Il tassello di Nintendo Switch Sports si incastra bene nel mosaico del giro di boa della Grande N: scoprite perché nella nostra recensione
Già nella nostra anteprima del gioco, abbiamo definito perfetto il tempismo di Nintendo Switch Sports: in tal senso, la nostra recensione non può far altro che constatare l’ovvio. Se avete amato i precedenti videogiochi ambientati sull’Isola di Wuhu, ogni vostro sorrisetto durante i trailer di questo titolo vi sarà bastato a prendere la (giusta) decisione di aprire il portafogli. E il gioco non sarebbe potuto uscire in un momento migliore, come antitesi di un paragone malsano tra le autodistruttive dipendenze da stupefacenti e il mondo di web (dove siete ora) e videogiochi (di cui parliamo).
E mentre altrove si parla (male) di “generazioni da salvare”, come abbiamo anticipato nella già citata anteprima l’unica generazione vagamente in pericolo è quella di console della Grande N. Siamo a metà strada per la piattaforma ibrida, ed è proprio ora che la console deve reggere il passo con la spietata concorrenza del fotorealismo next-gen il momento adatto per riconfermare l’appeal dell’hardware sul pubblico casual. Chi vi scrive è nell’occhio del ciclone videoludico da troppo tempo per definirsi tale, ma se volete sapere se il seguito autonomo di un gioco venduto in bundle insieme a Wii sedici anni fa può trovare un’utenza generosa… la risposta non è proprio così scontata.
La calura fa quaranta
Non essendoci una trama di cui parlare (il solo pretesto è riassumibile nello screenshot qui sotto), entriamo subito nel vivo di questa recensione parlando di un aspetto che fa da contorno all’intera esperienza di Nintendo Switch Sports. Anche con la nostra anteprima abbiamo invertito un po’ le cose, ed è per questo che dobbiamo parlare del rapporto di qualità-prezzo. Qualitativamente parlando, potete aspettarvi come sempre la consueta cura per i dettagli che il colosso di Kyoto ci ha abituati ad amare. Non abbiamo però a che vedere con i soliti sessanta euro giustificati dalla qualità, bensì di quaranta per bilanciare una mole di contenuti più modesta.
Il numero può salire a cinquanta per chiunque abbia acquistato il titolo in formato fisico, vista la sua inclusione per la fascia con cui legare un Joy-Con alle cosce. Parleremo in seguito di questo aspetto, ma per ora invitiamo chiunque abbia fatto propria la precedente palestra Ring Fit Adventure (una manna dal cielo nel pieno della pandemia) ad acquistare il gioco in digitale. Col senno di poi, tirando in ballo un altro titolo, capiamo anche perché questo titolo abbia mancato il lancio delle console: là dove Wii Sports serviva a mostrare le potenzialità dell’hardware, in questo caso l’onore è andato a 1-2 Switch.
“Mila, fa muro…” – Recensione Nintendo Switch Sports
Passando alle varie discipline di Nintendo Switch Sports (e andando con ordine, stavolta), è dunque la pallavolo ad aprire le danze in questa recensione. A discapito dell’astio verso questo specifico sport da parte di chi vi scrive (che però ne apprezza la visione), la trasposizione digitale del volley riesce nel non facile intento di mantenere la profondità strategica della disciplina senza complicare eccessivamente le cose durante il gioco. Esistono azioni diverse da compiere, ma al di là di una curva di apprendimento legata a doppio filo alla capacità di concentrazione dei giocatori l’esperienza rimane intuitiva.
I ruoli possono cambiare in qualunque momento, a seconda della traiettoria della palla. Questo primo sport mostra un chiaro intento nel game design di favorire le potenzialità del co-op, con l’aiuto di un utilizzo smodato del Joy-Con singolo. I nostri avatar si muovono autonomamente sul campo, e ci si può tanto ritrovare a giocare a fondo campo quanto sotto rete, a seconda dei casi. Proprio per questo è bene essere sempre pronti, dalla ricezione tramite bagher (fondo campo) e muro (sotto rete) all’attacco con le sempre soddisfacenti schiacciate. Se mai avessimo descritto la pallavolo come l’anello debole dell’esperienza, ci sbagliavamo.
Volàno, o “come togliere il ‘bad’ dal badminton” – Recensione Nintendo Switch Sports
Ed è dunque arrivato anche il turno del badminton. Come differenziare questa disciplina dal tennis? Non è compito del solo recensore chiederselo, anzi. È evidente che anche il team di sviluppo si sia posto la stessa identica domanda. La novità principale, per chiunque abbia meno familiarità con la disciplina stessa, risiede nel raggio d’azione a propria disposizione. A metà strada tra il tennis vero e proprio e il ping pong, lo spazio di manovra è decisamente più risicato. Può sembrare una cosa da poco, ma analizzando meglio le dinamiche di questo sport si scopre l’effetto farfalla causato da quella che sembrava una differenza da poco.
