Nella recensione di oggi abbiamo avuto l’occasione di provare Hyrule Warriors: l’Era della Calamità, un gioco che vi saprà stupire
Sono passati ormai tre anni da quando The Legend of Zelda: Breath of the Wild è uscito per Nintendo Switch. Spesso denominato come il miglior open world in circolazione, in buona parte grazie a un level design straordinario ed una mappa che continua a sorprendere anche dopo centinaia di ore di gioco. Un mondo talmente affascinante che verrà addirittura recuperato per il seguito, anche se tutt’ora non è ben chiaro in quale forma.
Nintendo però non si è fermata qui, svelando a sorpresa un altro videogioco che avrebbe sfruttato ulteriormente il potenziale del mondo di Breath of the Wild. A Settembre abbiamo infatti conosciuto Hyrule Warriors: l’Era della Calamità, titolo che oggi vi possiamo proporre in questa recensione.
Indietro nel tempo
Il gioco in questione è stato sviluppato da Koei Tecmo in stretta collaborazione con Omega Force e con la supervisione di Eiji Aonuma, storico direttore della serie e successore di Shigeru Miyamoto. Lo scopo era quello di realizzare un gioco che potesse far vivere al giocatore, la catastrofe e le guerre provocate dalla Calamità Ganon su tutta la terra di Hyrule.
Un’idea senz’altro geniale è stata quella di raccontarla attraverso il genere del musou, che per sua natura da un forte spazio alle battaglie campali. È infatti con grande curiosità che ci siamo avvicinati al titolo e per esprimerla al meglio, senza ulteriori indugi, vi proponiamo la nostra recensione di Hyrule Warriors: l’Era della Calamità.
L’inizio della fine – Recensione Hyrule Warriors: l’Era della Calamità
Le vicende raccontate in Hyrule Warriors: l’Era della Calamità avvengono un secolo prima di Breath of the Wild. I mostri sono già in subbuglio e attaccano il regno scontrandosi contro l’armata di Re Roham. Tra di loro c’è Link, inizialmente un semplice soldato, che diventerà presto la guardia personale della Principessa Zelda.
La storia, per buona parte dell’esperienza, ricalca piuttosto fedelmente quella che già conoscevamo, ma proponendo differenti punti di vista e dialoghi ulteriori. Ci sono però inediti elementi di trama, il primo è un mini guardiano facilmente scambiabile per R2-D2 per modi e apparenza, che sembra possedere misteriose conoscenze dell’antica tecnologia Sheikah. Il secondo è una nuova minaccia, cioè Astor uno stregone al servizio della Calamità e in stretti rapporti con il clan fuorilegge degli Yiga.
Ciò porterà a un’evoluzione originale degli eventi e quindi a crearsi una propria strada. Si tratta quindi di una storia che va certamente conosciuta per gli appassionati e che non si limita solo a darvi una scusa per rivisitare Hyrule. Il tutto viene inoltre raccontato attraverso alcune scene in tempo reale decisamente curate, specialmente quando si tratta di mostrare i personaggi in azione. Tra un caricamento e l’altro poi, Impa o il Re di Hyrule racconteranno gli eventi “fuori campo” per cucire tra di loro le varie missioni della storia principale.
Le basi del genere – Recensione Hyrule Warriors: l’Era della Calamità
Dal punto di vista della giocabilità, ci troviamo di fronte a un puro videogioco musou diviso in mappe chiuse e missioni, ma con alcune idee che uniscono elementi di gameplay tratti da BotW con quelle dei Dinasty Warriors. I rimandi sono infatti estremamente numerosi e ognuno mai pesante o male inserito.
Con Link e i campioni, combatterete contro orde di nemici pronti a essere colpiti e trattati come carne da macello. Come da tradizione per il genere, attraverserete una mappa ben delimitata conquistando i presidi nemici o semplicemente correndo verso il successivo obiettivo di trama. Sul cammino affronterete nemici di varia natura, i più semplici saranno in genere Bokoblin, Lyzalfos, soldati Yiga o unità dei popoli alleati.
