A volte non serve rivoluzionare, basta “solo” perfezionare: scoprite nella nostra recensione come c’è riuscito Mario Party Superstars
Se ci seguite da un annetto a questa parte, dovreste ormai sapere che la firma in cima a questo articolo è legata a doppio filo con un amore incontrastato verso la Grande N, dando alla recensione di Mario Party Superstars che avete tra le mani un gusto particolare. Siamo consci di aver impiegato un pizzico di tempo in più per giudicare il titolo (e vi renderete conto della nostra minuziosità leggendo), ma non è a questo che alludevamo. Parliamo piuttosto di come, per il sottoscritto, questa sia la prima vera esperienza con la serie, dopo qualche fugace flirt con il predecessore, Super Mario Party. Non è un caso.
Questa “prima volta” ben si sposa, infatti, proprio con ciò che il nuovo capitolo sta cercando di ottenere. Rispetto alle innovazioni introdotte in Super, l’ultimo episodio punta tutto sul classico: tabelloni presi a piene mani dai primissimi giochi per Nintendo 64 e un centinaio di minigiochi tratti dalla saga nel suo complesso. Quest’ultimo fattore è già stato al centro di un altro esperimento, The Top 100 su Nintendo 3DS; tuttavia, che sia per i pregiudizi sulle console portatili o per altri motivi, Nintendo non ha riscontrato il successo sperato. Riproporre un’idea non proprio tra le più fortunate non è una sola questione di coraggio: si tratta di una autentica scommessa. Vinta, aggiungeremmo.
Un tuffo (di testa) nel passato
Il vago accenno (sempre di un party game si tratta) a una trama riprende l’apertura del primissimo Mario Party, che abbiamo recuperato in occasione della recensione di Superstars. Nel mondo di gioco, un Koopa (una delle tartarughe che fanno da nemici comuni nella serie principale) ci guiderà tramite un tubo a cinque dei tabelloni più amati dai primi tre spinoff. Il Koopa e Toad (uno dei comprimari, nel caso) si alterneranno nel loro ruolo di “presentatori” in sostituzione dei personaggi che hanno fatto gli onori di casa in passato (uno su tutti, Dadì dal terzo capitolo). La “lore”, se vogliamo, si estende ai tabelloni.
Accettando le spiegazioni in merito, infatti, ogni tabellone farà vagamente cenno a come un tempo “un eroe” decise di ergersi a “superstar” (da cui il titolo del gioco) per risolvere i problemi degli abitanti. Tralasciando il fatto che il nostro eroismo si traduca in carognate tra un giocatore e l’altro, abbiamo apprezzato moltissimo le schermate prese di peso dai giochi per Nintendo 64. Non solo sono un ottimo modo per apprezzare la strada fatta dal 1998, dal 1999 e dal 2000 ad oggi, ma rappresentano una vera e propria lettera d’amore verso “chi c’era”. E, stando alla narrazione iniziale, è per metà così.
Dadi e superstar – Recensione Mario Party Superstars
Per l’altra metà, Mario Party Superstars è dichiaratamente mirato a chi ancora non conosce la serie, e in fase di recensione abbiamo constatato come questo capitolo voglia offrire il meglio della saga per un’ottima prima impressione. Abbiamo già parlato della premessa di base del franchise, ma se servisse ripeterlo vi basti sapere che i minigiochi (qualora titoli come Crash Bash avessero fuorviato voi così come il sottoscritto) qui non sono che un semplice contorno. Il vero fulcro è la navigazione sui tabelloni, da esplorare tra un lancio di un dado e l’altro. Prima ancora di vedere la schermata del titolo, ci verrà chiesto di scegliere se giocare in locale, con più console oppure online.
Ad eccezione delle aggiunte negli ultimi cinque turni di ogni partita, le regole prevedono che i quattro partecipanti si alternino al lancio dei dadi e che guadagnino monete, ne perdano o alterino degli elementi sul tabellone. Alla conclusione del turno per tutti i giocatori, scatterà in automatico un minigioco, scelto casualmente tra competizioni a quattro, uno contro tre, due contro due o, più raramente, uno contro uno. Lo scopo del gioco è quello di ottenere quante più Stelle possibili, vendute da Toadette per venti monete in punti prestabiliti della mappa. Il regolamento ha ricevuto varie interpretazioni negli anni, ma mai delle vere e proprie mutazioni. Del resto, squadra che vince non si cambia.
Come le varianti del Monopoli – Recensione Mario Party Superstars
I cinque tabelloni di Superstars, presi a piene mani da Mario Party 1, 2 e 3, hanno passato brillantemente il test a cui li abbiamo sottoposti in fase di recensione. Visto il rapporto tra il gran numero di minigiochi e quello più esiguo dei tabelloni, essendo questi ultimi il fulcro dell’esperienza viene naturale chiedersi se la loro varietà basti a soppesare la cifra. La risposta è un sonoro e stentoreo “sì”: la scrematura di Nintendo ha selezionato cinque tabelloni talmente diversificati tra loro che persino il primo, il più semplice, viene reso più interessante da una caratteristica peculiare.
