Semplificare i combattimenti ha fatto la fortuna della licenza danese: scoprite nella nostra recensione di LEGO Brawls se qui è d’aiuto
Se avete familiarità con il nome del recensore scritto qui sopra, saprete a grandi linee quale incipit aspettarvi da una sua recensione, pur trattandosi solo di LEGO Brawls. I preamboli servono a dare contesto a un giudizio, e talvolta un oggetto di scrutinio può calzar bene al background di un redattore, mentre altre volte no. In questo caso, se l’esperienza per voi è sinonimo di autorevolezza (non lo è, anche se aiuta), potete dormire tra due guanciali. La serie che ha lanciato l’intero filone (platform fighter) di cui fa parte il gioco, del resto, ha ricevuto una guida a tempo debito (più un supplemento tardivo), nonché una copertura con cadenza settimanale.
Per quanto invece riguarda i mattoncini danesi, chi vi scrive ha dedicato una graduatoria dei migliori adattamenti videoludici al franchise, oltre a una valutazione dell’ultimogenito. In altre parole, la familiarità con i due elementi che si trovano oggi all’altare c’è tutta. Purtroppo, questo matrimonio non ha il tipico profumo di fiori d’arancio; piuttosto, sa di rancido come le nozze alla stregua delle bische di Las Vegas. Quell’unione del profano vincolo vista solo nello sposalizio riparatore, con il padre di lei intento a puntare due canne mozze alla schiena dello sgradito genero.
Mele marce
Parliamo del problema di base che è la rovina di LEGO Brawls già al punto di partenza della recensione. Saremo onesti: apprendere dell’esistenza del gioco durante un fenomenale Nintendo Direct ci ha reso estatici. E perché non avrebbe dovuto farlo, d’altronde? Tutti gli adattamenti curati da TT Games hanno mescolato con sapienza il genere dei platformer con le meccaniche di combattimento che solitamente li rovinano. Un conto è vantare il moveset di un episodio di Kirby a caso, quando combattere diventa un piacere; un altro è avere tra le mani un gioco su licenza capace anche di arrivare quasi alle stesse vette ludiche. Ci duole informarvi, però, che stavolta lo chef non è TT Games.
Il maldestro rimpiazzo è RED Games Co., per un motivo che compone l’altra croce che penalizza preventivamente questo titolo. Il gioco è infatti un port di un gioco uscito tempo fa su Apple Arcade. Non abbiamo parlato di trama o storia proprio perché l’unica di cui parlare è il background dello sviluppo. Già sapete cosa comporta la provenienza dal magico (e tragico) mondo videoludico mobile: controlli ridotti all’osso, interfacce ingombranti e, ammettiamolo, una qualità dozzinale quattro volte su cinque (motivo per cui le schermate scattate in modalità portatile non vi infastidiranno troppo). Un moveset semplificato è la salvezza dei titoli della fu Traveller’s Tales e dei suoi roster a tre cifre; cosa succede quando il combattimento è il focus di un titolo?
Il re della collina – Recensione LEGO Brawls
Cosa aspettarsi, dunque, dal gameplay di LEGO Brawls? In realtà, ben poco. Il primo avvio del gioco ci mette subito, dopo la scelta di uno tra tre differenti (ed anonimi) “personaggi”, in uno scontro del genere “king of the hill”. Per chi non avesse familiarità con il termine nel contesto videoludico, non si tratta di un adattamento della serie animata di Mike Judge; questo tipo di battaglia consiste piuttosto nel dominio di una certa zona per quanto più tempo possibile. Man mano che si prosegue nella scoperta delle varie modalità, subentrano anche scontri a vite e classici deathmatch in cui vince chi effettua più eliminazioni.
La possibilità di affrontarsi in tre tipi diversi di scontri, di per sé, non è male se contiamo la premessa senza troppe pretese del titolo. Purtroppo è l’ossatura del gameplay ad essere scarna oltre ogni misura. Esiste un solo pulsante per eseguire un attacco standard, che non cambia in alcun modo a prescindere dai nostri input direzionali. Rompendo gli appositi contenitori riceveremo attacchi extra monouso da sfruttare nel corso dei vari match, ma quando si tratta di prevalere sui nostri avversari senza disporre di altro vince solo chi martella il pulsante più velocemente. Non è un buon inizio, considerando il genere del gioco.
Farsi venire lo sblocco – Recensione LEGO Brawls
I contenuti da sbloccare, va detto, non sono pochi. Al termine di quasi ogni scontro online (e dopo vi spiegheremo perché specificare “online”) il giocatore viene ricompensato con qualcosa. Può trattarsi di un componente per le minifigure (storicamente, gli “omini” LEGO), così come può invece essere una skin completa con annesse armi o uno dei cosiddetti “Campioni”. Questi ultimi fanno da archetipo per lo stile di combattimento e le abilità a disposizione della propria minifigure personalizzata: crearne una richiede di partire da uno dei Campioni, e il risultato finale basa il proprio “moveset” sul personaggio di partenza.
In altre parole, dunque, l’Intenditore (uno stereotipo francese vivente) può sì pestare gli avversari con la propria baguette, ma il resto della propria rosa di mosse dipende dal Campione di partenza. Questi ultimi, man mano che li si ottiene, si uniranno al roster con simpatiche cutscene in cui sembra riemergere lo stile che abbiamo amato con TT Games tempo addietro. In più, dopo i primi scontri ci verrà chiesto se dedicarci allo sblocco dei contenuti di un determinato set, con tanto di barra di scorrimento in stile “Pass battaglia” di Fortnite. Con la differenza che è tutto incluso nel prezzo del gioco.
