Seguite Chai e 808 in un viaggio a ritmo di musica, in questa rockeggiante recensione del nuovissimo Hi-Fi Rush
Se anche a voi piace ascoltare musica mentre camminate, cucinate o svolgete le più disparate azioni quotidiane allora scommettiamo che almeno una volta nella vita vi sarà capitato di lasciarvi coinvolgere dal ritmo, mettendovi a fare tutto a tempo con il vostro brano preferito. Ecco, l’ultima fatica di Tango Gameworks (sì, proprio i creatori di The Evil Within, di cui trovate qui la nostra analisi del secondo capitolo) potrebbe racchiudere proprio questo esatto concetto. Annunciato e pubblicato a sorpresa durante il Developer Direct dello scorso 25 gennaio, Hi-Fi Rush ha fatto subito parlare di sé, ed in questa recensione scopriremo insieme cos’ha di tanto speciale la nuova esclusiva di punta di Xbox.
Light up the stage!
Il protagonista della nostra storia è un ragazzo di nome Chai. Caratterizzato da un animo Rock’N’Roll, il nostro eroe decide di iscriversi al “Progetto Armostrong” della Vandelay Technologies, tramite il quale spera di sostituire il proprio braccio rotto con una protesi bionica e realizzare finalmente il suo sogno di diventare una rockstar. Ovviamente qualcosa va storto durante il processo e, oltre alla protesi sopracitata, Chai si ritroverà con il proprio lettore musicale impiantato direttamente nel petto. Ciò avrà il singolare effetto di far percepire al giovane tutto il mondo a ritmo di musica, fornendo così un geniale espediente narrativo per motivare la meccanica principale del gameplay del gioco.
Presto Chai scoprirà anche che la Vandelay non è esattamente l’azienda benefattrice che vuole farsi credere, ma sfruttando il proprio nuovo impianto bionico a suo favore, il ragazzo imparerà ben presto a difendersi dai robot della corporazione, la quale, a causa del suo imprevisto impianto nel petto, cercherà di eliminarlo, catalogandolo come un “difetto”. Queste le premesse di una trama nel complesso ben scritta, spassosa e sopra le righe, ma che non rinuncia anche ad una morale inaspettatamente profonda e apprezzabile. I vari comprimari che man mano si uniranno a Chai (così come Chai stesso) sono tutti ottimamente caratterizzati ed in grado di farsi amare. Merito sicuramente anche dei continui scambi di battute permeati di sagace umorismo, capaci di strappare ben più di una risata.
Welcome to the Vandelay – Recensione Hi-Fi Rush: la nascita di una Rockstar
Fatte le dovute premesse narrative, possiamo cominciare questa recensione spiegandovi che cos’è effettivamente Hi-Fi Rush. Di base siamo di fronte ad un ibrido fra l’action in stile Bayonetta o DMC, e il rhythm game. Negli ultimi periodi abbiamo assistito alla nascita di titoli come Crypt Of The Necrodancer (e la sua controparte zeldiana, Cadence Of Hyrule), B.P.M. e Metal Hellsinger, che già avevano sperimentato l’unione di meccaniche legate al ritmo musicale con altri generi come il roguelike e l’FPS. Tango Gameworks è però riuscita a portare tutto ad un nuovo livello, curando maniacalmente ogni cosa fin nei minimi dettagli.
Quando diciamo che nel gioco tutto va a tempo di musica intendiamo proprio TUTTO. Vi basterà vedere la cutscene che precede il primo vero combattimento per capire quanto la genialità e la follia della software house si siano spinte in alto. La corsa, i salti, i colpi sferrati e le raffiche di proiettili sparate da comprimari e nemici, per arrivare addirittura agli oggetti inanimati come ponti e arene che si assemblano da soli, letteralmente ogni animazione ed effetto sonoro è sincronizzato a tempo con il beat del brano di sottofondo. Il tutto avviene poi con una naturalezza che difficilmente vi lascerà indifferenti.
Anche durante il gameplay la situazione non cambia: sebbene sia sempre attivabile un classico indicatore di tempo, il titolo fa di tutto per immergervi completamente nel ritmo. Ascensori, vegetazione, addirittura la barra della vita e l’animazione di corsa del protagonista andranno a tempo, e non ci vorrà molto per entrare completamente in sintonia con il beat dei vari brani musicali che faranno da sfondo all’azione.
