Traveller’s Tales, Warner Bros e Disney ci riportano nella Galassia: ecco la nostra recensione di LEGO Star Wars La Saga degli Skywalker
C’era un motivo se, nel nostro ultimo speciale dedicato alle trasposizioni videoludiche dei mattoncini, abbiamo omaggiato la formula nata con il primo LEGO Star Wars: eravamo pronti a constatarne i frutti in una recensione dell’ultimogenito, La Saga degli Skywalker, e siamo felici di confermare di trovarci di fronte alla distillazione migliore non solo di Guerre Stellari, ma anche e soprattutto della serie di TT Games. Ne siamo entusiasti, dunque? Beh, non vogliamo per… Forza fare a pezzi (e mattoncini) la suspence, ma è difficile contenere il sorriso che ci ha lasciato in bocca l’ultimo omaggio a George Lucas (e J.J. Abrams, sì, va bene).
Non potremmo essere più felici di bruciare le nostre opinioni tra le prime righe. Gli stereotipi (o meglio, quelli che vorremmo poter ancora definire tali, se solo non ricevessero tristi conferme) sui giochi su licenza li conosciamo tutti. In concomitanza con la data di uscita di un film o di una serie TV, una trasposizione videoludica viene sottoposta a tempi risicati. Di solito questo porta a disastri, salvo eccezioni. Una ce l’ha fornita Traveller’s Tales nei tardi anni novanta con il leggendario Toy Story 2. Oggi, TT Games ha colto l’occasione per cogliere nuovamente nel segno, riconfermandosi come un team di sviluppo mosso prima di tutto dalla passione.
“Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…”
Aprire la recensione di LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker (ci scusiamo per aver inserito solo ora i due punti) e parlare della trama equivarrebbe a rovinare ai novizi l’intera epopea. Per questo, optiamo per la codardia e ci agganciamo al nostro glossario di Kingdom Hearts. Così come in quell’occasione abbiamo parlato di luce e oscurità rifacendoci alla Forza, allo stesso modo si può descrivere questo prodigioso potere mentale come un equivalente del binomio visto nel franchise di Disney e Square-Enix. Vi basti sapere che si tratta, a grandissime linee, di un universo fantascientifico intriso di fantasy.
La macrotrama parla di una guerra, ottimo pretesto narrativo nonché argomento purtroppo sempre attuale, in cui una Repubblica pacifica si trova a dover cedere il posto ad un tirannico Impero in seguito ad autentici colpi di stato. Le vicissitudini della serie hanno portato ad autentiche pietre miliari nella storia del cinema: scene citate, sia come omaggi che come parodie, in tutta quanta la cultura popolare. E prima della schermata del titolo, il gioco non manca di omaggiarle in un poetico montaggio. Anziché optare per la strada facile, con la fanfara di John Williams in uno sfoggio pacchiano del brand, TT Games ha voluto mostrare di sapere cosa stesse facendo, con un dolce riarran-giamento prima di poter “premere un tasto qualsiasi”.
“Un’arma elegante per tempi più civilizzati” – Recensione LEGO Star Wars: la Saga degli Skywalker
Bando ai sentimentalismi, è il momento di entrare nel vivo della recensione e di vedere cosa offre di nuovo il gameplay di LEGO Star Wars: la Saga degli Skywalker. In un certo senso, bisogna scavare un po’ più a fondo per cogliere le vere novità. In superficie, al di fuori di un motore grafico che avremo modo di lodare più avanti, abbiamo a che vedere con lo stesso sagace fascino che abbiamo già apprezzato altrove. La pantomima ha ormai lasciato il posto al doppiaggio, ma non manca mai la verve con cui il gioco riesce a non prendersi troppo sul serio (sebbene senza mai toccare l’approccio dissacrante di Star Trek: Lower Decks).
Se abbiamo parlato ancora dell’aspetto narrativo, è per enfatizzare quanto stavolta sia stato ben amalgamato al gameplay. Ogni aspetto della trama si sposa con il comparto di mosse a nostra disposizione, che si tratti dell’utilizzo della Forza (dalla deviazione dei colpi con le spade laser, alla telecinesi, passando pure per il “trucco mentale”) per Jedi e Sith, della visuale in stile Fortnite per i personaggi armati di blaster o della capacità di Rey di crearsi le proprie armi. Tutto trova posto nel mondo di gioco, facendo dell’ispirazione cinematografica un punto di partenza per una varietà di gameplay senza precedenti.
“Fare o non fare, non c’è provare” – Recensione LEGO Star Wars: la Saga degli Skywalker
Questo ci porta al tasso di difficoltà del gioco. La cosa potrebbe rivelarsi tanto prevedibile quanto dolorosa per chi si è fatto le ossa su Cuphead, ma si tratta di un titolo pensato per “vivere” la saga senza la preoccupazione di come superare una certa fase. Naturalmente, la maggior parte degli eventuali grattacapi viene più dagli enigmi (che “strozzano” l’azione in un modo che i fan dei giochi LEGO hanno imparato ad amare). Ed è in questo frangente che subentra l’implementazione dei mattoncini e dei loro incastri. Rompere la scenografia e rimontarla per ottenere interruttori e scale: TT Games non cambia certo la strada vecchia per la nuova.