L’Isola Tropicale di Yoshi, dove le caselle speciali scambiano di posto il punto vendita di Toadette con lo spazio di Bowser (una costante in ogni tabellone, pregna di penitenze), è solo la punta dell’iceberg. Dalla Stazione Spaziale (qui sopra) in poi, la creatività prende il volo, passando per la Torta di Compleanno di Peach (qui sotto), il Bosco Boscoso e, infine, la Terra del Terrore. Ogni tabellone presenta tante trovate capaci di modificare radicalmente il corso del gioco, dando al contempo ai giocatori altrettante occasioni per mettersi i bastoni tra le ruote gli uni con gli altri (sempre qui sotto). Non è raro che il vincitore venga spodestato all’ultimo turno.
Una montagna di minigiochi – Recensione Mario Party Superstars
Visto che li abbiamo menzionati ponendo però l’accento su altro, parliamo dei minigiochi stessi. Come è avvenuto in Super Mario Party, è possibile testare i comandi di ogni gioco all’interno del comodo tutorial iniziale prima che la competizione abbia inizio. L’esperienza può variare in base alla suddivisione delle varie squadre, e sommando le varie categorie (inclusi i minigiochi esclusivi agli spazi di Bowser) otteniamo non meno di 100 diverse sfide. Ci sono due modi per cimentarcisi, uno dei quali è la fine di un turno durante una partita regolare. Prima di iniziare a giocare, è possibile scegliere il gruppo di minigiochi tra i quali attingere.
La piazza del menù principale, ispirata al primissimo Mario Party, presenta però varie modalità e una di esse è il Monte Minigiochi. Per farla breve, la cosa si traduce in “gioco libero”. Sin dal primo avvio del gioco, i vari minigiochi saranno interamente fruibili in questa modalità per allenarsi da soli o in compagnia. C’è anche una modalità sopravvivenza in cui resistere quanto più a lungo possibile, in aggiunta a classifiche online per sfidarsi nella scalata al punteggio maggiore. Insomma, in quanto alla gestione dei minigiochi c’è davvero ben poco di cui lamentarsi. E il meglio deve ancora venire.
Spendiamo due parole buone – Recensione Mario Party Superstars
Mario Party Superstars risponde in primo luogo all’esigenza di avere un gioco con cui passare una bella serata sul divano e, trascorrendo la sera di Halloween in compagnia del titolo per scriverne la recensione, abbiamo avuto modo di constatarlo. Non essendoci personaggi, tabelloni o minigiochi da sbloccare, gli unici contenuti da comprare con le monete accumulate nelle varie partite sono elementi di carattere “enciclopedico” più adatti alle sessioni in single player. C’è un negozio nel menù principale che risponde esattamente a questa esigenza, lasciando alla banca dati di Kamek il ruolo di museo.
Una volta giunti qui sarà possibile personalizzare la propria tessera identificativa, comprensiva di nickname, avatar per il profilo, tabellone preferito ed epiteto (sbloccabile nella schermata degli obiettivi), nonché descrizioni per il cast, brani della colonna sonora per l’ascolto libero e molto altro ancora. Lo scopo del gioco è chiaro: dare ai giocatori tutti i mezzi per divertirsi tutti insieme sin da subito, per poi mettere in secondo piano i segreti meglio godibili in altre circostanze. Da questo punto di vista, abbiamo a che vedere con un parametro in cui il gioco si porta a casa un 10 con bacio accademico.
Progredire in ogni senso – Recensione Mario Party Superstars
Vorremmo fare leva sull’appeal dell’utilizzo classico del gioco, che dà comunque il meglio di sé su una sola console. C’è come sempre l’opzione di utilizzare profili temporanei come “Ospite 1” e simili. Non per questo però la consiglieremmo. Se il vostro Nintendo Switch ospita più profili, usarli nelle sessioni multiplayer consente di non “sprecare” nemmeno una partita. Del resto, le monete (divise tra quelle ottenute in generale e quelle distribuite in base alle Stelle ottenute in una sessione di gioco) vengono distribuite a tutti. Accedere in veste di primo giocatore con l’account beneficiario dei vari incassi, dunque, permette di ritirare tutta la pecunia arretrata.
Non si tratta di sole monete; abbiamo di fronte anche un vero sistema di progresso strutturato per livelli. Questo determina non solo il titolo di cui ci si può fregiare sulla propria scheda identificativa, ma anche i già citati obiettivi. Come sempre, con Switch l’approccio è sempre “caso per caso”, ma siamo felici di vedere la Grande N aprirsi sempre più a quella che sta diventando una realtà uniforme in tutta la sfera videoludica. Di questo passo, non escludiamo di vedere un sistema a obiettivi sulla prossima piattaforma principale del colosso di Kyoto. Per il momento, tuttavia, non possiamo che apprezzare i primi passi.