I was made for beating you – Recensione Hi-Fi Rush: la nascita di una Rockstar
L’anima action di Hi-Fi Rush, citata anche nel precedente paragrafo di questa recensione, risulterà chiara fin da subito. Esattamente come accade in molti classici del genere, avremo a disposizione di base un attacco leggero (premendo X ogni battito) ed uno pesante (premendo Y ogni due battiti). Questi potranno ovviamente essere combinati per eseguire tutta una varietà di combo diverse. Poco dopo l’incipit, otterremo l’accesso al Rifugio, dove potremo svolgere varie attività, tra cui: allenarci in una palestra virtuale, acquistare (e, all’occorrenza, addirittura rivendere) nuove combo, oggetti utili ed attacchi speciali, questi ultimi eseguibili utilizzando segmenti della Barra Riverbero (la quale va riempita raccogliendo batterie rilasciate da nemici e oggetti, e si scaricherà al termine di ogni scontro). Completano il quadro una schivata, che può diventare tripla se eseguita a tempo, una parata potenziabile ed un rampino per raggiungere i nemici lontani.
Va detto che dal punto di vista ritmico il titolo risulta essere piuttosto permissivo. Ci verrà infatti detto chiaramente che i nostri attacchi andranno comunque a ritmo indipendentemente dal timing con cui premeremo i tasti, e nemmeno le combo si interromperanno se eseguite fuori tempo. Tuttavia gli attacchi a tempo infliggeranno più danni, ed entrare in sintonia con il ritmo ci permetterà anche di schivare o parare con più facilità gli attacchi nemici. Soprattutto alle difficoltà più elevate, azzeccare il beat sarà imperativo in quanto il titolo offre un livello di sfida ben tarato, ma da non sottovalutare. Possiamo però garantirvi che azzeccare la giusta sequenza di combo, schivate e parate a tempo rende il gioco un’esperienza galvanizzante, capace come poche altre di farvi sentire davvero inarrestabili.
Don’t stop me now – Recensione Hi-Fi Rush: la nascita di una Rockstar
Dei comprimari che faranno da supporto a Chai abbiamo già accennato qualcosa nel primo paragrafo di questa recensione. Senza scendere troppo nel dettaglio per non rovinarvi il piacere di scoprire da voi la storia, non possiamo esimerci dal citare l’abile hacker Peppermint, e la gatta robotica 808 che ci accompagnerà per tutta l’avventura. Tralasciando la genialità del nome (solitamente, in musica, con 808 ci si riferisce ad un caratteristico ed aggressivo suono elettronico a bassa frequenza che ricorda quello di un basso, proveniente dalla Roland-TR808, una drum machine commercializzata negli anni ’80, i cui suoni hanno segnato indelebilmente lo sviluppo di generi come l’hip-hop e la musica elettronica), il simpatico felino robotico permetterà a Chai di ottenere dell’utilissimo supporto da parte dei comprimari stessi.
Tale supporto non si limiterà solo ai semplici consigli, ma 808 fungerà da catalizzatore per permetterci, tramite la pressione di un tasto, di evocare fisicamente i nostri colleghi sul campo. Ognuno di essi sarà dotato di una speciale abilità utile sia in battaglia che nei vari enigmi ambientali che incontreremo. I nemici che dovremo affrontare, infatti, saranno vari e dotati di una buona caratterizzazione estetica, nonché di pattern d’attacco ben differenziati. Un dettaglio che ci ha fatto un pò storcere il naso riguarda però il fatto che la quasi totalità dei nemici un pò più forti, dopo essere stati indeboliti, richiederanno di completare una sequenza ritmica per essere eliminati. Se sulle prime questo risulta un ‘espediente assolutamente d’impatto, verso la fine dell’avventura, complice la grande presenza di avversari più forti, tale meccanica diventerà forse un pò troppo abusata, perdendo l’effetto originalità.
Angry Machines – Recensione Hi-Fi Rush: la nascita di una Rockstar
Abbiamo già parlato della buona caratterizzazione dei protagonisti, ma che dire degli antagonisti? I capi della Vandelay Technologies sono anch’essi tratteggiati piuttosto bene, per quanto alcuni di essi non si discostino troppo dalla classica macchietta del villan pazzo ed ossessionato dal proprio ruolo. Nel complesso però la loro scrittura risulta sufficientemente buona da riuscire a smuovere nel giocatore la giusta dose di antipatia necessaria a giustificare l’uso delle maniere forti nei loro confronti. Quando arriverà il momento di affrontarli ci ritroveremo coinvolti in boss fight sopra le righe, permeate da quella dose di umorismo, caos e pazzia che ci ha ricordato molto da vicino i migliori momenti dei titoli Platinum Games. Forse non tutte le battaglie possono dirsi davvero memorabili, ma è innegabile che alcune di esse siano caratterizzate da guizzi di genialità e creatività che ricorderete per molto tempo.
