Finalmente, in questa recensione, vi parliamo per esteso di quel capolavoro che è Dragon Quest XI S, arrivato nella sua Edizione Definitiva anche su home console PS4 e Xbox One
Ve ne avevamo già parlato nel nostro speciale dedicato ai JRPG qualche tempo fa, ma pensare di essere a fine 2020 e avere la fortuna di ritrovarci di nuovo ad elogiare un titolo come Dragon Quest XI è tanto strano quanto soddisfacente. L’undicesimo capitolo della seconda serie più famosa di JRPG di Square Enix è arrivato ormai nel lontano 2018 su PlayStation 4 e Xbox One, per poi essere ripreso, nemmeno un anno dopo, su Nintendo Switch con un’edizione sicuramente meno sfavillante, ma con la stessa qualità e tanto contenuto in più. Era più di un anno che aspettavamo l’arrivo di quest’edizione anche sulle console Sony e Microsoft, ma tutto taceva e stavamo quasi perdendo la speranza di vedere anche solo un DLC a pagamento. Così non è stato, ed eccoci qui a parlare di Dragon Quest XI S: Echi di Un’era Perduta Edizione Definitiva.
Un titolo veramente tanto lungo, ma che incarna in sé il concetto che è alla base di quest’edizione. Dopo un lungo giro di boa, anche i possessori di PlayStation 4 e Xbox One (o di console next-gen in retrocompatibilità) possono finalmente godere di tutto il contenuto aggiunto all’edizione di Dragon Quest XI uscita inizialmente su Nintendo Switch. Considerando quanto abbia fatto parlare di sé e quanto sia stato apprezzato da pubblico e critica, risulta ormai banale ribadire quanto sia di qualità il titolo di Square Enix, quanto abbia da offrire a tutti gli appassionati di JRPG e quanto emozioni e sfidi i videogiocatori ancora oggi, a più di due anni dalla sua uscita. Sarà anche banale, ma non siamo ancora stufi di farlo, e vogliamo approfittare di quest’occasione per parlarvene. Benvenuti, quindi, alla nostra recensione di Dragon Quest XI S: Echi di Un’era Perduta, l’Edizione Definitiva.
Dragon Quest che più Dragon Quest non si può
Le premesse narrative dei vari Dragon Quest sono sempre piuttosto banali, scontate, ma non per questo non godibili. Di base si parte sempre con un anonimo Eroe, a cui potremo solo donare un nome, con un passato travagliato e un futuro incerto. Il nostro, di Eroe, parte all’avventura lasciando il suo piccolo villaggio dopo aver scoperto di essere niente meno che la reincarnazione del Lucente, l’eroe che si manifesta quando l’oscurità è pronta a colpire. Un viaggio piuttosto travagliato, ma nel quale incontrerà compagni e amici fidati e scoprirà che ad ogni sfaccettatura di luce sarà sempre compagna anche l’oscurità.
Quel per cui brillano i Dragon Quest, come dicevamo in apertura, non è certamente la trama, riassumibile come avete visto in una manciata di righe. Quel per cui brillano i Dragon Quest è… tutto il resto. E Dragon Quest XI è, lo ripeteremo fino all’esaurimento, forse il miglior capitolo dell’intera serie. A partire dall’atmosfera a metà fra fiaba ed epopea che permea tutta l’opera di Square Enix, seppur stavolta in chiave più moderna. L’eccellente lavoro svolto a livello di design da Yuji Horii e l’eterno e instancabile tratto di Akira Toriyama si incontrano in ambientazioni fantastiche, città senza tempo, paesaggi mozzafiato e mostri dannatamente carini e coccolosi.
Luci e Ombre – Recensione Dragon Quest XI S PS4
L’eterna contrapposizione fra bene e male, fra Luce e Oscurità non intacca il coloratissimo mondo di Dragon Quest XI che, nell’eterno spirito della serie, non si spegne e non smette di meravigliare per la sua stravaganza. Le città esplorabili sono tutte uniche, piene di segreti, oggetti, armadi da aprire e vasi da rompere. Ogni personaggio secondario che incontreremo avrà la sua parte nella narrazione, più o meno importante che sia, e ciascuno sarà a modo suo indimenticabile.