Tutto sotto controllo – Recensione Mario Party Superstars
Forse l’unica, vera arma a doppio taglio che in parte penalizza il gioco è la questione dei comandi. Partiamo dalla nota positiva: questo gioco è un autentico mea culpa dopo l’eccessivo focus sui Joy-Con come unico schema di controllo in Super Mario Party. Quest’ultimo è stato penalizzato dall’esistenza stessa di Nintendo Switch Lite, e “riciclando” tabelloni, idee e minigiochi dai capitoli passati la Grande N ha avuto modo di accentuare i punti di forza della formula, perfezionandola con perizia artigianale come raramente è avvenuto nel corso della serie. Insomma, guardarsi indietro per fare trenta passi avanti.
Purtroppo, va anche detto che la possibilità di usare anche altre periferiche come il Pro Controller espone tutti gli schemi di controllo, senza esclusioni, a un pericoloso livello di usura. Nella smania che (fidatevi) nel pieno dell’azione coinvolge tutti i giocatori, è facile dimenticarsi quante occasioni tra tabelloni e minigiochi ci chiedano di martellare i pulsanti o di abusare delle leve analogiche. I controller sono tuttora tra l’incudine del loro costo e il martello della loro fragilità. Pensateci bene, prima di martoriare l’hardware più del dovuto solo per avere la meglio sugli altri giocatori.
Una marea di opzioni – Recensione Mario Party Superstars
Non scherzavamo quando parlavamo della possibilità di capovolgere una partita all’ultimo turno. Proprio per questo, potrete scegliere di non avere sorprese al conteggio finale. All’avvio della sessione di gioco, infatti, avrete modo di selezionare la presenza o l’assenza di Stelle bonus, distribuite in omaggio alla fine della partita. Potrete inoltre scegliere se i parametri di assegnazione saranno più moderni o se restare sul classico. In quest’ultimo caso, saranno l’abilità nei minigiochi, il numero di caselle imprevisto raggiunte e le monete accumulate a fare la differenza. Starà a voi decidere.
Tuttavia, la possibilità di personalizzare le partite non si limita certo a questo. Si può anche, come abbiamo già anticipato, stabilire il tipo di minigiochi presenti durante le partite, sia in base al loro tema che in base alla console di provenienza (Nintendo 64 e GameCube). Anche il numero di turni è impostabile liberamente (10, 15, 20, 25, 30). Allo stesso modo, i giocatori hanno anche libero arbitrio sul già citato tutorial e sui possibili handicap di inizio partita. Ad ogni modo, con gli avversari mossi dal computer le partite non durano mai troppo a lungo. Movimenti e decisioni della CPU vanno a tavoletta, e gli eventuali minigiochi uno contro uno tra loro vengono bellamente saltati.
Goliardia portami via – Recensione Mario Party Superstars
Facciamo un briciolo di chiarezza sul ritmo di una tipica partita a Mario Party Superstars: il gioco non va assolutamente preso con eccessivo spirito competitivo, neanche quando lo si affronta in single player. Come recita l’adagio internettiano, “con Super Smash Bros. si costruiscono amicizie, con Mario Party si distruggono”. Per questo motivo, i già citati spazi di Bowser enfatizzano più sul ruolo di guastafeste del re dei Koopa che non sulla sua natura antagonistica. Lui è qui solo per sbeffeggiare i partecipanti, tra strumenti inutili e penitenze ironiche (non faremo spoiler sulla rara opzione “ottieni 100 stelle”).
Se proprio dobbiamo essere puntigliosi, relegare Bowser nuovamente ad un ruolo non giocabile è emblematico delle innovazioni di Super Mario Party che gli sviluppatori avrebbero potuto non sacrificare, come ad esempio i dadi personalizzati. C’è comunque dello spazio per un minimo di strategia, ma essendo completamente casuali le alleanze tra giocatori nell’arco dei vari minigiochi la competizione agonistica viene decisamente meno. Se contate di godere del titolo esclusivamente con altri giocatori (cosa che consigliamo) dal vivo, tenete a mente il rapporto di qualità/prezzo: si tratta sempre di sessanta euro. Se però sapete farvi andar bene gi avversari di tutto il mondo, abbiamo ottime notizie.