Abbiamo già citato in questa recensione che in Hi-Fi Rush avremo a che fare con qualche enigma ambientale. Vi saranno infatti anche molti momenti in cui l’esplorazione prenderà il posto dell’azione pura. I livelli infatti saranno pieni zeppi di strade secondarie più o meno nascoste, nelle quali potremo trovare utili oggetti in grado di potenziarci e componenti meccaniche da spendere nel negozio. Disseminati per il mondo di gioco troveremo poi dei collezionabili sotto forma di murales o classici file di testo da leggere per scoprire i retroscena più reconditi della trama. Dovremo anche superare delle sezioni platform, alcune di esse a tempo, altre addirittura in 2D con la telecamera che ci offrirà una visuale orizzontale simile ai vari Super Mario. Si tratta di piacevoli passaggi, che avrebbero potuto essere ancora più godibili se non fosse per il salto del personaggio, un pò impreciso da controllare. Nulla di drammatico, anche perché i checkpoint sono immediati e per nulla punitivi, ma spesso si fa fatica a gestire con accuratezza le distanze coperte dal salto.
Perfect strangers – Recensione Hi-Fi Rush: la nascita di una Rockstar
Non potevamo concludere questa recensione dedicata a Hi-Fi Rush senza menzionare il comparto grafico e quello audio. Non c’è oggettivamente molto da dire riguardo all’aspetto grafico dell’opera di Tango Gameworks: la grafica cartoon (con evidenti rimandi allo stile dei fumetti ed alla pop art) e le animazioni sono curate con rara maestria. Guardare una spassosa cutscene che sembra a tutti gli effetti uscita da un cartone animato e, subito dopo, prendere controllo del personaggio, accorgendosi che essa era realizzata con grafica in game è letteralmente una gioia per gli occhi, capace di rivaleggiare tranquillamente con i migliori esponenti del genere.
Sul versante audio invece abbiamo diverse tracce originali scritte appositamente per il gioco, alle quali si affiancano una manciata di brani di artisti famosi come Nine Inch Nails e The Prodigy (qui perfettamente adattate al gioco, con strofe e ritornelli che si susseguono per meglio accompagnare momenti d’esplorazione, combattimenti o le diverse fasi di una boss battle). La qualità compositiva dei brani inediti li rende forse non proprio iconici come i secondi, ma ugualmente in grado di accompagnare alla perfezione l’azione a schermo e le varie scene di intermezzo.
It’s a long way to the top (if you wanna Rock’N’Roll)
L’avventura di Chai e 808 è un fulmine a ciel sereno che ha squarciato l’industria videoludica. Un concentrato di azione travolgente e meccaniche dal sapore fresco e maledettamente divertente. Il tutto arricchito da una trama svalvolata e sopra le righe, raccontata tramite animazioni ed un art direction fra i migliori che abbiamo avuto modo di apprezzare degli ultimi anni. Il tutto si traduce in un prodotto in grado di intrattenere e divertire, che in solamente qualche giorno (e senza nemmeno il sostegno di una qualsivoglia campagna pubblicitaria) è riuscito a raggiungere la vetta delle classifiche di tutto il mondo. Il 2023 non poteva iniziare meglio di così.
Cosa ne pensate? Vi siete già fatti travolgere dal ritmo di questo nuovissimo titolo? Fatecelo sapere nei commenti e rimanete sintonizzati su tuttoteK per tutte le news dedicate al mondo dei videogiochi. Per acquistare videogame a prezzo scontato, vi consigliamo di dare un’occhiata al catalogo di Kinguin.
Punti a favore
- Originale, folle e maledettamente divertente
- Trama spassosa e personaggi ben caratterizzati
- Gameplay galvanizzante e condito da guizzi di genialità
- Art style meraviglioso e musiche ottime
Punti a sfavore
- La meccanica della sequenza ritmica viene riproposta un pò troppo nella seconda parte dell'avventura
- Il salto non precisissimo potrebbe rendere alcuni fasi platform meno godibili
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