Potremmo limitarci al numero più ridotto di partecipanti, che scendono da un massimo di quattro a un fisso di due. Potremmo, ma non lo faremo. Invece c’è parecchio (di buono) da dire su ciò che lo sport ha da offrire in fatto di ritmo. La frenesia è tale da rendere quasi letargica la dinamica del tennis una volta che si torna alle discipline “vecchie”. Persino la portata parabolica dei pallonetti (okay, è una traiettoria ad arco, ma volevamo un’allitterazione) riesce ad alimentare l’atmosfera al cardiopalma che contraddistingue questo sport una volta che ci si prende la mano. Senza contare la possibilità di piazzare l’occasionale tiro smorzato a tradimento…
“Mi-ti-coh” – Recensione Nintendo Switch Sports
Non potendoci esimere dall’omaggio obbligatorio ai Simpson, introduciamo dunque anche il bowling. Sarebbe scorretto parlare di introduzione, trattandosi fondamentalmente della stessa identica attività che già abbiamo amato in Wii Sports. Tuttavia, non siamo proprio riusciti a farne a meno: a differenza del tennis, questo grande ritorno ha ricevuto abbastanza migliorie da essere quasi irriconoscibile. L’idea di base è quella già nota a tutti: far cadere tutti i birilli con un massimo di due tentativi per ogni turno. E nel bowling reale, le attese comportate dalla condivisione della stessa corsia rappresentano una bella seccatura.
La sala bowling di Spocco Square (tale è il nome del neonato successore dell’isola Wuhu) è decisamente più generosa della sua controparte datata 2006. L’utilizzo di una sola corsia (con annesse attese) è ancora consentito, ma l’aggiunta di una modalità per giocare in simultanea tutti insieme rende quest’opzione obsoleta al punto tale da divenire quasi irrilevante. Per il resto, il tutto rimane intuitivo come sempre: tenere le dita ben salde sul grilletto del proprio Joy-Con (senza lasciarlo andare, stavolta) per i lanci e usando la combo tra leva analogica e pulsanti per aggiustare il tiro.
Lega dei razzi – Recensione Nintendo Switch Sports
Come potremmo descrivere la trasposizione videoludica del calcio offerta da questo titolo? La definizione più laconica è “la risposta di Nintendo a Rocket League”. Il che lascia un po’ il tempo che trova, vista la disponibilità del gameplay targato Psyonix (e non) su ogni console in qualità di live service, ma è anche sorprendentemente efficace. L’unico punto di incontro tra i due termini di paragone, però, è la generica base del gameplay; per il resto, al di là di proporzioni simili tra giocatore, palla e porta, i due giochi non hanno molto a che spartire l’uno con l’altro. È anche l’unica disciplina a coinvolgere (di default, almeno) entrambi i Joy-Con.
Il movimento del personaggio, infatti, siamo noi stessi a gestirlo con la leva analogica sinistra. La mano destra, invece, sarà impegnata a gestire i tiri con i sensori di movimento dell’altro Joy-Con. Il risultato finale condisce il tutto con un indicatore di stamina, per gestire (col contagocce) la nostra capacità di effettuare sporadici sprint (vitali quando vengono introdotte le palle dorate per gli spareggi, con goal che valgono doppio: un golden goal letterale). Tra le varie modalità, spicca la possibilità di effettuare rigori utilizzando la già citata fascia. Un aggiornamento futuro (ne riparleremo) introdurrà l’utilizzo del medesimo accessorio anche per le partite vere e proprie.
Con l’accento sull’ultima “a” – Recensione Nintendo Switch Sports
A tornare da Wii Sports Resort è invece una variante di scherma che qui viene chiamata chanbara (o chambara; uno spelling vale l’altro). Qui emerge ulteriormente la profondità dei controlli di movimento: c’è una curva d’apprendimento esattamente come con Wii Sports e seguiti annessi, ma con la dovuta pratica è possibile effettuare le esatte movenze desiderate. In base al tipo di arma scelto, si usa un solo Joy-Con (una spada, spada a energia) o entrambi (due spade). La premessa è la stessa in ogni caso: il nostro scopo è scacciare dal ring sopraelevato l’avversario, scaraventandolo nella piscina sottostante.
Abbiamo l’opportunità di parare i colpi tenendo la spada (o meglio, il Joy-Con) perpendicolarmente rispetto al nostro avversario. Strategicamente siamo al pari della pallavolo: ogni nostro movimento va calcolato con la dovuta perizia, nonostante i match tendano ad essere molto veloci. Ritrovarci tra le acque della vergogna è questione di un attimo. Perdere un incontro può essere frustrante, a meno che non entriamo in un match in un’ottica consona al tipo di armi che useremo. La scherma normale non vanta assi nella manica di cui parlare, mentre con la spada a energia e le due spade disporremo di un colpo caricato a suon di parate.
