Il momento è arrivato. Dopo vari mesi di trepidante attesa dal primo reveal di Life is Strange: True Colors, abbiamo potuto negli scorsi giorni mettere mano al gioco, vivendo le vicende e le avventura di Alex Chen e di Haven Springs: qui di seguito troverete la recensione, nella quale analizzeremo nel dettaglio tutti gli aspetti del titolo senza spoiler
Per un fan della serie, parlare di Life is Strange vuol dire parlare di un pezzo di sé. Poter vivere da adolescente le avventure di Max e Chloe quasi per caso nel lontano 2015 non solo ha cambiato, per chi vi scrive, il modo di approcciarsi ai videogiochi, ma ha anche permesso di conoscere una delle serie preferite di sempre. Questo amore nei confronti della serie è riuscito a sopravvivere nel corso degli anni fino ad oggi, anche grazie ai capitoli e agli spin-off che sono succeduti al gioco originale e che sono stati capaci di risvegliare tale sentimento.
Detto ciò quindi, in questa recensione andremo ad analizzare nel modo più dettagliato possibile l’ultimo capitolo di questa meravigliosa serie, ovvero Life is Strange: True Colors, così da avere un’idea precisa di che cosa aspettarsi (il tutto chiaramente spoiler-free). Come già ben sappiamo, la staffetta non è più in mano a Dontnod, bensì è passata nelle mani di Deck Nine, che già in passato si era distinta per l’ottimo lavoro fatto con lo spin-off Before the Storm. Riuscirà questo nuovo capitolo a soddisfare le aspettative? La risposta la trovate nei prossimi paragrafi.
Trama e sinossi
Prima di procedere alla recensione vera e propria di Life is Strange: True Colors, parliamo, per chi ancora non sapesse nulla, della trama. Come possiamo vedere anche dai trailer di gioco, Life is Strange: True Colors è ambientato a Haven Springs, una piccola città mineraria del Colorado. Prenderemo i panni di Alex Chen, una ragazza ventunenne che, dopo aver passato la maggior parte della sua vita alle prese con il sistema delle case-famiglie, si trasferisce a Haven per ritrovare suo fratello Gabe dopo tanti anni.
Dopo essersi ambientata e dopo aver sperimentato l’accoglienza di Haven e dei suoi abitanti, avverrà un fatto che scatenerà tutte le vicende della trama: Gabe muore, in quello che solo all’apparenza sembra essere un tragico incidente. Alex, con l’aiuto dei suoi amici Steph e Ryan, cercherà quindi di indagare sulla vicenda, cercando di portare alla luce chi è veramente responsabile per la morte di Gabe Chen.
Un superpotere non troppo super – Recensione Life is Strange: True Colors
Qual è il denominatore comune di un qualsiasi Life is Strange? Parlando infatti del superpotere di Alex, esso consiste nell’abilità di percepire le emozioni altrui, tramite un’aura colorata che circonda il personaggio in base all’emozione provata. Ciò nel gioco si declina in tanti modi diversi: ci saranno parti in cui potremo semplicemente percepire le emozioni di chi ci sta attorno, fino ad arrivare ai momenti più cruciali, dove intorno ad Alex si formeranno delle vere e proprie visioni suggestive grazie alle quali potrà comprendere a fondo le motivazioni dietro alle emozioni di un personaggio, anche se di contro sarà obbligata a provare anche lei la stessa intensa emozione (tali momenti verranno poi annotati nel diario di Alex).
La resa di questa meccanica di gioco risulta ben riuscita, nonostante in alcuni momenti possa suscitare qualche dubbio. Se da una parte le “visioni”, per quanto sempre visivamente gradevoli e suggestive, non aggiungono niente di diverso sotto il punto di vista ludico (limitando il giocatore alla semplice interazione con l’ambiente prima di trovare la risposta a un problema), dall’altra a giovarne veramente è l’esplorazione, resa interessante grazie ai “ricordi” racchiusi negli oggetti (che fungono da collezionabili utili ad approfondire la storia dei veri personaggi) e grazie alla possibilità di aiutare gli NPC che si trovano in giro per Haven Springs.
Un piccolo paradiso terrestre – Recensione Life is Strange: True Colors
Parlando di esplorazione, c’è da dire che Haven Springs è di una bellezza rara. Tutti quanti i capitoli di quest’avventura si svolgono quasi interamente in questa piccola città, che perciò diventa totalmente esplorabile fin dall’inizio. Potremo quindi andare in giro, trovare Ricordi, parlare a personaggi e soprattutto vedere Haven evolversi intorno a noi nel corso dei giorni, con i suoi paesaggi montanari e i suoi panorami immersi nel verde. Detto in poche parole, Haven Springs è uno spettacolo per gli occhi, e non potrete fare a meno di innamorarvene durante la vostra partita.