Questo ci porta a sottolineare come il gameplay dei personaggi sia “semplificato”, dando loro pochi attacchi in base alle loro molteplici incarnazioni. Per fare un esempio, da una parte avremo “Luke Skywalker (Episodio IV)” armato solo del suo fidato blaster, mentre proseguendo nella trama (il primo episodio di ciascuna trilogia è disponibile già a inizio gioco) ne sbloccheremo la variante armata di spada laser. A tal proposito, la curva di difficoltà morbida viene bilanciata dalla mole enorme di contenuti a disposizione. La Galassia lontana lontana è tutta qui, e lo stesso vale per gli oltre trecento personaggi.
“Mai dirmi le probabilità” – Recensione LEGO Star Wars: la Saga degli Skywalker
Il gioco si dimostra clemente anche nel darci non poca libertà sulla gestione dei progressi. Non solo ci attende un generoso salvataggio automatico praticamente ad ogni cambio di mappa, ma il nostro progresso rimane immacolato anche se dovessimo concederci lo sfizio di passare da La Minaccia Fantasma a Una Nuova Speranza (più o meno appena appare Jar Jar). Ad onor del vero, è questo stesso titolo a incoraggiare un approccio rilassato, presentando come prima opzione proprio lo storico Episodio IV. Completare un episodio sblocca il successivo, permettendo al contempo di rigiocarne i livelli singolarmente.
Il completamento al 100% dei vari livelli che compongono gli episodi comprende un sistema di obiettivi autonomo. Trovano inoltre posto i tre capisaldi della serie. Parliamo dei mattoncini da collezione, dei minikit e del livello di completamento “Vero Jedi” sbloccato raccogliendo un numero soddisfacente di “bottoncini” 1×1. Raccogliere i minikit è fondamentale per sbloccare i veicoli, mentre eroi e cattivi (divisi in gruppi per evitare le colossali schermate di selezione personaggio negli altri titoli di TT Games) dipendono perlopiù dagli altri parametri. Il loro ottenimento si rivelerà fondamentale per quella che, a conti fatti, è la decima avventura.
“Viaggiare nell’iperspazio non è come spargere fertilizzanti da un aeroplano” – Recensione LEGO Star Wars: la Saga degli Skywalker
Nei titoli passati, la modalità gioco libero consisteva nella semplice possibilità di rigiocare i livelli con una maggiore libertà di scelta nei personaggi da usare. Ora che l’open world si è fatto strada nell’ossatura del franchise, però, viene da chiedersi come si sia adattata la Galassia di Guerre Stellari. Siamo lieti di confermare che l’integrazione dell’open world è un autentico lampo di genio. Semplicemente, come abbiamo già lasciato intuire, la Galassia nella sia interezza è il grande sandbox in cui dedicarsi a un’avventura separata. Qui, cui tutti i pianeti visitabili offrono sfide e, cosa più importante, quest secondarie.
Per sbloccare la Galassia occorre prima completare almeno un episodio: i mondi in esso contenuti andranno poi a comporre la porzione di open world disponibile. Questo approccio al game design, oltre a contribuire a un “feel” più vivo che mai per il mondo di gioco, giustifica il completismo. I minikit in particolar modo, dagli antipatici oggetti da collezione fini a sé stessi che erano in principio, contribuiscono ora a creare mezzi di trasporto per esplorare gli scenari con comodità e con stile. Nel frattempo, i personaggi (in base al loro gruppo di appartenenza) possono rivelarsi cruciali per le quest secondarie, a seconda degli oggetti con cui possono interagire.
“Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia” – Recensione LEGO Star Wars: la Saga degli Skywalker
Non sappiamo se è possibile elogiare abbastanza le migliorie apportate al combattimento. In generale, nei titoli passati, l’approccio alla lotta è sempre stato semplice: un’incessante sequela di pressioni del pulsante di attacco. Prepararsi agli scontri con questa intenzione, a dire il vero, non è interamente infruttuoso, ma prestare attenzione ai tutorial viene sempre ricompensato. Il sistema di combo si dimostra particolarmente generoso con chi alterna sapientemente i tipi di attacchi. Similarmente, la rosa di opzioni si apre ulteriormente man mano che il giocatore sblocca sempre più personaggi.
Proprio prendendo possesso dei droidi abbiamo constatato quanto chiunque fosse potenziabile. Esiste infatti un autentico albero delle abilità, con il quale per esempio le sezioni dedicate a R2-D2 si possono fare improvvisamente più scorrevoli una volta sbloccata la corsa veloce. Combinando questo nuovo elemento di gameplay a un già enorme roster di protagonisti (ed antagonisti), per poi moltiplicarlo per le aggiunte come il sistema di copertura in stile Gears of War per i personaggi armati di blaster o la parata con cui Jedi e Sith possono riflettere i proiettili, si ottiene l’apice attuale della formula. No, la nostra non è iperbole.