E infine, lo sport simbolo di Wii – Recensione Nintendo Switch Sports
Che resta da dire, dunque, sul tennis? In realtà, non c’è granché da aggiungere. Il servizio è ora gestito dal solo movimento del controller, ma a parte questo è tutto deliziosamente uguale. Il ritmo delle partite, che siano singole o doppie e con un numero di set da vincere o meno, è decisamente meno frenetico della guerra di nervi in cui il badminton è rapido a degenerare. Per il resto, tutta l’immediatezza di Wii Sports è ancora a disposizione dei giocatori, che siano “veri casual” rimasti sprovvisti di Wii o che si tratti invece di “veri fan” che hanno già amato l’originale. Oppure, perché no, nulla vieta ai neofiti di entrare in famiglia.
Se non altro, siccome questa disciplina non è qui per reinventare la ruota come ha invece fatto il bowling simultaneo su più corsie, abbiamo un po’ di tempo in più per disquisire dei controlli di movimento. Nel caso di pallavolo, badminton, calcio e tennis, direzionare la traiettoria della palla è possibile, ma richiede non poca pratica. Tutto sta alla (tutto fuorché innata) dimestichezza con la gestione dei Joy-Con. Sembra scontato, ma in realtà non ci vuole molto a dimenticare che possiamo far ruotare anche il polso e non solo il braccio. Venire a patti con questo approfondimento del gameplay ci evita qualche “ma l’avevo spedita di là” di troppo.
Burocrazia olimpionica – Recensione Nintendo Switch Sports
Abbiamo alluso, poco fa, a una certa indecisione nel target a cui sia rivolto il gioco. La “strategia dell’oceano blu” di Nintendo, con l’originale Wii Sports, ha portato un inedito ed improbabile pubblico senior a “scoprirsi” videogiocatore nell’anima. Supponendo che sia questa la fanbase di punta, il primo impatto con la selezione del numero di giocatori non manca mai di sbigottire. La prima voce, in modo analogo ad un numero sempre maggiore di giochi, è l’online. Tra le tre sullo schermo, l’opzione che corrisponde all’esperienza originale in locale è la seconda. Per i curiosi, la terza è per l’online con gli amici, gestito tramite lobby.
L’idea di base, quindi, è di portare la competizione agonistica su scala globale (con tanto di “Lega pro” per le partite classificate). Il che è un bene, visto che il nostro scrutinio è partito espressamente dal day one. Considerando l’escalation nel numero di giocatori (altrimenti limitato all’inflessibile burocrazia dei controller, argomento che toccheremo in seguito) e il fatto che ciascun avatar ora vanta modelli più complessi, i progressi compiuti non mancano certo di impressionare. L’esperienza online, nuovo fulcro del mondo sportivo in chiave kyotense, passa a pieni voti una prova su strada che non avremmo mai dato per scontata a priori.
Sogni di fama, sogni di FOMO – Recensione Nintendo Switch Sports
Parlavamo di avatar evoluti e non mentivamo. I nostri alter ego digitali hanno lasciato alle spalle le articolazioni in stile Rayman dei Mii, nonostante questi ultimi siano presenti nel ruolo marginale di semi-maschere. Abbiamo infatti ora la possibilità di creare avatar ad-hoc di utilizzo esclusivo al gioco, con tanto di opzioni di personalizzazione quanto mai generose. La possibilità di sbloccare nuovi outfit si estende anche all’attrezzatura sportiva, come ad esempio con palloni e racchette, ma il loro sblocco dipende da un sistema a livelli soggetto a disponibilità limitate. Il tutto è gratuito, ma l’aspro sapore di FOMO (il fenomeno del negozio oggetti di Fortnite) è presente.
Nell’interpretazione più positiva di questa scelta, il tutto è mirato a fornire più longevità al titolo. Un impegno encomiabile, senza ombra di dubbio, anche se forse non del tutto ben riposto. Le discipline sono (per ora) sei, e il gioco (complici i limiti del corpo umano) si presta meglio a sessioni non eccessive. La libertà di personalizzare l’avatar è sempre ben accetta, ma lo sblocco delle opzioni segue un filone che di suo richiede i medesimi eccessi di zelo da cui è bene prendere le distanze. Oppure potrebbe non interessarvi nulla. La scelta è vostra, supponendo che questo titolo ve ne dia una.
