Un titolo di calcio fantasioso, ma anche stringato: riuscirà Mario Strikers Battle League Football ad andare in rete nella nostra recensione?
Quel che ci verrebbe da riconoscere in una recensione di Mario Strikers Battle League Football è già stato detto altrove per un altro videogioco. Nello specifico alludiamo a Honest Trailers, ai quali Jon Bailey ha prestato la sua calda voce per Screen Junkies e Smosh Gaming. In quest’ultimo caso, Bailey ha così riassunto Rocket League: “il calcio, reso interessante da guardare”. Chiaro, va detto che è solo l’ultima delle tante frecciate che il pubblico americano ha rivolto al nostrano balòn, ma diciamoci la verità: se rientrate tra i non-amanti del calcio, un motivo c’è. Può trattarsi delle regole, delle retrocessioni, delle speranze tradite o di un giro sproporzionato di denaro, ma c’è.
Naturalmente, vedere lo sport più amato dagli italiani alle prese con un Mario diverso da Balotelli non è un semplice trionfo di spirito patriottico. C’è qualcosa di più: l’esigenza di coniugare una disciplina sportiva ad un cast che fa da adattatore universale. E se già il Regno dei Funghi ha saputo interpretare varie discipline sportive con interessanti compromessi (tennis in primis), cos’ha da dire l’idraulico più amato nel contesto di un simulatore sportivo altrimenti diretto ai soli appassionati? L’utilizzo degli oggetti di Mario Kart è un pretesto come un altro per spogliare il calcio di arbitri e regole, ma anche (conseguentemente) di fronzoli.
“Next Level Games e Nintendo non fanno le cose ad mentula canis”
Così recitava (parafrasando per motivi editoriali) la brillante recensione vista su Nintendo La Rivista Ufficiale (numero 46, dicembre 2005) per Mario Smash Football, antesignano di questo Strikers Battle League. E nonostante lo stile acerbo dell’attuale costola della Grande N, il team di sviluppo non ha avuto la pretesa di dare a questo spinoff una trama. Questo, però, non ha nemmeno impedito loro di iniettare una dose di personalità all’intero cast che si spinge ben oltre le semplici espressioni accentuate di Super Smash Bros. Ultimate. Al contrario: Mario non è sul campo per fare prigionieri. Per dirla alla napoletana, à cummann iss.
Per quanto ci dolga confermare la dipartita delle paccate inguinali di Waluigi (Charged, Wii) ormai immortalate come meme, lo spirito sovversivo che separa il sapore tipicamente occidentale di questa produzione dal resto dell’oeuvre del colosso di Kyoto è ancora intatto. Così come il genere supereroistico in The Boys, anche qui vediamo qualcosa di familiare in un’inedita veste distorta dal contesto. Ecco dunque una Peach che fatica a mantenere l’aplomb dopo un gol subito (qui sotto), Donkey Kong che si atteggia facendo breakdance quando segna, e un Boom Boom portiere che redarguisce la squadra dopo aver parato.
L’arbitro ci rinuncia – Recensione Mario Strikers Battle League Football
Se dunque siete abituati a leggere una recensione di FIFA o PES sospirando al pensiero di dovervi preoccupare dei falli da non infliggere, potete dormire sonni tranquilli: in Mario Strikers Battle League Football vale tutto. Gomitate, calci sui denti e, nel caso dell’ipertiro di Toad, pure le invasioni di campo. I primi istanti di gioco si consumano in quella che è attualmente anche l’interezza della demo First Kick, ovvero un tutorial. Il giocatore ha la possibilità di saltarlo, ma solitamente (come abbiamo avuto modo di testare su un soggetto del tutto ignaro di ciò) non si tarda mai a pentirsene.
Il tutorial di Fùtbot (applausi a Next Level Games per il nome) prepara degnamente il giocatore a giocare indegnamente, impartendo lezioni sui complicati comandi. Molti di essi sono contestuali, come impone la (occasionalmente ingombrante, anche qui) tradizione dei giochi di calcio. Ecco dunque che Y ci permette di effettuare un “contrasto” (leggasi: un fallo) verso il giocatore malcapitato più vicino. Se siamo sprovvisti di palla, chiaramente. Altrimenti, è un pallonetto con cui aggirare i tentativi degli avversari di sottrarci l’agognato pallone. Lo stesso vale per R (schivate/dribbling) ed altri pulsanti. Non è un gioco che ammette distrazioni, dunque.
