza alleati e nemici in maniera randomica ad ogni scontro in ciascuna zona.
Gli alleati e i nemici abbinati sono obbligati a scontrarsi, prima di poter passare ad un’altra area per dare man forte ai compagni di squadra. Il tutto è condito dalla possibilità di scambiare i membri del party (quattro in totale) in qualsiasi momento dello scontro, sia utilizzando quelli che già sono in campo, sia chi è in panchina, senza perdere il turno. Inoltre, gli sviluppatori hanno suddiviso tutte le pedine alleate o nemiche in tre tipologie di combattenti (Forza, Tecnica e Velocità), con un sistema di debolezza/resistenza regolamentato dalla morra cinese.
Presenti anche gli status alterati e le debolezze elementali, che vanno ulteriormente ad arricchire ed approfondire un sistema di combattimento già convincente. I nostri alleati potranno attaccare sia con le mosse standard, che con le abilità speciali (che si sbloccheranno man mano che si procede nell’avventura, recuperando i cubi) che consumano Punti Tecnica. Infine, tramite il completamento di cubi di Memoria speciali chiamati Isteria, si potranno sbloccare mosse speciali particolarmente potenti e che vengono attuate da più membri del Party.
Facile, forse un po’ troppo | Recensione One Piece Odyssey
D’altro canto, però, One Piece Odyssey è un titolo fin troppo semplice da portare avanti. Prestando il minimo indispensabile di attenzione nel corso dei combattimenti e sfruttando appieno le abilità dei vari personaggi, sarà veramente difficile trovarsi in difficoltà. Anche negli scontri con i boss più potenti non siamo mai andati incontro alla sconfitta del team e, anzi, ci siamo spesso resi conto di essere fin troppi livelli al di sopra dei nemici dell’area che stavamo esplorando. Questo per due motivi: il primo, ovviamente, è stato “a causa” della nostra volontà di esplorare ogni singolo anfratto, cosa che ci ha portati inevitabilmente ad affrontare un maggior numero di scontri.
Il secondo è la possibilità, data dagli sviluppatori, di vedersi assegnati nel corso delle battaglie delle particolari condizioni che, se soddisfatte, portano ad incrementare notevolmente il numero di punti esperienza ottenuti a fine battaglia. Dallo sconfiggere un nemico in un determinato numero di turni o con uno specifico personaggio, all’incrementare della potenza del team nemico nel corso dei turni, all’evitare la sconfitta di particolari membri del party: le possibilità sono molte e rendono ancor più avvincente ogni scontro.
Lavoro di squadra | Recensione One Piece Odyssey
Avrete dunque capito che combattere in One Piece Odyssey ci è piaciuto molto. Lo stesso, purtroppo, non possiamo dire per l’esplorazione. Una premessa: siamo su un livello qualitativo completamente diverso rispetto a World Seeker, che era insoddisfacente anche da questo punto di vista. In Odyssey, ad esempio, è finalmente possibile utilizzare ciascun membro della ciurma per esplorare le mappe. E ciascuno è dotato di abilità uniche che vanno ad influire sull’ambiente.
Ad esempio Rufy può allungarsi per raccogliere oggetti da lontano e usare l’Ambizione per scovare i nemici che regalano più punti esperienza, Sanji e Nami possono trovare rispettivamente ingredienti rari per la cucina e ingenti somme di denaro, Chopper può infilarsi in cunicoli stretti grazie alla sua statura e Franky ricostruire ponti da attraversare e così via, insomma. Pur essendo tutti fondamentali per l’esplorazione completa di ciascuna mappa, però, il continuo alternarsi di personaggi per poi tornare al capitano (che è inevitabilmente il più utile, viste le sue abilità) spezza in continuazione il ritmo di gioco, già frammentato da una lunga sequela di dialoghi e cutscenes dalla discutibile utilità effettiva.
Eddai… | Recensione One Piece Odyssey
Abbiamo effettuato la nostra prova per questa recensione di One Piece Odyssey su una Xbox Series S. Ci siamo anche informati sulle versioni per console puramente next gen (Series X e PS5) e sappiamo bene che, in questi casi, il gioco offre le classiche due modalità Qualità e Prestazioni, con quest’ultima che garantisce una risoluzione a 1080p e 60 frame granitici. Purtroppo, abbiamo il cuore in mano ad ammettervi che su Series S, nonostante la bassa risoluzione del gioco (e considerando il fatto che non sia un titolo molto esoso in termini di hardware), One Piece Odyssey sia piuttosto stabile… sui 30fps. Ci abbiamo davvero sperato, ma niente: l’ottimizzazione non è stata così certosina.
D’altronde, però, il mondo di gioco è colorato, vivo e pulsante come ci si aspetterebbe da una trasposizione videoludica del franchise di Oda. Anche i modelli dei personaggi sono piuttosto curati e ben animati, sebbene forse la CGI cozzi un po’ con lo stile dell’autore. Buona la componente sonora, con una soundtrack non particolarmente ispirata, ma che riesce a seguire bene i ritmi narrativi, e il sempre ottimo doppiaggio in lingua giapponese con le voci originali dell’anime. Qualche incertezza nell’adattamento italiano, ma nulla che possa effettivamente inficiare nella fruizione della narrazione.
Verso nuove avventure!
Concludiamo questa recensione di One Piece Odyssey tirando, finalmente, un sospiro di sollievo. Il titolo di ILCA e Bandai Namco ci ha fatti parzialmente tornare a credere nel mondo dei tie-in e risulta essere, al netto di qualche difetto prevedibile e una narrazione purtroppo non originale, una piccola luce di speranza in fondo al tunnel. Lo consigliamo vivamente a tutti i fan del franchise, un po’ meno a chi non conosce minimamente il mondo di One Piece. Da canto nostro, speriamo vivamente che produzioni simili potranno arrivare a questi livelli anche in futuro. E poi, sempre più in là: verso oceani ed isole sconosciute!
One Piece Odyssey è attualmente disponibile su PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X | S. Fateci sapere se lo avete acquistato e che cosa ne pensate qua sotto nei commenti, noi continueremo a tenervi aggiornati con tutte le news, le guide e le recensioni a tema videoludico e tech!
Punti a favore
- Narrativa che strizza l'occhio ai fan...
- Gameplay ben strutturato e interessante
- Mondo colorato e vivace, in pieno stile Oda
- Doppiaggio originale
Punti a sfavore
- ... ma nulla di nuovo
- Tecnicamente non ben ottimizzato su Series S
- Forse un po' troppo semplice
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