Un piccolo birdie mi ha raccontato un segreto – Recensione Nintendo Switch Sports
Non vorremmo sembrare male informati nel nostro giudizio. Siamo consapevoli dell’aggiornamento in arrivo nei prossimi mesi, che reintrodurrà il golf tra le originali discipline da Wii Sports. Per questo motivo, invitiamo i lettori che consulteranno la nostra recensione ad aumentarne il voto finale dopo l’update di Nintendo Switch Sports. Altri titoli della stessa Grande N hanno ricevuto un generoso supporto tramite aggiornamenti gratuiti (Animal Crossing: New Horizons e Kirby Star Allies, per dirne due). Questo specifico titolo, a nostro modestissimo avviso, è forse il più adatto considerando il già citato bacino di utenza misto.
L’aggiornamento includerà inoltre anche il supporto alla fascia per le gambe da Ring Fit Adventure in tutte le sfaccettature del calcio (al di fuori dei rigori qui sotto), come abbiamo anticipato. La questione dei controlli, in realtà, va anche a comportare un difetto già constatato in una precedente analisi. Se ben ricordate, recensendo Mario Party Superstars abbiamo parlato di una lezione appresa dopo Super Mario Party. In realtà, questo gioco compie la scelta (obbligata) di supporre un utilizzo tassativo davanti al televisore. Ciò si estende anche al numero di giocatori per ogni sport, che dipende dal numero di Joy-Con a disposizione senza transigere. E non c’è Pro Controller che tenga, purtroppo.
La cronaca a bordo campo – Recensione Nintendo Switch Sports
Ci siamo dilungati sui pro e i contro anche troppo: è ora di mettere il gioco al microscopio per la nostra analisi tecnica. L’aspetto grafico di Nintendo Switch Sports è privo di infamia, ma altrettanto indegno di lode. Contrariamente ad altri contesti, però, non è una cosa che intendiamo condannare. Al contrario, là dove Mario Kart 8 Deluxe implementa sfondi talmente dettagliati (DLC a parte) da confondere le idee ai piloti meno attenti, qui uno stile artistico più spartano risulta in una pulizia ottimale per le partite. Inoltre, come abbiamo già notato, ci sono avatar più elaborati e movimenti più impegnativi, senza alcun calo di framerate.
Il sound design ci porta ad affrontare un discorso similare. Il doppiaggio in italiano per la cronista contribuisce ad instaurare un clima di accogliente familiarità. Tuttavia, la contraddittoria vocazione alla longevità per un titolo relativamente ridotto nella sua ambizione non manca di mettere a nudo un trattamento modesto delle nostre orecchie. Il che, anche qui, è pienamente comprensibile. C’è una certa sensazione di “fifty-fifty” che dalla nostra esperienza con il titolo si è fatta strada tra queste righe, ma le pretese di chi cerca in Nintendo Switch una palestra domestica richiedono un metro di giudizio meno convenzionale.
Considerazioni conclusive
Con “fifty-fifty” non alludiamo certo al voto finale con cui chiudere la recensione di Nintendo Switch Sports. Perdiana, no! Semplicemente, volevamo contestualizzare i diversi parametri in cui il gioco, dal concepimento in fase di design all’utilizzo in fase di valutazione, opera concettualmente. In definitiva, premiare o meno il gioco dipende perlopiù da cosa chiedete da esso. Se è per premiare una Grande N che già dal primo Direct di quest’anno si prospetta più in forma che mai, vi conviene dirigere il vostro sguardo altrove. Per Kirby e la Terra Perduta, del resto, avete sbagliato un po’ strada.
Se cercate un titolo sportivo capace di divertire come fecero i suoi predecessori (va bene, contiamo anche Wii Sports Club su Wii U) tempo addietro, includendo nella simulazione anche l’allenamento fisico che ne deriva, siete decisamente nel posto giusto. E in quest’ultimo caso, il gioco è proprio rivolto a voi. Non vogliamo fare di questa constatazione una delega per le nostre responsabilità analitiche. Al contrario, è così che vorremmo chiudere il discorso. Anche con la pandemia sul viale del tramonto, alla possibilità di affrontare chiunque bruciando calorie con palle e palloni è difficile dire di no. Magari, per i più vecchi tra noi, ringiovanendo fino al 2006.
Questo era ciò che pensavamo noi. Voi però di che opinione siete? Ditecelo qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttoteK per leggere altre recensioni ed avere tutte le notizie più importanti sulla sfera videoludica e non solo. Per i vostri bisogni da gamer, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Instant Gaming.
Punti a favore
- Avatar curati e personalizzabili...
- Aggiornamenti futuri in arrivo...
- Controlli di movimento migliorati...
- Eccellente focus sull’online...
- È comunque Wii Sports, ma migliorato
Punti a sfavore
- ... ma con dinamiche di sblocco a tempo
- ... necessari per l’attuale varietà di sport
- ... penalizzando la portabilità del gioco
- ... contribuendo a un target incerto
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