Quel che brilla ancor di più in Dragon Quest XI è sicuramente il battle system a turni. Perché se pensate che nel 2020 giocare un JRPG a turni possa essere noioso e ripetitivo, il titolo di Square Enix, insieme ad altri della stessa azienda (vedasi Bravely Default o Octopath Traveler) sapranno farvi cambiare di molto idea. Ogni personaggio potrà specializzarsi in almeno due armi diverse e un ulteriore ramo di Magie o Tecniche particolari, aumentando di molto il grado di personalizzazione e differenziazione per ciascuna partita. L’utilizzo dei punti abilità che vi verranno donati ad ogni level up vi permetteranno via via di sbloccare boost alle statistiche, nuove tecniche e magie sempre più potenti.
Sempre troppo facile – Recensione Dragon Quest XI S PS4
I combattimenti in sé non saranno difficili da gestire, anzi. L’unica pecca a livello di gameplay per Dragon Quest XI è il decisamente troppo basso livello di difficoltà generale. Gli appassionati di JRPG non troveranno quasi mai ostacoli nell’avanzamento della storia e avranno la giusta dose di sfida solo in qualche combattimento secondario. Considerate anche che in Dragon Quest XI S non esiste il game over e una sconfitta del party vi riporterà semplicemente all’ultimo posto in cui avete dormito con la metà dei soldi (usate le banche!). I novizi potrebbero avere qualche problema nelle fasi iniziali di gioco, quando l’ammontare delle cure e delle risorse è appena al di sotto del livello di sopravvivenza, ma procedendo e sbloccando incantesimi curativi e di protezione a non finire… vita facile anche per voi.
Veniamo alla parte interessante di questa recensione, perché ci rendiamo conto che se nel 2020 state ancora cercando pareri su Dragon Quest XI è perché, molto probabilmente, siete più interessati alle novità di questa Edizione Definitiva. Come abbiamo detto in apertura, Dragon Quest XI S: Echi di Un’era Perduta è la versione del titolo rilasciata da Square Enix su Nintendo Switch, con qualche dettaglio grafico in meno, ma tanto contenuto in più. E non parliamo solo di costumi sbloccabili o qualche area di gioco aggiuntiva, la versione S ha addirittura inserito la possibilità di giocare l’intera esperienza di Dragon Quest XI in versione 2D 16 bit.
I guardiani del tempo e della storia – Recensione Dragon Quest XI S PS4
Viaggiando dalla città di Kaldoh verso Galoppoli, una volta ricevuto il lasciapassare del Sultano, incontreremo uno dei piccoli esserini evanescenti che spesso possiamo ammirare in punti strategici delle varie mappe. Stavolta, però, potremo interagire con lui e scoprire che fa parte della razza dei Tempirei e che, ovviamente, avrà bisogno del nostro aiuto per una questione alquanto spinosa. I Tempirei sono i custodi del tempo e della storia del mondo e vivono nella città di Archonia, la prima che ci verrà permesso di esplorare esclusivamente in modalità 2D. Il cattivo di turno ha però strappato alcune pagine dei libri che raccontano gli eventi accaduti nel passato del mondo, rischiando di distruggerne le fondamenta e, così, cambiare il corso della storia. Il nostro compito sarà dunque semplice: trovare nel mondo i Tempirei inviati a scovare le Passat-Parole necessarie per entrare nei vari tomi, recuperarle e riscrivere esattamente la storia così come dev’essere.
La modalità 2D è sicuramente evocativa e nostalgica, ma presenta alcune criticità non da poco. In primis, il poco livello di dettagli la rende alquanto sciatta rispetto ai colori e alla particolarità dei modelli 3D. Inoltre, anche a livello di gameplay, spesso sarà difficile capire quale personaggio è affetto da status alterati o dalla modalità Pimpante, ad esempio. Potevamo far di più, questo è certo, ma la linea narrativa dei Tempirei aggiunge svariate ore di gioco e tantissime sfide, alcune delle quali sapranno soddisfare anche gli hardcore fan dei JRPG.