Per abbatterli potrete usare le combo più semplici a disposizione. Premendo ripetutamente Y il personaggio effettuerà una combo semplice, ma intervallandolo con X potrete colpire con sferzate più potenti e combo particolari. Ognuna varia enormemente in base al personaggio in uso, Urbosa ad esempio farà affidamento ai suoi fulmini oltre che alla scimitarra. Castonne invece attacca evocando piccoli Korok alleati e generando suoni. Tutti hanno inoltre a disposizione una super abilità che si carica abbattendo nemici e si scatena premendo A in qualsiasi momento della battaglia.
Il combattimento si fa tecnico – Recensione Hyrule Warriors: l’Era della Calamità
Più complessi saranno invece i capitani, cioè nemici più forti posizionati per difendere i punti strategici. Tra di loro ci saranno Grublin, Lynel, Hinox e altre creature endemiche. Per loro è necessario far uso di tecniche differenti puntando a fare danni elevati e consumando la loro barra della stamina. Quest’ultima è presente in tutti i nemici, anche i guardiani, e si esaurisce attaccando i punti deboli (testa o schiena), dopo una schivata perfetta oppure mentre sono storditi.
Quando l’avranno esaurita, il loro punto debole sarà scoperto e in quel momento basterà premere X per effettuare una mossa speciale che provocherà una grande quantità di danni. Ogni capitano o miniboss necessiterà di un approccio abbastanza differente, un Hynox ad esempio andrà colpito cercando di raggiungere l’occhio per provocare danni alla sua stamina. I Lynel invece hanno poche aperture e vanno abbattuti con danni grezzi, schivate al momento giusto (con conseguente momento Matrix che ci grazierà di attacchi velocissimi) o cercando di contrastare l’offensiva con i poteri della tavoletta Sheikah.
Tavoletta tuttofare – Recensione Hyrule Warriors: l’Era della Calamità
Tutti i personaggi hanno infatti modo di utilizzarne le abilità, ben note ai giocatori di Breath of the Wild. Cryonis crea pilastri di ghiaccio che immobilizzano o stordiscono i nemici in carica. Magnesis si può usare per lanciare oggetti metallici o per cogliere al volo le armi dei nemici (e rispedirle al mittente). Stasis è perfetto per bloccare e stordire i nemici che fanno attacchi roteanti. Infine le Bombe Remote spesso vengono usate per fermare gli attacchi caricati, o in generale per fare danni al nemico.
Il sistema di combattimento, per quanto ripetitivo, è capace di unire il combattimento dinamico e creativo di Breath of the Wild con quello più “tamarro” dei musou, creando un mix divertente e unico. Tuttavia i nemici potranno talvolta sembrare più degli scarica pugni, che minacce reali, appesantendo lievemente i combattimenti più impegnativi. Inoltre la visuale non sempre svolge un servizio agevole al giocatore, penetrando i modelli sullo sfondo e spesso incastrandosi dove non dovrebbe. Problema che a volte si amplifica contro nemici di grande statura, non permettendone una corretta visione.
Il ritorno dei Korok – Recensione Hyrule Warriors: l’Era della Calamità
Per fortuna la grande varietà di personaggi a disposizione dà l’opportunità di provare molti stili di gioco differenti. In tutto sono ben 18 e alcuni di questi davvero originali. Per ogni campione avrete modo di raccogliere in battaglia delle armi, potenziabili se fuse alla forgia. Link tuttavia è l’unico in grado di cambiare totalmente stile di combattimento in base all’equipaggiamento, modificando completamente attacchi base, mosse speciali e contrattacchi; può infatti usare: spade a due mani, spada e scudo, lance, asce e martelli. Inoltre è l’unico di cui è possibile cambiare l’equipaggiamento, seppur le differenze siano solo estetiche.