“Come padre e figlio” – Recensione LEGO Star Wars: la Saga degli Skywalker
Abbiamo già detto che, in tutto questo, l’intero gioco è fruibile in co-op? Non si tratta soltanto di dividersi i ruoli di Obi-Wan Kenobi e Qui-Gon Jinn: c’è molto, molto di più. La CPU sa ormai bene di dover collaborare quando un enigma richiede che un personaggio debba attendere in un posto, onde poter premere insieme i dovuti interruttori. Ciononostante, gestire certe situazioni in due aggiunge sempre del valore all’intera esperienza. Il che è decisamente impressionante, considerando che il multiplayer consente il drop-in e il drop-out in qualsiasi momento (qualcosa da non dare per scontato).
Lo split screen funziona egregiamente, nonostante il caos dei momenti più concitati. Se non altro la cosa rischia davvero di farsi confusionaria solamente nella Galassia open world. Durante l’avventura “regolare”, infatti, il gioco non manca mai di guidarci dal punto A al punto B. A tal proposito, le opzioni di personalizzazione non mancano: oltre al libero arbitrio sulla grandezza dei sottotitoli e sulla dicotomia tra dialogo e pantomima, ci sono anche diverse scelte per l’accessibilità. L’unico vero neo, in un gioco altrimenti quasi perfetto, è la scelta di rilasciare dei DLC al lancio: sappiamo bene che ormai sta diventando la norma, ma non siamo ancora pronti a considerarla tale.
Tutt’altro che un ammasso di ferraglia – Recensione LEGO Star Wars: la Saga degli Skywalker
Non ci resta che valutare il comparto tecnico di questo titolo, a partire dalla grafica. C’è ben poco di cui non definirsi soddisfatti: la Galassia di mattoncini è un’autentica gioia per gli occhi. La nostra versione di riferimento stavolta è stata quella per Xbox One, e dobbiamo riconoscere che TT Games ha giostrato il contrasto tra plastica (negli interni delle astronavi) ed eventuali ambientazioni naturali con rara maestria. Illuminazioni, sabbia sui piedi, texture curatissime: nemmeno gli sporadici bug (prima del day one) ci hanno tolto dalla bocca il nostro più stupido e soddisfatto sorriso.
Persino il sonoro è da applausi a scena aperta. L’intero magistrale operato di John Williams (noto anche per Jurassic Park, Superman e Mamma, Ho Perso l’Aereo) campeggia fieramente nell’intero arco di un’avventura per noi già degna di una nomination ai Game Awards. Allo stesso modo, il doppiaggio (fruibile anche in lingua nostrana con la stessa, se non maggiore, qualità) incrementa in modo inverosimile l’immersione. A ben pensarci, è di per sé un’impresa riuscirci considerando che, in questa incarnazione del multimiliardario franchise cinematografico, i Ribelli hanno una macchinetta del caffè.
Considerazioni conclusive
La nostra recensione non può che concludersi con la nostra più sincera raccomandazione per LEGO Star Wars: la Saga degli Skywalker. La Galassia è tutta qui, permettendo a fan e novizi di godere di un distillato della trama per (rispettivamente) rivivere e conoscere il franchise. Affrontare la serie in ordine cronologico, con un modello di gameplay tanto accessibile a tutti quanto approfondito oltre ogni parametro, è già un privilegio di per sé, ma farlo ci ricompensa con una modalità open world con la quale l’immenso immaginario ideato da George Lucas apre le porte a tutti i giocatori con l’intento di dare loro ogni libertà possibile.
Non abbiamo mai realmente dubitato di TT Games, un team di sviluppo che amiamo già dai tempi di Mickey Mania per la loro cura maniacale nelle trasposizioni videoludiche. Però siamo rimasti comunque piacevolmente sorpresi nel constatare il davvero non trascurabile doppio risultato del titolo. Questo gioco, oltre a sbaragliare completamente ogni preconcetto sui giochi su licenza, riesce contemporaneamente a piazzarsi in cima alla classifica dei giochi LEGO e a trionfare come adattamento di Guerre Stellari. E a rischio di passare per Sith, questo primato rimane assoluto.
Questo era ciò che pensavamo noi. Voi però di che opinione siete? Ditecelo qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttoteK per leggere altre recensioni ed avere tutte le notizie più importanti sulla sfera videoludica e non solo. Per i vostri bisogni da gamer, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Instant Gaming.
Punti a favore
- La campagna comprende il meglio della serie
- Ottimo connubio tra livelli lineari e open world
- Una miriade di contenuti da sbloccare
- Una componente co-op fenomenale
- Umorismo e doppiaggio da bacio accademico
- Colonna sonora originale di John Williams
Punti a sfavore
- Il DLC al lancio è una caduta di stile
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