Giochiamo, a calci, ma sul serio – Recensione Mario Strikers Battle League Football
Che la curva di apprendimento del gioco sia vertiginosa è l’understatement del secolo. Ci sovviene di nuovo di prendere in esame Smash, spesso deriso (erroneamente) per consentire di “vincere pure premendo tasti a caso”. Così non è, ma non per questo è inaccessibile. Questo gioco, dal canto suo, non fa sconti a nessuno, nemmeno durante il tutorial. Ogni lezione si può portare semplicemente a termine, o completare badando ad ogni singolo obiettivo da non mancare entro un certo limite di tempo. Quando gli Yoshi avversari si fanno vivi, però, raggiungere l’en plein negli obiettivi del tutorial si dimostra subito una doccia fredda.
Un modo come un altro, insomma, per riportare alla realtà le aspettative di chi ha dato per scontato di avere la strada spianata per la sola presenza del cast di Nintendo. Chiariamo: coinvolgere Mario rappresenta sì un’apertura ad un pubblico più grande rispetto ai fan del calcio videoludico, senza ombra di dubbio. Ma questo non toglie nulla al gioco per la sua vocazione diretta ad un gameplay quanto mai tecnico. La demo First Kick, in quanto intesa principalmente come test dell’online, si ferma prima dell’ultima parte del tutorial: una partita di prova contro gli Yoshi. E se loro non scherzano, le coppe non tardano certo a tirare fuori gli artigli.
Un campionato dell’altro mondo – Recensione Mario Strikers Battle League Football
Riassumere le fondamenta del gioco è abbastanza semplice. Si tratta di un vero e proprio calcio sotto radice cubica, senza arbitri, regole e, in caso di pareggi, rigori. Al tempo stesso, però, il “tocco mariesco” consiste negli Ipertiri, ovvero tiri spettacolari (e occasionalmente impossibili da parare) che valgono due gol ciascuno, e negli oggetti. Sul campo è infatti possibile piazzare banane per impedire l’avanzata degli avversari, gusci per sbalzarli via, persino stelle per palleggiare indisturbati e altro ancora. In tal senso, ci sono tutti i presupposti per un nuovo titolo immancabile tra i giochi multiplayer.
E parliamo di una vena spiccatamente multiplayer perché sul fronte del giocatore singolo siamo sul minimo sindacale. La modalità Coppe è quanto più ci si avvicina ad una campagna vera e propria, con sei campionati da tre (o più) partite ciascuno, al termine dei quali se ne sbloccano altrettante varianti più difficili. A testimonianza del vero potenziale del gioco, che risiede proprio nella possibilità di giocare insieme, i campionati sono fruibili in locale fino ad un massimo di quattro giocatori. La curva di difficoltà resta vertiginosa e l’intento talvolta è palesemente un allungamento del brodo, ma in co-op il tutto diventa ben presto una bomba.
Final Fantasy Soccer – Recensione Mario Strikers Battle League Football
Sì, la trilogia di Next Level Games risponde ad una certa nomea di “divertimento caciarone”. Però vi mentiremmo se negassimo la presenza di una considerevole quantità di strategia. Ogni modalità, dai più generosi tornei alla tirchieria delle partite rapide, consente di guadagnare un certo numero di monete al termine dell’evento. Le Coppe si dimostrano più prodighe di pecunia la prima volta che le si conquista, e ben presto i soldi guadagnati ci offrono numerose occasioni per spenderli. È il momento giusto per parlare dell’aspetto più tattico del gioco, ovvero il tanto chiacchierato equipaggiamento.