Quality of Life, ci piace! – Recensione Dragon Quest XI S PS4
Tante altre sono le aggiunte di Dragon Quest XI S: Echi di Un’era Perduta a livello di gameplay e tante di queste migliorano la quality of life generale del titolo. A partire dalla possibilità di accelerare notevolmente gli scontri, fino a renderli praticamente istantanei (velocizzando così l’ottenimento di punti esperienza e abilità), fino alla possibilità di richiamare il cavallo da qualsiasi punto della mappa col Fischietto Equino e di usare la Forgia da Viaggio al di fuori degli accampamenti sparsi nelle varie mappe di gioco.
Inoltre, il riarrangiamento della colonna sonora in versione orchestrale e la possibilità di ascoltare il doppiaggio giapponese e di poter selezionare ben cinque lingue diversi per i testi è un regalo che chiunque abbia giocato la versione base del titolo aspettava con ansia. Un’edizione, insomma, che ha davvero tanto da dire e che, possiamo tranquillamente ammetterlo, ha davvero senso di esistere come Edizione Definitiva e non come semplice DLC a pagamento.
Eddai. – Recensione Dragon Quest XI S PS4
Ci aspettavamo, però, che l’arrivo su PlayStation 4 e Xbox One di Dragon Quest XI S sarebbe stato più… trionfale. Tecnicamente parlando, infatti, questa versione Definitiva arrivata sulle home console della scorsa generazione è esattamente la stessa che gira su Nintendo Switch. E se Dragon Quest XI S sull’ibrida Nintendo è stato definito quasi universalmente un “porting miracoloso”, il titolo girava bene a seguito di una serie di compromessi grafici che avevano eliminato gran parte delle minuzie e dei particolari che rendevano l’edizione base su home console davvero spettacolare.
Eliminate quindi molte ombre e dettagli nel mondo di gioco, compresi ad esempio i fili d’erba in lontananza (che compaiono magicamente man mano che si corre nella mappa di gioco), o gli shader delle armi e delle armature e così via. Un compromesso doveroso, ovviamente, per permettere al gioco di girare a 30 fps granitici su Nintendo Switch e che, diciamocelo, non faceva sfigurare minimamente il titolo di Square Enix, specialmente se in modalità portatile.
Quel che ci aspettavamo dal ritorno su home console non è però avvenuto. Il gioco è esattamente rimasto lo stesso, con la stessa carenza di dettagli e particolari, pur avendo una maggiore risoluzione grafica e un frame rate (quasi) sempre fisso a 60fps. Un vero peccato perché si evince la pigrizia con cui l’azienda ha voluto portare Dragon Quest XI S su PlayStation 4 e Xbox One. Bisogna comunque ammettere che la nostra è pignoleria e che il titolo rimane un capolavoro sotto quasi ogni punto di vista. I novizi e coloro che non conoscono l’edizione base del gioco neanche si accorgeranno di queste mancanze, mentre gli appassionati potranno tornare ad innamorarsi follemente delle avventure dell’Eroe nelle terre di Erdrea.
Sempre e comunque un capolavoro indiscusso!
Per concludere la nostra recensione di Dragon Quest XI S: Echi di Un’era Perduta Edizione Definitiva, Square Enix poteva fare di più. E lo diciamo con la consapevolezza che il titolo è un capolavoro sotto tutti i punti di vista di semplice intrattenimento: sceneggiatura semplice ed efficace, gameplay unico e che vi farà tornare ad amare i turni. Personaggi iconici, città meravigliose, esplorazione sempre intrigante, tantissime ore di gioco moltiplicabili in base al livello di completismo che volete raggiungere. Se l’azienda avesse avuto quel guizzo e quello spirito di accuratezza in più, saremmo davvero stati di fronte all’Edizione Definitiva del Capolavoro Definitivo. Un capolavoro ancora più grande di Dragon Quest VIII. Lo abbiamo detto.
Punti a favore
- Il capolavoro della serie
- Uno dei migliori JRPG di sempre
- Ricco, colorato e accattivante
- Gameplay profondo, seppur immediato
- Tantissimo contenuto in più rispetto alla versione base
Punti a sfavore
- Sempre troppo semplice
- Livello di dettagli inferiore rispetto alla versione base
Lascia un commento