Un’eccellenza inaspettata – Recensione Mario Party Superstars
Ci sono tante migliorie rispetto a Super Mario Party, ma una che spicca su tutte le altre è l’online. Sul web girano tante voci, tutte positive, in merito al supporto del gioco alla rete. Siamo più che felici di riportare che nessuno vi ha mentito. In un periodo in cui il rapporto qualità-prezzo del servizio a pagamento della Grande N è continuamente oggetto di scrutinio, siamo più che felici di confermare che la performance dei server di Nintendo è semplicemente in stato di grazia. Anche qui, insomma, non possiamo proprio scendere al di sotto del dieci pieno, perché non c’è nulla a cui gli sviluppatori non abbiano pensato.
Dire che gli sviluppatori abbiano semplicemente risposto (e alla grande, pure!) a tutte le critiche all’online di Super Mario Party sarebbe riduttivo. Per farla breve, siamo di fronte ad un’esperienza multiplayer al pari dell’immediatezza di Mario Kart 8 Deluxe. Se vogliamo dilungarci di più nei dettagli, è possibile impostare delle regole preferenziali per la propria sessione di gioco e attendere comunque un lasso di tempo irrisorio prima di iniziare. Ogni ritardo nelle azioni degli avversari è dovuto ai loro tempi di riflessione e non alla connessione. La comunicazione spetta agli intuitivi adesivi (qui sotto). Se poi la rete viene meno, i giocatori vengono sostituiti al volo da una CPU. Non sapremmo davvero che altro chiedere.
Festa per gli occhi e per le orecchie – Recensione Mario Party Superstars
Scusate se iniziamo a togliere i festoni, ma vorremmo tirare (a dadi) le prime somme per questa recensione di Mario Party Superstars. Partiamo dal motore grafico: non che la cosa possa riservare sorprese a qualcuno, ma trattandosi di un gioco di prime parti (party?) è più che naturale che il gioco sappia spremere degnamente l’hardware della piattaforma ibrida. Il risultato ricorda molto lo stile del già citato Mario Kart 8 Deluxe, sebbene forse non con la medesima, vibrante e forse ossessiva ambizione. Di nuovo, l’online è da applausi a scena aperta anche qui, grazie ad un framerate stabile che non sembra perdere mai un colpo.
Buono anche il comparto audio, sia per il doppiaggio che caratterizza le clip dei vari personaggi (d’altronde, di Charles Martinet non ci stuferemo davvero mai) che per la reinterpretazione creativa dei motivetti classici della serie. L’attenzione per i dettagli si vede anche nelle piccole cose, come ad esempio il dinamismo della colonna sonora che si presenta anche in versioni più ritmate negli ultimi turni. Diciamo solo che se il negozio di Toad vende anche dei pacchetti per sbloccare pezzo per pezzo l’intera colonna sonora, un motivo (gioco di parole non voluto) ci dovrà pur essere.
Considerazioni conclusive
Mario Party Superstars è emblematico non solo di quanto Nintendo ami guardarsi indietro, ma anche (e soprattutto) di ciò che avviene quando la nostalgia non è fine a sé stessa. Contrariamente a quanto possano dirne i detrattori, la Grande N sa bene come fare dei ricordi un’arma vincente se questo vuol dire imparare dai propri errori. Il team di sviluppo ha fatto tesoro dei progressi compiuti da Super Mario Party, apprezzati da pubblico e critica, applicandoli ai punti di forza che hanno reso la serie tanto amata. Il risultato è una miscela esplosiva di classico e nuovo che ha tutte le carte in regola per diventare una presenza fissa sulle vostre console. Non possiamo parlare di perfezione in qualità di concetto effimero, e anche perché in quanto umanamente avidi non vogliamo negarci un margine di miglioramento.
Ciononostante, rispetto a Super Mario Party (che non avremmo consigliato altrettanto apertamente, in barba ai Joy-Con inclusi), alla perfezione ci stiamo avvicinando eccome. Basterebbe applicare lo stesso impegno su contenuti inediti (in fatto di tabelloni, minigiochi e personaggi) evitando le attività mirate a massacrarci i controller, e staremmo già parlando di un dieci pieno. In attesa di un terzo party game per Switch, però, se volete fare vostro un esponente della serie avete già la nostra benedizione. A “vincere senza fare assolutamente nulla”, stavolta, è solo Luigi e non certo il team di sviluppo.
Questo era ciò che pensavamo noi. Voi però di che opinione siete? Ditecelo qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttoteK per leggere altre recensioni ed avere tutte le notizie più importanti sulla sfera videoludica e non solo. Per i vostri bisogni da gamer, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Instant Gaming.
Punti a favore
- Un dietrofront sui difetti di Super Mario Party...
- Ripropone il meglio della saga...
- Ottimo l’utilizzo dei controller tradizionali...
- Uno dei migliori online di Nintendo in questa generazione
- Vanno sbloccate solo le cose secondarie
- Progressi condivisi e obiettivi!
Punti a sfavore
- ... ma anche su alcuni dei pregi
- ... puntando però solo sul sicuro
- ... peccato che spesso se ne abusi
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