Caschi, guanti, corazze e scarpe: questi i quattro capi di vestiario disponibili per l’acquisto, che in base alle esigenze del giocatore possono essere mescolati tra loro o comporre un set intero. Ognuno di essi conferisce un punto in più ad una determinata statistica di un personaggio, a discapito però di un’altra. Una volta completate le Coppe regolari, è possibile ottenere articoli più costosi (da 100 monete a 300) che rimescolano le carte in tavola penalizzando tre statistiche in cambio di un bonus considerevole per un solo aspetto dei personaggi. Il tutto si traduce in qualcosa di simile all’assemblaggio dei kart in Mario Kart dal settimo capitolo in poi, pur potendo scegliere di giocare senza alcun equipaggiamento.
Online e non-line – Recensione Mario Strikers Battle League Football
Naturalmente non si vive di sole Coppe, sebbene restino l’opzione più remunerativa per completare alla svelta il guardaroba di ogni personaggio. Le partite rapide si suddividono in gioco su una console, gioco in locale (collegando due Switch tra loro) e in gioco online. Per quanto riguarda il gioco offline nella sua interezza, non abbiamo molto da aggiungere al di fuori di quel che vi aspettate: questo è semplicemente un gioco immancabile nella propria libreria per i vostri bisogni multiplayer. In tal senso, da una tale rosa di opzioni (fino ad un massimo di otto giocatori, con la divisione in squadre che più vi aggrada) è difficile chiedere di più.
Un doveroso plauso, però, lo meritano le partite rapide online. Abbiamo sottoposto il matchmaking del gioco al cronometro alla stesura di questo articolo, e per metterci in contatto con altri giocatori sono bastati solo cinque secondi netti. Non tutto ciò che riguarda la comunicazione online è per questo degno di elogio, ma per quelli che possono essere i bisogni di un giocatore in cerca di partite immediate non c’è davvero nulla di cui lamentarsi. Il trono di gioco sostenuto da uno slogan sincero è ancora in mano a Mario Kart 8 Deluxe, sebbene in fatto di giochi che “salvano la serata” ci troviamo di fronte ad un più che dignitoso secondo posto.
Le planimetrie di Willy il Coyote – Recensione Mario Strikers Battle League Football
A fare scalpore, durante quel fenomenale Nintendo Direct di febbraio (probabilmente destinato a restare imbattuto nel 2022), è stata anche la confidenza con cui la Grande N ha sfoggiato la modalità Club Striker. L’idea di base è quella di fondare il proprio personale football club (o federazione calcistica, per mantenere l’acronimo in italiano). Fino ad altre 19 persone possono unirsi al nostro circolo del calcetto, contribuendo con i propri ritmi ad un progresso nelle partite classificate condiviso da tutti i membri senza che prendano parte al gioco. E come idea, c’è davvero del potenziale enorme.
È con sommo sconforto che riportiamo quanto l’esecuzione di una così brillante intuizione cada di faccia. Abbiamo voluto tentare la via più difficile, evitando dunque di unirci a club già esistenti in favore di una nostra creazione. Non sappiamo a cosa sia dovuto il nostro flop, ma a conti fatti sono passati quasi sette giorni dal day one senza che la neonata squadra ricevesse anche solo un nuovo rampollo. Siccome il progresso, nonostante i periodi di pausa tra una stagione e l’altra, porta con sé anche delle intriganti personalizzazioni per il proprio stadio personale, è un vero peccato vedere così mal ripagata l’ambizione degli sviluppatori.
Spalti di gioia – Recensione Mario Strikers Battle League Football
Anticipiamo le nostre considerazioni sulla grafica, perché ci sono tante gioie ma anche degli occasionali dolori di cui è meglio parlare. Artisticamente parlando, siamo in un vero e proprio stato di grazia: come abbiamo anticipato, ogni personaggio lascia trasparire tutta la sua personalità in ogni mo(vi)mento, dal cel shading con cui gli Ipertiri emulano l’artwork originale alle animazioni che seguono ogni cambiamento nei risultati (sotto). Tra l’altro, la meccanica stessa degli Ipertiri premia la spettacolarità con altra spettacolarità: due volte su tre, le Sfere Strike necessarie ad effettuarli appaiono in seguito a una catena di passaggi spettacolari.