Ciò è reso possibile anche grazie all’inconfondibile stile grafico che caratterizza la serie fin dal primo capitolo. Chiaramente esso è stato migliorato nei dettagli nel corso degli anni, ma il succo rimane sempre lo stesso, e non può che che andarci bene così. Infatti, lo stile grafico stilizzato e cartoonesco di Life is Strange: True Colors, analizzato in questa recensione, si sposa molto bene con le ambientazioni, rendendo la città di Haven Springs un piccolo paradiso terrestre immerso nella natura.
Un teen drama coi fiocchi – Recensione Life is Strange: True Colors
Alla faccia delle persone che vedono con diffidenza il termine, associandolo a produzioni ritenute di bassa qualità, quando parliamo di Life is Strange parliamo di teen drama, con tutto quello che ne consegue. E, per quanto riguarda True Colors, c’è da aspettarsi proprio questo: non si preoccupino i fan che sono rimasti delusi dal cambio di rotta drastico di Life is Strange 2, perché in True Colors si ritorna alle origini.
C’è la protagonista, una ragazza ventunenne appena arrivata in città, ci sono i comprimari e i personaggi secondari caratterizzati egregiamente e con cui Alex intratterrà dei rapporti più o meno conflittuali in base alle nostre scelte; c’è lo spirito adolescenziale tipico dei giovani adulti e molto altro. Alcune scelte di trama inoltre seguono gli stessi identici schemi propri della storia del primo Life is Strange, cosa che ci permetterà ancor più facilmente di sentire l’atmosfera che ci aveva tanto incantato anni orsono, con il rischio di risultare però anche un po’ ridondante.
In generale la trama è ben strutturata, sempre capace di mantenere alto l’interesse dello spettatore tra il mistero di Haven Springs e i rapporti di Alex con gli altri. Ciò che forse può rompere un po’ la magia sono le scelte che possiamo e che, soprattutto, non possiamo fare. Questo è un problema che la serie si porta dietro da sempre: in questi giochi l’intento, ovviamente, non è di dare una vera scelta al giocatore su come influenzare gli avvenimenti più importanti, ma di dargli l’illusione di avere potere decisionale.
Quest’illusione si infrange quando il giocatore si rende conto di non poter scegliere ciò che dice o fa la protagonista: nella storia di True Colors, questo processo rischia di verificarsi in più di un’occasione. Potrà capitare al giocatore infatti di ritrovarsi spiazzato davanti ad alcune decisioni di Alex sulle quali non ha avuto controllo, decisioni necessarie per lo svolgimento narrativo nella direzione prefissata dagli sviluppatori, ma che magari si preferirebbero gestire diversamente.
Conclusione e verdetto finale
Insomma, per quanto siano presenti alcuni punti deboli che sarebbero potuti essere gestiti diversamente, non ci resta che promuovere Life is Strange: True Colors a pieni voti. Per chi cerca un’avventura young adult divertente, intrigante ma anche matura, troverà pane per i suoi denti in questo nuovo capitolo. Deciso a ritornare alla tradizione, per avere la sicurezza di piacere al proprio pubblico, le scelte di svolgimento della trama, per quanto possano sembrare ridondanti, vi faranno appassionare alle vicende di Alex.
Questo anche grazie ai personaggi, tutti ben caratterizzati e sviluppati ottimamente, con cui non potrete fare a meno di empatizzare nel corso della storia. Persistono alcuni elementi che suscitano qualche dubbio, come per esempio l’impatto ludico del potere di Alex in alcune sezioni di gioco oppure le forzatura di certe scelte per il corretto procedimento della narrazione, ma in fin dei conti davanti ai punti forti di questa avventura grafica vanno presi con il giusto peso.
Giunti al termine di questa recensione ricordiamo che Life is Strange: True Colors è attualmente disponibile per PS4, Ps5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC (in arrivo più tardi anche la versione Nintendo Switch). Per rimanere aggiornati su tutti i più importanti titoli del mondo videoludico, vi invitiamo a restare sintonizzati sulle pagine di tuttoteK. Se invece preferite comprare chiavi di gioco a prezzi scontati, potete farlo tramite il nostro link a Instant Gaming.
Punti a favore
- Storia intrigante e appassionante
- Personaggi ben caratterizzati
- L'esplorazione è divertente e interessante
Punti a sfavore
- Il potere di Alex non aggiunge niente di diverso nel gameplay
- Alcuni punti della trama sono ridondanti rispetto al primo Life is Strange
- Ogni tanto manca la possibilità di effettuare scelte importanti
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