Chi è invece desideroso di esplorare le mappe di gioco, troverà sicuramente soddisfazione nel sapere che sono presenti segreti da scovare e alcuni dettagli notevoli da individuare. Aguzzando la vista si possono infatti trovare scrigni o anche Korok nascosti nel terreno o dentro casse. Le missioni poi, secondarie e primarie, si svolgono per tutta la mappa di Hyrule dandovi l’opportunità di rivedere antichi scorci al massimo del loro splendore.
La gestione dall’alto – Recensione Hyrule Warriors: l’Era della Calamità
Quando avrete finito una missione, farete ritorno alla Torre Sheikah per osservare il mondo dalla mappa di Hyrule. Da qui vedrete ogni singola missione da affrontare, sia principale che secondaria. Sparse per tutte le regioni ci sono infatti numerosissime attività facoltative, che spesso vi daranno il compito di sconfiggere un certo numero di nemici entro un limite di tempo o di catturare postazioni nemiche.
Oltre alle missioni, sulla mappa ci sono altri segnalini fondamentali per far crescere i personaggi. Tra questi ci sono strutture come gli stallaggi, la forgia, la tinteria e la zona d’allenamento. Le più numerose sono tuttavia quelle dedicate ai personaggi che, se acquistate con le risorse ottenute sconfiggendo nemici, daranno accesso a cuori e combo più lunghe. Troverete anche segnali per ottenere nuove ricette, in modo tale da donare bonus agli eroi durante la battaglia. Per completarli tutti vi occorreranno davvero molte ore di gioco, e magari nel frattempo riuscirete anche a sbloccare qualche personaggio segreto.
Una triste conferma – Recensione Hyrule Warriors: l’Era della Calamità
Dal punto di vista tecnico purtroppo, dobbiamo confermare ciò che è stato detto nella nostra anteprima. La risoluzione del gioco fluttua enormemente, difficilmente mantenendo i desiderati 1080p, ma scendendo più spesso a 720p. Ciò nonostante ne risente anche dal punto di vista dei fotogrammi, decisamente instabili in alcune occasioni. Visivamente però rimane un gioco molto gradevole, principalmente grazie ad uno stile che si adatta molto bene a risoluzioni basse.
A confronto con Breath of the Wild è anche naturale aspettarsi dei compromessi visivi, su schermo sono infatti presenti molte più unità ad appesantire l’hardware di Nintendo Switch. Dal punto di vista del sonoro e dell’interfaccia, ogni asset è stato ripreso fedelmente dal titolo precedente, cosa che non dubitiamo farà sentire a casa qualsiasi giocatore appassionato della serie. Sono infine presenti nuove colonne sonore che si ispirano alle note più famose della saga, senza però distaccarsi dallo stile sonoro adottato da Breath of the Wild.
Le nostre conclusioni
Hyrule Warriors l’Era della Calamità è una scommessa vinta, il genere musou si addice infatti perfettamente alla storia che il gioco vuole raccontare. Poter vedere Hyrule nel suo stato originale è una gioia, ma farlo divertendosi abbattendo enormi masse di nemici lo è ancora di più. Gli sviluppatori sono stati capaci di cogliere le peculiarità del combattimento di Breath of the Wild, formando un sistema originale e non del tutto ripetitivo (per quanto insito nella natura del genere). Tuttavia non è esente da difetti, la visuale talvolta svolge un disservizio al giocatore e la stabilità generale lascia molto a desiderare. Non lasciate però che questo vi scoraggi dal giocarlo, potrebbe trattarsi del musou che fa per voi.
Il gioco di questa recensione, Hyrule Warriors: l’Era della Calamità, è disponibile dal 20 Novembre per Nintendo Switch. Vi invitiamo a continuare a seguirci per rimanere aggiornati su videogiochi e tecnologia.
Punti a favore
- Storia appassionante
- Ottimo mix tra BotW e un musou
- Combattenti molto vari
- C'è anche un pizzico di esplorazione
Punti a sfavore
- Visuale non sempre sul pezzo
- Risoluzione e FPS talvolta instabili
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