Tuttavia, un’animazione in particolare (quella dei gol di Wario in cui lui mangia dell’aglio, nello specifico) ci ha portato a prestare attenzione al framerate. È vero, alitare sulla telecamera è del tutto coerente con il personaggio, ma il passaggio dai 30 fps stabili ad una serie di diapositive ci ha lasciati interdetti. Purtroppo, anche in alcuni momenti concitati (secondo condizioni tuttora a noi poco chiare) il numero di fotogrammi al secondo tende ad una poco dignitosa picchiata. Visto quanto l’azione risulti spesso difficile da seguire, la cosa non può far altro che alienare ulteriormente proprio i profani che quest’unione sperava di avvicinare al genere calcistico.
Da Wario al VAR – Recensione Mario Strikers Battle League Football
Si avvicina il fischio finale, ed è ora che consideriamo l’aspetto tecnico del gioco. In aggiunta a quanto già detto, anche in condizioni normali ci sono sequenze che mettono a nudo l’eccesso di ambizione da parte del team di sviluppo. Alcune animazioni (specie quella di inizio partita e, qui sotto, quelle dei gol) mostrano chiaramente i tifosi come personaggi di serie B, gioco di parole non voluto. Tralasciando questa plateale differenza di modelli 3D e framerate tra pubblico e giocatori, però, il resto del gioco punta dritto verso una produzione di prim’ordine per quello che dovrebbe essere uno spin-off di minor priorità. Consigliamo però ai neofiti di impostare l’aiuto visivo nelle opzioni, per una maggiore chiarezza sul campo.
Il comparto audio segue a ruota ogni minima sfaccettatura della direzione artistica. Aspettatevi dunque tante chitarre elettriche nella colonna sonora, che resta castrata solamente da un ritmo al cardiopalma nel gioco tale da condannare quasi all’anonimato le produzioni originali. Trattandosi di una IP della Grande N, però, non mancano le strizzate d’occhio nostalgiche capaci di capovolgere quanto appena detto durante le ultime coppe (remix dei temi di Super Mario 3D World e New Super Mario Bros. in primis). Inutile dire che il doppiaggio (specie l’insuperabile Charles Martinet) tocca nuove vette proprio per la verve del team di sviluppo.
Considerazioni conclusive
Per ogni recensione, giunge sempre il momento del benedettissimo voto: e noi quale potremmo appioppare a Mario Strikers Battle League Football? Se dovessimo basarci solo sui contenuti del day one (che poi è la versione presa in esame), saremmo sul sette virgola nove: un “otto meno”, per intenderci. Siccome il sottoscritto detesta i decimali che non siano i più decifrabili multipli di cinque, parliamo tranquillamente di un otto tanto risicato quanto dignitoso. Naturalmente, con i contenuti DLC gratuiti annunciati da ora, potrete prendervi le vostre libertà con un numero che lascia un po’ il tempo che trova.
Lasciamo piuttosto che siano le parole a fare il loro dovere: cosa significa un otto? Andando a scendere, il dieci rappresenta ciò che è imperdibile per tutti, mentre il nove è un must per gli amanti di un genere. Siamo al gradino inferiore, il che significa che per chi vi scrive è “molto consigliato agli amanti della categoria”. In parole povere: nonostante l’intento di rendere più mainstream il filone calcistico, se non fa per voi non sarà Mario a farvi cambiare idea. Se però un investimento di denaro (sessanta euro) e di tempo (curva d’apprendimento, grinding) non vi spaventa, avete trovato uno stadio da cui Electronic Arts e Konami non vi staccheranno più.
Questo era ciò che pensavamo noi. Voi però di che opinione siete? Ditecelo qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttoteK per leggere altre recensioni ed avere tutte le notizie più importanti sulla sfera videoludica e non solo. Per i vostri bisogni da gamer, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Instant Gaming.
Punti a favore
- Ambizione artistica fuori parametro...
- Potenziale multiplayer smisurato...
- Profondità strategica senza confronto...
- Otto giocatori su una sola console...
- Matchmaking praticamente fulmineo...
Punti a sfavore
- ... ma forse eccessiva per l'hardware
- ... e single player misurato col contagocce
- ... a patto che sopportiate il grinding
- ... ma ci vuol tempo ad abituarsi al caos
- ... peccato solo per il Club Striker
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