Alla frutta – Recensione LEGO Brawls
Disgraziatamente, il castello di carte finisce inevitabilmente per crollare una volta messo piede nel menù principale del titolo. “Rissa”, essendo in inglese “Brawl”, manco a dirlo è il piatto forte del gioco. Durante il matchmaking online, la scelta del proprio combattente è libera (ammesso di non essere entrati in lobby a fine countdown, il che avviene spesso) mentre l’arena si mette ai voti. Alcuni scenari sono espressamente legati agli scontri di tipo king of the hill, e pertanto sono inaccessibili offline. La performance tecnica del gioco, nei momenti di lag, passa dall’essere tollerabile al rage quit immediato (e giustificato).
La schermata principale, in alto, ci permette di accedere alla classifica globale, a una finestra per le notifiche attualmente (stesura dell’articolo) inattiva, alla voce Aiuto (l’icona “?”) e alla rotellina per le varie opzioni. In quanto alla schermata di aiuto, c’è poco da dire: potete leggere dei consigli per principianti, rigiocare il tutorial o consultare un indirizzo web per inviare il vostro feedback. Le altre voci principali sono Brawlers (uno sguardo alla minifigure personalizzata e ai vari Campioni) e Collezione (la raccolta di componenti sbloccati). Festa, infine, è la striminzita modalità di gioco libero. C’è anche una vasta scelta per l’offline… ovvero quattro arene dove affrontarsi con l’eventuale IA nella sola modalità a vite. Senza nemmeno un menù di pausa vero e proprio. Sipario!
Giurassico sì, ma nel senso sbagliato – Recensione LEGO Brawls
Ebbene sì: siamo già giunti alla valutazione tecnica, partendo dal comparto grafico. I modelli 3D per l’estetica LEGO hanno avuto vita facile dai tempi di LEGO Racers, dunque qui era decisamente difficile sbagliare. Difficile, però, non vuol dire certo impossibile: siccome la stessa console riesce a gestire LEGO Worlds senza troppi problemi (salvo rare eccezioni), un level design tanto basilare quanto quello dei platform fighter non ha alcun bisogno di sfondi tanto anonimi. Eppure, eccoci qui. Un plauso ai set rappresentati (dal classico Spazio al recentissimo Hidden Side) non lo neghiamo, sebbene vedere Jurassic World come unica licenza esterna ci ha lasciati parecchio interdetti.
L’anonimato da gioco mobile, però, non è tanto da vedere quanto da sentire. Il sonoro non vanta problemi tecnici di per sé, ma di certo non ci immaginiamo a fischiettare una colonna sonora tanto scarna quanto ripetitiva. Lo stesso vale per gli effetti sonori: il comparto audio nel suo complesso ha evidentemente bruciato il budget nello scenario indubbiamente più ispirato di tutto il gioco, quello del già citato Jurassic World. Peccato solo che si tratti di una brillante eccezione indissolubilmente legata agli scontri da king of the hill, il che significa che non avete alcuna speranza di giocarci se non online. Se tutti lo votano, beninteso.
Considerazioni conclusive
Fatichiamo a pensare a un goal a porta vuota mancato più clamoroso di LEGO Brawls. Il potenziale enorme per il numero di IP papabili per il progetto è stato smorzato in partenza dall’ingordigia che lo ha visto debuttare nel mercato mobile. Abbiamo parlato (bene) dell’utilizzo di Jurassic World proprio perché è questo il tipo di game design che ci aspetteremmo dalla risposta LEGO a Super Smash Bros., e ci spezza il cuore constatare che non sia proprio questo il caso. Esiste il cross-play ma, siccome il titolo è stato principalmente concepito per il settore mobile, il divario tra l’abilità richiesta a chi sfrutta controlli tradizionali su console e quella del resto dei giocatori è eccessivo.
Potremmo spezzare qualche lancia in più in favore del gioco, ma non c’è “sei politico” che tenga di fronte a quaranta euro come biglietto d’ingresso. I contenuti nascosti, al di là delle tempistiche quasi letargiche per sbloccarli, in teoria si avvicinano a giustificare un prezzo simile. Purtroppo è tutto il resto che non sta in piedi. Ed è questa l’accusa maggiore che ci porta a puntare il dito contro il gioco. Abbiamo dedicato diverse guide a Super Smash Bros. Ultimate nella speranza di aiutare a ridurre il numero dei detrattori secondo cui, nel genere dei platform fighter, “succede tutto a caso”. Ma se gli imitatori non mostrano impegno, queste accuse non cesseranno mai. Ridate le redini a TT Games!
Questo era ciò che pensavamo noi. Voi però di che opinione siete? Ditecelo qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttoteK per leggere altre recensioni ed avere tutte le notizie più importanti sulla sfera videoludica e non solo. Per i vostri bisogni da gamer, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Instant Gaming.
Punti a favore
- Molti contenuti da sbloccare...
- Utilizzo fantasioso di una IP...
- Bene il cross-play...
- Buon fanservice per gli amanti dei set...
Punti a sfavore
- ... con la stessa flemma di un “Pass battaglia”
- ... cioè Jurassic World, e basta
- ... ma il game design dozzinale lo sbilancia
- ... ma sproporzionato rispetto al prezzo
- Approccio superficiale al genere
- Troppa enfasi su un online poco funzionale
- Offline e gioco locale eccessivamente limitato
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